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Autore: Kira0    25/07/2013    0 recensioni
AVVERTIMENTO: questa storia è solo il miglioramento di una che avevo scritto tempo fa.
Il finale è totalmente diverso! Lettore avvisato, mezzo salvato xD
Estratto:
“Chizuru! Chizuru svegliati! Chizuru!”
Chizuru si svegliò di soprassalto dando per sbaglio una testata a Hijikata-san che in quel momento si trovava sopra di lei e le stava stringendo leggermente le spalle poiché non riusciva a svegliarla.
“Hijikata-san!?!”
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chizuru Yukimura, Toshizou Hijikata
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTIMENTO: questa storia l'avevo pubblicata tempo fa. Adesso ho deciso di migliorarla seguendo il consiglio di Chandrajak (che ringrazio ancora), approfondendo i pensieri di Chizuru su ciò che le era successo e sul sogno iniziale.

Inoltre ho fatto in modo che Hijikata fosse il più IC possibile, per quanto la trama lo permettesse, quindi *rivolta a chi aveva letto questa storia* sappiate che il finale è totalmente diverso.


Bene! Spero che stavolta sia venuta fuori una cosa migliore!

Quindi vi lascio alla inferno lettura :D








おはよございます (buongiorno)


Sentiva una voce, sembrava la voce di suo padre: la stava chiamando, le stava implorando aiuto, le stava chiedendo di andare da lui... Chizuru tentò di andare nel luogo dove credeva derivasse la sua voce, ma non ci riuscì poiché sembrava che venisse da tutte le parti. Dopo un po' di tempo il suono della voce, da forte e vicina, si affievolì e diventò sempre più distante per poi alla fine svanire, lasciando posto all'oscurità ed al più completo silenzio, che accompagnò Chizuru in un abisso senza fondo.

Dopo un tempo che sembrò interminabile, Chizuru riuscì a toccare il suolo e si accorse di trovarsi nel cortile del quartier generale della Shinsengumi, circondata dai petali dei ciliegi che ogni anno sbocciavano a primavera, emanando un dolce profumo che entrava sempre in tutte le stanze dell'edificio, rilassando i samurai al ritorno da missioni faticose.

Si guardò un po' intorno e vide seduti sulla ringhiera e sui gradini davanti all'entrata i suoi amici; tutti erano seri, con le braccia incrociate e con lo sguardo attento fisso su un punto imprecisato come se stessero aspettando qualcosa che non sembrava arrivasse mai. Le sembrò strano questo atteggiamento: di solito litigavano o scherzavano ed avevano sempre un ghigno strafottente stampato in volto come se ogni cosa per loro fosse solo un gioco troppo facile da giocare. Facendo finta di niente li salutò, ma loro appena si accorsero della sua presenza, la guardarono male, come se li avesse svegliati da un sonno profondo. Si alzarono andandole vicino con aria minacciosa e con passo lento e sicuro, lo stesso passo del cacciatore quando sta per uccidere la sua preda quando sa che essa non può sfuggirgli, estraendo piano le spade. Allora Chizuru, non essendo in grado di pronunciare neanche una sillaba dal terrore, li guardò meglio in volto e vide che i loro capelli erano diventati bianchi, mentre i loro occhi... erano rossi.

Allora sentì la voce di Hijikata-san pronunciare il suo nome, ma non riusciva a capire dove lui si trovasse finché...


“Chizuru! Chizuru svegliati! Chizuru!”

Chizuru si svegliò di soprassalto dando per sbaglio una testata a Hijikata-san che in quel momento si trovava sopra di lei e le stava stringendo leggermente le spalle poiché non riusciva a svegliarla.

“Hijikata-san!?!” Chizuru si accorse solo in quel momento che tutto ciò che aveva appena vissuto era stato solo un incubo e si accorse pure che aveva fatto volare ad un metro di distanza da lei il vicecomandante della Shinsengumi con una testata, facendolo pure spaventare per il suo gesto improvviso.

“Hijikata-san, mi dispiace! Io non volevo assolutamente farle male, mi perdoni non era mia intenzione!” disse la ragazza velocemente, alzandosi nel frattempo dal suo futon ed inginocchiandosi con le mani sulle gambe e la testa china a tal punto da sfiorare con i capelli il pavimento.

Dopo un po' che stava in quella posizione e rendendosi conto che non aveva ancora ricevuto nessuna risposta dal malcapitato che aveva sbattuto la testa, alzò leggermente lo sguardo e vide che lui la stava guardando stralunato con la mano destra, che prima stava usando per massaggiarsi la testa, bloccata. La sua mano, a rigor di logica, avrebbe dovuto sfregare la testa nel tentativo di far passare il dolore, invece era ferma immobile, come anche il resto del corpo.

Solo allora si accorse di una cosa, molto importante, che all'inizio le era sfuggita: in quel periodo dell'anno era appena iniziata l'estate, quindi c'era molto caldo, anche di notte, quindi la sera precedente lei non si era messa il pigiama ed era rimasta in intimo, stando però sotto le coperte in modo che non avesse né caldo né freddo....


Immediatamente anche il suo viso si infiammò e raggiungendo le coperte per coprirsi alla bella e meglio, si scusò, nuovamente, con Hijikata-san che nel frattempo sembrava aver recuperato un minimo di energie vitali sufficienti a farlo respirare ed alzare in piedi, tenendo gli occhi abbassati, con un tic nervoso all'occhio destro.

Senza neanche alzare lo sguardo le disse con il suo tipico tono glaciale: “Vestiti e raggiungici per la colazione”. Subito dopo fece per uscire dalla stanza, ma mentre stava per girare l'angolo si fermò.

“Hai avuto un incubo?”

Chizuru si ricordò solo in quel momento dell'incubo. Lo guardò negli occhi, cercando di nascondere la paura che il solo ricordo del sogno le trasmetteva... non voleva raccontargli dell'incubo, avrebbe potuto pensare che non si fidava di loro. Ovviamente non era vero. Per questo non sapeva spiegarsi come avesse potuto fare un sogno del genere.

Decise di provare a mentirgli.

“Avevo un po' freddo, non riuscivo a dormire bene”. Abbassò lo sguardo.

“Non sei brava a mentire”.

Chizuru alzò lo sguardo di colpo, un po' sorpresa; ma subito dopo lo riabbassò. Non avrebbe dovuto sorprendersi.

“Stavi chiamando il mio nome...” disse ancora Hijikata, fissandola.

“Sul... sul serio...? Ma no, si deve essere sbagliato... è … è impossibile...”

“Che cos'hai sognato?” disse, interrompendo bruscamente il suo balbettio.

“Io... non..”

“Non ti senti di parlarne, giusto?”

“E-ecco, in realtà io...” non fece in tempo a finire la frase che Hijikata le si avvicinò, inginocchiandosi di fronte a lei ed appongiandole una mano sulla spalla.

“Non devi preoccuparti, ok? Troveremo tuo padre”.

“H-hai” disse in un soffio, abbassando gli occhi.

“Noi ti staremo sempre vicino... non ti abbandoneremo. Vedrai che tutto si risolverà”

Chizuru non sapeva se crederci oppure no. Già da tanto, troppo tempo aveva aspettato e sperato di rivedere suo padre. Ma non era successo...

Però, ripensando a tutto il tempo che aveva passato con i comandanti della Shinsengumi, capì che Hijikata non stava mentendo. Anche se non erano riusciti a trovare suo padre, ce la stavano mettendo tutta pur di riuscirci.

Inoltre, loro si erano sempre preoccupati di lei e della sua incolumità, per quanto potessero essere in pericolo anche loro, non avrebbero mai permesso a nessuno di farle del male.

Si convinse del fatto che qualsiasi cosa sarebbe successa, come loro non avrebbero tradito lei, lei non avrebbe tradito i suoi amici. Hijikata aveva ragione.

Con il tempo aveva imparato a fidarsi di loro. Non avrebbe permesso che uno stupido sogno rovinasse quel rapporto di fiducia così prezioso per lei; infatti se li avesse persi, non le sarebbe rimasto più nessun appiglio, nessun punto di riferimento. Loro la avevano sollevata da quell'abisso che, inesorabile, si stava pian piano formando intorno a lei, inizialmente inconsapevole di quell'oscurità.

“Yukimura?”

“Ha-Hai!” esclamò come suo tipico, richiamata alla realtà da Hijikata, che nel frattempo si era già alzato ed era sulla soglia della porta.

“Sbrigati. La colazione è in tavola”. Disse, prima di lasciarla sola.

“Hai!” esclamò, di nuovo.



Ma stavolta stava sorridendo.

(mi sono divertita un casino a scrivere "Hai!" ahah xD il punto forte di Chizuru non poteva mancare ^*^ )

  
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