Anime & Manga > La Storia dell'Arcana Famiglia
Segui la storia  |       
Autore: Hunterwolf    26/07/2013    1 recensioni
la giustizia è qualcosa di completamente relativo, e nessuno la può misurare, nessuno ha il diritto di esercitarla con leggerezza. solo colore che possiedono la consapevolezza necessaria della realtà possono esercitare la giustizia. ma cosa può aver spinto un cavaliere dell'estremo nord ad unirsi ai membri dell'Arcana Famiglia ? Non c'entra solo il suo contratto con la carta tarocca, ma per una ragione più grande e ben più misteriosa, egli è guidato dalla giustizia e dall'onore, anche se porta la cravatta e la camicia cremisi al posto dell'armatura.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Un gallo cantò squillante la mattina dopo lo sbarco di Destino, ma lui era già sveglio da un po’ di tempo, da prima che il sole sorgesse nel cielo ; il suo corpo era abituato da troppo tempo ad alzarsi prima dell’alba per allenarsi.
Aveva notato che c’era un grande giardino nel retro della residenza e, vicino a quello, una scuderia con dei magnifici cavalli di tutte le razze, c’era perfino un enorme cavallo da tiro scozzese dal manto morello splendente (nero, per chi non sapesse…), il suo nome  suscitò una certa nostalgia nel cuore del cavaliere : Curadhan, “eroe” nella sua lingua. Tuttavia, non sapeva se potava montare quel cavallo, quindi rinunciò agli allenamenti equestri, e si dedicò al potenziamento della sua tecnica con lo spadone : prese un grosso sacco di canapa e lo riempì di paglia secca, lo chiuse con delle corde robuste e lo appese ad un ramo abbastanza forte dell’albero affianco ad un gazebo decorato con edera e fiori.
Il sacco avrebbe dovuto simulare il suo bersaglio e la sua vittima, lo spessore il corpo del suo nemico ; si tolse tutti gli indumenti che aveva sulla parte superiore del corpo, rimanendo a torso nudo, vecchie cicatrici, che aveva sulla schiena e sui pettorali, dopo tanto tempo presero un po’ d’aria. I suoi simboli di guerra ed d’onore erano la testimonianza delle guerre che aveva affrontato e delle vite che aveva spezzata in nome della giustizia che serviva indiscusso. Prima di combattere, riscaldò i muscoli con degli esercizi fisici e serie di addominali, seguiti da colpi di lotta libera.
Alla fine, estrasse la spada ed infilzò lo spadone nel terreno, la lama gli arrivava all’altezza del collo, larga almeno otto o dieci centimetri e spessa almeno uno ; delle linee verticali partivano dell’incollatura con il manico a croce nero e rosso cremisi e terminavano alla punta lucente, nel mezzo c’erano incise, per tutta la lunghezza del metallo lucente, parole di guerra, coraggio e giustizia in una celtica lingua dimenticata.
Destino appoggiò il pomo a rombo dell’elsa in mezzo agli occhi e lo strinse con entrambi le mani, recitando in silenzio antiche formule, parole che risiedevano nel profondo della sua anima, ma che, forse, col passare degli anni, avevano perso il vero significato. Alzò la spada sopra la testa, in posta di “falcone”, aprì gli occhi, le pupille si strinsero a grande velocità e le braccia si abbassarono ancor più velocemente sul suo bersaglio. Lo colpì lateralmente da destra, squarciando un po’ il sacco, e poi dall’altro lato, infine ruotò su se stesso mettendo il piede destro indietro ed quello sinistro in avanti piegandolo in posta “coda lunga e distesa” con la spada col piatto verso il suono, stretta nelle mani all’interno della spalla destra.
Rimase fermo per qualche momento, riprendendo fiato e forze, il sudore gli scendeva dal collo fino alle clavicole, poi deciso affondò dritto con una mano sola e, ripetendo quel attacco innumerevoli volte, fece un sacco di perforazioni nel sacco. 
-Ehi !!! Non è ancora morto ??- gli urlò una voce alle spalle ; Destino si voltò e vide Papà e Dante con le spalle contro il gazebo ed un asciugamano sull’erba.
-No, non lo è…- rispose con il fiato affannato, poi alzò di nuovo lo spadone ed infilzando con tutte le sue forze il sacco : la lama trapassò lo spessore del bersaglio e, con un’ultima sferzata fece un grossa taglio sul lato destro, da cui fuori uscì tutta la paglia.
-Adesso è morto, signori.- concluse Destino rinfoderando l’arma. Si gettò sull’erba di velluto soffice e Dante gli fece cadere addosso l’asciugamano, che gli coprì la faccia ed il collo.
-Non pensi di essere stato un po’… brutale ?- domandò Papà osservando con ironia quello che rimaneva del povero “guerriero” sbudellato da Destino, ma lui non si mosse neanche di un centimetro, spostandosi solo l’asciugamano dalla faccia per respirare.
-Sono stato allevato così.- rispose semplicemente osservando con disattenzione il cielo, era più blu rispetto a quello grigio e freddo che conosceva in Scozia, forse era anche più caldo di quello a cui era abituato.
Dante gli porse la sua mano e lo aiutò ad alzarsi.
-Allora, come ti trovi qui ?- gli chiese il pelato.
-Non lo so… è passato appena un giorno, non sono sicuro di poter fare già dei paragoni.-
Destino si diresse al gazebo dove aveva lasciato i suoi vestiti, e si preparò proprio davanti al suo nuovo signore, aveva una maniera tutta personale nel vestirsi : prima si slacciava la cintura dei pantaloni, poi si infilava con cura la camicia rosso cremisi, lasciando sbottonati primi tre bottoni, e si metteva il gilé nero, dato che la cravatta stava sempre sopra di quello. Solo alla fine di questo preciso processo si poteva infilare la giacca e ritenersi del tutto soddisfatto.
Quando si voltò di nuovo verso gli altri due uomini, si accorse che lo guardavano come interrogativi, forse non erano abituati a vedere qualcuno che si vestiva in un modo tanto preciso e maniacale ; Papà si riprese dopo qualche secondo e poi si avvicinò a Destino.
-Adesso che fai parte della famiglia, devi conoscere anche la tua nuova città.-
-Certo, ne sono convinto signore. Ma potrei perdermi da solo !!- esclamò il cavaliere un tantino perplesso, ma Dante gli fece segno di guardare dentro la tenuta, dove lo stavano già aspettando Felicità e Nova.
Il giovane uomo salutò con garbo il suo nuovo signore e corse dai due ragazzi, raccogliendo di fretta la sua spada ed allacciandosela lungo la strada ; il pelato continuò a scrutare il nuovo arrivato con gli occhi e sorrise con tranquillità, con Papà che gli appoggiò il braccio sulla spalla destra.
-Se la caverà.- commentò Dante, ed anche sul volto di Papà si fece strada un bel sorriso, era da tanto che non ne sfoggiava uno simile.
La città era bella e piena di vita, la gente passeggiava allegramente per le strade di pietra antica, un profumo di fiori avvolgeva tutti gli edifici come un delicato velo e dai negozi uscivano risate vere e concrete ; Destino rimase quasi abbagliato dalla tanta luce che sprigionavano le mura, ogni singolo mattone, tutto era perfetto e non c’era bisogno d’altro.
-Ti senti bene ?- gli chiese Felicità notando i suoi occhi lucidi e lo sguardo rapito ed allo stesso tempo entusiasta.
-Si, è solo che non ho mai visto un luogo così !!- rispose il cavaliere, ma la sua testa continuava a voltarsi verso ogni direzione, non voleva mancare nulla di quel nuovo mondo.
-Vuoi dire che in Scozia non ci sono città ?- domandò Nova incuriosito.
-Certo che ci sono, ma sono oscure e chiuse in un mondo antico ed ancestrale, e le persone alla fine sono diventate come il territorio in cui vivevo… aspre, fredde e dure.-
Il ragazzino si avvicinò di più a Destino e lo osservò con occhio attento, come spesso si fa con certi animali rari.
-Tu non mi sembri aspro.- osservò ancora sospettoso, e il cavaliere scoppiò a ridere divertito.
-Quello non lo sono mai stato, ma ho imparato ad essere freddo e duro, certe cose ti cambiano dentro !!-
-Anche in una bella città come questa ci sono problemi.- commentò Felicità.
“Mi sembra… più… che ovvio… altrimenti non… ci saremmo noi…” pensò Destino con una punta si sarcasmo ; gli occhi gli caddero sulla vetrina di un negozio di vestiti per donne, non ne aveva mai visto uno del genere, con dei colori così brillanti, e dalla porta d’ingresso uscì un’incantevole ragazza dai lunghi capelli dorati, raccolti tutti dietro la testa e con sopra un elegante capellino blu ; l’uomo rallentò il passo e la guardò più intensamente, finché alla fine urtò una vecchia signora dal volto gentile ed i capelli castano scuro, e le fece cadere le buste ed i fiori che aveva in mano.
Destino si voltò subito verso di lei, riprendendo lucidità, e le raccolse tutte le buste, mentre la ragazza del negozio trattenne una risata per quel buffo spettacolo.
-La prego di scusarsi… non ero attento…- porse alla signora quello che le apparteneva, notò il volto divertito della ragazza ed arrossì lievemente. Quando lei si accorse dell’imbarazzo di Destino gli sorrise e rientrò nel negozio ; intanto, l’anziana si riprese i fiori, delle bellissime rose rosse e prelude.
-Non si preoccupi, sono cose che capitano !!- cercò di tranquillizzarlo la signora e gli porse la mano destra per salutarlo.
-Io mi chiamo Giovanna.-
-Piacere signora, io sono Destino e mi scusi ancora !!- gli strinse la mano con dolcezza, facendo attenzione a non farle male, le ossa dovevano essere fragili in confronto a quelle della sia grande e dura mano da cavaliere.
-Lei ha l’aspetto di un membro dell’Arcana Famiglia.-
-Si, infatti. Sono con due di loro a perlustrare la città e…- voltò la testa in cerca di Felicità e Nova, ma non vide altro che gente che non conosceva : i due ragazzi erano andati avanti, senza accorgersi che il nuovo arrivato era rimasto indietro, e quando si accorsero della sua assenza, ormai erano troppo avanti ; cercarono di tornare indietro, degli spari in lontananza li fermarono e si misero a correre verso di essi.
-Aspetta Nova !!- lo fermò Felicità. – e Destino ?-
-Non abbiamo tempo per trovarlo, dobbiamo intervenire !!-
Tuttavia anche il cavaliere sentì quei rumori acuti e si allontanò velocemente, seguendo il suo istinto e le sue orecchie allenate : si fece strada tra le persone e con gli occhi di rame cercava il volto di qualcuno di sospetto.
Un uomo cercava di scappare con un sacco pieno di soldi sulle spalle,
quelli che aveva rubato da un negozio preso di mira a caso, era preoccupato e stanco, teneva in mano una pistola da cui usciva un filo di fumo grigio ; l’aveva usata solo per spaventare la gente, per farla spostare così da poter scappare più facilmente, ma adesso aveva corso troppo e le gambe stavano cedendo.
Era riuscito a seminare alcuni membri dell’Arcana Famiglia, una ragazza con i capelli scarlatti ed un mocciosetto con una katana giapponese, ed aveva quasi consumato tutte le sue energie.
Si fermò in una strada isolata per riprendere fiato, incurvando la schiena ed appoggiando le mani sulle ginocchia, il sacco cadde a terra ed un’ombra si proiettò sul rapinatore.
Vide degli stivali alti e scuri, e, guardando sempre più in alto, elsa luccicante di una spada ed un volto con degli occhi rossi, taglienti, che lo osservavano con disgusto ; Destino aveva le gambe leggermente divaricate e le mani nelle tasche nere, ma immobili, semplicemente lo guardava e cercava di capire.
-Tu sai che quel denaro non è tuo…- disse alla fine senza togliere gli occhi di dosso a quel uomo che tremava di terrore di fronte alla figura imponente del cavaliere : sembra più grande e più freddo rispetto a qualche momento prima, non c’era più traccia del ragazza maldestro che arrossiva con una ragazza bionda.
Il rapinatore si rialzò e cercò di allontanarsi, prese di nuovo la pistola e la puntò al livello della testa del membro dell’Arcana Famiglia, la mano gli tremava ed, a contato con il metallo dell’arma, produceva un suono molto fastidioso per le orecchie.
-Non… non ti avvicinare !!!- urlò quel disgraziato nel tentativo di essere forte, mentre gli occhi di Destino si illuminarono e il rosso rame divenne cremisi.
“Vera… Giustizia… Luce…” pensò con tutta l’intenzione e qualcosa sotto la giacca, sulla spalla sinistra, brillò e riuscì a scovare, a vedere nei suoi occhi rossi le verità nei suoi ricordi e nella sua anima. Non perse altro tempo ed afferrò la canna della pistola con la mano destra.
-Credi che sia giusto questo sistema ?- gli chiese secco, fermando il tremolio delle mani del rapinatore ; quello non rispose subito, e non capiva neanche la domanda.
-Te l’ha do io la risposta : NO. Non è questa la cosa giusta da fare, che razza di giustizia vedi in questo ??-
-Che ne sai tu di quello che ho passato ??!!?? La mia famiglia…-
A quel punto, Destino gli tolse la pistola dalle mani, la butto a terra e gli prese le spalle con le sue, non era arrabbiato e cercava di farlo ragionare.
-Io so che adesso tu finirai in galera e non potrai mai aiutare la tua famiglia… ho visto nei tuoi ricordi le difficoltà che hai avuto… non l’avresti fatto se non come ultima spiaggia…-
Il rapinatore si accasciò a terra, sentiva di non avere abbastanza aria nei polmoni ed il cavaliere lo aiuto a sedersi, gli teneva ancora le mani sulle spalle e lo guardava con umiltà.
-Hai ferito qualcuno ?- gli chiese dopo qualche secondo, l’uomo gli fece cenno di no con la testa. – meglio così. Senti, io so che le tue intenzioni non erano malvagie e che agivi per una causa giusta, cercherò di aiutarti !!- esclamò felice, ma l’uomo lo prese furiosamente per il bavero della giacca.
-Non la voglio la tua pietà !!-
-Non è pietà !!!!!! E’ la cosa più giusta da fare !!!!-
Quelle ultime parole chiarirono tutto e la rabbia scomparse da tutto, il rapinatore capì il suo sbaglio e si rialzò con le lacrime agli  occhi ; in quel momento arrivarono finalmente Felicità, Nova ed altri rinforzi per arrestare l’uomo che si fece mettere le manette senza fare una piega. Lo portarono via e sono in quel momento Destino si ricordò di chiedergli una cosa importante.
-Aspetta, come ti chiami ??-
-Giorgio !!- rispose voltandosi un momento.
-Io sono Destino e ricordati di fare sempre la cosa giusta d’ora in poi !!-
Il cavaliere aveva rischiato moltissimo, era stato cauto tutto qui ed aveva fatto la cosa giusta.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > La Storia dell'Arcana Famiglia / Vai alla pagina dell'autore: Hunterwolf