Chizuru - Thousand
Paper Cranes
Mi ricordo di
quando mi sono avvicinato a te. Ti ho dolcemente fatto girare verso la
finestra, ed ho mollato un lascivo bacio, comunque appassionato, sulle
tue labbra. Sembrano il bocciolo di un loto.
“Ricordi,
il loto rosso che tanti anni fa amavi cantare?”
“Certo,
Akira. Tu ricordi di come ci siamo amati, fin da subito?”
E come potrei
dimenticare. Non si potrebbe mai dimenticare l’amore dolce e
protettivo che provavo e provo tuttora per te. Solo un povero malato ci
riuscirebbe.
“Yuu…
Che cosa pensi stiano facendo, Akira e Takanori, adesso?”
“I
nostri compagni d’avventura? Molto probabilmente sono venuti
a trovarci ancora oggi. Affacciati dal paradiso con me, se lo vuoi
sapere.”
Amore mio. Amore
da amare e proteggere.
“Se
solo io non avessi commesso quello stupido errore, oggi saremmo tutti
fuori dal paradiso eterno, saremmo ancora giovani, sulla terra, con la
morte lontana da noi, mentre adesso lei è nostra
compagna.”
“Non
darti la colpa di ciò che non potevi prevedere, mio Koyou.
E’ ingiusto, oltrechè dannoso per i nostri
beneamati amici ancora vivi. Aumenteresti solo il loro senso di
colpa!”
“Va
bene, scusami, amore sereno che continua a vivere con me.”
“Non
fa nulla, gli sbagli capitano per crescere.”
“Akira,
credi che forse… Oggi ci sarebbe stata speranza per noi,
se…” stai per metterti a piangere. E’
faticosa la vita soli. E dire che all’inizio per me era
così difficile aprirti. Poi, lentamente, ci sono riuscito.
Ricordo che all’inizio dicevi “Non mi piace avere
amici, perché sono noiosi e fanno soffrire. Ho avuto una
sola grande amica, che poi si è rivelata qualcosa in
più, ma avevo sbagliato qualcosa e lei si è
suicidata.”
“Calmo,
Takachan.” E ricordo di come ti imbronci quando ti chiamo con
quel soprannome orribilmente infantile. Mi pesano tutti quei ricordi,
lo faccio perché non pesino a te.
Ricordo bene
quel giorno. Ciò che mi hai raccontato di aver visto. Per
anni non hai più parlato, avevi perduto la voce, afonia,
diceva lo psichiatra, traumatica. E il gruppo, dopo anni, si
è sfasciato, alla fine di tutto. Perché tu non
riuscivi più a cantare.
Yutaka, il
nostro beneamato leader, era divenuto completamente cieco, oltre ad
essere divenuto sordo.
“Molto
probabilmente c’è qualcosa nell’occhio
del vostro leader, che lentamente, lo sta rendendo cieco.” A
ciò si aggiunse il fatto che allora non esisteva una cura
per ciò che lo tormentava.
Volevate che
uscisse, che si distraesse. Ma quella volta, aveva lasciato a casa il
suo apparecchio acustico, voleva solo essere normale, solo essere
Yutaka, leader dei Gazette.
Era aperta campagna, mi avevi detto.
Io ero rimasto
in casa, volevo finire di mettere ordine, perchè ci tenevo
ad organizzare una bella serata, volevo che vi sentiste bene. Protetti,
sicuri. C’erano binari non controllati da barriere. Il Leader
vedeva poco e male, gli occhiali non servivano. Inoltre non
sentiva.
Sopraggiunse un
treno, di colpo, senza preavviso alcuno, che stava per investirlo.
Mi hai
raccontato tremante e terrorizzato che avresti voluto avvertirli, ma
non hai potuto. Non sapevi cosa fare. Eri spaventato. Mi hai detto che
Koyou si è lanciato su Yutaka per proteggerlo, e gli ha
salvato la vita. Ma è stato letteralmente tranciato dal
treno, come se esso fosse un coltello affilatissimo.
“Era
terribile! Assurdo! Da non credersi!” spesso urlavi nel
sonno, ed io ti confortavo.
Yuu due giorni
dopo venne in casa nostra.
“Vi
sembra corretto che io sappia della morte del MIO COMPAGNO dalle
televisioni!??” era fuori di sé, poverino. Era
ovvio. Io rimasi equamente traumatizzato, ma almeno non persi la voce.
Ricordo di come tu ti sei frapposto tra me e lui, nel tentativo di
fargli abbassare la voce, perché dava fastidio alle mie
orecchie. Ricordo di come Yuu tenesse stretto il nostro povero leader
ormai sconfitto.
Ricordo di come
il leader cercasse di chiedere perdono al suo chitarrista, un perdono
che avrebbe voluto chiedere, ma che sentiva difficile.
Yuu non riusciva
a perdonarlo, nonostante avesse potuto farlo.
Dieci giorni
dopo, in preda alla disperazione, si buttò dalla Jaguar in
corsa che aveva donato ad Uruha. Si uccise, e noi non ricevettimo alcun
segnale.
“A che
serve adesso farlo? Si fa con i vivi! Non con i morti!”
“Voglio
farlo, anche per Takanori, lo sai leader caro.”
“E non
chiamarmi così!”
“Lo
so, leader, caro.”
“Ormai
vivo in un limbo… senba no totemo chiisana, anata no negai
ni yorisotte. Egao
mo kaesezu ni tada, toiki wo kazoeteita kioku no saigo ni. Anata no koe
ga kikoete, subete wo nakushita asa, hitotsu ni narenu
futari.*”
La canzone che
Takanori non completerà mai.
Note:
*è l’ultima parte di Chizuru, canzone che
dà anche il titolo alla shot. Dedicata a M. Grazie, Mamma,
di aver fatto ciò che hai fatto.
Per sempre tua, taty.
E' volutamente scritta così, è stato uno sfogo, o
forse il lampo ispiratore di Chizuru ha fatto il suo effetto. E lasciate una recensione mi raccomando.