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Autore: Hypnotic Poison    31/07/2013    3 recensioni
Erano sei anni che poteva considerare la sua vita – quasi – normale. Anche se di cose ne erano cambiate parecchie. [...]
« Beh! Che c’è, non si salutano più gli amici da queste parti? »
« Cosa ci fai tu qui! »
[...]
« Stamattina… non è scattato nessun allarme, niente di niente, ma i computer si sono riaccesi automaticamente sui dati del progetto Mew. » [...]
« Ora voi parlate. E vi conviene dire tutta la verità. »

[ATTENZIONE: STORIA IN REVISIONE. Aggiornati al 04/02/2024: 1-18]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Mint Aizawa/Mina, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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One more dawn




Erano anni che a Tokyo non si verificava un incidente del genere.

Le ambulanze andavano e venivano senza sosta, gli ospedali erano pieni di feriti e la stampa era come impazzita. Tutti volevano sapere cosa fosse successo; tutti, ancora una volta, erano impazienti di scoprire come le Mew Mew avevano nuovamente salvato la città.

Fortunatamente, quando i soccorsi erano iniziati ad arrivare al Tokyo Dome, le ragazze erano già ritornare normali, e non erano state riconosciute da nessuno; erano passate semplicemente per delle vittime di quell'attacco.

Ma tutto questo, per Ryan, era soltanto un dettaglio all'interno dei problemi molto più grandi che stava affrontando in quel momento.

Era seduto da ore su una delle scomode sedie di metallo ed eco-pelle della sala d'attesta della stessa clinica in cui anche lui era stato ricoverato; era riuscito a far mandare lì le ragazze, dove era sicuro che ci sarebbero stati meno problemi. La clinica, comunque, era piena di altre persone, mandate lì direttamente dal General Hospital, che non riusciva a contenerle tutte.

Esalò pesantemente, la fronte appoggiata contro i pugni chiusi, i gomiti sulle ginocchia.

Erano quattro ore che Strawberry era nascosta in chissà quale sala operatoria; quattro ore che a lui stavano sembrando quaranta; quattro ore in cui nessuno si era degnato di dirgli niente.

Avvertì la sedia accanto alla sua strisciare contro il pavimento bianco quando qualcuno la spostò, poi una tazza di caffè apparve nel suo campo visivo.

Ti farà bene,” gli disse sottovoce Kyle.

Grazie,” la sua voce gracchiava, e si schiarì la gola prima di prendere un sorso. Il calore della bevanda si sparse velocemente nel suo stomaco, facendolo rabbrividire.

L'amico lo osservò, i capelli spettinati, gli occhi arrossati, la bocca tesa in una linea dura, e gli mise una mano sulla spalla, stringendo forte: “Ancora nessuna novità?”

Ryan scosse la testa: “No, non mi hanno detto niente.”

Nessuna nuova, buona nuova.”

Le ragazze come stanno?” domandò prima di prendere un altro sorso.

Un po' ammaccate, ma si riprenderanno. Stanno dormendo tutte ora.”

In altre tre sorsate, il caffè, nero e bollente come solo poteva dargli conforto, era tutto finito. Accartocciò la tazza di carta, facendone una pallina e lanciandola con precisione nel cestino dall'altro lato del corridoio.

Bel tiro,” un signore sulla quarantina, qualche sedia più in là, gli fece un sorriso titubante, a cui il biondo rispose con un cenno “Anche lei è qui per l'incidente al Dome?”

L'americano annuì: “Sì. Mia moglie è rimasta... coinvolta.”

Anche la mia,” il signore si grattò il collo “Ha il bacino fratturato, ma poteva andarle peggio. Ho sentito che al General la situazione è caotica.” lo scrutò per qualche istante “Lei è Shirogane, vero?”

Ryan sorrise: “Già.”

E' facilmente riconoscibile,” rise l'uomo “Non se ne vedono tanti come lei in giro. E la sua foto è appesa tra gli altri finanziatori della clinica.”

Kyle nascose un sorriso dietro ad un finto sbadiglio; sapeva che al suo amico non piacevano tutte quelle attenzioni, soprattutto quando era così preoccupato, e l'accorciarsi delle sue frasi ne era un segno.

La porta che conduceva al corridoio delle sale operatorie si aprì, e ne uscì un medico che si rivolse a quel signore, togliendo un altro giorno di vita al biondo.

Il moro gli batté una mano sul ginocchio: “Non mancherà tanto, vedrai.”

Lui si passò una mano sul volto; non era neanche sicuro di ciò per cui la stavano operando, né della gravità della situazione. Sapeva solo che aveva perso molto sangue, e che il taglio nella sua divisa, e conseguentemente nella sua pelle, era lungo quanto il suo avambraccio.

Dov'è Kim?” chiese dopo qualche altro minuto di silenzio.

Al Caffè con Pie e Tart. L'ho lasciata che stava dormendo.”

Ryan non riuscì a fermare la risatina che gli scappò dalle labbra: “Credo che, dopo di te, Pie sia il miglior babysitter che abbia mai avuto. Kim lo adora.”

Esatto, è in buone mani,” Kyle si unì alla risata “Gli darò il cambio non appena Pam si sveglierà.”

L'orologio alla parete segnò le sei in punto; il Sole era riapparso lentamente dopo il temporale, e lanciava raggi titubanti contro le spesse finestre.

Dimmi, Kyle, è finita questa volta?”

Il moro sospirò: “Zaur dice di sì. I rilevatori non trovano più niente;l'energia è scomparsa del tutto, le uniche presenze aliene sono quelle già conosciute. I simboli delle ragazze sono rimasti, ma sono sbiaditi. Credo che sia perché gli alieni rimangono qui.”

Le porte scorrevoli si aprirono una seconda volta, un medico percorse il corridoio con passo svelto e sicuro dritto verso Ryan, che scattò in piedi.

Signor Shirogane?” lui annuì “L'operazione è andata a buon fine. Siamo riusciti a fermare l'emorragia interna, ma la signorina Momomiya ha perso molto sangue, quindi dovrà stare in assoluto riposo. Vorremo tenerla qui in osservazione per qualche giorno per evitare complicazioni.”

Grazie, dottore,” gli strinse forte la mano “Posso vederla?”
Il medico annuì: “E' nella stanza 420, si risveglierà tra poco non appena sarà finito l'effetto dell'anestesia.”

Fece per aggiungere qualcosa, ma Ryan era già scattato verso la stanza, dimentico del resto. La stanchezza che gli appesantiva le gambe non fermò la sua corsetta, e si arrestò solo quando fu davanti alla porta bianca.

Dovette fare un respiro profondo prima di abbassare la maniglia ed entrare in silenzio.

Strawberry era stesa tra le lenzuola candide, i capelli scarmigliati sul cuscino e poco colore sulle guance; ma era lì, e la sua pelle era calda e morbida.

Le prese la mano, sedendosi sulla poltroncina accanto al letto, sorridendo quando la vide arricciare il naso come faceva tutte le mattine prima di svegliarsi.

Ehi,” la salutò, scostandole la frangia dagli occhi “Come ti senti?”

La rossa aggrottò le sopracciglia, gli occhi semi-chiusi: “Mmmhm... dove sono?”

Sei in ospedale, sei appena uscita dalla sala operatoria.”

Ah, giusto,” si strofinò gli occhi usando la mano del biondo, poi si bloccò all'improvviso “Ryan?”

Sì?”

Deglutì un paio di volte: “C'è un ago nella mia mano sinistra, vero?”

Il ragazzo scoppiò a ridere, dandole un bacio sulla punta del naso: “E' la flebo, ragazzina, e no, non te la possiamo togliere. Hai perso un sacco di sangue e hai bisogno di riposo.”

Ma a me fanno paura gli aghi,” piagnucolò, evitando accuratamente di guardare la sua mano.

Ryan le accarezzò una guancia: “Lo so, ma è un male necessario.”

Se lo dici tu,” si accoccolò meglio contro i cuscini, intrecciando le loro dita “Mi dispiace averti fatto preoccupare.”

Lui le diede un buffetto sulla fronte: “Un giorno di questi mi farai venire un infarto.”

Ti ho ripagato per l'ultima volta che ci sei finito tu qui,” lo afferrò per la camicia e lo attirò dolcemente a sé, per scambiarsi un lungo bacio.

Ti amo,” le sussurrò sulle labbra quando si separarono, godendo del rossore che le riempì le guance.

Anche io ti amo,” gongolò lei felice, scattando per rubargli un altro bacio veloce, ben sapendo che presto non avrebbero potuto godere di molti attimi da soli.

Infatti, dopo pochi minuti passati a fare le fusa come i gatti che erano, furono interrotti da un veloce bussare alla porta.

Siete decenti?” Mina infilò la testa nella stanza con un ghigno ironico, facendo alzare ad entrambi gli occhi al cielo.

Vorrei che osservaste la mia eleganza in questo orrendo camice da ospedale,” scherzò la mora, andando ad abbracciare l'amica “Per fortuna che me ne posso andare!”

Strawberry occhieggiò il braccio ingessato: “Cosa ti sei fatta?”

Polso rotto,” sospirò la Mew bird “Ma non crediate che questo mi fermerà dal ballare, nossignori.”

Le altre come stanno?”

Pam ha qualche costola incrinata, niente di grave fortunatamente. Lory ha una gamba rotta, mentre Paddy ha un enorme bernoccolo in testa e vogliono tenerla un po' qui per escludere una commozione cerebrale, ma per il resto sta bene. Eravamo tutte preoccupate per te, così hanno mandato me, visto che sono l'unica che si può alzare.”

Eri preoccupata per me? Mi sento onorata!”

Quiche si unì a loro, un cerotto sulla guancia e dei documenti in mano, ma sorridente: “Ehilà, micetta. Sono felice di vederti tutta intera e pronta a ribattere.”

La rossa gli fece un gesto di saluto con la mano, e l'alieno, camuffato da umano, si rivolse alla sua ragazza: “Sono i documenti per uscire, se li vuoi firmare.”

Che meraviglia!” Mina si chinò per stringere in un altro abbraccio la Mew gatto “Torniamo domani a trovarti, d'accordo?”

Strawberry annuì, le parole che vennero soffocate in uno sbadiglio; rimasti soli, Ryan le baciò le nocche della mano che ancora stringeva: “Posso lasciarti sola cinque minuti per andare in bagno? Ho anche abbandonato Kyle senza dirgli nulla.”

Lei ridacchiò: “Certo, prometto che non scappo.”

Con un altro bacio sulla fronte, il biondo uscì velocemente dalla stanza, mentre lei sbadigliava per una seconda volta.

Un soffuso bussare le fece alzare lo sguardo verso la porta, dove sostava Espera, in abiti umani, con un'espressione timida sul volto.

Ehi,” Strawberry le rivolse un sorriso stanco “Entra pure.”

L'aliena si avvicinò al lettino, osservando un po' a disagio quella stanza per lei così strana, e appoggiò cauta la mano sopra quella della rossa: “Sono contenta che tu stia bene.”

Il contatto con Espera le diede sollievo immediato, ed ancora una volta la Mew rosa si stupì della forza dei suoi poteri: “Voi come state?”

Non c'è male. Kert si rimetterà presto, Sunao è stata veloce a riportarlo a Gaia. Dovrà stare fermo per qualche tempo, sarà quella la cosa più difficile.”

Risero entrambe, un po' anche a smorzare quella tensione strana tra di loro. Non erano certo amiche, ma come altro potevano definirsi dopo tutto quello che avevano affrontato assieme?

Tu lo sapevi, vero?” domandò Strawberry dopo qualche istante di silenzio. “Mi ricordo il modo in cui mi hai guardata al Caffè.”

Espera annuì: “Mi dispiace, davvero.”

Non dirglielo, d'accordo?” le strinse la mano con forza “Per favore, non dirlo a Ryan. Non voglio che lo sappia, si prenderebbe tutto il peso sulle spalle pensando che sia colpa sua, perché è stato lui a farci diventare Mew Mew.”

D'accordo.” l'aliena sospirò, alzandosi dalla sedia di plastica “Ora devo andare, devo controllare i miei feriti.” ridacchiarono di nuovo “Ripartiremo appena ci saremo ripresi tutti, ma prima vorremmo... non so, festeggiare con voi, credo.”

La rossa sorrise: “Sono certa che a Kyle non dispiacerà tenere chiuso il Caffè per un pomeriggio.”

Espera la salutò con un gesto della mano, e Strawberry si adagiò contro i soffici cuscini, sospirando. Quando l'aliena se ne era andata, l'esaustione l'aveva colta di sorpresa. Non le piaceva neppure stare da sola in quella stanza asettica, con quel fastidioso beep dei monitor attorno a sé e quell'orrendo ago piantato sulla sua mano. Solo guardarlo le faceva salire la nausea.

Si passò una mano sul ventre piatto, lisciando le pieghe delle lenzuola. Troppo piatto, e che così sarebbe rimasto.

Era vero, allora. Non ne era stata certa, non aveva voluto esserne certa. Eppure, in cuor suo, l'aveva saputo; e, al tempo stesso, anche quella eventualità era stata messa in conto, nel momento stesso in cui aveva messo piede al Tokyo Dome.

-E' tutto finito,- pensò, cercando di respingere l'odioso groppo in gola -Finalmente è tutto finito. Possiamo ricominciare.-

Chiuse gli occhi, lasciando scorrere un'unica lacrima, e si addormentò.


***


Espera lasciò l'ospedale, lanciando un'occhiata furtiva intorno a sé prima di teletrasportarsi.

L'aria fresca della vecchia villa Mitsuma l'avvolse dandole conforto, e senza indugio si diresse verso la camera che condivideva con Rui.

Il compagno non si mosse quando lei scivolò nel letto accanto a lui, troppo stanco quasi per sorriderle: “Stanno tutte bene?” borbottò.

Direi di sì,” Espera si accovacciò contro il suo petto, rilassando le membra provate dagli sforzi di quella giornata “Sunao ha già riportato qui Kert?”

Mmmhmm. Credo che vogliano stare il più lontano possibile dal Consiglio.”

E' comprensibile,” l'aliena chiuse gli occhi, espirando la sua stanchezza “Avremo un po' di spiegazioni da dare.”

Possono attendere,” Rui passò un braccio attorno alla vita di lei, e riprese a dormire.

Nel salotto in penombra, Zaur e Sunao parlavano a bassa voce, quest'ultima intenta a fasciarsi le ferite che aveva riportato.

Avresti fatto meglio a fartele medicare a Gaia,” osservò l'alieno moro.

Ho sempre fatto da me,” ribatté lei, avvolgendosi una garza bianca attorno alla caviglia “E come vedi, non mi sono mai rimaste cicatrici. Meno mi vedono ferita, meno sanno cosa si combina per volere del Consiglio. E meno conoscono i miei punti deboli.”

Zaur abbozzò ad un raro sorriso, lasciando cadere la testa all'indietro contro la poltrona: “Stai diventando troppo sospettosa.”

Sospetto è il mio secondo nome,” ironizzò la Messaggera, prima di essere interrotta da uno sbadiglio.

L'alieno dai poteri del Nulla la osservò con un solo occhio aperto: “Sei esausta, Sunao. Stiamo dormendo tutti, vai anche tu.”

Sunao si alzò, stiracchiandosi i muscoli e scrocchiando il collo: “Buonanotte, Zaur.”

Lui rispose con un cenno del capo, sistemandosi meglio sulla poltrona, e lei si avviò sbadigliando verso la sua stanza.

Facendo il meno rumore possibile, affondò le mani nella brocca di acqua fresca, spruzzandosela sul viso dove ancora c'erano tracce di sangue ormai secco.

Dopo aver portato Kert a Gaia e averlo lasciato in mani fidate perché si prendessero cura di lui, era stata convocata in fretta e furia davanti al Consiglio per un rapporto dell'ultimo minuto, senza avere neanche un secondo per respirare.

Si guardò allo specchio, controllando i graffi sottili sul collo e sul viso, passandosi le dita tra i capelli violetti per snodarli. Era decisamente esausta, forse anche più degli altri.

Togliendosi il vestito, strappato e sporco di sangue che non era suo, osservò il riflesso dell'alieno che dormiva alle sue spalle, la gamba destra fasciata e issata sopra un cuscino, il braccio sinistro abbandonato sopra gli occhi, e fu felice di constatare che le guance avevano ripreso colore.

Non si mosse nemmeno quando lei gli si sdraiò accanto, girata verso la porta così da essergli di schiena. Avrebbero fatto i conti con le conseguenze delle loro azioni in un altro momento.


***


Quando Strawberry si risvegliò, era già mattina. Si stropicciò gli occhi, guardandosi intorno.

L'orologio alla parete segnava le otto, un'ora per lei normalmente abominevole, ma d'altronde aveva dormito per quasi tredici ore; la giacca di Ryan era accartocciata sopra una poltroncina, segno che anche il ragazzo aveva passato la notte lì. Avvertì una punta di tristezza a non trovarlo accanto a lei, visto che si era addormentata prima che lui tornasse.

La porta si aprì, ed una dottoressa dal viso simpatico incorniciato da lunghi capelli castani le sorrise: “Signorina Momomiya? Sono la dottoressa Shiori, potrei parlarle un attimo?”

Strawberry annuì, puntellandosi sui gomiti così da sedersi, e l'altra donna scorse la cartellina attaccata alla fine del letto: “Io sono una ginecologa, signorina. Mi dispiace riferirle che, a causa delle ferite ricevute, lei ha subito un aborto spontaneo.”

La rossa sorrise tristemente, mentre le parole le rimbombavano nelle orecchie: “Io non sapevo nemmeno di essere incinta. Mi era venuto il dubbio la mattina stessa dell'incidente, quando avevo visto il pacchetto di assorbenti, ma non ho più avuto il tempo di controllare...”

Quindi nemmeno suo marito ne era al corrente?”

Lei scosse la testa: “No, e preferirei che rimanesse così. Sarebbe un duro colpo per lui.”

Mi dispiace, davvero,” la dottoressa Shiori le offrì un sorriso caloroso, posando una mano sulla sua spalla “Ma la voglio anche tranquillizzare, tutto è a posto. Non ci saranno problemi per future gravidanze, dovrà solo riguardarsi un po' più del solito. In ogni caso la terremo sotto controllo durante la sua degenza qui.”

Grazie,” Strawberry sorrise di rimando, un po' più sollevata, nonostante avesse già voglia di scappare da quel posto e rifugiarsi nelle sicure mura di casa sua.

Una matassa di spettinati capelli biondi fece capolino dalla porta, sovrastando l'espressione confusa di Ryan: “Buongiorno. Va tutto bene?”

La dottoressa gli tese la mano: “Buongiorno, signor Shirogane, io mi chiamo Rumiko Shiori. Sono venuta soltanto a scambiare quattro chiacchiere con la signorina Momomiya e a rassicurarla sulla sua salute.”

L'americano la occhieggiò: “Non ci sono problemi, vero?”

Assolutamente no,” Shiori si scambiò un'occhiata d'intesa con la Mew rosa “Ora vogliate scusarmi, ma devo continuare il giro di visite.”

Quando la dottoressa fu uscita, Ryan si voltò verso la ragazza: “Sei sicura di star bene?”

Lei annuì, prendendogli la mano: “Sono solo controlli di routine per qualcuno a cui hanno squarciato la pancia.”

Non dire così, sciocca ragazzina,” ribatté il biondo con una smorfia preoccupata, dandole un buffetto sul naso “Soprattutto non adesso che stanno arrivando i tuoi genitori.”

Oh no,” Strawberry mugolò, sbattendosi le mani sulla faccia “Adesso mio padre mi ucciderà. Gli sarà venuto un infarto quando gli avrai telefonato! Ora che ci penso...” aprì le dita quanto bastava per poterlo guardare “Tu come fai ad essere ancora vivo?”

Un brivido invisibile percorse la schiena del ragazzo: “Fortunatamente ha risposto tua madre al telefono. Farei meglio ad andarmene di qui, che dici?”

Assolutamente no!” la rossa lo agguantò per una manica “Rimani qui ed affronta il tuo destino insieme a me!”

Il consueto rumore di sottofondo li avvertì che l'uragano coppia Momomiya stava per colpirli a tutta forza.

La mia bambina!” Sakura si lanciò sulla figlia, stringendola in un abbraccio mozzafiato, singhiozzando disperata.

Mamma... mamma, sto bene,” boccheggiò la più giovane, lasciandole delle pacchettine rassicuranti sulla schiena.

Oh, piccola mia, mi hai fatto morire di paura! Sapevo che eri maldestra e ti sei sempre fatta male, ma non sei mai finita in ospedale per una cosa del genere! Com'è successo, cos'hai fatto?!”

Mentre Strawberry raccontava una scusa più o meno plausibile riguardo le sue ferite e l'attacco al Dome, Ryan uscì lentamente dalla stanza, per lasciare spazio ai genitori della ragazza e permettere loro di passare un po' di tempo assieme indisturbati.

Prese il cellulare di tasca, mandando un messaggio a Kyle per sincerarsi delle condizioni di Kimberly, e controllò alcuni notiziari online, accertandosi che, come sempre, l'identità delle Mew Mew fosse protetta. Tutte le prime pagine, ovviamente, riportavano la notizia della battaglia e di come strane forze si fossero alleate per sconfiggere il nemico, ma nessuna di esse si avvicinava in modo pericoloso alla realtà.

Ragazzo. Ti devo parlare.”

Alzò lo sguardo, trovandosi Takashi a poca distanza, un'espressione scura in viso. Ryan non aveva paura di molte cose, ma doveva ammettere che, anche per il rispetto che provava per lui, il signor Momomiya era capace di incutergli parecchio timore.

Vorrei sapere com'è successo,” continuò l'uomo al silenzio del ragazzo.

Gliel'ho detto al telefono. Eravamo al Dome per partecipare alla festa, quando tutto è iniziato a cadere...”

Stronzate!” Takashi gli si avvicinò ulteriormente, il viso furente, inchiodandolo contro al muro “Ho visto i notiziari, ho visto le condizioni degli altri feriti. Ci sono tanti punti che non quadrano. So per certo che voi non dovevate nemmeno essere alla partita, perché io ci portavo sempre Strawberry da piccola, e mi aveva telefonato qualche giorno prima per raccontarmi quanto fosse dispiaciuta di non poterci andare.”

Le ho fatto una sorpresa,” ribatté Ryan a denti stretti; non riusciva a capire da che parte stesse andando a parare il signor Momomiya, ma le accuse che sembrava gli stesse mandando non gli piacevano per nulla.

La sua è una ferita da taglio,” Takashi lo ignorò, gli occhi color pece che bruciavano di rabbia “E tu, tu sei tutto intero.”

L'americano sentì il sangue ribollirgli nelle vene: “Non crederà forse che io abbia aggredito Strawberry ed abbia usato l'attentato al Dome come copertura, vero?”

L'uomo scosse la testa: “Se avessi pensato che tu sia quel tipo di uomo, ti avrei tenuto lontano da mia figlia e mia nipote molto tempo fa. Voglio solo la verità.”

Ognuno sostenne lo sguardo dell'altro, ognuno cercando qualche tipo di conferma. La mente di Ryan viaggiava veloce, rovistando per un appiglio che potesse soddisfare il suocero; sapeva bene, però, che in quel momento non ne sarebbe stato in grado.

Anche quando lei era più piccola, ogni tanto notavo qualcosa di strano, ma non riuscivo mai a capire... poi è finito tutto all'improvviso, e adesso è ricominciato...” la voce del padre di Strawberry si affievolì “Ho sempre avuto un sospetto, ma mi sembrava impossibile, neanche lontanamente immaginabile che la mia bambina...”

Signor Momomiya, io non so di cosa lei stia...” tentò il biondo, ma l'uomo più anziano sventolò una mano per fermarlo.

Avanti, ragazzo, dimmelo. Strawberry è... è una di... loro?”

Gli occhi ghiacciati si spalancarono, il loro proprietario rimase senza fiato. Com'era possibile che Takashi Momomiya avesse scoperto il segreto?

Egli rise senza divertimento, passandosi una mano tra i capelli: “Sembro pazzo, lo so. Ma è l'unica spiegazione che mi viene in mente per spiegare il comportamento di mia figlia. Sakura crede che io non l'abbia mai capita, invece sono sempre stato bravo a comprenderla, solo che non ho mai voluto dire niente. Credevo che certe cose dovessero essere risolte semplicemente tra madre e figlia. E poi, quella in rosa le è maledettamente somigliante.”

Ryan rimase in silenzio, chiedendosi se l'uomo stesse ancora parlando con lui o piuttosto da solo.

Non voglio neanche sapere cos'è successo, come è successo, se sia sempre stato così. Mi pare logico che anche tu abbia a che fare con tutto ciò.”

Takashi, signore. La devo pregare di non rivelare niente di tutto ciò a nessuno, nemmeno a sua moglie,” il biondo si staccò dal muro, osservando preoccupato il suo interlocutore “La segretezza sta alla base della sicurezza di sua figlia, e di tutte le altre.”

Takashi annuì: “Vorrei solo sapere se... se è mai stata più in pericolo di così?”

Le posso assicurare che ho sempre fatto di tutto perché fossero sempre al sicuro,” il ragazzo tentò di sviare il più possibile la domanda, ben sapendo che in realtà l'uomo davanti a sé non ne voleva la risposta.

D'accordo,” Takashi si allontanò da lui, le spalle basse ed incurvate. Sembrava che dieci anni in più fossero improvvisamente calati su di lui.

Ryan lasciò andare un lungo respiro, riaggiustandosi la maglietta, seguendolo a breve distanza nella stanza di Strawberry.

Lei gli lanciò un'occhiata curiosa, rispondendo alle domande della madre, e lui le rispose con un sorriso che tentava essere rassicurante.

Poteva fidarsi di Takashi? Sì, era sicuro che quell'uomo avrebbe fatto di tutto per la figlia, come d'altronde lui avrebbe fatto per la sua; quindi il loro segreto era in buone mani. Takashi aveva senz'altro realizzato i rischi che porre quella domanda comportava, ed anche quelli che sarebbero sorti se per caso si fosse lasciato sfuggire anche un solo dettaglio della faccenda.

Si sedette nella poltroncina che aveva occupato tutta notte, che gli fece dolere il fianco, osservando come la rossa interagiva allegramente con i suoi genitori. Improvvisamente, gli mancò Kimberly, la persona più vicina e simile a lui che potesse avere, l'unico collegamento materiale al concetto di famiglia a cui lui potesse avvicinarsi.

Ryan, caro?” alzò lo sguardo su Sakura, che gli si era avvicinata con il solito sorriso premuroso “Tu sei sicuro di stare bene? Ti sei fatto controllare dai medici?”

Sì, grazie, non si preoccupi,” rispose, un po' più duro di quanto avrebbe voluto “Ho solo passato l'intera notte su questa sedia, e sono un po' stanco.”

Perché non ti fai accompagnare a casa da mamma e papà?” s'intromise Strawberry “Casa mia è più vicina a qui che la tua, puoi farti una doccia e mangiare qualcosa di decente. Sono sicura che papà ha dei vecchi vestiti che ti staranno bene.”

Non poté non trasalire alla scelta di parole della rossa; a volte si dimenticava di quanto in realtà lei fosse giovane ed ancora, in certi versi, dipendente dalla sua famiglia.

Si alzò di scatto dalla sedia, schiarendosi la gola: “No, grazie, ma non voglio creare disturbo. Se volete rimanere un po' qui da soli con Strawberry, io passo da casa mia, poi da Kyle per prendere Kimberly. Dovrei essere di ritorno tra non più di due ore.”

Lei si accigliò, vedendolo salutare tutti con solo un gesto della mano ed un sorriso forzato, ed uscire prima che lei potesse aggiungere più che un Ciao. Aveva forse detto qualcosa di sbagliato?


***


Anche dall'altra parte della città, nel covo degli alieni, la giornata era incominciata presto, con la sensazione che la vita potesse ricominciare a scorrere in modo normale.

Rui era steso sul divano, la schiena scoperta, Espera seduta vicino a lui che armeggiava con batuffoli di cotone e una bottiglietta sigillata.

Quale malefico intruglio stai usando che brucia da morire?” esclamò l’alieno.

La compagna sorrise: “Qui sopra c’è scritto ‘Acqua ossigenata ’. E non lamentarti tanto,

visto che so che non fa così male… Kyle ha detto che fa molto bene per i tagli ed è un ottimo disinfettante, quindi ho deciso di provarlo invece di usare i nostri unguenti.”

Sì ma almeno quelli non sono così terribili!”

Non ti lamentare, fratellino, c'è qualcuno che sta peggio!” Kert entrò zoppicando nella stanza, sostenuto da Pharart, la gamba destra ancora fasciata e piegata.

Espera roteò gli occhi: “Dovresti stare a riposo assoluto, la ferita non si è ancora rimarginata!”

Seles, sai meglio di me che non sono capace,” si appoggiò al bracciolo del divano “Ho già riposato abbastanza, avevo bisogno di uscire dal letto.”

Lei non commentò, limitandosi a constatare la punta di nervosismo e fastidio di una certa aliena seduta sul davanzale, e ritornò a prendersi cura delle ferite di Rui.

Dovresti ringraziarla, ti ha salvato la vita,” sussurrò Pharart all'orecchio dell'amico mentre lo accompagnava verso il balcone.

Chi ti ha detto che sono qui per parlare con lei?” replicò il maggiore dei Tha.

L'alieno biondo gli lanciò un'occhiataccia: “Se ho fatto tutta questa fatica a portare in giro il tuo culone da novanta chili per niente, ci penso io a ucciderti con le mie mani.”

Lui ghignò e si staccò da lui, saltellando su una gamba sola per gli ultimi metri fino al davanzale, sul quale si lasciò cadere pesantemente.

Dovresti davvero smetterla di alzarti ed andartene, la mattina.” scherzò irriverente.

Sunao lo guardò di sbieco: “Pensavo fosse quello che volevi da tutte quelle che entrano nel tuo letto,” replicò acidamente.

Kert reclinò il capo, godendosi il Sole sulla pelle fresca: “Ti avevo detto di non farlo, Sunamora.”

-E invece l'ho fatto lo stesso,- voleva borbottare, ben sapendo a cosa si riferisse (*), ma si morse la lingua. Sia per non dargli la soddisfazione di vederla fare una ripicca come una bambina, sia perché dirlo a voce alta non avrebbe fatto altro che renderlo ancora più reale e lei più vulnerabile.

Credevo saresti stato più gentile con chi ti ha salvato la pelle,” decise invece di rispondere.

Mi sembra di averti ringraziato abbastanza già a Gaia.”

Lei sbuffò. Ne aveva già avuto abbastanza di quella conversazione. Il suo lavoro era stato fatto, non vedeva l'ora di tornarsene a casa e rimanerci per sempre. Ancora una volta, avrebbe cancellato il suo viso dai suoi ricordi... o almeno ci avrebbe provato.

Cosa facciamo adesso? Riguardo le Mew Mew?” Kert interruppe il filo dei suoi pensieri.

Sunao scrollò le spalle: “Il Consiglio vuole che torniamo tutti a casa. Diranno che fin dall'inizio la missione era finalizzata ad eliminare Profondo Blu, così il popolo sarà contento.”

Otto mesi sulla Terra buttati al vento, quindi.”

Non per il Consiglio. Ci faranno una figura migliore se la spacceranno per una missione di pace.”

Kert sbuffò, innervosito. “Immagino che dovremo seguire le regole.”

La Messaggera si alzò: “Ci sarà una grande festa al vostro ritorno, dovresti esserne contento.”

Lui la osservò, curioso: “Tu te ne vai?”

Sunao sciolse i lunghi capelli: “Non ho più nulla da fare qui, e non appartengo alla squadra della missione. Non sarà per me, la festa. Sai benissimo che molte delle cose che faccio devono rimanere segrete.”

Lasci a noi tutta la gloria?”

L'aliena sorrise, sprezzante: “Se fosse la gloria ciò di cui vado in cerca, non sarei la Messaggera del Consiglio.”

Allora cosa cerchi?”

Lei scosse la testa, incamminandosi verso l'interno della villa: “Ciao, Tha.”

Kert incrociò le braccia dietro la testa: “La Sunao che conoscevo io una volta non sarebbe mai scappata. Lei adorava le sfide, ed amava dimostrare di essere la più forte di tutti.”

Sunao si bloccò. La stava forse prendendo in giro? Non aveva mai voluto curiosare troppo nella sua mente, ma in quel momento era poco lontana dal farlo.

Se c'era una cosa che non poteva sopportare, era che Kert Tha giocasse ancora più sfrontatamente con i suoi sentimenti.

-Già, sentimenti,- pensò con una punta di disgusto. -Ed io che lo lascio anche fare.-

Si sentì afferrare per un polso, ritrovandosi quella faccia da schiaffi ed il suo ghigno irriverente a poca distanza dalla sua.

Torniamocene a dormire,” le sussurrò con un luccichio malizioso negli occhi “Ho ancora due o tre trucchetti da insegnarti...”

Lei alzò gli occhi al cielo, cercando di liberare il braccio. Fino a qualche mese prima, sarebbe stato tutto ciò che avrebbe voluto; invece era caduta nella trappola che lei stessa aveva creato, nonostante molte volte si fosse giurata che sarebbe stata attenta perché aveva già patito troppo, e lui era così insopportabilmente sicuro di sé per lasciarlo vincere a quel modo, dopo tutto quello che lei aveva costruito per proteggersi e vincere.

La stretta di Kert si rafforzò sulla sua pelle interrompendo ancora i suoi pensieri, la tirò lentamente a sé appoggiando la fronte contro la sua e catturandole le labbra in un bacio simile a quello che le aveva dato al Dome: forte, deciso, e per certi versi, disgraziatamente dolce.

E ci metterò tanto, tanto, tanto tempo ad insegnarteli...” mormorò l'alieno quando si staccarono, guardandola dritta negli occhi.

Avrebbe tanto voluto mandarlo al diavolo tante volte quanti furono i battiti accelerati del suo cuore... invece si limitò a rispondere al suo ghigno con un sorriso malizioso, voltandogli le spalle, e a mandare al diavolo Espera che si stava mentalmente beando di aver avuto ragione per l'ennesima volta.


***


Ryan percorse lentamente il corridoio della clinica, esattamente due ore dopo esserne uscito, come aveva previsto.

Era passato da casa e si era concesso un pisolino di mezz'ora, una doccia fresca e una tazza di caffè bollente. Poi era passato da casa di Kyle, mettendolo al corrente di ciò che Takashi Momomiya aveva scoperto. Come lui, l'amico aveva mostrato grande stupore.

Ma sono certo che il segreto rimarrà comunque al sicuro,” gli aveva detto, allungandogli la borsa con le cose di Kimberly mentre il biondo se la issava su un fianco “Sai benissimo cosa un padre potrebbe fare per la propria figlia.

Condividere lo stesso pensiero di Kyle l'aveva sempre rincuorato; per lui era come un fratello maggiore, una guida che gli indicava la direzione giusta in qualunque situazione.

Le tendine erano ancora tirate nella stanza di Strawberry, ma non ne usciva suono, quindi dedusse che i suoi suoceri se ne fossero andati. L'aprì con calma, in caso si fosse addormentata, perciò si sorprese di trovarla sveglia e vigile.

Ehi, eccoti qua!” esclamò sorpresa “Volevo chiamarti, ma poi mi sono resa conto di non avere idea di dove sia il mio cellulare.”

L'americano appoggiò giubbotto e casco della moto sulla poltroncina, dirigendosi poi verso la sedia più vicina al letto: “I tuoi effetti personali sono tutti qui, nelle cassette di sicurezza. Vuoi che vada a riprenderli più tardi?”

Sì, grazie,” la rossa lo osservò sedersi “E Kim?”

Sono passato a prenderla a casa di Kyle e l'ho portata da Mina e Quiche, perché sono gli unici che possono tenercela per un po'. Non poteva venire qui, non vogliamo che vi contagiate a vicenda.”

Giusto. Però non vedo l'ora di vederla.” gli prese la mano “Va tutto bene?”

Sì, è solo che... no, niente, lascia perdere.”

Dai, dimmelo.”

Ryan appoggiò il mento sulla mano: “E' che a volte, con tutte le cose che abbiamo passato, mi dimentico di quanto tu sia ancora... piccola.”

La rossa si acciglio: “Piccola?”

Lui rise, tracciando linee invisibili sul palmo di lei con un dito: “Prima hai chiamato casa quella in cui abitavi con i tuoi genitori, nonostante ti fossi già trasferita nel tuo monolocale, e siano ormai quasi due che abiti con me. Tendi a farlo molte volte. Non hai nemmeno ancora cambiato il tuo cognome con il mio. So che può sembrare sciocco, e non sei nemmeno tenuta a farlo, ma ogni tanto mi sembra come se non riuscissi ancora a considerare noi come una famiglia.”

Il singulto che provenne dalla gola della ragazza gli fece alzare lo sguardo di scatto, andando ad incrociare gli occhioni marroni pieni di lacrime.

Ti ho ferito,” singhiozzò Strawberry “Mi dispiace, ma lo sai che quando io sto male mi trasformo nella bambina piagnona e mi manca la mamma, e...”

Oh, baby,” Ryan non riuscì a trattenere un sorriso mentre si sedeva sul bordo del letto e la stringeva dolcemente tra le braccia “Non devi piangere per una sciocchezza simile. Lo so che sei una frignona.”

Lei rise tra le lacrime, strofinando la guancia contro la sua maglietta: “Antipatico... e comunque noi siamo una famiglia. Però il mio cognome mi piace di più del tuo.”

In effetti mi riporta a tempi divertenti chiamarti Momomiya.”

Mi sfruttavi sempre.”

You loved it.

Un leggero bussare alla finestra li distrasse; il biondo si alzò e scostò la tendina, rivelando Quiche dall'aria stanca con in braccio Kim, ciuccio in bocca e le guance striate da lacrime asciutte.

Cos'è successo?” domandò l'americano, uscendo velocemente nel corridoio e prendendo in braccio la bimba.

Si è svegliata da un riposino e voleva disperatamente la mamma,” gli spiegò l'alieno “Così mi sono teletrasportato qui prima che anche Mina si mettesse a piangere dallo sconforto.”

Mama!” esclamò la piccola, appoggiando la manina contro il vetro e chiudendo e aprendo le ditina paffute come la rossa stava facendo dalla sua stanza.

Mommy's sick, bumblebee,” le disse il padre “Devi stare un po' con la zia Mina, poi papà stasera viene a prenderti.”

Mama what?” domandò lei, gli occhioni marroni pieni nuovamente di lacrime.

La mamma è inciampata e si è fatta la bua,” le spiegò pazientemente Ryan, per una volta usando un termine da bambini anche con la sua precoce bimba.

Questa si girò nuovamente verso la finestra, sorridendo quando Strawberry le lanciò un paio di baci.

Ci stai un po' con lo zio Quiche e la zia Mina? Ci sono un sacco di stanze da esplorare e un sacco di vestiti! Stasera torniamo a casa, d'accordo?”

Kimberly guardò il suo papà: “Ice-cream?”

Il biondo rise, dandole un bacio in fronte: “Sì, mangiamo anche il gelato, ma non diciamolo alla mamma!”

Lei annuì, convinta ma ancora un po' titubante, e allungò le braccia verso lo zio, che sorrise.

Ci sai fare con le donne, eh biondino?”

Con lei soprattutto,” si salutarono con un sorriso, e Ryan ritornò dentro la stanza mentre Quiche si teletrasportava nuovamente verso casa.

Strawberry sbadigliò per l'ennesima volta, appoggiandosi meglio sui cuscini: “Non vedo l'ora di andarmene a casa. Odio l'ospedale.”

Lo so, ma non uscirai di qui finché non lo dice il medico, non un giorno prima.”

Sì, capo.”


***


Una settimana dopo, l'estate arrivò in grande stile, risollevando gli animi mentre Tokyo si riprendeva pian piano dall'attacco e ognuno tornava alla solita, tranquilla ed amata routine.

Il Caffè Mew Mew era ormai chiuso per ferie, e lo sarebbe stato fino alla fine d'agosto, per permettere al suo staff di godersi di un po' di meritato riposo dopo mesi a dir poco avventurosi.

In quel momento, però, una piccola “festa d'addio” stava volgendo al termine – gli alieni di Gaia erano pronti per ritornare sul loro pianeta.

Be', non c'è molto da dire,” esclamò Kyle, in mano un fresco bicchiere di limonata “Come in passato, siamo riusciti ad abbattere le diversità tra di noi ed unirci per una causa comune, e questo è motivo sicuramente di festa.”

Basta che voi cugini non vi mettiate di nuovo in testa di distruggerci,” scherzò Quiche con un ghigno, lanciando un'occhiata poco carina al cugino dagli occhi dorati.

Rui scosse la testa, sorridendo: “Abbiamo parlato con il nostro Consiglio. La Terra sarà lasciata in pace e considerata un alleato prezioso.”

In altre parole, se mai un giorno avrete bisogno, fate un fischio,” Pharart rivolse a tutti un occhiolino.

Strawberry, seduta su una sedia perché ancora convalescente ed uscita giusto quella mattina dalla clinica, annuì: “Lo stesso vale anche per voi.”

Espera fece un passo avanti, le gote colorite per quell'atmosfera di contentezza così estranea tra di loro: “E' arrivato il momento di andare. Vi ringraziamo anche per l'ospitalità che ci avete offerto.”

Ryan le sorrise, tendendole la mano: “Il piacere è stato nostro.”

Si strinsero tutti la mano a vicenda, con Paddy che come al solito strafece lanciandosi ad abbracciare ognuno degli alieni, perfino Sunao.

Mettevi in contatto con noi, ogni tanto!” esclamò contenta la più giovane del gruppo “Le tecnologie di Pie sono sicuramente in grado di raggiungervi!”

Il Comandante annuì con un sorriso: “Lo faremo di certo.”

Si avviarono tutti verso il parco, nel luogo dove l'astronave aliena era stata nascosta al loro arrivo grazie a degli speciali schermi, e si salutarono per un'ultima volta.

E così, anche questa è fatta,” commentò Kert, osservando il gruppo che diventava sempre più piccolo mentre lentamente la navicella prendeva quota.

Sunao rise: “Sei diventato triste?”

No, però forse un po' mi mancherà la Terra e tutti i suoi divertimenti strani. Chissà, magari ogni tanto potrei prendere una capsula e scendere a fare un giro.”

Zaur e Pharart si scambiarono un'occhiata preoccupata prima di ridere, e la Messaggera scosse la testa, in fondo anche lei divertita, allacciandosi una cintura attorno alla vita per prepararsi al salto di velocità che presto avrebbero fatto.

Ricambiò il sorriso di Espera, ed entrambe chiusero gli occhi, contente. Era finalmente ora di tornare a casa.


Sulla Terra, le Mew Mew rimasero a naso in su finché quel puntino lontano sparì all'improvviso.

Bene, se ne sono andati!” Paddy si stiracchiò, lanciando le braccia al cielo in un turbinio di capelli biondi “Siamo ufficialmente libere... ed in vacanza!”

Mi sembra che sia passato un secolo dalla prima volta che gli abbiamo incontrati,” commentò Mina, incamminandosi sul sentiero che portava al Caffè “Ve lo ricordate?”

E come dimenticarlo!” le rispose la Mew Gialla “Erano talmente belli!”

Tutte risero, lanciando occhiatine nervose ai ragazzi davanti a loro.

Cosa farete adesso?” domandò Lory, saltellando cauta sulle stampelle “Io e Kyle pensiamo di andare qualche giorno negli Stati Uniti una volta che sarò guarita.”

Io devo tenere quest'orrendo gesso ancora una settimana, poi incomincerò fisioterapia e contemporaneamente i miei allenamenti, e poi voglio andare qualche giorno in Francia a rilassarmi,” esclamò contenta la Mew Blu.

Io inizierò le riprese di un film tra poco, ma non dovrebbe essere una cosa lunga,” rispose pacata Pam.

Invece io e Tart andremo in Cina a trovare mio papà!” Paddy saltellava da un piede all'altro poco davanti a loro “E grazie al teletrasporto non dovremo pagare niente.”

E tu, Strawberry?”

La rossa sorrise alla sua amica dai capelli verdi: “Credo che io e Ryan andremo un po' al mare con Kimberly a non fare assolutamente nulla.”

Oh, lo so io cosa farete...!” sogghignò la Mew blu, causando un'improvvisa comparsa di orecchie e coda da gattina nere.

Paddy si bloccò all'improvviso, con sguardo triste: “Ma... allora non ci vedremo mai, questa estate.”

Non dire così,” Pam le mise una mano sulla spalla, sorridendole serena “L'hai appena detto, con il teletrasporto sarà facilissimo raggiungerci quando vorremo.”

E poi abbiamo già passato abbastanza tempo assieme, non ti pare? Tutto questo stress mi sta facendo venire le rughe!”

Quello che Mina vuole dire,” Strawberry guardò di sbieco la ballerina “E' che ci meritiamo tutte un po' di vacanze e di relax, per riprenderci e staccare un po'. Ma non per questo ci perderemo di vista, in fondo ci siamo ritrovate dopo cinque anni! Sono stati anni intensi, non credete?”

Ci fu un mormorio di assenso generale, mentre ognuna si perdeva nei propri pensieri riguardo a tutto ciò che avevano passato da quel giorno in cui, per caso, o molto più probabilmente per destino, si erano ritrovati tutti davanti al Caffè ormai abbandonato, quasi due anni prima.

E poi, Paddy,” la rossa riprese, con un sorriso “Il tuo diciottesimo compleanno è il sette agosto, quindi dovremo assolutamente ritrovarci al mare e festeggiare!”

Sìììììììììììììì!” la biondina spiccò un salto “Hai sentito, capo?”

Ryan si girò, ormai avvezzo a quel nomignolo che comunque continuava a negare: “Cosa state combinando voi cinque?”

Niente, si fanno solo programmi per l'estate,” Strawberry lo raggiunse, agganciandosi al suo braccio libero, l'altro impegnato a reggere Kim.

Non ditemelo, avete intenzione di sfasciarmi di nuovo la casa al mare, vero?” sospirò lui.

Eddai, Mister Biondo, non potresti vivere senza di noi,” lo prese in giro Mina.

Non chiamarmi così!”

Kyle sorrise, aprendo la porta del Caffè: “Su, forza! Ci sono i dolci da finire, poi possiamo chiudere ed andare ufficialmente in vacanza!”

Alla parola dolci, tutto il gruppetto si mosse più velocemente, ridendo e scherzando con una leggerezza di spirito che non avevano provato per un lungo tempo.

Il moro li osservò ad uno ad uno, con affetto, notando quanto fossero in fondo cambiati in quei mesi passati assieme.

Tutto era iniziato lì, al Caffè, molti anni prima; era ripreso nel medesimo posto ed ora era lì che si chiudeva, lasciando spazio a qualcosa di nuovo, intrecciato con quel filo rosso del destino che li univa tutti e che non si sarebbe mai spezzato.

Con un ultimo sorriso, chiuse la porta.









(*) Cfr. Cap. 19 Burning in me





Chi è che finisce un capitolo alle undici di sabato sera? Ioooooo :D Chi è che non ha Internet per pubblicarlo subito? Sempre iooooooooo xD Adesso le vacanze sono finite (sad face) e quindi eccomi qui ^^

Mi sono fatta prendere come al solito la mano, ma è il penultimo capitolo (argh) e dovevo tirare un po' le fila di tutto :)

Spero di non essermi dimenticata niente, e spero che la conclusione della storia vi stia piacendo. Come avete visto, sono stata abbastanza clemente ;) Se vi dicessi come sarebbe dovuta finire all'inizio, nella prima “bozza”, probabilmente mi lincereste XD Ah, nota informativa per chi come me è fissato con date ed età: qui dico che Paddy ha 18 anni perché ho fatto due conti veloci: la fic è stata iniziata nel 2006 perché era il periodo in cui si trasmetteva l'anime, quindi il “passato”. Più cinque anni (il salto che fa la fic) si fa il 2011, più due anni di avventure fa il 2013, cioè ora ;) Senza volerlo, lo giuro!

Spero di riuscire a terminare e pubblicare l'ultimo capitolo prima del 25 agosto, quando teoricamente dovrei partire... ma non posso assicurarvi nulla perché si sta rivelando difficile xD

Bene, ringrazio davvero chi è arrivato fin qui – ho avuto un sacco di letture in più del solito per il capitolo precedente, quindi grazie moltissimo perché sono stata piacevolmente sorpresa! Magari lasciatemelo un commentino, dai, giusto perché stiamo arrivando alla fine ;)

Un bacione a tutti e a presto con l'ultimo capitolo!!!

Hypnotic Poison

   
 
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