Fanfic su artisti musicali > Duran Duran
Ricorda la storia  |      
Autore: wilderthanthewind    31/07/2013    2 recensioni
JoSi bromance ispirata alla canzone "The Chauffeur (Blue Silver)".
«Facciamola leggere agli altri! Ah, e non dimenticare, entro domani quei pantaloni leopardati devono coprire le MIE gambe»
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Colonna sonora.

___________________________
I FEEL YOU SMILING


Chiuse gli occhi.

Ecco Simon, nei suoi pantaloni rosa leopardati, con il suo accento meridionale, il suo sorriso smagliante. Si avvicinò al microfono, per iniziare a cantare quelle canzoni anni ‘70 che gli piacevano tanto, stringendo il suo quaderno, come se fosse un bambino con il suo orsacchiotto. Il Rum Runner esplose di euforia: era lui il nuovo frontman dei Duran Duran; gli altri parevano già sapere che il suo timbro così originale sarebbe rimasto impresso nel cuore di tante persone, e il suo volto avrebbe fatto impazzire migliaia e migliaia di ragazzine. Ma lui, lui sapeva che oltre ad aver trovato posto nel cuore delle fan, Simon aveva appena trovato posto nel suo cuore. Gli si avvicinò incuriosito, e fece «Hey, dove li hai presi questi?», indicando i pantaloni tanto attillati quanto scintillanti del cantante. «Piacere, John… lo sai che un giorno me li presterai, vero?», proseguì, ridendo. «A dire il vero, provengono dal mercato», rispose con una mano a coprirgli quel sorriso a trentadue denti, come se stesse rivelando un segreto. Si avvicinò a un tavolino per appoggiare il suo quaderno, e John lo seguì, sempre più curioso. «Cos’hai lì?», chiese gentilmente, osservandolo. Probabilmente non aveva mai visto un quaderno così logoro prima di allora; i fogli straripavano e sulla copertina era incollata un’etichetta con su scritto"Poesie"Un titolo breve e conciso per un quaderno, ma allo stesso tempo interessante, pensò John. «Oh, nulla di che», sussurrò Simon quasi timidamente, guardando verso il basso, ma continuando a sorridere. «Hai presente quelle notti che sembrano non esser fatte per dormire? Ecco, quelle notti le passo su questo quaderno». Sfogliando le pagine, emergevano fogli con delle macchie di tè, altri strappati, altri ancora ricoperti di scarabocchi. Tra quei pasticci di inchiostro, John notò una poesia intitolata "The Chauffeur":

«Out on the tar plains, the glides are moving 
All looking for a new place to drive 
You sit beside me, so newly charming 
Sweating dew drops glisten, freshing your side»

«Ma è grandiosa, amico!», esclamò John più entusiasta che mai, dando una pacca sulla spalla di Simon. «Facciamola leggere agli altri! Ah, e non dimenticare, entro domani quei pantaloni leopardati devono coprire le MIE gambe».

Tornò alla realtà, il tempo di far scendere qualche lacrima. In pochi secondi aveva ripercorso l’inizio di quella grandiosa amicizia, l’inizio di tutta la sua vita. L’inizio dei sorrisi, dei segreti da confidare, dei consigli da chiedere, delle gioie e delle delusioni da condividere. Forse, prima di allora, non si era mai reso conto di quanto gli volesse bene. Forse, non si era mai reso conto del fatto che Simon fosse molto più del suo migliore amico: era tutto ciò che poteva desiderare. Rannicchiato sul terrazzo, alzò il capo per ammirare il tramonto e sentire il vento sfiorargli il volto. Credette di non aver mai visto uno spettacolo così appassionante nella sua vita: era meglio di qualsiasi concerto, meglio di qualsiasi opera d’arte. Il bagliore del sole calante, l’arancio che si mescolava col rosso, il rosa, il viola e quel che restava d’azzurro, le rade nuvole scure che macchiavano il cielo, il mare che luccicava come se fosse composto di cristalli, il profumo della salsedine, lo avvolgevano, come se anche lui fosse una nuvola, una parte di cielo, una goccia d’oceano, o il sole stesso.

Improvvisamente sentì una melodia familiare, di una chitarra acustica. Non una chitarra qualsiasi; lui la conosceva molto bene, forse più di se stesso. Si alzò immediatamente, dimenticando il tramonto: rientrò in casa, e rimase quasi abbagliato da quel sorriso. Come nel 1980, come al Rum Runner. Come quando c’erano solo loro due, e quel quaderno di poesie. «Out on the tar plains, the glides are moving», intonò Simon. John gli si sedette a fianco per cantare insieme a lui, commosso, cercando di convincersi che fosse il sole ad irritargli gli occhi.

«And the sun slips down bedding heavy behind 
The front of your dress all shadowy lined 
And the droning engine throbs in time 
With your beating heart»

Si unirono in un abbraccio, un abbraccio che sembrava non finire mai, ed entrambi ne erano contenti: non c’era niente di più rassicurante delle loro braccia intrecciate. «Ti voglio bene», sussurrò Simon tra le lacrime. «Ma non mi hai ancora dato i tuoi pantaloni leopardati rosa», rispose John, fingendosi offeso.
E tra le risate, prese anche la sua chitarra, per creare nuovamente quell’atmosfera magica.
Sing blue silver.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Duran Duran / Vai alla pagina dell'autore: wilderthanthewind