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Autore: Shari Deschain    28/07/2013    5 recensioni
[Vikings]
[Vikings][Spoiler trailer S2]
Il silenzio è la misura dei grandi eventi. La vita e la morte giocano lì la loro migliore partita: nella pausa tra una domanda e una risposta, nell'attesa di un rifiuto che non è destinato ad arrivare, tra le fila di due schieramenti nemici che si osservano dai due lati del campo di battaglia. E quanto più dura quel silenzio, tanto più le conseguenze saranno catastrofiche.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Pairing/Characters: Rollo, Ragnar Lothbrok, Floki;
Rating: PG13
Warnings: Spoiler trailer S2.
Word Count: 611 (fdp)
N/A: Scritta per il COWT #3.5, prima settimana, missione #2, prompt “famiglia” e per 500themes_ita, prompt #270. Faida familiare.





Until we bleed





Il silenzio è la misura dei grandi eventi. La vita e la morte giocano lì la loro migliore partita: nella pausa tra una domanda e una risposta, nell'attesa di un rifiuto che non è destinato ad arrivare, tra le fila di due schieramenti nemici che si osservano dai due lati del campo di battaglia. E quanto più dura quel silenzio, tanto più le conseguenze saranno catastrofiche.

Rollo socchiude appena gli occhi, senza però distogliere lo sguardo da quello di Ragnar. Il sole è caldo sulle spalle nude, il vento gli accarezza la faccia, portando con sé l'odore del sangue e del sudore, del legno e del cuoio. L'odore della guerra. Odore di casa.

Di fronte a lui ci sono uomini che ha conosciuto e che ha protetto per tutta la vita. All'inizio per amore e affetto e amicizia, poi per semplice dovere. Adesso li scruta uno alla volta e non riconosce più nessuno di loro. Vede solo nemici.

Non ha mai preteso di essere niente di più di un guerriero, e perfino adesso, fissando il suo unico fratello dalla parte sbagliata dello scudo, Rollo sa di essere proprio dove dovrebbe. Ha fatto una scelta. Ha tradito un giuramento. Ma gli dei concedono anche questo agli uomini, oltre alle armi e ai fratelli. Forse perché amano rendere le cose più interessanti.

Il primo grido è il suo. Poi ne seguono altri, a centinaia. La battaglia inizia con il canto degli uomini e prosegue con quello delle armi, e infranto il silenzio si infrangono anche i pensieri. A questo punto conta solo il sangue.

La sua ascia affonda una volta, due, dieci. Ferite più e meno mortali, grida di eccitazione e di dolore, vite e crani spaccati. Famiglia è un concetto lontano, proprio come è lontano Ragnar. Si incontreranno solo alla fine, facendosi largo tra i cadaveri. È così che deve essere: Rollo non permetterà a nessun altro di uccidere suo fratello, ed è certo che Ragnar gli ricambierà la cortesia. Adesso famiglia significa questo. La sua risata risuona potente, e subito si perde tra le grida.

In quella follia di sangue e polvere, un viso familiare cattura il suo sguardo. Floki. Floki e il suo misterioso modo di parlare con e degli dei, quasi fosse un loro emissario. E perché no?, si domanda Rollo, ridendo e avanzando verso di lui. Perché no? In fondo i suoi dei lo hanno già rinnegato, se non nel momento in cui ha accettato il dio cristiano, di sicuro nell'istante in cui ha promesso di alzare la mano contro la sua famiglia. E se le porte del Valhalla sono ormai davvero chiuse per lui, tanto vale togliersi qualche soddisfazione.

Si scontrano una volta, poi ancora e ancora. Lo scudo va in frantumi e schegge di legno gli lacerano le mani, ma non importa. Cento e più ferite gli tagliano la pelle, e ancora non importa. Floki è in ginocchio. Rollo alza la sua arma ancora una volta. I muscoli delle spalle si tendono come corde di un arco, caricando il colpo. Sapore di sangue in bocca, sulla pelle, sulla terra. E il desiderio di spillarne ancora, fino all'ultima goccia.

L'acciaio morde altro acciaio invece della carne, e Rollo alza gli occhi. Il volto di Ragnar è così scuro di sangue e sporcizia che i suoi occhi chiari, in contrasto, sembrano quasi bianchi. Lo sguardo di un cieco. Lo sguardo di un morto.

Ancora silenzio, quel terribile silenzio, il silenzio che li ha condannati entrambi. Poi entrambi sporchi, stanchi, con la morte nel cuore e la mente assalita dagli innumerevoli ricordi di una vita passata al fianco l'uno dell'altro, entrambi alzano di nuovo le armi.

Rollo sorride quasi con affetto.

«Adesso, fratello mio, adesso siamo davvero eguali.»


   
 
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