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Autore: unamorecomemusica    31/07/2013    1 recensioni
Harry e Kim.
Due ragazzi. Acqua e terra. Due mondi completamente diversi. Due ragazzi così diversi, eppure così simili.
Se ti ho incuriosito almeno un po' aprite la storia e lasciate una piccola recensione, grazie :) x.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, mi chiamo Kim, ho 16 anni e vengo da Holmes Chapel. In questo momento mi trovo allo scoglio delle sirene, così nominato dai marinai degli anni ’20 per i numerosi avvistamenti di queste mistiche creature, a fantasticare su come potrebbero essere fisicamente queste creature.
Mio padre dice che sono state mandate dal demonio per impossessarsi del mondo terrestre, ma dopotutto stiamo parlando di un uomo che si ubriaca ogni sera. Io al contrario, penso che siano molto intelligenti e laboriose.
“Voi esistete, dovete solo farvi vedere” ad interrompere il mio monologo con le sirene è un gruppo di ragazzi che prendono a calci un ragazzo gay; lo conosco… mi pare che di chiami Louis Tomlinson“anzi, meglio che stiate sott’acqua, dove nessuno vi può vedere o farvi del male.”
Rimango con i piedi immersi nell’acqua a guardare l’orizzonte per quelli che sembrano minuti, forse ore…ma non importa; anzi è meglio.
Da quando mia madre è morta e mio padre si ubriaca e torna tardi ogni sera con una ragazza diversa, l’unica cosa che posso fare è stare a dormire fuori o da qualche mia ‘amica’. Ad interrompere i miei pensieri cono alcuni singhiozzi provenienti dallo scoglio vicino. Mi alzo e mi dirigo verso il rumore.
Una volta arrivata vedo che provengono da un ragazzo (girato si spalle) con i piedi immersi in acqua, una ragazzo dai capelli scuri e ricci.
“Perché? Perché non hai preso me invece di lei? Perché proprio lei?” cominciò ad urlare facendomi spaventare“Perché proprio la mia mamma?” finì.
Dopo qualche minuto si calmò, rimanendo seduto a contemplare il paesaggio notturno che quella sera Holmes Chapel offriva. Decisi di avvicinarmi, giusto per vedere come stava, ma non appena feci un passo in avanti il ragazzo saltò in acqua guardandomi con gli occhi fuori dalle orbite. Lo stesso feci io, solo che io ero scioccata per il semplice fatto che al posto delle gambe aveva…la coda.
“C-chi sei?” mi chiese.
“Mi chiamo Kim e vengo da Holmes Chapel; tu invece?”
“Io sono Harry e vengo da…beh forse l’hai capito da dove vengo…” disse quasi con tono sconfitto.
“Si, l’ho capito. Ma non devi preoccuparti, non farò del male a te o ai tuoi amici.” Gli sorrisi dolcemente.
Passammo tre ore abbondanti a parlare semplicemente di noi. Delle nostre vite. Lo conoscevo da poco, ma già mi fidavo di lui e lui si fidava di me. Mi aveva raccontato che sua madre era morta da qualche giorno ed era per questo che prima piangeva.
Era un ‘ragazzo’ molto bello: occhi di un verde così puro che sembravano essere stati estratti dallo smeraldo, capelli ricci e scuri che gli ricadevano morbidamente sulla fronte, adorabili fossette comparivano quando sorrideva e un sorriso…mio Dio. Il suo sorriso era la cosa più bella che avessi mai visto in tutta la mia giovane vita; illuminava l’intero scoglio.
“Kim, posso dirti una cosa?” mi chiese.
“Certo, Harry.”
Arrossì prima di parlare“Ehm, ecco…S-sei molto bella!” esclamò in fine.
“Oh, grazie Harry.” Fu tutto quello che riuscì adire“Anche tu.” Dissi più a me stessa che a lui.
“Kim, io non sono bello. Non potrei mai esserlo… Insomma guardami! Sono un essere ripugnante: mani palmate, coda al posto delle gambe, orecchie a punta, pelle blu a chiazze scure. Sono un mostro, non merito di vivere.”
Io rimasi scioccata, non sapevo cosa dire. Lui era tutto tranne che brutto.
“Tu invece; sei stupenda. Guardati,” mi fece sporgere tanto quanto bastava per far vedere il mio riflesso in acqua “sei perfetta.” Sussurrò infine, inchiodando le sue iridi verdi nelle mie marroni. Era la prima volta che qualcuno mi diceva queste cose, con una sincerità così pura. Mai nessuno mi aveva fatta sentire così.
In quel momento capì che lui, Harry, aveva qualcosa di speciale, di diverso. Forse fu questo ragionamento che portò le mie labbra ad incontrare le sue in un bacio che racchiudeva tutto la dolcezza di questo mondo.
Le sue labbra erano fredde e morbide.
Harry fu il primo a staccarsi.
“Mi dispiace, ma non posso…” disse prima di tuffarsi in acqua e sparire nel nulla. Io rimasi a guardarlo tutto il tempo, con le labbra dischiuse; che voleva dire che non poteva? Perché era scappato? Ma soprattutto, perché mi era piaciuta la sensazione delle sue labbra sulle mie?
Rimasi a pormi centinaia di domande fino a quando il Sole non si fece spazio nell’orizzonte. Mentre tornavo a casa, pensavo ad Harry. Mentre mi lavavo, pensavo ad Harry. A scuola, pensavo ad Harry. Mentre mangiavo, pensavo ad Harry.
Distesa a letto pensavo che misono innamorata di una sirena. 

  
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