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Autore: Moony_911    28/07/2013    0 recensioni
Dal primo capitolo...
"vide Luigi uscire in compagnia di un altro uomo, un uomo dall’aria molto familiare e sebbene l’avesse visto di sfuggita, non le ci volle molto per realizzare che si trattava di Andrea. Non un Andrea a caso, era proprio lui, quello che un tempo era stato il “suo” Andrea."
Prendendo ispirazione da una canzone di Max Pezzali, una nuova storia sui nostri due testoni preferiti, Paola e Andrea... buona lettura!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Parte 8.

E saremo quel che tutti sognano 
Quell'amore che i cantanti cantano 
Tanto forte, potente, immenso che 
Sembra esagerato e impossibile 
Con il petto che sembra esplodere 
Che non serve altro più per vivere 
Che non c'è parola per descrivere 
Che non ti sceglie e che non si fa scegliere 



Il giorno del matrimonio di Alessandra e Luigi finalmente era arrivato ed erano appena le otto del matino quando qualcuno bussò alla porta.
Quando la porta si aprì, Leo si ritrovò di fronte un'Andrea ancora assonnato che lo guardava stranito.
"Leo ma che...".
"Sono venuto a portarti scarpe e vestito!" rispose lui.
"Come...".
"Come facevo a sapere che ti avrei trovato qui?!Antenne da psicologo, non ricordi?!" rispose Leo indicandosi la testa con un grande sorriso stampato in faccia.
"Capito..."rispose semplicemente Andrea che a quell'ora, senza aver dormito molto e senza aver preso neanche un caffè, era taciturno più del solito "grazie!".
"Di niente!" concluse Leo.
Andrea richiuse la porta alle sue spalle, posò la sacca porta abiti e la busta con le scarpe sulla scrivania e si ributtò sotto le coperte.
La vide che dormiva beata, a pancia sotto, con un braccio sotto il cuscino e la gamba controlaterale piegata, una posizione talmente assurda che ancora, a distanza di anni, Andrea non riusciva a capire come potesse riuscire a starci comoda.
 Si avvicinò e le diede un bacio sulla spalla cercando di svegliarla.
"Buongiorno dormigliona!" le disse ottenendo come risposta un mugugno, stava per controbattere quando la vide avvicinarsi, dagli un bacio e rintanarsi tra le sue braccia tenendo gli occhi chiusi.
Rimangono così per qualche altro minuto poi, seppur controvoglia, Paola si alzò per andare verso il bagno e farsi una doccia.
"Sicura che non ti serva  una mano?!"le chiese lui con uno sguardo malandrino.
"Tieni a freno gli ormoni maresciallo, oggi non possiamo permetterci di essere in ritardo!" rispose lei.
"Ma sentitela!"obiettò Andrea divertito "ma se fino a cinque minuti fa pensavo mi servissero i cannoni per farti alzare da quel letto!".
"Nah..."rispose lei "tutta scena... in realtà mi stavo godendo il risveglio!".
-...chissà quando ci capiterà di nuovo di poter fare una cosa del genere- pensò poi una volta sola in doccia.
Venti minuti più tardi fu il turno di Andrea di andare a farsi una doccia nel mentre che Paola cominciava a tirar fuori dal trolley tutto il necessario.
Avrebbe messo un vestito beige con dei disegni arancioni, un coprispalle beige lungo mentre gli orecchini e la collana, così come la borsa e la sciarpetta erano arancioni.
Si stava mettendo le scarpe, un paio di sandali con il tacco quando vide Andrea uscire con l'asciugamano avvolto in vita.
"E quelle cosa sono?!" chiese indicando le scarpe di Paola.
"Un paio di scarpe, che cosa dovrebbero essere?".
"Quelle non sono scarpe, quelli sono dei trampoli belli e buoni, altro che!".
"Ma dai Andrea, capisco che sia sconvolgente per te vedere una donna con un tacco che non sia quello d'ordinanza, ma riprenditi per piacere...è un tacco otto, mica un trampolino!".
"Se lo dici tu...".
"Lo dico, lo dico...però se vuoi puoi provarli tu stesso" disse porgendogli i suoi sandali "e ti dirò, non perchè di parte ma saresti proprio un figurino!".
"Tu dici eh?!" chese lui mettendo la caviglia in bella mostra come se dovesse davvero mettere i sandali.
"Assolutamente si!" rispose lei.
Paola prese la trousse e andò in bagno a truccarsi mentre Andrea cominciava a vestirsi.
Si era già messo i pantaloni e si stava abbottonando la camicia quando fece capolino in bagno e rimase ad osservarla qualche istante mentre si truccava.
"Sei uno schianto..."  le disse.
"Scemo...".
"Dico davvero..." commentò lui.
"Grazie!" rispose lei prima che la sua attenzione venisse attirata dalla cravatta a quadrettini bianchi e viola che Andrea aveva al collo.
"E quella?!".
"Questa?!" rispose lui indicandola "E' semplicemente fantastica!".
"E' semplicemente assurda casomai...ricordo male o eri tu che brontolavi ogni volta che mettevo qualcosa, qualsiasi cosa, persino i calzini, che fosse anche minimamente viola e ora ti metti una cravatta viola?!?".
"Non ricordi male infatti..." rispose lui "e son sicuro che da qui a fine serata mi riempirò di bolle, però oggi è un'eccezione, e poichè non è stata mia l'idea, se proprio devi brontolare, brontola con la sposa, questa cravatta psichedelica è un suo regalo...".
Paola si avvicinò, gli diede uno schiaffetto gentile sulla guancia e poi andò a sistemargli il nodo della cravatta.
"Ecco, così va meglio!" commentò lei alla fine sorridendo prima di  uscire e lasciargli il bagno libero.
Un quarto d'ora più tardi uscirono dal B&B tenendosi per mano e arrivati all'incirca all'altezza del ristorante dove erano stati la sera prima si separarono, Paola per andare in caserma, Andrea per andare a casa di Sonia dove Alessandra lo stava aspettando.
 
Una volta entrata in caserma Paola vide Leo vestito di tutto punto, con il papillon arancione,che gli aveva regalato lei comprato all'ultimo minuto al posto di una banale cravatta e non poté non farsi scappare un sorriso.
“Però, devo ammettere che ti sta davvero bene il papillon!”.
“Ahah spiritosa, ti ricordo che mi manca ancora il fez...”.
“La prossima volta Bini, la prossima volta, non vorrei mai che Elena mi rincorresse perchè ti presenti con un fez in capo, magari uscendo da una cabina bky della polizia volante...”.
“Ma se è stata lei la prima a riderci su per un buon quarto d'ora...siete tremende, tutte e due!”.
“Esatto, ma è per questo che ci vuoi un gran bene, no?!”.
“Stai divagando, non ci provare...piuttosto...” commentò Leo tornando serio “dal sorriso sul tuo volto devo dedurre che la serata è andata bene...”.
“E tu come...”.
“Son passato prima a portare il vestito ad Andrea e tu stavi ancora dormendo...”.
“Ah...”.
“Già... ma non preoccuparti, non è stata una sorpresa, sapevo di trovarlo lì...”.
“E come facevi, se mi è permesso chiederlo?!”.
“Ha mandato un sms a Luigi ma se escludi questo, sapevo che era solo questione di tempo e vi sareste chiariti...”.
“Psicologo h24 eh Leo!?”.
“Ovviamente!”.
“Senti ma, Luigi!?”.
“E' di là in preda al panico, provaci tu a parlarci, a me ormai non da ascolto...”.
Paola raggiunse Luigi in salotto e lo vide percorrere ripetutamente avanti e indietro per la stanza come un'anima in pena.
“Gli anelli! Gli anelli!” ripeteva ininterrottamente.
“Gli anelli ce li ha Leo, tranquillo!” rispose lei, poi vedendo che non si fermava gli si parò davanti “Santa pace Lu, ci stai fermo un momento o dobbiamo sedarti?!”.
Luigi si fermò e si rinvenne.
“Oh...finalmente!” commentò Paola “ io capisco essere nel panico...”.
“Io non sono nel panico” rispose secco Luigi.
“Si, e io sono la befana...” ribattè prontamente Paola prendendo il gel per capelli che Luigi aveva posato sul tavolo “guarda che è normale essere agitati, perciò forza, un bel respiro e mettiti a sedere che ti sistemo questi capelli che sembra quasi tu abbia messo le dita nella presa elettrica!”.
“Ahahah spiritosa Vitali, per davvero!”.
“Essere la testimone ha anche i suoi privilegi, no?! Ecco...sei pronto!” disse pulendosi le mani prima di farlo specchiare.
“Wooow...”
“Già, non per peccare di presunzione ma sono decisamente brava!” rispose lei ridendo.
“Lo so bimba...stai benissimo oggi e non sai quanto mi rende felice vederti felice e sorridente...”.
“Anche tu non sei niente male Lu” rispose lei controllando che la divisa fosse in ordine.
“E me lo dici solo ora che sto per sposarmi?!” chiese lui fingendosi imbronciato “e io che speravo in una fuga dell'ultimo minuto!”.
“Cretino!” rispose lei ridendo “fossi in te non metterei alla prova la pazienza di tuo cognato, già siete andati vicini ad impallinarvi in passato, figurati adesso che sposi la sua adorata sorellina, finirete per impallinarvi un giorno si e l'altro pure!”.
“Ma dai... se non l'ha ancora fatto per il tiro mancino che gli ho tirato non dicendogli che lavoravamo insieme e che saresti tornata per farmi da testimone di nozze penso che non lo farà più....” disse Luigi.
“Ah...” fu la risposta di Paola.
“Già, ma dalla tua faccia felice di stamani mi pare di capire che la cosa ha dato i suoi frutti!” concluse lui e vederla arrossire gli diede la conferma che la sua affermazione era azzeccata.
“Fammi capire una cosa” commentò Paola “giusto per curiosità, da quant'era che si stavate lavorando su tu e il tuo compare psicologo?!”.
“Da un po' in effetti..è che...Paola ti ho vista in questi sei mesi che abbiamo lavorato insieme a Tarquinia e prima di essere trasferito, subito dopo la tua partenza, ho visto Andrea chiudersi in se stesso e diventare totalmente l'opposto di quello che era quando stavate insieme” ammise Luigi “ e ti dirò di più, sono sempre stato convinto che fosse solo una questione di tempo, che era solo questione di far scemare un po' quel dannato orgoglio dietro il quale vi siete trincerati entrambi e poi l'avreste risolta perchè per quanto siate due testoni di prima categoria la verità è che non potreste essere più perfetti l'uno per l'altra, dovevate solo avere l'opportunità di ricordarvelo...”.
Paola sentendo il suo amico parlare così non riuscì a non avere i lucciconi agli occhi e lo abbracciò.
“Lu io...”balbettò “grazie!”.
“E di cosa...” rispose lui tenendola stretta,poi la guardò un attimo e non potè fare a meno di sorridere “ehi bimba, non vorrai metterti a piangere proprio adesso eh...dai che altrimenti ti si scombina tutto il trucco e va a finire che è la volta buona che Andrea mi tira il collo....”
“Scemo!”.
“Che ti devo dire... ho un animo romantico pure io, di tanto in tanto...”.
“Ti voglio bene Lu”.
“Anche io bimba, anche io...sono felice che tu sia qui oggi...”.
“Anche io..” rispose lei, poi una colta sciolto l'abbraccio lo guardò e sorrise “andiamo dai, mica vorrai far aspettare tua moglie proprio il giorno del matrimonio!”.
“Per carità, non sia mai!!” rispose Luigi “altrimenti quella divorzia ancora prima di essere sposati ed essendo una Ferri di nome e di fatto, ti assicuro che ne sarebbe davvero capace!”.
 
Arrivarono alla chiesa e lasciarono Luigi sull'entrata ad accogliere gli ospiti poi una volta entrati, Leo e Paola trovarono Andrea e Sonia già ai loro posti e andarono a salutarli.
Andrea salutò Paola con un bacio sull'angolo della bocca cogliendola letteralmente alla sprovvista facendola arrossire di colpo. Che per caso era impazzito?!
Lui la guardò divertito, con quella faccia angelica ma allo stesso tempo da schiaffi che si ritrovava, stava per dirle qualcosa quando la loro attenzione venne attirata da Luigi che stava percorrendo la navata tenuto sottobraccio da una mamma Beatrice evidentemente emozionata.
Alle undici e trenta, puntuale come un orologio svizzero, Alessandra fece il suo ingresso in chiesa, accompagnata dal padre che come Paola notò subito, era la copia spiccicata di Andrea ma con i capelli sale e pepe.
Era veramente bella nel suo vestito bianco, con le spalline fini, lo scollo quadrato e una gonna che andava giù pari allungandosi n una coda appena accennata; ad essere onesti uno si sarebbe aspettato qualcosa di più stravagante da una come lei e invece Alessandra stupì tutti con la semplicità della sua scelta, il viso messo in risalto da un trucco leggero era incorniciato dal velo che, appuntato all'acconciatura arrivava al pari della coda del vestito.
In mano teneva un piccolo bouquet di roselline bianche che, non appena arrivata a fianco di Luigi, venne preso in consegna da Sonia.
La cerimonia fu molto bella., fu emozionante per Paola sentirli scambiarsi le promesse nuziali sottovoce per l'emozione, incespicando le parole, senza smettere di guardarsi negli occhi neanche per un istante e quando don Claudio li proclamò marito e moglie, un applauso fragoroso si liberò dalla navata.
Una volta che ebbero firmato il registro, fecero una foto tutti insieme, sposi e testimoni e poi li lasciarono a fare quelli con i parenti.
I testimoni uscirono tutti e quattro insieme e ad Andrea venne spontaneo prendere Paola per mano, cosa che non passò inosservata agli occhi di Sonia che vedendoli, si chiese se anche lei e Carlo un giorno, sarebbero riusciti a fare una cosa del genere.
Nel frattempo Leo venne raggiunto da Elena che spingeva il passeggino dove la piccola Ester si era appena svegliata.
Quando la vide, Paola non potè fare a meno di notare quanto con il passare del tempo la sua nipotina fosse diventata grande.
Elena prese la figlia dal passeggino e quando la invitò a prenderla in braccio, Paola ne fu ben lieta.
“Ciao amore di zia,” le disse “ma quanto sei cresciuta!!”.
Ester Bini, sedici mesi di pura dolcezza dai boccoli castano chiaro, gli occhi color nocciola e un visetto paffuto con due guanciotte letteralmente da morsi, la guardò un attimo e poi le fece un gran sorriso.
Andrea le guardò rapito e Paola si avvicinò così che anche lui potesse salutare la bambina e non si stupì quando la piccola si sporse per andargli in braccio, ma è l'espressione contenta sul volto di lui la cosa che la colpisce di più per non parlare di quando lo vede alle prese con delle facce strambe e sente la bimba ridere di gusto.
Vedendoli così Paola si rabbuiò un istante, Andrea se ne accorse subito e ne approfittò per darle un bacio sulla guancia, avvicinandosi al suo orecchio quel tanto che bastava per farle sapere che lui c'era e non l'avrebbe lasciata.
Gli sposi arrivarono sull'uscio della chiesa dove i testimoni avevano messo un nastro di tulle bianco legato a mò di fiocco, tipo quello che taglia il sindaco alle inaugurazioni, che tagliarono con un paio di forbici di quelle da giardiniere e uscirono sul piazzale dove furono accolti dal lancio del riso.
Una volta che gli sposi furono usciti e si furono ripresi dal bagno di riso, invitarono amici e parenti ad avviarsi verso il luogo dove si sarebbe tenuto il ricevimento mentre loro andavano a fare un po' di foto come ogni coppia di neo sposi che si rispetti.
Gli invitati salirono in macchina e Paola seguì Andrea sulla sua monovolume.
“ Com'è che non hai più la macchina da fighetto che avevi quando ci siamo conosciuti?!” gli chiese mentre percorrevano la strada che li avrebbe portati al luogo del ricevimento, il casale di Capello.
“Ah, vuoi dire quel ciottolo scoperchiato che mi lasciava a piedi un giorno si e l'altro pure?!”.
“Si, quello...”.
“Beh, poveretta, dopo duecentodieci mila chilometri di onorato servizio era prossima al pensionamento se non fosse che qualche genio del male ha pensato bene di venirmi addosso in rotatoria...”.
“Oddio...e tu stai bene?!” chiese Paola allarmata.
“Si piccola, è storia vecchia, è successo più di un anno fa...” cercò di rassicurarla lui “e così mi sono deciso a comprare questa vecchia signora, rigorosamente di seconda mano e  a gpl ma che si è rivelata essere decisamente un affarone...”.
Mentre percorrevano la strada si ritrovarono a sorridere al pensiero che stavano tornando sulla scena del crimine originaria e come sapessero esattamente cosa pensava l'altro, senza dire niente, Paola posò una mano sulla sua e Andrea ne fu felice.
Arrivarono al casale e si avviarono verso il gazebo dover venivano serviti gli aperitivi.
Il giardino era stato addobbato ad hoc con tavoli sparsi qua e là dove gli ospiti si sarebbero potuti accomodare ed intrattenere a chiacchiera mentre il buffet era stato allestito sotto il porticato.
Gli sposi arrivarono poco dopo e la festa ebbe finalmente inizio.
Al termine della cena venne messa la musica e i più giovani tra gli ospiti cominciarono a ballare...dopo un primo ballo riservato agli sposi, venne proposta una gara di ballo tra la sposa e il suo fratellone e Andrea non se lo fece certo ripetere due volte!
Partì la musica e quando i due Ferri si resero conto che la scelta dei giudici (Luigi e i tre testimoni rimanenti) era caduta sul ballo del qua qua non poterono non scoppiare a ridere e poi di comune accordo, tirarono dentro pure loro ritrovandosi così ad ancheggiare come degli idioti, ma non se ne curavano minimamente perchè si stavano divertendo come non mai.
Scese la sera e una volta che buona parte degli invitati se ne furono andati, Andrea, vedendo che Paola cominciava a mostrare segni palesi di stanchezza misti a qualche bicchiere di prosecco di troppo, decise che anche per loro era giunta l'ora di rientrare.
Mentre stavano tornando verso il paese, Paola si addormentò poggiando la testa sul finestrino e quando si svegliò erano ormai arrivati davanti al B&B e si sentì quasi in colpa per essere andata giù come una pera cotta non facendogli compagnia mentre guidava.
“Domani che turno fai?!”chise Paola mentre salivano le scale.
“Ho lo spezzato serale, tu invece?!”.
“Io ho la notte direttamente!”.
“Per che ora devi essere a Tarquinia domani?!”.
“Inizio alle nove quindi mi basta esser lì per le sette, tanto per avere il tempo di farmi una doccia e mangiare qualcosa, perchè?!”.
“Ti va se domani facciamo colazione insieme e poi ci andiamo a fare un giro da qualche parte, da soli, io e te?!”.
“S...Sì!” rispose lei col cuore che andava a mille.
Arrivati davanti alla porta della camera di Paola, Andrea le diede un bacio veloce e si stava congedando quando la sentì trattenerlo per un braccio.
“Resta, ti prego!” gli disse con un filo di voce.
“Sicura di non essere troppo stanca?!”
“Scusa, con chi pensi di parlare?!” rispose avvicinandosi pericolosamente “...ma non metterti strane idee in capo...”.
“Chi, io?!” rispose lui con un'espressione birbante dipinta in volto.
“Tu, tu...”proseguì lei cingendogli il collo con le braccia “guarda che non sto scherzando Andrea, ho la ferma intenzione di dormire e non te la prendere, ma anche a te non farebbe male!”.
“Mmmm...e quindi cosa proponi?!” chiese lui prima di baciarla.
“Semplice,”rispose lei una volta che si furono separati “coccole e nanna che te ne pare?!”.
“Un piano veramente geniale Vitali, approvato!”.
Entrarono in camera, richiusero la porta alle loro spalle e dopo essersi spogliati si tuffarono a letto dove stanchissimi, dopo solo qualche minuto di coccole crollarono distrutti dopo una giornata intensa, stretti in un abbraccio che li faceva combaciare come due pezzi di puzzle contigui.
  
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