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Autore: Ily18    10/02/2008    2 recensioni
Come avrete capito si parla di un matrimonio e ovviamente ci sn Michael e Sara...
ma nonostante la fede, nn sempre le cose vanno come si desidera...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Michael Scofield, Sara Tancredi | Coppie: Michael/Sara
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il gran giorno che Sara aspettava da tanto, era arrivato.
Aveva sempre sognato il giorno delle sue nozze e, finalmente, ora il suo sogno stava per diventare realtà.
Certo, le cose non erano andate proprio come avrebbe voluto e le emozioni che provava non erano proprio quelle che aveva immaginato, ma lei e Matt si conoscevano da un po’ di tempo ormai e finalmente lui si era deciso a proporsi.

Sara si era presa qualche giorno prima di rispondergli e accettare.
Si chiedeva spesso se questa fosse la scelta giusta, dopotutto il solo fatto che non gli avesse risposto subito voleva pur dire qualcosa.
Nonostante negasse, Sara sapeva a cosa, o meglio a chi, questa insicurezza era dovuta.
Scosse la testa e prese un respiro profondo prima di guardare, per l’ennesima volta, la sua figura riflessa nell’alto specchio che si trovava davanti.
Oramai era rinchiusa in quello stanzino della chiesa da qualche minuto e poteva sentire gli ospiti che lentamente riempivano la sala principale.

Riprese a guardarsi allo specchio. L’abito bianco, senza bretelline e con una leggera scollatura, che si era fatta confezionare, le stava veramente benissimo e le dava un’aria quasi angelica, per non parlare della particolare acconciatura che l’aveva costretta a svegliarsi ad un orario improponibile.
Ma nonostante l’abito le piacesse sempre più e i corti capelli raccolti in quei fermagli perlati la facessero sentire perfetta, Sara sentiva che c’era qualcosa che stonava.
Distolse per un secondo lo sguardo dallo specchio e quando lo riposò, l’immagine che vide riflessa le fece gelare il sangue.

“M…Michael??” chiesa balbettando sorpresa, mentre fissava l’immagine del ragazzo riflessa nello specchio.
Non aveva avuto il coraggio di girarsi a guardarlo, il solo rivederlo dopo tanto tempo l’aveva quasi paralizzata. Come osava tornare proprio ora, proprio oggi?

“Ti porterò fuori di qui” le rispose stando dietro di lei e guardandola negli occhi attraverso lo specchio.
Nonostante fosse passato tanto, troppo tempo dall’ultima volta che si erano visti, Michael non aveva dimenticato quanto fosse bella.

Finalmente Sara si girò per guardarlo negli occhi.
I suoi occhi azzurri erano rimasti gli stessi di tanto tempo fa e fu quasi sorpresa di notare che, come sempre, le trasmettevano un senso di pace e sicurezza, mentre, ne era sicura, i suoi gli stavano facendo capire quanto fosse agitata al solo pensiero di trovarsi in quella situazione.
Due anni senza vederlo, eppure quella piacevole sensazione di sentire dei brividi quando gli stava vicino non era scomparsa.

“Cosa?? –chiese scioccata nel sentire le sue parole- Ti rendi conto che nel giro di cinque minuti devo andare là fuori a sposarmi?” gli fece notare.

“No, se non è quello che vuoi” le rispose calmo con un sorriso dei suoi.

Cavolo, quanto le erano mancati quei sorrisi e la sua voce ferma; così forte e sicura.
Ma non poteva lasciarsi andare così, non dopo quello che le aveva fatto.

“Michael, non siamo a Fox River, non sono tuo fratello e qui non si tratta di essere salvati e scappare” gli disse cercando di suonare il più convincente possibile.

“Ti sto offrendo una via di fuga perché so che questo non è quello che vuoi” disse ostentando sicurezza.

“Oh certo! E tu sai bene quello che voglio visto che in questi due anni sei sempre rimasto al mio fianco! –gli fece notare ironica- Ah no, a dire il vero sei stato chissà dove a fare chissà che!” continuò stizzita.

“Sai bene che dovevo starti lontano se non volevo che ti succedesse qualcosa… ho dovuto farlo!” disse triste e abbassando per la prima volta lo sguardo.

Sara intuì di averlo ferito con quelle parole, ma era la verità.
Capiva che l’aveva fatto per lei, per non farla soffrire, per farle vivere una vita migliore di quella che lui le avrebbe potuto offrire ma…

“Io volevo starti accanto e tu me l’hai impedito… -gli disse con un tono di voce basso- pensi che costringermi a vivere lontano dall’uomo che amo -Sara lo guardò e si corresse subito- che amavo, volesse dire vivere una vita migliore? –Michael la guardò ferito nel sentire che si era riferita ai suoi sentimenti per lui, al passato- Che starti lontano e non avere più tue notizie mi potesse far iniziare una nuova vita senza rimorsi? –gli chiese retorica- Beh, ti sbagliavi di grosso…” aggiunse guardandolo negli occhi e trattenendo a stento le lacrime.
Non voleva piangere di fronte a lui, non se lo meritava.

“Ora è tutto finito, Sara! –le disse poggiando istintivamente le mani sulle sue spalle nude- Ora possiamo iniziare da zero, solo io e te…”

Il solo sentire nuovamente le sue mani sul suo corpo le fece tornare alla memoria il loro passato; tutte le volte che avrebbero voluto sfiorarsi, ma non avevano potuto; tutte le volte che avrebbero voluto baciarsi, ma non gli era permesso.
E ovviamente il sentire quei brividi che solo lui le faceva provare, e che da quando si erano separati non aveva mai provato con nessun altro, tanto meno con Matt, non rendeva le cose più facili.

“Michael, –disse cercando inutilmente di allontanarsi da lui- non puoi riapparire dopo due anni e pretendere che le cose siano come un tempo, -prese un respiro profondo- né tanto meno chiedermi una cosa del genere” aggiunse con voce stanca mentre le lacrime, che tanto aveva cercato di fermare, le rigavano le guance.

“Sì che posso, –le rispose accarezzandole il viso e asciugandole le lacrime- perché io e te abbiamo così tante cose da fare, ricordi? –Sara tenne il viso basso e non rispose- Pensi che tutto sia cambiato, ma non è cosi! –le fece notare- io ti amo ancora da impazzire e so che in fondo tu senti ancora lo stesso per me, sai perché? Perché continuo ad avere fede…”

Sara tenne sempre lo sguardo fisso sulle sue scarpe, ma sentire che qualcosa era rimasta come se la ricordava lei, le fece comparire un piccolo sorriso sul viso, un sorriso che non passò inosservato agli occhi curiosi di Michael.

“Sai, -Michael vedendo che Sara non ribatteva riprese a parlare- in questi due anni che ti sono stato lontano, ho passato ogni singola notte a fissare le stelle. Mi piaceva immaginare che anche tu le guardavi e pensavi a noi due, a come sarebbe stato bello guardarle insieme dalla nostra amaca”

A queste ultime parole Sara non resistette e sentì l’urgente bisogno di incrociare i suoi occhi con quelli di Michael.
Il solo sentire parlare delle stelle, della loro amaca e di come sarebbe dovuto essere, fece liberare le mille farfalle nel suo stomaco che era riuscita a trattenere finora. Non riusciva a spiegarsi come potesse sentirsi in quel modo per un uomo che avrebbe dovuto odiare. Per quell’uomo che l’aveva costretta a stargli lontano, a rinunciare all’unica cosa buona nella sua vita.
Ma era inutile, per quanto volesse e ci provasse, Sara Tancredi non avrebbe mai potuto odiare Michael Scofield e questo per il semplice motivo che non puoi odiare una persona che ami ancora pazzamente.

“Ti chiedo solo una seconda opportunità, Sara" continuò Michael mentre le accarezzava nuovamente la guancia che aveva ripreso a bagnarsi per colpa delle lacrime che avevano ripreso a scendere.
Sara lo guardò un’ultima volta negli occhi e, dopo aver preso un respiro profondo, buttò fuori tutta l’aria che si era tenuta dentro.

“Sarebbe la terza possibilità… -gli fece notare, mentre non badava più alle lacrime che le continuavano a cadere- e dopo il modo in cui ho sofferto per le due precedenti, non sopporterei un’altra delusione…” continuò scuotendo leggermente la testa.
Era stata forte, stava male per quello che gli aveva detto, per quello che si era appena negata e, ne era sicura, si sarebbe più volte maledetta per questa sua scelta, ma non poteva soffrire di nuovo. Non se lo meritava.

Sara cercò nuovamente di prendere le distanze da Michael, ma le sue mani glielo impedirono.

“Un bacio… -le sussurrò disperato- ti chiedo solo un ultimo bacio e se mi dirai che non senti niente, ti prometto che uscirò da questa stanza nello stesso modo in cui sono entrato"

“Michael non posso” gli rispose con la voce leggermente interrotta dalle lacrime.

“Ti prego Sara…ti chiedo solo un bacio" le disse avvicinandosi sempre di più a lei.

Il cervello le diceva di rifiutare, di non dargliela vinta, ma l’averlo così vicino, respirare nuovamente il suo odore, sentirsi le sue mani calde sul viso e sul corpo, fecero sì che il cuore avesse la meglio.

“Un solo bacio…" gli sussurrò.

Michael sorrise nel sentire che aveva ceduto, sapeva quanto era testarda e il solo fatto che gliel’avesse data vinta gli fece pensare che forse non tutto era perduto.

Sara si sentiva i suoi occhi addosso e il sorriso che gli vedeva stampato in faccia la fece convincere che si era lasciata andare troppo facilmente.
Era consapevole di quello che aveva appena detto?
Era sicura di aver fatto la scelta giusta?
Non fece in tempo a darsi delle risposte perché Michael le cinse dolcemente la vita e la tirò a sé.
Sara non aveva dimenticato la sensazione di protezione che provava ogni volta che i loro corpi venivano a contatto.
Sentì la mano scivolare gentilmente sulla sua schiena, mentre l’altra le accarezzava dolcemente la guancia e avvicinava il suo viso a quello di Michael.
I suoi occhi la fissavano come a recuperare quei due anni passati a vedere tutto tranne che lei.
Notò come Michael avvicinava lentamente la bocca alla sua, nonostante l’evidente impazienza che gli leggeva in viso.
Quell’attesa la stava uccidendo, voleva baciarlo e non voleva più aspettare.

Finalmente le loro labbra s’incontrarono per un tempo che a Sara sembrò infinito.
In tutti questi anni Sara non aveva dimenticato il sapore di menta di Michael, così come Michael non avrebbe mai potuto dimenticare il dolce sapore di fragola del lucidalabbra che Sara usava.
Questo bacio le ricordava quello che si erano scambiati durante il loro viaggio in treno, dolce e romantico all’inizio, irruento e sempre più passionale man mano che le loro labbra restavano unite.

Il bisogno d’aria li costrinse a staccarsi lentamente l‘uno dall’altro.
Entrambi respiravano affannosamente e avevano il battito cardiaco accelerato.
Michael rimase a fissare Sara in attesa di una sua parola, di qualcosa che gli facesse capire cosa ne sarebbe stato di loro.
Ma Sara rimase in silenzio a fissarlo.

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Nel mentre nel salone della chiesa, tutti gli invitati avevano preso posto e aspettavano con impazienza l’arrivo della sposa. Tutti sapevano che sarebbe entrata dal grande portone in legno e avrebbe camminato lungo il tappeto rosso, che divideva la navata centrale, prima di raggiungere Matt sui gradini dell’altare.
L’anziana signora al pianoforte iniziò a suonare la marcia nuziale.
Tutti gli invitati si alzarono automaticamente in piedi, fissando il grande portone e lo sposo raggiunse il suo posto.
Due dolcissime bambine, dai capelli lunghi e mossi, perfette nei loro abitini color carta da zucchero, sbucarono dalle navate laterali e percorsero la navata centrale con due cestini in mano.
La navata che avrebbe percorso la sposa qualche secondo dopo, ora era un tappeto di petali di rosa.
Quando le due bimbe raggiunsero i gradini dell’altare, il grande portone in legno si aprì, catturando lo sguardo sorpreso e impaziente degli ospiti.

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Mentre nel salone della chiesa tutti aspettavano impazienti di vedere uscire la sposa, un ragazzo con una felpa blu e dei jeans strappati scendeva di corsa le scale tenendo la mano ad una ragazza con un magnifico abito bianco.
Entrambi sorridevano felici.
Finiti gli scalini raggiunsero una moto che era parcheggiata lì davanti.

“Sapevi che sarebbe finita così vero?” gli chiese divertita Sara, mentre Michael le porgeva un secondo casco che si era portato dietro.

“Te l‘ho detto, sono sempre lo stesso ragazzo che sceglie di avere fede” le rispose con un sorriso.
Era da molto che Michael non si sentiva così felice, la fede non gli sarebbe servita a molto se quel giorno Sara non avesse deciso di seguirlo.

“Ma…?” gli chiese notando per la prima volta un po’ d’insicurezza nella sua voce.

“Ma c’è stato un momento in cui ho avuto paura che mi avresti lasciato andare via da quella stanza da solo… che saresti corsa da lui” disse guardandola tristemente negli occhi.

Sara non era abituata a vedere Michael triste e senza speranza, ma riuscì a capire quanto fosse serio solamente incrociando il suo sguardo.
Sapeva cosa si provava nell’avere la certezza che non potrai avere al tuo fianco la persona che ami ed era decisa a non far provare quell’orribile sensazione anche a lui.
Gli si avvicinò e lo baciò dolcemente sulle labbra.

“Che vuoi che ti dica Scofield, -gli sussurrò allontanandosi leggermente per poterlo guardare negli occhi- noi cattive ragazze siamo imprevedibili!” aggiunse maliziosa.

Michael sorrise divertito da quella sua battuta e, prima che Sara potesse salire in moto dietro di lui, le strappò un altro bacio.

“Hai già pensato a dove andremo ora?” chiese Sara curiosa, mentre infilava il casco e saliva in sella.

“Potremo andare a vedere le stelle dalla nostra amaca -le rispose mettendo in moto- ti può interessare?” aggiunse sorridendo e girando leggermente il viso per poterla guardare da sopra la sua spalla destra.

“Sai, a dire il vero non m’importa dove andiamo, –gli rispose cingendogli forte la vita- l’importante è che ora siamo insieme…” aggiunse poggiando la testa sulla schiena di Michael.

Michael sorrise felice, le erano mancati quei suoi semplici gesti che riuscivano a farlo sentire così tanto importante.
In fondo Sara aveva ragione, non era importante dove sarebbero andati o cosa avrebbero fatto, l’importante era che ora erano di nuovo insieme.
   
 
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