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Autore: OnlyHope    05/02/2008    17 recensioni
Tutto comincia da una fermata d'autobus una mattina di marzo. L'inizio di una nuova vita che deve in qualche modo andare avanti, nonostante il distacco, la lontananza e le paure. È la storia del coraggio di una ragazza che ama incondizionatamente un ragazzo. Questa è la storia di Sanae.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Be Afraid to Fly ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Dedicato a Moreno, mio padre, che era e sarà sempre il mio sole... *


BUTTERFLY

CAPITOLO 34

Il sole all'improvviso

 

 

 

Che la mattina del giorno delle nozze fosse abbastanza agitata, ne avevo idea.

Che tutti corressero da una parte all’altra come indemoniati, pure.

Ma questo mi sembra decisamente troppo...

Ho indossato l’abito, le calze di seta e sono da più di una mezz’ora ferma immobile davanti allo specchio, con ben tre persone che si prendono cura di me e della mia bellezza.

Una ragazza sta lavorando con pazienza certosina sui miei capelli, curando ogni dettaglio ciocca per ciocca, mentre un’altra stende in maniera delicata la base del trucco sul mio viso, che deve necessariamente rimanere rilassato e tranquillo per farla lavorare al meglio.

Sì rilassato, una parola...

La terza e ultima si dedica alle mie mani, sapientemente tenute lontane dal vestito protetto comunque da una morbida tela color glicine.

Così in questa posizione abbastanza scomoda, mi ritrovo ferma come una statua a seguire solo con lo sguardo, quando mi è concesso dalla truccatrice, il vai e vieni di chi mi circonda.

Mia madre continua a percorrere la mia stanza a grandi falcate, interrompendosi solo ogni tanto per l'arrivo irrequieto di Yukari, che agitata come non mai, fa la spola tra me, i dettagli dei capelli e la mamma, per poi tornare a controllare il trucco e di nuovo bisbigliare concitata all’orecchio di colei che mi ha messo al mondo.

Mendo invece continua a parlare freneticamente all’auricolare, informandosi di continuo sulle condizioni del tempo, come se anche volendo, lui fosse in grado di migliorarle all’occorrenza.

Ora domanda con insistenza se i fiori sono freschi e scopro così che sono stati appena sistemati in chiesa, poi la sua attenzione si sposta su ogni qualsiasi minimo dettaglio estetico gli passi per la testa e che possa, in qualche maniera, rovinare la location perfetta del mio matrimonio.

Ogni tanto il suo sguardo si posa su di me e quando sto per sorridergli, i suoi occhi s’incupiscono gravi e scuotendo la testa mi ricorda che devo stare ferma, per non rovinare il prezioso lavoro appena compiuto sulle mie labbra.

Alzo gli occhi al cielo impercettibilmente, sentendo tremolare leggermente le palpebre dal nervosismo.

Ora. 

Io capisco che tutti siano agitati e fuori di testa, ma incomincio ad averne davvero abbastanza.

Anche perché questo loro atteggiamento non è per niente utile!

No. Decisamente no.

Dopo che ho passato la notte in bianco poi, cosa che ci può stare, perché credo sia normale ma ora se guardo l’orologio, sento che i miei battiti hanno un’improvvisa accelerazione.

Perché non ci posso credere... ma manca davvero così poco?!

Per di più tutti mi dicono di stare ferma e calma, e questo aggrava il mio stato quando ho i nervi a fior di pelle per l’agitazione.

"Posso respirare?" chiedo sarcasticamente alla ragazza che ha appena finito la mia manicure, dopo che mi ha quasi ordinato di stare ferma appunto, e immobile.

Sbuffo seguendo con la coda dell’occhio mia madre, sempre più agitata e Yukari che la segue a ruota nel suo su e giù lungo la stanza.

Per non parlare di Mendo...

Ok. 

E' ora di darci un taglio.

Prendo un grosso respiro alzando gli occhi al cielo poi la mia voce si libera in un urlo quasi isterico, quasi per modo di dire.

"Volete stare calmi tutti quanti! MI STATE AGITANDO!"

Nella stanza cala il silenzio all’improvviso.

Tutti si voltano a guardare nella mia direzione con sguardo stupito e quasi scioccato, perché credo che una sposa non dovrebbe dare in escandescenza così la mattina delle nozze.

Ma proprio non mi hanno dato scelta.

Continuo a fissarli e posso notare che ora la loro espressione è cambiata, facendosi quasi colpevole.

Compiaciuta della loro riverente immobilità, assaporando questo silenzio che finalmente mi circonda, prendo un lungo respiro abbassando leggermente le palpebre.

Un crampo agitato contrae il mio stomaco, torturato continuamente da quest’agitazione mista a un profondo senso di eccitazione.

"Ok, così va meglio..." esclamo con un filo di voce posando una mano sul petto, poi senza rialzare lo sguardo, comincio a liberarmi della stoffa che protegge il vestito e di ogni oggetto superfluo, che ha ricoperto il mio corpo per evitare che mi sporcassi.

Sistemo l’abito sui fianchi, notando la perfezione brillante delle mie unghie che sfilano leggere sulla seta color avorio, poi le mie mani salgono al petto per stringersi a coppa all'altezza del seno, per sistemare il corpetto.

Mi giro a contemplare la mia immagine riflessa nello specchio.

I capelli sono lasciati liberi sulle spalle, solo qualche ciocca disegna ogni tanto, delle linee irregolari, trattenuta leggermente, quel tanto che basta per dare movimento al tutto.

Gli occhi e il viso sono truccati delicatamente, con colori tenui ma luminosi.

Il mio sguardo brilla di luce propria sotto le ciglia scure, ma questo non credo dipenda principalmente dal trucco.

La mia bocca lucida e rosa, dona al mio sorriso un che d'invitante.

Con emozione continuo a fissarmi, incredula.

Perché stento ancora a credere che quella donna allo specchio vestita da sposa sia proprio Sanae.

E che riesca a sorridere in maniera così radiosa e felice.

Nel silenzio generale, che nessuno ha avuto il coraggio d’interrompere dopo la mia sfuriata, sento un leggero bussare oltre la porta.

La mamma va ad aprire, osservo i suoi movimenti attraverso il riflesso.

Un altro sorriso spontaneo appare sul mio volto, quando scorgo la figura imponente di mio padre oltrepassare la soglia.

Incontro il suo sguardo tramite lo specchio, i suoi occhi scuri si distendono velandosi appena, una volta spostati sulla mia intera figura.

Le ragazze nel frattempo raccolgono le loro cose e con un sorriso cortese, mi salutano prima di lasciare la stanza.

Mi volto e proprio in questo momento Mendo abbraccia mio padre, che risponde alla sua stretta con energia.

Ridacchiando, osservo il mio assistente allontanarsi da lui con lo sguardo corrucciato e massaggiandosi le spalle.

Yukari riceve più affettuosamente un buffetto sulla guancia, poi si avvicina a me e con delicatezza mi posa le mani sulle braccia, cercando di non avvicinarsi troppo.

Incupisco lo sguardo e schioccando la lingua sul palato, l'attiro a me, ignorando le sue proteste.

Da sopra la sua spalla vedo la mamma stringersi al braccio di papà e fargli una carezza gentile sulla guancia.

Prima di uscire dalla stanza, mi raggiunge e prendendo il mio viso tra le mani, con gli occhi velati di lacrime, mi da appuntamento al piano di sotto.

Sta ancora tirando su con il naso quando oltrepassa la porta chiudendola alle sue spalle.

Con un sospiro abbandono con lo sguardo il legno chiaro e riporto l'attenzione su mio padre, che mi osserva a braccia conserte.

"Papà..."

"Tua madre ed io ti abbiamo fatta troppo cocciuta. Da chi avrai preso poi, non c'è nessuno testone come te in famiglia!"

Cerca di essere burbero, ma l'espressione dei suoi occhi lascia trasparire esclusivamente la sua commozione.

Gli sorrido mentre lo vedo avvicinarsi di qualche passo, tanto che ora la sua mano raggiunge una ciocca ribelle sul mio volto e la sposta con delicatezza.

"Non rovino nulla, sta tranquilla." si sente di aggiungere mentre le sue dita sfiorano il lobo del mio orecchio sinistro.

E mi ricordo delle sue mani grandi che stringevo forte da bambina, a quanto mi sembrassero enormi rispetto alle mie e a quanto potessero essere forti.

"Non sono più io l’uomo della tua vita, eh?"

Sorrido e con altrettanta delicatezza, sfioro il collo della sua giacca sistemandone le pieghe, fino a raggiungere il piccolo fiore bianco all'occhiello.

"Di sicuro sei il miglior papà del mondo!"

Abbozza un sorriso compiaciuto prima di sfidarmi con uno sguardo impertinente.

"Mi chiedo cosa ci siano venuti a fare gli Ozora a Fujisawa! Non se ne potevano restare a Tokyo?"

Il suo è un borbottio quasi brontolato, che lascia tradire nello scherzo, quella sua sottile gelosia nei miei confronti.

"Papà..." lo rimprovero bonariamente sistemandogli i capelli un po' radi sulla fronte.

"Ti sta portando via!"

"Papà!"

"Ma solo così sarai felice. E so che lo sarai..."

Guardo i suoi occhi buoni sentendo i miei pizzicare leggermente, con tutte le mie forze cerco di non cedere al pianto.

"E se non ci riuscirà a farti stare come si deve, allora il tuo papà sarà qui pronto ad aspettarti a braccia aperte!"

Lo abbraccio divertita cingendogli il collo, rispondendo tra il riso, che me ne ricorderò.

"E' il momento di darmi il tuo braccio..." esclamo poi tornando a guardarlo negli occhi e porgendogli la mano destra.

Stringe il gomito, imprigionandola dolcemente prima di sorridermi ancora.

"Andiamo a fare questa passeggiata?" mi chiede sfiorando con le labbra la mia fronte e sento di nuovo il mio cuore salire fino in gola.

Annuisco traendo un lungo respiro.

E alzandomi sulla punta dei piedi, sfioro la sua guancia con un bacio.

 

 

 

Il profumo della cera e quell'inconfondibile odore di fresco di un luogo sacro.

Non c'è profumo di fiori, perché i girasoli che ho scelto non emettono nessun aroma particolare, che riesca a coprire l'aria.

Li ho scelti semplicemente perché donano luce, o forse perché in fondo assomigliano molto a me.

Non perdono mai il loro punto di riferimento, nella loro vita che dura un'estate e lo seguono in ogni movimento, vivendo per sentire il calore dei suoi raggi su di loro.

Mi volto a guardare alla mia destra di riflesso.

Sì, sono esattamente come me...

Tsubasa fissa un punto avanti a sé, fiero e serio, ma le sue gote sono rosse, come a voler testimoniare la sua emozione.

Quell’emozione che ho potuto leggere nei suoi occhi, una volta entrata in chiesa e che ha fatto leggermente tremare le sue dita nel raggiungere la mia mano, quando ero a un passo da lui all'altare.

Che ha illuminato i suoi occhi e il suo sorriso, un attimo prima di sfiorarmi la tempia con un bacio leggero.

Questa emozione che ancora mi toglie il fiato e che mi fa voltare di continuo a guardarlo, per sincerarmi che sia davvero seduto al mio fianco.

E lui è lì.

Il mio cuore corre in maniera irregolare, ancora impreparato forse ad accettare tutto questo come la realtà.

E i suoi occhi mi sembra che brillino, illuminati dalle fiamme ondeggianti delle candele.

Ed è così bello.

Così bello che il mio respiro trema attraversando il mio petto.

Il sacerdote parla con voce calma e rassicurante, i miei occhi si posano d'istinto sul crocifisso di legno scuro alle sue spalle.

L’osservo per qualche secondo con il petto colmo di pace e gratitudine.

Chinando leggermente il capo rivolgo a Dio la mia preghiera.

E lo ringrazio...

Per questo giorno e per tutto l’amore che mi ha donato.

Il mio viso poi si rialza e si volge di nuovo a cercare il suo sole.

Che splende fatto di luce propria quando mi sorride incrociando il mio sguardo.

E' il momento delle promesse.

Ma cos'altro potrei prometterti, Tsubasa?

Non ho più nulla che non sia già tuo.

La mia voce è forte e salda mentre ripeto ad alta voce il giuramento, che il mio cuore ha già espresso tante volte nel silenzio del suo nascondiglio.

La tua è leggermente incrinata mentre continui a schiarirla, di tanto in tanto, con la gola.

Ma raggiunge le mie orecchie ugualmente così bene, che potrei tradurla in musica.

Quella musica che ora mi ronza nella testa mentre m’immergo nei tuoi occhi.

Stai giurando di amarmi per sempre...

E non ti vedo più, sei oltre queste lacrime.

La mia mano trema mentre l’avvicino alla tua, stringendo tra le dita la fede.

Brilla come se fosse fatta del metallo più prezioso al modo mentre scorre sul tuo anulare.

E forse trema anche la tua mano mentre prende la mia, ma quella sbagliata...

Mi perdo nel tuo sorriso imbarazzato sentendo le mie labbra distendersi serene, mentre ti porgo la mano sinistra.

Baci l’anello prima di farlo diventare parte di me, parte vera del mio corpo e non posso fare a meno di fissarlo, mentre le mie dita continuano a tremare.

Le stringi tra le tue quando il sacerdote dichiara questa unione.

Questa nostra unione.

Credo che stiano battendo le mani, o forse sto solo immaginando che lo facciano.

O semplicemente sono io che non appartengo più a questo mondo e m’immagino le cose.

Il mio mento si alza spontaneo mentre sento che sto sorridendo, ma sorridendo davvero, per raggiungere le tue labbra.

Per baciarti...

Per baciare mio marito...

 

 

 

"Anego! Vieni qua che dobbiamo fare un brindisi con la sposa!"

Alzo gli occhi al cielo, estremamente divertita, mentre cerco di raggiungere, passando tra un tavolo e l'altro, quello di Wakabayashi che continua a sbracciarsi, appoggiandosi alla spalla del Ryo Ishizaki più divertito che abbia mai visto.

Alzando leggermente la gonna accelero il passo, arrivando alle spalle di Taro e Azumi, che ridono alla grossa spalla a spalla leggermente euforici, forse anche a causa dell'alcol.

"Quando la smetterete, eh? Tutti e due!" esclamo mettendo su un finto broncio, poggiando le mani sui fianchi.

"Oh la nostra Anego si è sposata! Sposata davvero! E con Tsubasa!"

Ishizaki ridacchia allegro ed io non riesco a trattenere una risata vedendo la sua espressione buffa.

"Sei un genio del crimine, Anego! Ci sei riuscita!" esclama ancora alzandosi per avvicinarsi a me.

Il suo braccio libero mi circonda le spalle in un gesto affettuoso mentre l’altro si leva portando il calice pieno in alto.

"A Sanae! E a tutti i piccoli calciatori che sfornerà!"

Imbarazzata e sentendo le mie gote scaldarsi, gli allento una gomitata sul fianco, perché il suo brindisi ha scatenato l’euforia generale di tutti i ragazzi al tavolo.

Divertita, lo vedo piegarsi in due facendo finta di sentire dolore, poi con stupore le sue braccia mi stringono di slancio.

Sorrido soddisfatta con il mento appoggiato alla sua spalla.

"Io però voglio stare vicino alla sposa nella foto ricordo!"

Mi volto in direzione di Wakabayashi, che rigira la coppa di cristallo appena svuotata tra le sue grandi mani.

Sbattendo le palpebre, lo fisso con aria torva.

"Tu starai il più lontano possibile da me! Sei troppo alto!" esclamo accentuando le parole con un gesto della mano, come ad allontanarlo.

"Che noia! Come le foto in nazionale, sempre dietro! Non è mica una colpa essere alti!" mi risponde con aria finto imbronciata mentre tutti scoppiano a ridere per l'ennesima volta.

Con commozione osservo questi visi sorridenti e mi sento davvero felice...

E so di averlo pensato anche altre volte in vita mia, ma nulla è paragonabile alla gioia completa che riesco a sentire in questa notte speciale.

Mi volto per guardarmi intorno, sempre con quella sensazione d’incredulità che mi accompagna da questa mattina e i miei occhi si posano estasiati su tutto ciò che mi circonda.

Il parco della villa che ci ospita è incantevole, illuminato dalla luce calda delle torce e delle candele, mentre i drappi candidi intrecciati tra i rami degli alberi, sventolano lievi dando al tutto un'aria fatata.

Tutti gli invitati si stanno divertendo e con tenerezza, scorgo i miei genitori ballare stretti, guancia a guancia, ora che la piccola orchestra ha iniziato a suonare.

Il cielo stellato delle notti d’estate racchiude in fine questo fantastico micro universo di affetti in maniera magica.

Distolgo lo sguardo dall’alto quando sento qualcosa, o meglio qualcuno, attaccato alla mia gonna.

Daichi gioca divertito a nascondersi tra lo strascico, ridendo con la sua risata fatta di campanellini.

Quando lo prendo in braccio, ride ancora di più, facendo le boccacce a Ishizaki da sopra la mia spalla.

Percepisco ora una voce familiare che gli parla e il piccolo Daichi tendere un braccino per raggiungere qualcosa.

Con un sorriso il bimbo torna a guardarmi in volto poi, spostando la manina da dietro il mio collo, mi porge un piccolo girasole preso probabilmente dalle decorazioni sparse tra i vari tavoli.

Gli do un bacino sulla fronte mentre mi abbraccia forte, e stretta nella sua piccola morsa, mi volto per ringraziare il vero mittente di questo piccolo ma tenero gesto.

Roberto mi sorride ed io non posso evitare di arrossire come una scolaretta.

Anche ora che sono la moglie del suo pupillo.

"Daichi vieni un po' con me ora!"

Yayoi si avvicina con voce squillante, tenendo per mano Misugi, che lascia la presa solo quando lei allunga le braccia verso il bimbo, che accetta di staccarsi de me con qualche riluttanza.

Osservo l'espressione estremamente rilassata di questo ragazzo e ogni suo gesto affettuoso verso Yayoi, notando che non c'è il ben che minimo imbarazzo nelle sue attenzioni.

Nemmeno ora che il buon Ishizaki inizia a tormentarlo con le sue solite battutine sceme.

Sorride senza scomporsi e alla richiesta calorosa di un bacio alla fidanzata, accontenta tutti senza battere ciglio.

Divertita, penso che il mio amico d’infanzia abbia finalmente trovato pane per i suoi denti, quando una mano gentile sfiora delicatamente le mie spalle, scendendo piano giù fino alla schiena per cingermi il fianco.

"Tsubasa dovresti comportarti come un vero sposo, fa ballare tua moglie!" esclama Taro passando un braccio oltre le spalle di Azumi, lasciate nude dall'abito scollato.

L’espressione altamente imbarazzata di mio marito e le sue guance che esplodo in un colore decisamente acceso, mi strappano un sorriso divertito.

"Non farmi fare questa cosa davanti a tutti...  sussurra piano al mio orecchio, prima di tornare a guardarmi con espressione supplichevole.

"Ti prego!" aggiunge con l'aria del condannato a morte che sta per essere portato al patibolo.

Sorridendo in maniera più dolce e comprensiva del mondo, decido che devo toglierlo dall’imbarazzo e così mi volto con lo sguardo alla ricerca del mio assistente, per avere una scusa per allontanarmi.

Un pretesto per salvarlo da una serie di battute ripetute per i prossimi dieci anni, conoscendo i soggetti.

"Scusate, mi sta chiamando Mendo! A dopo!" esclamo tutto d'un fiato liberandomi dall'abbraccio di Tsubasa, che sorride riconoscente dopo avere tirato un vistoso sospiro di sollievo.

"Ti devo un favore..." percepisco dal movimento delle sue labbra prima di voltarmi facendo l'occhiolino e raggiungere il mio assistente, che ho localizzato vicino all’orchestra.

Con lui ci sono Akane Minase, decisamente bella nell'abito da sera lungo e fasciante, e Tadai.

"Eccola qua la nostra principessa!" lo sento esclamare felice appena sono tra loro.

Sorrido incrociando il suo sguardo e poi quello del mio ex professore, che mi fa cenno con la mano di guardare il suo orologio.

Annuisco sentendomi arrossire.

"Credo che tra una decina di minuti possa andare..." sussurro nella sua direzione mentre o vedo tendere le braccia e le dita soddisfatto.

"Akane certo che la vita è strana! Sanae ha la metà dei tuoi anni e si è sposata prima di te! Non lo trovi estremamente divertente?"

Mendo esclama queste parole a voce alta e allegra, non perdendo l’occasione di punzecchiare come al solito la mia addetta stampa, che lo guarda torva sotto le ciglia lunghe e nere perfettamente truccate.

Rimango però stupita dal gesto successivo di Mendo, che le porge galantemente il braccio al quale lei si avvicina abbozzando un sorriso.

"Ti porto a ballare, Akane! Effettivamente stasera non sei poi così male! Magari lo trovi pure un fidanzato stanotte..."

E così li seguo con lo sguardo allontanarsi per portarsi al centro della pista, credo che la mia mascella abbia sfiorato il pavimento per lo stupore.

Iniziano a muoversi a tempo di musica, con estrema eleganza, tanto che mi viene pure da pensare, che siano tremendamente affascinanti l'uno affianco all'altra.

Poco distante da loro anche un’altra coppia attrae la mia attenzione.

Matsuyama cinge stringendo in maniera decisa la vita sottile della sua ragazza.

Yoshiko gli sorride, tenendosi forte alle sue spalle quando il suo mento si alza leggermente.

"Wow!" esclamo spontaneamente quando le loro labbra si toccano, non curanti di tutto quello che li circonda.

Tornano a guardarsi negli occhi ora e a sorridersi, senza staccare mai lo sguardo e senza allontanarsi troppo dalla posizione ravvicinata di quel bacio.

"Che ne dici, Sanae? Andiamo?"

La voce di Tadai mi distrae da loro e mi ricorda che è l’ora del mio regalo di nozze.

Annuisco, poi afferrando il suo braccio, lo trattengo un attimo, prima che raggiunga il direttore per chiedergli di fermare la musica.

"Ecco... non c'è bisogno di presentazioni o annunci..." borbotto arrossendo mentre mi sorride con espressione rassicurante, annuendo con il capo.

Accarezza una mia guancia mentre lascio la presa sospirando e quando la melodia cessa, posso notare con imbarazzo, che tutta l'attenzione dei presenti si è istintivamente rivolta nella nostra direzione.

Un po' nervosa raggiungo la mano di Tadai, che mi aiuta a salire il gradino per poi raggiungere il pianoforte al quale si sistema con aria soddisfatta.

Alzo lo sguardo e vedo che tutti, ma proprio tutti, si sono avvicinati silenziosamente, forse immaginando cosa sta per succedere.

Sorrido cercando lo sguardo di Tsubasa che osserva la situazione con curiosità.

Un altro sorriso rivolto solo a lui prima di sentire le note del piano risuonare nell’aria e iniziare a cantare...

 

**"Treated me kind

sweet destiny

carried me through desperation

to the one that was waiting for me

it took so long

still I believe

somehow the one that i needed

Would find me eventually

I had a vision of love

and it was all that you've given to me

Prayed through the night

felt so alone

suffered for alienation

carried the weight on my own

had to be strong

so I believed

and now I know I've succeded

In finding the place I conceived

I had a vision of love

and it was all that you've given to me

I had a vision of love

and it was all that you've given me

I've realized a dream

and I visualized

the love that came to be

feel so alive

I'm so thankful that I've received

the answer that heaven has sent down to me

You treated me kind

sweet destiny

and I'll be eternally grateful

holding you so close to me

prayed through the nights

so faithfully

knowing the one that I needed

would find me eventually

I had a vision of love

and it was all that you've given to me

I had a vision of love

and it was all that you turned out to be..."

 

 

"Ok hai capito?"

Yukari annuisce convinta, lo sguardo serio contratto in un’espressione d’impegno.

"Tiro corto. Avanza subito in avanti. Centrale!" sussurro un'altra volta al suo orecchio, prima di allontanarmi con indifferenza, tornado vicino a Tsubasa.

"Dai Sanae! E' ora!"

Yayoi batte le mani eccitata, avvicinandosi al semicerchio di ragazze che si è formato a qualche metro da me.

Con senso di colpa, osservo il suo viso radioso che aspetta il lancio del bouquet.

Mi dispiace... ma Yukari ne ha molto più bisogno!

"Sì, dai Sanae! Tira così poi vi lasciamo soli alle vostre cosette!" esclama subito dopo Ishizaki, che riceve le pacche divertite sulle spalle di Taro e Wakabayashi.

Alzo gli occhi al cielo mentre Tsubasa scuote la testa sbuffando.

Osservo ancora per qualche istante il viso Yayoi, che è tutto il contrario di quello di Azumi, che ostenta indifferenza mentre si sposta ugualmente in prima linea però.

Mi giro di spalle lanciando un'ultima occhiata a Yukari, che risponde con un segno deciso del capo.

Stringo per l’ultima volta il bouquet e lo porto vicino al viso per sentire ancora il profumo prima di separarmene.

Conto fino a tre, poi alzo il braccio in altro liberando la presa oltre le mie spalle.

Mi volto subito entusiasta, sentendo l’urlo di gioia di Yukari che saltella felice sul posto.

Rido divertita quando tutti i ragazzi circondano un Ishizaki imbambolato e altamente imbarazzato.

"Ora non ridi più, eh?" gli chiede sornione Hyuga, dandogli una sonora manata sulla schiena che quasi gli fa perdere l'equilibrio.

Mi volto in direzione di Tsubasa che è di sicuro il più allegro di tutti in questo momento.

Si tiene lo stomaco piegato dalle risate, mentre Ishizaki mette il broncio, intimando ai suoi compagni di chiudere il becco.

Poi si volta a guardarmi e con un gesto veloce, mi bacia la fronte sorridendo.

 

 

 

E' la camera più bella della villa.

L’ampia vetrata a est si apre sul giardino ancora illuminato dai fuochi tremolanti delle torce.

Il colore giallo delle pareti rende tutto ovattato di luce calda e soffusa.

Ma non gli presto molta attenzione.

I miei occhi seguono con venerazione lo scorrere lento delle mie dita sulla sua bocca, che si dischiude appena sotto il mio tocco.

L’accarezzo piano, passando poi sugli zigomi, le palpebre e la fronte alta, serenamente distesa.

Trovo le sue labbra con le mie.

Lentamente, senza fretta, sentendo ogni attimo di questo momento.

Le sue carezze scendono delicate ma decise su di me, mentre la sua bocca continua a muoversi nella mia, rendendomi completamente persa.

E il suo corpo mi spinge costringendo la mia schiena contro il letto, sdraiata sotto il suo volere.

Lo strascico intrecciato tra le sue gambe non gli impedisce di stendersi sopra di me, senza lasciare mai le mie labbra. Mai.

Le spalline dell'abito si spostano sulla mia pelle, una ricade adagiandosi appena sul mio braccio.

Non so come, ma il mio cervello si ricollega per un attimo.

Il pensiero si sposta sulla camicia da notte che ho sapientemente scelto per questa sera e che si trova ancora ben piegata nel piccolo bagaglio, accanto al comò.

A malincuore tento un movimento per liberarmi dalla presa di Tsubasa, allontanando per prima la mia bocca dalla sua e arcuando poi la schiena.

Ma dura meno di un attimo questa separazione, perché lui torna a baciarmi subito, mormorando piano di non andare, quasi supplicandomi.

"E' la tradizione..." sussurro, mentre sento il suo respiro sul collo che reclama la mia attenzione.

"Devo farmi bella..." aggiungo in preda alla confusione più totale, ora che la mia pelle è entrata in contatto con la sua bocca.

Calda. Infinitamente calda.

"Sei già bellissima..." e le sue labbra continuano ad aprirsi e chiudersi, scivolando piano fino al lobo dell'orecchio.

Tento un’ultima volta di far assecondare la mia richiesta, ma debolmente.

In fondo non ha poi tutta questa importanza se...

"Credimi... non c'è bisogno di niente per continuare... questo..."

La sua voce è bassa, molto più bassa del solito e il suo respiro irregolare, la rende ancora più sensuale e profonda.

Chiudo gli occhi quando torna a baciarmi con decisione, ma sempre lentamente.

Le sue mani passano dalla seta dell’abito alla mia pelle, come se ci fosse una forza straordinaria ad attirarle su di me.

"Non ti allontanare nemmeno di un millimetro, ti prego..."

Osservo attentamente le sue labbra che scandiscono piano queste parole, ora che il suo sguardo è tornato sul mio.

E mi perdo nel suo desiderio, in quella luce che attrae ogni cosa e che m’ipnotizza.

La sua mano scorre lenta dalla spalla lungo il braccio fino a stringere la mia e portarla lentamente dietro il suo collo.

Assecondo questo suo gesto e con l’altro braccio intreccio le mie dita intorno alla sua nuca.

Il suo viso torna a sfiorare il mio e non riesco ancora a distogliere lo sguardo.

Non riesco a staccarlo.

Deglutisco mordendo piano il labbro inferiore quando sento il suo respiro vicinissimo al mio.

"Dimmi cosa ti piace..." sussurra con un filo di voce a un centimetro dal mio viso, facendo così rimbombare ancora forte il mio cuore.

"Chiedimi tutto quello che vuoi..."

Il mio respiro si ferma, per poi riprendere veloce ad alzare ritmicamente il mio petto costretto sotto la seta color avorio.

La sua mano ora sfiora la mia tempia e le sue dita iniziano a sciogliere lentamente le ciocche intrecciate tra i miei capelli.

Un bacio ancora dietro l’orecchio e i miei occhi tornano a chiudersi, il tempo necessario di sentire che ora, quel bacio, prosegue scendendo sul collo fino a fermarsi all’attaccatura del seno.

Li riapro piano quando la sua bocca torna sulla mia.

Le mie mani abbandonano d’istinto la sua nuca e s’infilano sulle spalle per allontanare da loro la giacca scura del completo.

Tsubasa alza la schiena separandosi dal mio corpo, quel tanto che basta per liberarsi di questo inutile indumento.

Torna su di me ed emette un sospiro ansimante, quando le mie dita sfiorano il suo torace, facendo passare i bottoni della camicia, uno a uno attraverso le asole.

Le mie mani si muovono con delicatezza, ora che non esiste più nulla tra loro e la sua pelle nuda.

E sento ancora quella sensazione di calore.

Corpo caldo. 

Sembra che bruci.

"Non capisco più niente quando sei così vicina..."

La sua mano sul collo, poi lenta sul seno.

Mi arrendo...

"So solo..."

Fisso le sue labbra morbide e arrossate.

"Sento solo che ti voglio..."

Sfioro il suo viso tornando a toccare ancora quella bocca perfetta.

Quella bocca che sembra essere stata fatta solo per baciarmi.

E che desidero...

Che mi appartiene...

Alzo il mento per raggiungerla.

"Sono qui. Prendimi..." le mie labbra si muovono sopra le sue per pronunciare queste parole.

Mentre sento di essere tua.

Solo ed esclusivamente tua.

Di nessun altro.

Facendo leva sulle braccia, alzo la schiena dal letto e Tsubasa indietreggia appena, per agevolare il mio movimento.

Il suo viso torna a nascondersi nell’incavo della mia spalla, sento le sue mani circondarmi la vita e poi salire lente lungo la schiena.

Ancora la sua bocca che assapora la mia pelle e non riesco a trattenere un gemito, quando sento le sue dita che sciolgono piano, piano, nodo dopo nodo, i nastri che stringono il corpetto.

Quando il mio seno appare nudo ai suoi occhi, scopro con emozione, di non sentire più nessun imbarazzo.

Sento invece di volere che mi guardi.

Che mi guardi così...

Perché io...

Ogni movimento del mio corpo è la diretta conseguenza del tocco delle sue mani.

L’abito scivola deciso sulle mie gambe finendo la sua corsa oltre il letto, ammassandosi sul pavimento in maniera disordinata.

Ancora le sue dita su di me e quel suo respiro profondo che mi fa perdere ogni controllo, che dirige ogni mia emozione.

Mi stringo al suo petto baciando piano la clavicola che sporge evidente, ora che le sue braccia cercano di liberare il suo corpo dal resto dei vestiti.

L’immagine delle sue spalle che mi sovrastano mi spinge a toccarlo ancora, desiderando ogni cellula del suo corpo per me.

Solo per me...

Le mie mani percorrono la sua schiena ora che le sue labbra sono tornate alle mie.

Si fermano sui fianchi nudi mentre la mia bocca si apre completamente per accogliere la sua.

E mi manca il respiro.

Ma posso anche smettere di respirare per tutto questo.

Non m’importa, di nulla.

Di niente.

Solo di te...

E del tuo corpo che preme contro il mio, sopra il mio...

E di queste mani per cui non ho confini...

E la tua bocca che è il centro di ogni mio desiderio...

Voglio che mi guardi ora, così potrai vederlo davvero.

E potrai sentirlo...

Quello che provo...

Vivo per te lo sai?

Solo per te...

Stringimi ancora... non smettere mai...

E continua ad amarmi... proprio come ora...

Come ora...

Ora...

E ancora...

 

 

 

 

* Edit Maggio 2012 

Ho riaperto questo capitolo dopo quattro anni, l'ho riaperto e aggiunto la dedica perché il momento vissuto da Sanae nella primissima parte per me rimarrà solo un sogno, un'immagine creata dalla mia mente che non troverà più modo di realizzarsi nella mia realtà.

Il giorno delle mie nozze non avrò nessun fiore all'occhiello da sistemare, nessun braccio a cui appoggiarmi... perché mio padre non c'è più... Da poco più di un mese è volato via, dove non posso raggiungerlo e il cuore mi si stringe al pensiero che non potrò condividere più nulla di terreno con lui...

Ma l'amore che ho dentro non morirà mai e in queste piccole, banali cose, cerco il modo di concretizzarlo, al posto di quell'abbraccio che non posso più avere né dare, della voce che ha lasciato il posto al silenzio e di quel calore che ha tracciato un segno incancellabile tra le mie mani ormai vuote... 

Gli dedico questo brano, un momento inventato come se fosse nostro, con tutto il mio cuore... 

E per i giorni a venire il mio sguardo sarà sempre rivolto al cielo, come un girasole che cerca il suo sole...

Elisabetta

**"Vision of Love" - Parole & Musica: Mariah Carey, Ben Marguiles © 1990 Sony Music Entertainment Inc.

 

E così ci siamo quasi, manca un solo capitolo alla fine della FF.

Diciamo tranquillamente che tutta la storia era mirata a giustificare questo cap. 34 e le sue sensazioni.

Spero di non essere stata scontata, né di aver omesso qualcosa che avreste voluto "vedere", se l’avessi fatto, mi scuso ma essenzialmente ho deciso sempre di scegliere il taglio delle scene che più piaceva a me, e che più si avvicinava alla mia visione delle cose.

Mi auguro che tutto questo vi piaccia, almeno una minima parte di quanto piace a me... aspettavo da tanto questo momento, e finalmente è arrivato.

Un grazie infinito per i commenti al precedente capitolo, sono sempre felice di sapere che ciò che emoziona me incontra anche il vostro gradimento.

Non mi resta che salutarvi, per l’ultima volta, dandovi appuntamento all’ultimo cap. che non tarderà ad arrivare...

A presto quindi, un abbraccio

OnlyHope^^

Per Sara: il ballo tra Matsuyama e Yoshiko è un piccolissimo omaggio dedicato a te...^^

   
 
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