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Autore: Fredzilla    30/07/2013    3 recensioni
-Cosa c’è che non va?- domandò lui, sussurrandolo all’orecchio.
- Niente. – rispose e si strinse ancora più forte a lui, mimando con le labbra ogni singola parola della canzone, sorridendo al ricordo di tutte quelle volte che Zayn la prendeva in giro per la sua passione nei riguardi di Lana Del Rey.
- Capisco quando menti.
- Lo so. – sorrise. – Am I what your heart desires?- domandò sussurrandoglielo all’orecchio, seguendo il testo della canzone.
Il ragazzo sorrise, notando quanto fossero lucidi gli occhi di Grace e quanto forte lo stesse stringendo. 
-Non devi nemmeno chiederlo. – sussurrò mentre continuavano a ballare sulle note di quella canzone, sulle note della loro canzone, una di quelle che esprime tutto e niente allo stesso tempo, una che descrive perfettamente due persone e il loro rapporto incasinato.  
Semplicemente una OS riferita a Burn Everything You Loved o una versione alternativa del tredicesimo capitolo di essa.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Serial Killer.






Alla vita sbandata, ai tacchi alti e al sesso prematrimoniale,
a Lana Del Rey e alla vita notturna.
Freddie, xo




Nemmeno sapeva come riusciva ad andare avanti con così tanta leggerezza quando in realtà tutto nel suo mondo di adolescente incasinata fin sopra i capelli si era incrinato quella mattina di agosto intono alle sei e tre quarti.
Non aveva pianto nemmeno una volta, non si era pentita di aver chiuso con la persona più importante della sua vita e non ci pensava più, quando si presentava anche solo l’accenno del ricordo delle giornate passate con Zayn lo scacciava senza farselo ripetere due volte.
Lei era stata la debole, lei era stata la stupida che piuttosto che accettare la verità aveva mandato al diavolo la storia più seria che avesse mai avuto.
L’orgoglio è una brutta bestia in grado di mandare a puttane le cose più belle della tua vita solo per sentirti superiore, per non lasciarla vinta all’altro anche se è una partita persa in partenza.

Grace stava seduta in un angolo del divano con le ginocchia strette al petto e i capelli rossi raccolti alla come viene in una coda alta, fissava ormai da ore il salotto di casa sua come se lo stesse guardando per la prima volta ed era totalmente pulita da settimane, non una sigaretta, non uno spinello e men che meno pasticche di ecstasy o LSD.
Ascoltava la stessa canzone da più di un’ora, senza avere ne la forza, ne la voglia di cambiare, per lei cambiare era sempre stata una cosa troppo difficile, ci era riuscita una sola volta diventando una barbie vuota dai capelli rossi e dipendente da tutto ciò che di sbagliato c’è al mondo con e adesso non voleva più farlo per paura di trasformarsi in qualcosa di ancora più spaventoso e insensibile.
Mimava le parole della canzone con le labbra senza far uscire nessun suono nonostante la casa fosse vuota e si sentisse terribilmente sola.
“What would you do if your son was home, crying all alone on the bedroom floor..” la canticchiava nella sua mente chiedendosi perché suo padre l’avesse di nuovo lasciata sola per sbrigare degli affari che potevano benissimo essere risolti in un altro momento.
“Smettila Grace, ti prego smettila.”
Si ripeté facendo sì che l’eco di quelle parole si scalfisse sulle pareti della sua mente, nella quale aveva costruito un muro per tenere lontani i pensieri che riguardavano l’uomo della sua vita.

Tutto ad un tratto la musica cessò e sullo sfondo dell’iPhone s’illuminò l’icona verde e bianca di Whatsapp, era Harry.
“Tipico.” Pensò Grace sorridendo, ogni giorno la messaggiava a quell’ora chiedendogli scherzosamente se si era già suicidata o aveva già dato fuori di matto per nulla.
Le scrisse che quella sera c’era una festa, una cosa piccola a casa di un suo conoscente con fiumi di alcool e buona musica.

Grace ci sarebbe stata, non era una delle feste di Shmith, ma al diavolo, non poteva continuare a vivere lontana dal mondo esterno, accetto e Harry disse che sarebbe venuto a prenderla alle dieci e tre quarti.

La presenza o meno di Zayn le era indifferente, anche se non lo aveva più visto da quella mattina e non sapeva come avrebbe reagito trovandolo davanti a sé; si preparò curando nel dettaglio del suo look al limite dell’osceno, indossò le collant di pizzo tirandole su come se qualcuno la stesse guardando, come se Zayn la stesse guardando come quando si rivestiva dopo che avevano fatto l’amore tutta la notte.
Le mancavano quei momenti, sorrise spontaneamente ripensandoci e cominciò a truccarsi stupendosi dell’autenticità del sorriso che le si era stampato in volto.

Per l’ora stabilita era pronta e attendeva Harry davanti alla portineria del palazzo dondolando su i suoi inseparabile tacchi alti che la facevano sembrava ancora più slanciata e delicata di quanto non fosse. Lui la salutò con quel solito bacio sulle labbra appena sfiorato.
­
-Questo è uno dei tuoi giochetti del cazzo per farci tornare insieme?- chiese Grace scostando dietro l’orecchio una ciocca di capelli rossi, Styles era così fottutamente silenzioso.

-No, non mi frega più niente di come va tra voi due, vi amate, vi odiate, scopate, vi prendete a manate, insomma, fate un po’ come cazzo vi pare, sono affari vostri. – rispose Harry indifferente, arrotolando ulteriormente le maniche della sua camicia.
- Simpatia portami via. – sorrise. – Andiamo cucciolo, non fare il duro.
- E tu, almeno per stasera, non fare … insomma, non fare Grace e basta. – disse il riccio raccomandandosi, non voleva vedere Grace fare la puttana, non dopo che l’aveva vista così felice con Zayn nei mesi precedenti.
-Ti devo ricordare che ora sono single?- domandò sorridendo. – Teoricamente potrei farmi qualsiasi cosa respiri, sono in astinenza da settimane e ho una voglia matta di farmi una scopata come si deve, vedrò che posso fare, cucciolo. – aggiunse prendendogli la mano.
Harry sperò per davvero che Grace avrebbe mantenuto la parola.

Nella casa rimbombava nelle casse quella dannatissima canzone, la rossa odiava quella canzone, la odiava da morire, nella mente le balenò l’idea di andarsene a gambe levate non appena vide che la gente la osservava in quella maniera, non era stata via poi così tanto.

“Grace, tesoro, sei nel tuo ambiente. Tu sei Grace Fitch, la regina delle feste ad alto tasso alcoolico e dei night di Bristol, fai vedere a queste troiette cosa significa avere il mondo ai tuoi piedi.” Pensò e sorrise.

Senza esitazione lasciò Harry all’uscio e si diresse verso un tavolo dalla tovaglia rossa ricoperta di bottiglie di liquori, vodka, scotch e altre strane bevande che non riuscì a riconoscere a causa della luce scarsa, prese un bicchiere e lo riempì fino all’orlo di vodka liscia mischiata a rum all’aroma di cocco.
Non appena lo finì decise di andare a ballare, si ritrovò nel bel mezzo del salotto a muoversi tra due ragazzi mai visti che se la contendevano allungando le mani su di lei, circondandole a turno i fianchi con le braccia e facendo scendere le mani fino sul suo fondoschiena. Le piaceva avere tutte quelle attenzioni e constatare che non era cambiato niente, che lei era la solita ragazza facile e che i ragazzi facevano la fila per ballare con lei e per cercare di portarsela a letto.

A metà della sera la testa cominciò a girarle, nella sua mente riecheggiavano tutti quei: “Hey tesoro, facciamo due salti?”, “Zucchero, sei una bomba.”, “Di sopra c’è una camera libera, ti va di sentirti la donna più fortunata del mondo per una notte?”.
Ovviamente aveva mandato tutti al diavolo, nessuno di loro era alla sua portata, non erano altro che matricole di college di serie b tornate in città per l’estate, tutti delle mezze cartucce che non meritavano nemmeno un minuto del prezioso tempo di Grace Fitch.

La rossa tornò verso al tavolo dei liquori e si vuotò un bicchiere di vodka per mandar giù l’ennesima compressa di Valium che la faceva stare tranquilla e rilassata, nonostante tutto aveva le mani che le tremavano e il suo drink sbatteva da un lato all’altro all’interno del bicchiere, ne rovesciò un po’ sulla moquette, ma non ci fece caso.
Si soffermò sul fatto che le sue mani non avevano mai tremato così tanto se non per il freddo lo scorso inverno, guardò come quel liquido verde ciondolava da una parte all’altra senza che lei potesse opporsi, sentì una presenza alle sue spalle ma non ci fece caso.
Le circondò la vita e la strinse a sé, Grace pensò che era il solito ragazzino ubriaco che cercava di portarsela a letto, ma poi si accorse del profumo, amava quel profumo.
-Hai le mani che tremano, che c’è che non va?- domandò Zayn levando il bicchiere dalla destra di Grace e poggiandolo sul tavolino, strinse le sue mani, strette. Gli era mancato terribilmente il profumo di fragola della sua rossa, il contrasto della sua pelle contro quella terribilmente pallida di lei, gli era mancato tutto di lei.
-Niente.- rispose schiettamente e si staccò da quell’abbraccio sebbene avrebbe voluto rimanere stretta nella sua presa per sempre, si voltò e guardò il ragazzo negli occhi. – Ti ho detto che è finita, Malik. – sbuffò finendo ciò che c’era nel suo bicchiere, l’unica cosa che aveva notato del suo ex ragazzo erano gli occhiali da vista, adorava quando lui si metteva gli occhiali da vista al posto delle lenti a contatto.
- Lo so, ti ho solo chiesto perché sei di nuovo in questo stato, nulla di più.- rispose il ragazzo sorridendo, la sua Grace era bellissima quando era fragile, con quello sguardo perso, gli occhi lucidi e pieni di malinconia, con la bocca corrucciata in quell’espressione di finta sicurezza.
- Sono solo ubriaca e poi non sono cazzi tuoi, almeno non più. – disse Grace stringendo i pugni e guardandosi attorno in cerca di Harry che l’aveva incastrata alla stessa festa con Malik. – Devo andare.- aggiunse facendosi spazio tra la folla e rifugiandosi in bagno, il tremore alle mani non era ancora svanito e si sentiva la testa pesante, non era colpa dell’alcool.

Si guardò allo specchio per un po’, era perfetta, non uno sbaffo di mascara sulla guancia, non un capello fuori posto o il corpetto del vestito storto, era la solita Grace, la solita e fottutissima Grace che da troppo tempo non era più se stessa e fingeva che tutto stava tornando alla normalità anche se in realtà tutto andava a rotoli.
Per qualche strana ragione di ritrovò, di nuovo, sull’orlo del pianto isterico con le mani che tremavano ancora di più e una fame fottuta senza riuscire a mantenere il controllo della situazione. Uscì da quel bagno dopo le sollecitazioni di un paio di ragazze e un ragazzo che avevano bisogno della camera per farsi una gran scopata, si ritrovò a sbattere contro il petto di Malik, era rimasto lì fuori tutto il tempo ad aspettarla perché sapeva che c’era qualcosa che non andava.

Conosceva fin troppo bene la sua Grace.

-Mi stai seguendo?- domandò la ragazza incrociando le braccia. – Se è così smettila, ci stiamo facendo solo del male per nulla.
- Zitta Fitch, non dire nulla che rovini il momento come tuo solito. – Malik sorrise e le prese la mano, non era da lui essere così dolce, ma al diavolo, non aveva mai amato nessuno nella maniera in cui amava Grace. – Questa non è la cantante meglio del Valium che piace a te? – domandò sorridendo quando sentì quella canzone di Lana Del Rey che usciva dalle casse.

Serial Killer, la canzone preferita di Grace, la loro canzone, quella che la rossa canticchiava dopo ogni volta che avevano fatto l’amore, mentre si pettinava i capelli.

Grace annuì e seguì Malik al centro della pista, si strinse a lui con le braccia intorno al suo collo e la testa appoggiata al suo petto mentre lui le circondava la vita.
-Cosa c’è che non va?- domandò lui, sussurrandolo all’orecchio.
- Niente. – rispose e si strinse ancora più forte a lui, mimando con le labbra ogni singola parola della canzone, sorridendo al ricordo di tutte quelle volte che Zayn la prendeva in giro per la sua passione nei riguardi di Lana Del Rey.
- Capisco quando menti.
- Lo so. – sorrise. – Am I what your heart desires?- domandò sussurrandoglielo all’orecchio, seguendo il testo della canzone.
Il ragazzo sorrise, notando quanto fossero lucidi gli occhi di Grace e quanto forte lo stesse stringendo.
-Non devi nemmeno chiederlo. – sussurrò mentre continuavano a ballare sulle note di quella canzone, sulle note della loro canzone, una di quelle che esprime tutto e niente allo stesso tempo, una che descrive perfettamente due persone e il loro rapporto incasinato.  

La canzone finì e fu sostituita da una di quelle assordanti, fatte al mixer da qualche ragazzino che si credeva il nuovo Skrillex, ma i due rimasero insieme; Grace non voleva staccarsi da Zayn, non voleva staccarsi dalla sua ancora, solo il pensiero le faceva male, la colpiva al petto con un colpo di Winchester.

-E’ tardi.- sussurrò la ragazza all’orecchio di Malik. – Devo trovare Harry e tornare a casa, ho la testa che mi gira.
- Ti accompagno io. – disse Zayn prendendole la mano per non farla scomparire tra la folla. – Harry se la sa cavare. – aggiunse sorridendo.
Zayn e Grace arrivarono al parcheggio e salirono sul pickup del ragazzo, la rossa non poteva credere che le era mancata addirittura la guida spericolata di Malik e l’odore dell’ Abremagique dell’auto. La portò a casa, ma allungò il tragitto, voleva passare tutto il tempo del mondo con lei nonostante Grace non proferisse parola e stesse rannicchiata in un angolo del sedile guardando fuori dal finestrino.

Salirono fino al diciassettesimo piano dove abitava Grace, Malik la guardò negli occhi morendo dalla voglia di baciarla, di assaporare le sue labbra color ciliegia e affondare le mani tra i suo capelli rossi.
-Vuoi entrare?- domandò con un filo di voce la ragazza, giocando con l’orlo del suo vestito.
- Sei sicura?- chiese a sua volta Zayn.
Grace annuì.

La voglia di fare l’amore li travolse, ma nessuno dei due si scompose o si mosse, Grace stava sempre nel suo angolo di divano con le ginocchia strette contro il petto, ma adesso c’era Zayn con lei e la solitudine era svanita.
La stringeva a sé come se non volesse più lasciarla andare, come se non si fossero mai lasciati e avessero messo da parte tutti i loro fottutissimi problemi e il loro orgoglio.

 








Dopo questa cosa mi ritiro, il fatto è che 
sono diventata una sentimentale del cazzo
e non riesco a staccarmi da tutti i miei personaggi.
Beh, che dire, questo avrebbe dovuto essere il 13esimo
capitolo di Burn Everything you Loved, ma era
troppo Fluff per la fanfiction, così, l'ho trasformato
in One Shot, spero vi piaccia.
Baci, Freddie

   
 
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