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Autore: Dark_S97    27/07/2013    4 recensioni
Finnick Odair è a Capitol City. Ci troviamo poche settimane prima dell'inizio dei settantunesimi Hunger Games. Ha lasciato Annie Cresta nel distretto 4, un'Annie sopravissuta da poco ai giochi e caduta nell'abisso. Cosa provano i due personaggi?
Dal primo capitolo:
I tuoi occhi versano lacrime che ti solcano le guance e pensi che probabilmente quelli di Annie staranno facendo la stessa cosa, ma le sue lacrime scaveranno la sua pelle fragile proprio come l'acqua sposta la soffice sabbia. Tu ed Annie avete le guance che sanno d'acqua e di sale, le tue sanno di lacrime e forse le sue non sapranno mai più di mare. Pensi a quanto possano essere profonde le sue ferite per avere paura di quel mare che un tempo era il vostro rifugio.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hai capito di averla persa quando l'hai vinta uscire dall'arena: aveva vinto, ma aveva perso se stessa nel momento in cui aveva visto traboccare il sangue di James dalla sua testa mozzata. Sapevi che non sarebbe più stata la ragazza a cui hai insegnato a nuotare. L'avevi salvata dall'abisso del mare in tempesta quando lei era solo una bambina fragile, quando ancora non sapevi quanto sarebbe stato difficile salvarla dall'abisso interiore in cui sarebbe precipitata.
Guardi la donna dalla pelle leopardata di fianco a te in quel letto e mormori: "E' colpa di gente come te se l'ho persa". Ma in realtà pensi che sia tutta colpa tua perché non sei riuscito a renderla abbastanza forte da affrontare i giochi, perché prima di sapere che lei sarebbe stata estratta chiedevi ai tuoi "clienti" i loro segreti sperando che un giorno avresti avuto potere contro di loro o perché da ragazzino ingenuo hai rivelato davanti a tutta Panem di amarla: non avevi ancora capito che gli amici o i parenti dei vincitori venivano spesso estratti e che Snow voleva che tu fossi completamente in mano agli abitanti di Capitol City... Ma non lo sei ancora diventato e sei quasi certo che non lo diventerai mai.
Guardi i pesci in quella vasca di vetro e osservi che niente a Capitol City è libero... Nemmeno quei poveri pesci. Ti piaceva tanto guardarli nel tuo distretto con Annie. Hai provato a portarla a guardarli per tirarla fuori dall'abisso pieno di ombre e fantasmi in cui era caduta, ma sei riuscito solo a farla sprofondare di più perché l'acqua del mare le ricorda l'acqua che stava per inghiottirla nell'arena, anche se in realtà sono così diverse: quella dell'arena era blu come l'abisso, mentre quella del vostro distretto è verde mare, proprio come i vostri occhi. I tuoi occhi versano lacrime che ti solcano le guance e pensi che probabilmente quelli di Annie staranno facendo la stessa cosa, ma le sue lacrime scaveranno la sua pelle fragile proprio come l'acqua sposta la soffice sabbia. Tu ed Annie avete le guance che sanno d'acqua e di sale, le tue sanno di lacrime e forse le sue non sapranno mai più di mare. Pensi a quanto possano essere profonde le sue ferite per avere paura di quel mare che un tempo era il vostro rifugio. Ci passavate ore intere, incuranti della pelle che diventava grinzosa come quella dei vecchi. Forse un po' in un certo senso lo eravate: eravate bambini fatti crescere troppo in fretta dall'orrore che dovevate vedere ogni anno in TV e in piazza. Lacrime di tributi che perdevano tutto: quasi tutti perdevano la vita e ognuno perdeva l'anima nel disperato tentativo di salvarsi.
Anche tu hai ucciso, Finnick. Il sangue di altri ragazzi ha bagnato le tue mani, ma sei riuscito a vincere, per lei.
Quando sei tornato non eri più lo stesso. Sembravi uguale, ma eri così diverso. Hai cominciato a tessere reti ossessivamente, incurante delle dita che diventavano callose e doloranti. Le regalavi ai pescatori, ti sorridevano, ma non riuscivi a guardare i loro sorrisi perché ti ricordavano quelli dei tributi. Poi hai capito che lei era la cura e che quando eri con lei gli scheletri nascosti negli angoli più remoti della tua mente avevano paura di tornare, tanto era forte il vostro amore.
A sedici anni hai dovuto vendere il tuo corpo a Capitol City e hai capito che non avresti mai smesso di essere una sua vittima.
Senti un rumore e ti accorgi che la donna dalla pelle leopardata si è svegliata. Ti dice parole dolci che non riescono nemmeno lontanamente a sfiorare il tuo cuore. Alle tue orecchie suonano troppo fasulle perché tutti i tuoi "innamorati" ti dicono la stessa cosa: "Sei bellissimo e ti amo, Finnick Odair". Le rispondi riluttante la stessa cosa con mormorii suadenti, nati con la tua fasulla personalità flirtante. Ormai quelle parole, se non dette da Annie, non hanno più senso per te. Di sicuro, però, lei troverebbe un milione di altri motivi per amarti e non solo la tua bellezza.
Baci con finta passione le labbra siliconate della donna. Sanno di rossetto; hanno un retrogusto di disperazione. E' lo stesso sapore di tutti i tuoi amanti. Ti rivela che suo marito, candidato a diventare presidente è stato avvelenato da Snow ed è morto tra atroci dolori senza che nessuno osasse accusare l'uomo con gli occhi da serpente. Speri che un giorno potrai usare questo segreto contro l'uomo che ti ha costretto a fare tutto questo e saluti la donna dicendole il mucchio di bugie che devi dire a tutti: che la ami e che non la dimenticherai mai. In realtà non ricordi nemmeno il suo nome.
Esci da quel palazzo dopo un tempo che ti pare un'eternità. Ora puoi vedere il cielo, ma neanche quello è lo stesso. Quell'azzurro che ti piace tanto e le nuvole che sembrano zucchero filato sono coperte dal fumo della capitale. Vorresti urlare e tornare da Annie, ma non puoi. Devi convincere tutti di star bene, mentre dentro stai morendo. Annie è l'unica persona con cui vorresti far l'amore, ma dal giorno in cui è uscita dall'arena, hai paura di toccarla. Credi che il male che le è stato fatto sia colpa tua. Che sia colpa tua se mani insanguinate te l'abbiano portata via. Ogni volta che la sfiori le chiedi scusa con lo sguardo, come potessi perderla ulteriormente... Forse puoi perché l'abisso in cui sta cadendo è senza fondo, ma tu non potresti farle del male neanche se volessi.
Entri in un bar e prendi delle zollette di zucchero, ora l'unica cosa dolce della tua vita. Vedi un bambino con un ginocchio sbucciato che piange. Gli offri una zolletta e lui ritrova la felicità, ma non riesci a vederla perché è coperta dalla tua coltre di infelicità. Ti dirigi verso la casa della tua prossima amante, annodando la cordicella che ti ha dato Annie prima dei tuoi Giochi, quando eri solo un bambino innocente. Cerchi di non pensare, ma non puoi scappare al tuo destino di sofferenza.
La tua nuova amante è proprio come tutte le altre: vuota e rifatta e ogni secondo che passi insieme a lei è privo di significato. Aspetti che si addormenti e ti alzi, rendendoti a malapena conto di quello che stai facendo. Corri, cercando di non far rumore. Stai scappando? No, stai solo bramando la libertà che ti è stata tolta. Arrivi sul tetto e ti sdrai sulla pietra liscia e fredda, guardi le stelle, proprio come hai fatto con Annie, la prima volta che avete fatto l'amore, prima dei suoi giochi. Ti dà l'illusione di essere libero. Per un momento sorridi.





Nota dell'autrice: che ne pensate? E' una mini long di due capitoli, il prossimo sarà incentrato su Annie Cresta. Spero di ricevere tante recensioni.
   
 
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