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Autore: Sylvia Ruth    25/07/2013    0 recensioni
Questa storia era stata pubblicata precedentemente con un altro account. L'azione si svolge in Normandia nel 1943, durante l'occupazione nazista. L'idea mi era venuta guardando una foto in cui Martin Gore indossava la giacca di un'uniforme militare e ascoltando una sua composizione.
Per due mie amiche, Agnese e Babs.
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10


Martin annuisce brevemente.
"Mi spedirono in Italia e poi in Francia. Ero tagliato fuori dai miei. Non potevo avere contatti con altri agenti. Un giorno ricevetti una strana lettera dalla Spagna. Apparentemente scritta da una donna con cui avrei avuto una lunga ed intensa relazione... Che non ricordavo assolutamente... Le date, i luoghi coincidevano, ma...Mi parlava di un figlio... LEON... Ricordi Andy, la nostra ultima parola d'ordine? Leone di Castiglia. Controllai attentamente sia la lettera che la foto allegata e trovai le prime istruzioni. Guarire e cercare di farmi trasferire in Normandia. Rommel doveva occuparsi delle sue difese e Londra ne voleva sapere di più. Purtroppo la lettera è finita tra le mani della Gestapo...Si sono bevuti la storiella e mi hanno ricattato. Era un'occasione da non perdere. Finsi di cedere e informai Londra. Avevo la possibilità di infiltrarmi nelle SS. Come potevamo lasciarcela scappare?"

"BUGIARDO!" Si lascia sfuggire Susanne.

"Speravo di essere alloggiato in uno dei tanti alberghi requisiti. Se ricevevo regolarmente visite femminili, nessuno si sarebbe meravigliato...Invece sono finito a casa Pommard. Il dottore si era sempre rifiutato si ospitare degli ufficiali tedeschi accampando varie scuse. Sospetto che Londra le avesse invece vivamente consigliato di accettare."

Il vechio Pommard annuisce, imbarazzato.

"Hanno dovuto ricorrere alla forza e hanno scelto me come castigo. Invece di un ufficiale presente per poche ore...ve ne hanno affibiato uno che sarebbe rimasto la maggior parte del tempo in casa. Ferito. Da curare. Ma che bella scelta!
Il giorno dopo ho perquisito la casa. A proposito... Butti via la pistola che nasconde nella scrivania...Le scoppierebbe nelle mani. C'erano tre camere da letto; la più grande, quella del padre, e due piu piccole. Una, dai colori chiari, femminile...con una grande stufa di ceramica mi era stata assegnata. Primo errore: qualunque bambino tedesco sa come usarle per ascoltare i discorsi dei grandi. Se voi ascoltavate me, io sentivo voi."

Con un certo piacere li vede arrossire.

"Ho controllato l'altra. Vestiti, libri ed altri effetti personali erano buttati alla rinfusa. Si era spostata in fretta e furia e aveva tralasciato di...guardare sotto il letto. Secondo errore. Ho trovato un calzino. Uno di Yves...che, ogni tanto, dormiva in casa.
Sì, sapevo della sua esistenza. Al Comando tedesco esiste un dossier su ogni famiglia di Mosles. Componenti, età, eventuali legami esterni...E poi... Usare lo studio medico per dare istruzioni ai suoi uomini! Venivano da sinistra e andavano a destra... Ridicolo!
Non vi è sembrato strano che non chiudessi la mia porta a chiave o che non mi comportassi come la maggior parte degli altri ufficiali alloggiati? Ho usato dei trucchetti e ho scoperto che qualcuno frugava nei miei cassetti. Potevo capire la curiosità ma voi esageravate. La conclusione era una sola: eravate componenti della resistenza."

I presenti lo ascoltano nel più assoluto silenzio.

" Eravate un pericolo per me. Ho incominciato a...lasciar cadere degli accenni...delle insinuazioni...Che nessuno di voi ha raccolto. Persino quando ho ricevuto la visita di Rommel... Sono io che ho aperto lo sportello in camera mia. Speravo che scoprire che sarei entrato nelle SS vi avrebbe spinto a usare più cautele. E' servito? NO. Ve l'ho detto in faccia: VOI PER ME SIETE IL NEMICO. Niente da fare. Nemmeno dirvi che sapevo dei Maquis. Chi mi pedinava era un dilettante. Quante volte mi sono incontrato con Dave sotto il loro naso."

Dave ride. " Se ripenso al nostro primo incontro. Mi è quasi preso un colpo. Ti davano per morto...e tu mi arrivi calmo calmo a chiedermi caffè e sigarette. Il povero Peter si è dannato per nascondere i messaggi negli astucci e nella tua cioccolata."

"Dovevo escogitare un modo sicuro per trasmettere le informazioni a Londra. La scusa delle lettere alla mia...amante...poteva valere una o due volte. Mi serviva una radio...ma non potevo introdurla in casa. Eravate TROPPO IMPRUDENTI. Londra ha deciso di paracadutare Alan con dei documenti falsi. Sarebbe diventato il nuovo organista. Nascondevo le informazioni negli spartiti che gli portavo. Lui le trasmetteva e distruggeva la copia. Non temete. La sua radio è finita, a pezzi,in un pozzo."

" E il parroco? E' un brav'uomo." Chiede Alan.

"Domani riceverà comunicazione che...Fratello Alain è in viaggio su un treno merci. Destinazione Germania."
"Un pensiero in meno. Vorrei solo avere tra le mani per cinque minuti il bastardo che mi ha fatto scoprire."

"Ci sto arrivando. Visto che il Dott. Pommard non capiva o non voleva capire...Ho dovuto ricorrere ad un ultimo tentativo. Estremo. "

Susanne chiude e gli occhi e aspetta con il cuore in gola.

"Mi è pesato...ma è stato INUTILE. Non c'è peggior cieco di chi non vuole vedere...e lei, dott. Pommard, oltre che cieco è pure sordo."
L'altro cerca di protestare.
"Alan, vuoi sapere chi ha attirato l'attenzione su di te? Chi qui dentro odia profondamente i tedeschi? Chi è stato visto agitarsi e insultarli? Chi detesta quei francesi che collaborano con il nemico? Per chi ero un tormento? Un maledetto crucco...che dormiva in casa sua, mangiava alla sua tavola...Che passeggiava per le strade del suo paese mentre lui doveva nascondersi..."

Gli occhi di tutti si puntano su Yves, che abbassa gli occhi con aria colpevole.

"Per lui tu eri semplicemente un altro amico dei tedeschi. Ti teneva d'occhio, ma si è fatto notare da un vero collaborazionista che è corso a denunciare il fatto."

Il dott. Pommard si avvicina al figlio e lo colpisce. "CRETINO!! STUPIDO!!"

"Domani...Oggi, vista l'ora, si saprà che sei prigioniero in qualche campo in Germania...Diego..."
"Ho fatto un bel mucchio di grana e mi ritiro. Dovranno cercarsi un altro contrabbandiere." Dice Dave accendendosi un sigaro.

"Rimango io. Per il comando sono a Parigi. Quando non mi vedranno tornare verranno qui. Scopriranno che ho distrutto gli oggetti a cui ero affezionato...Dischi, libri, fotografie, la mia chitarra... Frugando, troveranno il mio diario e la lettera che vi ho nascosto."
Sorride a Dave. "Grazie per l'aiuto...eri veramente ispirato quando l'hai scritta. "

L'altro si inchina.

"Un'amica della mia...amante. Della madre di mio...figlio...mi comunica il loro decesso in un tragico incidente d'auto...Questa notizia mi ha fatto piombare nella disperazione. Per loro due ho sacrificato la mia carriera...ho rinunciato al mio futuro. La Gestapo non ci farà una bella figura con l'esercito. Nessuno si meraviglierà quando scopriranno il mio cadavere in fondo ad una delle scogliere più alte. Per lo meno quello che ne resta."
"Chi hai buttato al tuo posto?
"Uno che per altezza e caratteristiche era quasi uguale a lui." Risponde Dave. "Aveva nascosto il cadavere nel portabagagli della macchina con cui sino arrivati."
"Hai...ammazzato uno perchè ti assomigliava?" E' Yves a chiederlo. "Tedesco o francese?"

Susanne si lascia sfuggire un gridolino.
Suo padre si picchia una mano in fronte esasperato.
Jean Paul lo guarda schifato.
"Ha importanza? Era un semplice viaggiatore. "Risponde Martin. " Ho ucciso cinque uomini a mani nude e a sangue freddo.
CREDI CHE MI SIA PIACIUTO?? Ognuno di loro poteva avere un padre, una moglie, una sorella che lo aspetta...come te.
Può esserci un bambino che aspetta il suo papà...come per Fletch. Hai mai pensato questo? Ho DOVUTO farlo per colpa tua. "

Yves prova ad obiettare.

"SI'. COLPA TUA!! Se Alan parlava, e l'avrebbe fatto. Prima o poi tutti cedono... Mi avrebbero preso. Io non sarei stato pestato da semplici soldati...ma dagli specialisti della Gestapo. Anche se fossi riuscito a resistere...con una semplice iniezione avrei rivelato ogni più piccolo segreto. Date, posti, parole d'ordine, NOMI di decine di uomini e donne. AGENTI che servono il loro paese in una maniera che nemmeno immagini. Mi potresti rispondere Usa una certa capsula. La mia morte servirebbe a poco. Ogni persona che ha avuto contatti, che ha conosciuto il Capitano Martin Goerhe verrebbe interrogata, probabilmente torturata e forse uccisa. Gente...amici...che non voglio sulla coscienza. Grazie a quel poveretto salverò le loro vite e chissà quante altre. Ma tu non puoi, o non vuoi, capire quanto mi è costato farlo." Conclude sfinito.

Il dott. Pommard gli si avvicina con la mano tesa. "Noi sì. Avevo rispetto per il capitano Goerhe...Ne ho di più per il Maggiore Gore. Mi scusi per quanto ha dovuto fare per colpa mia e di mio figlio." Martin la stringe.
Yves borbotta qualcosa a bassa voce.
Jean Paul gli si pianta davanti. "SMETTILA!! Non hai visto gli occhi di un uomo che muore perchè TU lo stai pugnalando o lo stai strozzando...IO SI'...e lo ricorderò finchè campo."
"Bravo Jean Paul! Dott. Pommard ha niente in contrario se le porto via questo stupido bamboccio?" Fletch indica con la testa un allibito Yves. "Vedremo di farne un uomo."
"Per niente. E' tutto suo. Buon lavoro." Risponde il dottore voltando le spalle al figlio.

"Possiamo passare nello studio? Mademoiselle Susanne vorrà restare, per i pochi minuti che ci rimangono, sola con il suo fidanzato." Martin indica la porta invitando gli altri a seguirlo.
Solo Susanne nota un muscolo guizzare sulla sua guancia.
"Non ho intenzione di restare sola con Jean Paul. Non è il mio fidanzato. "Afferma decisa.
Si volta verso di lui e suo padre. "Ti ho aspettato per tre anni, ma adesso so che sei stato un'infatuazione, una cotta giovanile."
"Susanne..."
"Mi dispiace. Amo un altro. L'ho capito, prima, quando mi hai baciato. Con te non ho provato niente...mentre, tra le sue braccia...quando mi sfiora...ho i brividi."
A Martin sfugge un sorriso.
Jean Paul incassa la notizia con classe. " Non devi dispiacerti. Nemmeno io sono più quello di un tempo. Ti auguro di essere felice. " Le sfiora la fronte con le labbra. "Digli che lo invidio."
Yves si ribella. "Che razza di uomo sei? Non le chiedi altro? Non vuoi sapere chi ti ha rubato la ragazza? Chi è questo imboscato?"
Jean Paul scuote la testa. "Yves...deciditi a crescere."

"Yves? Sono stufa di sopportarti. Questa guerra è dura per tutti. NON ESISTI SOLO TU!" Susanne si gira infuriata. "Vuoi sapere chi è il mio amante? SI'...AMANTE."
Sbircia Martin che acconsente con un battito di ciglia.
"Papà, Yves, Jean Paul...Io, Susanne Pommard...sono innamorata di un ufficiale TEDESCO!"
Il Dott. Pommard si siede.
Jean Paul è impallidito.
Yves si lancia su di lei ma viene fermato da un diretto bene assestato.
"Mi prudevano le mani da quando mi hai detto che è stato lui." Ghigna un soddisfatto Alan, scrollando la mano con cui lo ha colpito.

"Figlia mia...sei sicura?" Chiede il dott. Pommard.
"Sì papà. Sicurissima. L'ho nascosto anche a me stessa per troppo tempo. Non voglio più tacere. " Si avvicina a Martin.

"Capitano Goerhe...ti amo...e non posso fare a meno di te."
Lui apre le braccia e Susanne vi si rifugia felice.
"Anche se sei un maggiore inglese e un dannato bugiardo che mi ha preso in giro."
"Le mie non erano bugie...Solo camuffare la verità. Quello che ho raccontato sui miei genitori...basta cambiare la nazionalità...Mia sorella guidava un'ambulanza l'ultima volta che l'ho incontrata. I Moschettieri sono in questa stanza e ti sorridono."

Dave bacia Susanne sulla guancia. "Martin è un uomo fortunato...e se è intelligente, e so che lo è, non ti mollerà tanto facilmente. Ti porta via con noi."
"Dave! Come ti vengono in mente certe idee?" Gli chiede.
"Amico mio...per noi la guerra è finita. FINITA! Ma per loro continua...e non hanno ancora visto il peggio. Lo so io e lo sai tu." Con la testa lo incoraggia. "Come potresti lasciarla qui?"

Martin si convince. "Dott. Pommard posso avere l'onore di chiederla la mano della signorina Susanne, vostra figlia?"
"Maggiore Gore, sarei lieto di risponderle di sì. Ma mi spiega come potrei giustificare la sua sparizione? Per Yves dirò che scappato a combattere in Inghilterra, ma lei..."
"Susanne si è innamorata follemente, ricambiata, di...Diego." Annuncia con un sorriso malizioso Dave. " E' scappata con lui. Lei è addolorato per lo scandalo. Tutto qui. Niente interrogatori. Niente ricerche. Poche domande. Alla fine della guerra si saprà la verita."

Susanne guarda dubbiosa Martin. "Davvero vuoi sposarmi?"
"In questo momento ho solo voglia di baciarti e dirti che ti amo, meine liebe. Sposarti sarà la prima...no, la seconda cosa che farò appena arrivati in Inghilterra." Risponde deciso.
"La seconda? E qual'è la prima?" Chiede stupita lei.
"Comprare una poltrona...bella comoda." Replica abbracciando una Susanne al colmo dell'imbarazzo.

Sulla spiaggia Susanne saluta suo padre con un abbraccio. "Arrivederci papà. Sii prudente...Mi mancherai." Mormora tra le lacrime.
"Anche tu, ma petite...Cerca, se puoi, di restare vicino a quel disgraziato." Osserva il figlio che passeggia tra due commando e che non gli rivolge nemmeno un'occhiata.
"Ci proverò. Te lo prometto."
Fletch, con poche parole, fa salire i suoi uomini. Dave, Alan e Martin aspettano Susanne.
"Coraggio, vai. Ti auguro tanta felicità nella tua nuova vita."
"Ti voglio bene papà...In bocca al lupo."
"Crepi...Ci ritroveremo alla fine di questa guerra, ma petite."
La guarda svanire nel buio, agitando la mano. "Speriamo che quel giorno arrivi presto...Maggiore Gore...Martin, grazie per quello che ha fatto e continuerà a fare per la felicità di mia figlia."




FINE
   
 
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