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Autore: high_hopes    26/07/2013    2 recensioni
[Attori vari]
[Catching Fire cast]
Virginia Rossi (alias Virgin) è una ragazza appassionata di cinema e di libri, in particolare della saga di Hunger Games. Doppiatrice, da quando era ancora un'adolescente sogna di raggiungere le celebrità hollywoodiane e, magari, anche di vincere il tanto ambito Oscar. Consapevole della grandezza della sua ambizione, si accontenta di lavorare divertendosi con i suoi migliori amici, Dalila e Tom. Ma un avvenimento inatteso sta per sconvolgere la sua vita...
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Sono le sette del mattino. Sono sveglia da quasi tre ore, durante le quali sono rimasta a fissare il buio, immaginando Meryl Streep che annuncia “And the Oscar goes to…” e poi il mio nome. Virgin. In realtà, un semplice nomignolo, o meglio, nome d’arte, datomi anni fa da alcuni miei amici, mentre guardavamo insieme ‘Le Iene’ di Quentin Tarantino. Il maestro. Il mio regista preferito. Avrò visto un centinaio di volte i suoi film, eppure non mi stancano mai. Sono rimasta folgorata da tanta genialità quando ero ancora una ragazzina. Non una di quelle ingenue e iperfemminili, si capisce. I miei coetanei rimanevano basiti quando alla domanda “Qual è il tuo genere di film preferito?” rispondevo in tutta sincerità e con fierezza “I film di Tarantino” (non mi è mai piaciuto classificarli in un genere preciso, troppo affascinanti e geniali). Primo, perché molti di loro neanche sapevano dell’esistenza di Quentin Tarantino. Secondo, perché era strano che a una giovane fanciulla (quanto maschilismo e bigottismo c’era e, purtroppo, c’è ancora!) piacesse il sangue e la violenza. Peccato per loro che non riuscivano a cogliere veramente ciò che mi piaceva di quei film. Non il sangue, non la violenza, non il linguaggio scurrile. C’era molto di più: veniva messa in luce la cruda realtà. Ripenso alle ragazze che mi dicevano “Ma come fa a piacerti?! Troppo sangue!” e mi viene da ridere. Veramente si rimane sconvolti per così poco? Sangue evidentemente finto ed esageratamente sparso ovunque? È vero, ognuno ha il proprio grado di sopportazione alla vista di certe cose, ma davvero, non riesco ancora a capacitarmene: fin troppe persone prestano essenzialmente la propria attenzione all’esteriorità, senza guardare ciò che si cela dietro tutto. Comunque, accettavo il fatto che alla gente non piacesse questo genere (citando Quentin, il suo cinema “o si ama o si odia”) e oggi ammetto che ci provavo un certo gusto nel vedere le reazioni della gente. Tutto sommato, era divertente. 
Tornando alla differenza con i miei coetanei, penso che essa mi abbia sempre seguito come un’ombra. All’inizio ci stavo molto male, perché non mi trovavo benissimo con le mie compagne di classe, che erano troppo prese dalle prime cotte o, da come già li definivano loro, “i primi amori”. Che assurdità. Non dico che non può capitare di trovare il primo e unico amore della propria vita a scuola, ma non credo che sia tanto saggio fare progetti e crearsi tanti castelli di carta con una persona che conosci da appena un mese. Forse mi sono sempre sbagliata, chi lo sa. Nei momenti di crisi mia madre mi ripeteva sempre “Tranquilla, presto troverai delle vere amicizie. È che sei più matura dei tuoi coetanei e questo rende difficile le cose, sei anche timida … Abbi pazienza e vedrai che ti troverai meglio. Per ora non ci pensare, sono cose che vengono col tempo”. In effetti, non le davo tutti i torti: ero timida e allo stesso tempo troppo matura per pensare a “problemi” come l’altezza del tacco per una festa o l’assenza di un ragazzo. Ragazzo che comunque non avevo motivo di “cercare” come facevano, invece, le mie compagne. Andiamo, carpe diem! Ogni cosa a suo tempo. Di questo (e di tante altre cose) devo essere riconoscente con mia madre. Mesi dopo, infatti, conobbi delle persone e con queste strinsi un rapporto tanto intimo che ancora oggi, con il lavoro e, per alcuni, i figli, ci sentiamo e ci vediamo per bere qualcosa o guardare un film insieme. Sì perché sono passati ben 10 anni dal nostro primo incontro, e cioè quando io andavo in terza superiore. In questo gruppo, ci sono i miei due migliori amici: Dalila e Tommaso, miei compagni d’università e adesso anche colleghi. Il mio lavoro mi piace e con loro due ancora di più. Ci divertiamo tanto, e sapete in cosa consiste? Doppiaggio. Esatto, mi occupo del doppiaggio di celebri film, molti dei quali sono quelli che vengono nominati per gli Oscar al Dolby Theatre. Non che li vinca io, ovviamente, ma ciò mi dà almeno un briciolo d’importanza nel mondo del cinema. Ho sempre sognato di fare la regista e la sceneggiatrice. Ma, ahimè, non ho potuto coronare questo sogno, scoraggiata, forse, da tutte le persone che mi dicevano che non ce l’avrei fatta. Cattive persone, sì. I miei genitori e i miei migliori amici mi hanno sempre sostenuta, ma io, da brava testarda quale sono, ho deciso di intraprendere la via più facile e sicura. È sempre stato un mio difetto, quello di dar retta alle persone che godono nel distruggere le mie ambizioni.


Ormai mi trovo a Roma, nella casa che divido con Dalila e Tommaso, vicino allo studio di registrazione. Sul mio letto, dopo essere ricaduta in uno stato di trance sognando ad occhi aperti, cosa che mi capita da sempre. Quando, invece, dormo, un sogno ricorrente è quello in cui io sto salendo la scalinata del Dolby Theatre per andare ad afferrare il mio bellissimo Oscar e sventolarlo di qua e di là, nel mio splendido abito rosso fiammante (il mio colore preferito) firmato Valentino. Italiano, sì, perché amo la mia patria, seppur con la sua miriade di problemi, ma per me conserva sempre un certo fascino. E adesso, da adulta, ho acquisito un minimo di femminilità, nonostante mi piaccia sfoggiarla nelle occasioni per cui ne valga la pena. Tommaso, che, come me, avrebbe preferito fare altro nella vita, ovvero lo stilista, dice che sarei perfetta anche in pigiama, con i capelli scombinati e le ciabatte a forma di coniglietto rosa che ride e con le orecchie a penzoloni. Ogni volta che lo dice scoppio a ridere. Questo ragazzo riesce SEMPRE a farmi ridere, sa come fare, in qualsiasi situazione. Fortunatamente non devo neanche preoccuparmi che sia innamorato di me perché è omosessuale, anche se non so come potrei piacere a qualcuno. Dalila, quando dico così, mi rimprovera urlandomi “STAI SCHERZANDO?! MI PRENDI IN GIRO?!?! DAVVERO TI REPUTI BRUTTA?!?!? CHE CORAGGIO, CI VUOLE, PER DIRE STA CAZZATA!”. Mi diverte farla imbestialire, infatti le rido sempre in faccia. Non che mi reputi brutta, è solo che non mi sento all’altezza di qualcuno, e non dico solo esteriormente. Tanti ragazzi ci provano con me, ma soltanto perché non mi conoscono veramente. Vedono una ragazza alta, non troppo magra, con le curve al posto giusto, gli occhi grandi e color verdeazzurro, le labbra carnose, i capelli biondi e mossi e già pensano che sia la donna perfetta. Riescono a tralasciare “addirittura” il naso pronunciato, con una curva dovuta agli occhiali e le gambe poco più robuste del resto. Insomma, odio questi ragazzi che ti guardano e pensano di sapere già tutto di te. Basta avere un bell’aspetto e ti mettono nella loro lista di future amanti. Certo, quelle da una botta e via. Non sono assolutamente quel genere. Mi piace quando, non appena ci parliamo per qualche oretta, li spavento con i miei discorsi da donna che non si sottomette all’uomo e non lascia loro campo libero, e poi, in qualche modo, “fuggono”. Povere, piccole, ingenue pecorelle che si celano in un corpo da leone. Tornate al gregge, gioiebbelle. Ahimè, avete incontrato Virginia Rossi e per stasera niente divertimento.



Virgin. Da “Like a virgin” di Madonna, menzionata ne ‘Le iene’. Non perché io sia una fan sfegatata di Madonna. Tutt’altro: il mio gruppo preferito sono i Pink Floyd; insieme a tanti altri, più o meno dello stesso genere. Ascolto quasi tutti i generi, comunque. Non sono una di quelle fissate ed estremamente ciniche quando si parla di altri gruppi. I miei amici hanno avuto la “fantastica” idea di appiopparmi questo nomignolo, non solo per via del mio nome reale, Virginia, ma anche perché sì, sono ancora vergine. E allora? Che problema sarà mai? Non sta scritto da nessuna parte che una donna diventa tale quando dà via la propria verginità. Non me ne vergogno affatto. Semplicemente non ho trovato ancora la persona giusta, il vero amore. Sembra strano visto che mi piace il genere di film di Tarantino, ma me ne piacciono anche altri, direi un po’ di tutto. Quindi sì, sono un po’ romantica e su questo punto, cioè quello della prima volta, sono sempre stata piuttosto determinata. Quando verrà il momento, verrà. Sinceramente non ci faccio caso più di tanto. Però, alla fine, è simpatico come nomignolo. Anche perché, a detta dei miei amici, è un po’ un controsenso con la mia personalità, visto che sono una dura. Basti pensare che mi piace molto Beatrix Kiddo, protagonista in ‘Kill Bill ’. Ah, quanto amo quel film!

Insomma, sono ancora mezza rincoglionita e nel mondo dei sogni, quando suona la sveglia. “La odio” penso riferendomi alla sveglia. So che senza non mi alzerei neanche a mezzogiorno, ma appena alzata sono sempre più irritabile del solito.
Oggi è il compleanno di Tommaso. Ecco perché, sebbene, alzandomi di scatto, mi giri terribilmente la testa, velocizzo tutte le mie azioni quotidiane per preparargli una deliziosa torta al cioccolato, la sua preferita. Ieri sera avevo chiesto a Dalila di portarlo al bar e a fare spese questa mattina, ecco perché non sono in casa e posso fare tutto tranquillamente. In un certo senso, dato che devo comunque raggiungerli sul posto di lavoro fra quattro ore per concludere il doppiaggio di ‘Catching Fire’. Tempo fa mi trovavo in libreria e il primo libro della saga di Hunger Games si trovava lì, in mezzo a tutti quei libri, la mia passione dopo il cinema. E lo notai subito. Mi incuriosì molto, così lo acquistai. Quando lo lessi per la prima volta (perché l’avrò riletto minimo una cinquantina di volte) mi colpì talmente tanto che corsi subito a comprare il secondo. Lo divorai in pochissimo tempo. Allora lessi anche l’ultimo e alla fine mi vennero le lacrime agli occhi. Pochi libri riescono a darmi tante emozioni e a farmi quest’effetto. Poi, incuriosita ancor di più di quando vidi ‘Hunger Games’ in libreria, guardai il film e ne fui rapita, nonostante non rispecchiasse a pieno il libro. Ma Jennifer Lawrence, la mia attrice preferita, è fantastica in ogni ruolo che interpreta e sono rimasta nuovamente folgorata dalla sua bravura. Che emozioni che mi provoca quella ragazza! Lo guardai anche in lingua originale perché sinceramente il doppiaggio italiano non era un granché. Ed essendo un’esperta posso permettermi di dirlo. Venne, poi, il giorno in cui ci annunciarono che avremmo eseguito il doppiaggio del secondo film. Un vero onore, per me, doppiare Jennifer.  Oltre a lei, però, doppio anche altri personaggi. Sì perché sono una delle poche che riesce a fare voci diverse e a non confondersi. Sono molto stimata per questo. Il nostro studio, inoltre, è rinomato in tutto il mondo per la nostra bravura, soprattutto grazie a me, Dalila e Tommaso. Abbiamo ricevuto svariati premi e di questo ne andiamo molto fieri. Per il mio inglese perfetto sono stata anche chiamata più volte a doppiare film italiani o di altra nazionalità in inglese. È assurdo che scelgano un’italiana, ma a quanto pare la mia voce (e tutte le particolarità che applico in essa per cambiarla) piace. Addirittura certi registi si sono congratulati con me, ovviamente inviandomi lettere e quant’altro, perché di presenza è difficile e comunque non ci spero mai più di tanto. Mi basta questo per sentire di avere nel mondo del cinema un ruolo, non dico importantissimo, ma quantomeno apprezzato. E questo, da sognatrice quale sono, mi fa sentire anche più vicina a certe star, sebbene io non lo sia. “Un giorno lo saremo!” diciamo sempre in coro io e miei due amici. Forse sì, forse solo nei sogni. Sperare non costa nulla, effettivamente.


Ed eccomi qui in cucina. La torta è pronta. Nonostante sia un giorno importante, sia per il compleanno di Tommaso sia per l’ultimo giorno di registrazione, indosso velocemente una canottiera nera attillata che mette in bella mostra le mie curve, perciò, rendendomi conto del poco tempo a disposizione, la lascio coprendola con una felpa larga; metto un paio di jeans stretti e le mie secolari (e consumate) Converse nere. Mi trucco in modo leggero e asciugo i capelli al naturale, dando libero sfogo alla danza sinuosa che eseguono le ciocche ondulate e di diverse sfumature sul biondo-castano. Anni fa un ragazzo, del quale mi stavo seriamente per innamorare, con voce ammaliante mi pronunciò proprio queste parole; perciò quando mi lasciò per motivi a me ignoti, decisi di rimuovere quel complimento. Adesso che mi sto guardando allo specchio, però, ci ripenso e sorrido. Ricordo i bei momenti passati con quel ragazzo ma sono felice che sia finita, perché non era vero amore e stavo per cadere nell’abisso della convinzione che invece lo fosse. Quasi vorrei chiamarlo e dirgli “GRAZIE!”, ma non ho più il suo numero. E anche se lo avessi, non credo proprio che lo chiamerei. Sarebbe stupido.

Una volta presa una borsa più grande per la torta, esco. La giornata è lievemente e piacevolmente soleggiata, il cielo è nettamente azzurro e quest’arietta fresca mi fa sentire libera, spensierata e contemporaneamente mi dà una strana sensazione, come se oggi dovesse succedere qualcosa di bello e inaspettato. Anche se penso che non succederà granché, mi piace questa sensazione.

Arrivata a lavoro, trovo i miei colleghi seduti a parlare. Non appena apro la porta tutti quasi come in coro dicono ironicamente e con un mezzo sorriso “Ah, è arrivata la star! La stavamo aspettando!” e io, ridendo, faccio la finta offesa. Sono leggermente ritardataria, lo ammetto, ma stavolta ho ritardato per una buona causa, eh. Corro subito a stampare un bacio in fronte a Tommaso e a gridargli “AUGURIIIII TOOOOM!” con la solita allegria sfrenata che mi prende in questi momenti, grazie anche alla splendida giornata che mi ha accolto a braccia aperte. Tom è entusiasta quando mi vede così raggiante, e lo diventa ancor di più non appena si accorge della borsa evidentemente più grande del solito. “Non ora, Tom! Fa il bravo!” gli dico dandogli un buffetto sulla guancia. Allora lui annuisce come un cagnolino bastonato e non posso fare a meno di abbracciarlo perché quando fa così è troppo tenero, mi sembra un bimbo indifeso e mi viene l’istinto “materno” di proteggerlo. A nessuno risulta strano il mio comportamento, ormai sono abituati a vedermi più affettuosa nei confronti  dei miei amici. Spero, un giorno, di arrivare veramente in vetta e realizzare i miei sogni più grandi, è vero, ma mi dispiacerà molto lasciare questo studio e questo lavoro. In fondo, è come se mi trovassi all’interno di una seconda famiglia, qui.

Durante la registrazione mi diverto molto, ormai ci ho preso la mano con i personaggi ed è come un gioco, un po’ più impegnativo ma un gioco.  Appena finiamo, sento una specie di vuoto dentro perché mi è piaciuto davvero tanto. Subito ci scambiamo sorrisi con gli altri e appena gridano “Abbiamo finito!” tutti ci lasciamo prendere dall’entusiasmo e urliamo “SE NOI BRUCIAMO, VOI BRUCIATE CON NOI!”. Non so bene perché urliamo proprio questa frase, sta di fatto che mi sento proprio come “the girl on fire”. Ed ecco un’altra strana sensazione. Stavolta, però, sento che “il fuoco sta divampando” e che sta per accadere qualcosa, qui, a breve. Ho sempre avuto un certo intuito per questo genere di cose. Cerco di non pensarci e metto un po’ di musica: io e gli altri abbiamo deciso di fare una piccola festicciola per Tom, con la scusa dell’ultimo giorno di registrazioni. Inserisco il disco e scelgo una delle canzoni più belle messe in un film di Quentin: ‘You can never tell’ di Chuck Berry. Tutti sanno che l’adoro e che me la cavo molto bene anche a ballare. Io e Tom ci mettiamo a ballarla ogni volta che guardiamo il film, seguendo il ritmo di Mia Wallace e Vincent Vega. Così, lo invito a ballarla anche stavolta. Tutti impazziscono vedendoci ballare in sincronia e perfettamente, tanto che cominciano a fischiare per farci il tifo. Sorrido come non mai, mi sto davvero scatenando. Di colpo, sento la porta aprirsi. La strana sensazione riemerge in me, ma in quel momento sono troppo impegnata per prestare attenzione a una porta che nel giro di un’ora si apre sempre una ventina di volte per l’andirivieni. Mi tolgo la felpa fregandomene della scollatura che, sì, è un po’ troppo provocante per una come me, perché potrei davvero morire di caldo. A un certo punto, con una faccia convintissima e che fa ridere sempre tutti do il batti cinque a Tom, perché sono veramente felice di come stiamo ballando bene, poi mi giro di scatto per eseguire una mossa ed ecco che…


Mi ritrovo davanti al cast di Catching Fire.
 









È la mia prima ff, siate clementi! ç.ç Accetto tutte le critiche, mi servono per crescere, dato che fino a qualche giorno fa non pensavo minimamente di cominciare a scrivere...e forse me ne farete pentire hahahah. Chissà! Comunque spero che sia di vostro gradimento. All'inizio è un po' troppo incentrata su Quentin Tarantino perché era una delle prime idee, ma siccome mi piaceva l'ho lasciata. Più in là si parlerà meglio dell'incontro/scontro, soprattutto con Josh, Jennifer e Sam (oh, Finnick<3). Al prossimo capitolo e recensite, mi raccomando!

  
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