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Autore: La Chiave di Do    01/08/2013    2 recensioni
Summertime made promises
it knew it couldn't keep.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alex Turner, Miles Kane
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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     Burglary and fireworks:
     the skies they were alighting.

 

*
 

Alex ha passato la giornata al telefono. A parte un paio di sorrisi e un bacio abbandonato sulle mie labbra come una mancia sul bancone di un bar dopo pranzo sembra avermi ignorato per tutta la giornata, uscendo per una lunga passeggiata in giardino durante la quale sono piu' che sicuro abbia parlato tutto il tempo con Alexa. Che idiota, come ho potuto pensare che sarebbe funzionata con lei di mezzo, lei, una sorta di alter ego femminile, il suo corrispettivo, una sorella incestuosa; sarebbe come separare due metà di un frutto perfetto senza usare il coltello. Quel sorriso, quello che gli appare in volto quando parla con lei, al telefono o di persona, il modo che ha di guardarla, anche quando non è presente, come se riuscisse ad immaginarla davanti a sè, quell'espressione improvvisamente piu' raddolcita del solito, come se non gli importasse nulla se improvvisamente un meteorite cadesse in testa, se riuscisse ad avere lei negli occhi come ultimo saggio del mondo, tutto questo scrive a chiare lettere quanto la ami, quanto sia inutile tentare, corteggiarlo e riverirlo come un principe, dal momento che il suo cuore è evidentemente votato a lei, una specie di angelo dagli occhi chiari e il corpo di una fata.

L'ho visto passeggiare col telefono all'orecchio, e rideva di pura gioia mentre il mio cuore s'incrinava di gelosia e terrore, terrore che al suono della sua voce si ricordasse la vera natura del proprio amore, decidesse di concludere in fretta le registrazioni e sparire per sempre dalla mia vita, capendo che dopo due anni di fedele amicizia avevamo sbagliato tutto.

Dopo aver appeso l'ho spiato ragionare fra sè passeggiando avanti e indietro nella zona piu' ombrosa del giardino battendosi il cellulare sul palmo della mano sinistra, come elaborando un discorso, probabilmente cercando le parole adatte a comunicarmi la sua decisione di lasciare perdere, di cancellare quanto accaduto, fingere di essere rimasti i buoni amici di sempre per non buttare alle ortiche tutto l'affetto e la stima costruiti insieme. Io pero' so di non poterlo sopportare, non ora, non oggi, non dopo quanto accaduto ieri sera e questa mattina, non dopo aver capito di aver completamente perso il controllo di me stesso nei suoi confronti; non posso perchè crollerei e ho bisogno di raccogliere le forze per sopportarlo o fingere dignitosamente di riuscirci.
Io esco” lo butto là come se lo dicessi alla porta, non ad Alex.
Dove vai?” lo chiede con gentilezza, e con un sorriso che trasuda la stessa snervante felicità che aveva in faccia durante la telefonata con Alexa; ipocrita.
Fuori”.
Questo lo avevo capito” ride dolcemente “Mi chiedevo se avessi una meta precisa o se vaghi sperduto per la campagna francese senza...”
So cavarmela, grazie” rispondo duramente “Mi faccio un giro”.
Okay” sembra offeso.
Lo vedo riattaccarsi al cellulare prima di richiudermi la porta alle spalle.

 

***

 

Trovare il coraggio di rientrare, di sentirsi crollare addosso tutto il peso delle conseguenze, di lasciarsi avvolgere dall'ansia e dall'ineluttabilità di quanto sta per accadere, sentirsi la fine crollare fra le braccia come una ninfa svenuta e toglierti la forza di abbassare la mano sulla maniglia è l'ultima cosa che avrei voluto fare; sarei rimasto fuori, a piedi, in bicicletta, in auto, a vagare per i dintorni senza meta o a infiltrarmi in studio da solo a registrare inutili sovraincisioni che forse non useremo mai solo per far fruttare qualcosa la giornata in eterno se il sole non avesse deciso di andare a dormire prima di me.
Sono un codardo, me ne rendo perfettamente conto, e tutto quello che vorrei fare è scappare il piu' lontano possibile da questo fazzoletto di Francia e tornarmene a casa per restarci, chi se ne infischia dell'album, dell'affitto pagato per alloggio e studio, della bella vacanza, di Alex: non posso sopportare di perdere un angolo di pace proprio ora che la mia vita sembrava aver preso la giusta svolta, da miserabile musicista da pub a perfetta metà di un duo di una qualità che non si vedeva dai tempi di Lennon e McCartney, o Page e Plant, o Simon e Garfunkel; ma sono altrettanto consapevole che scappando di certo non contribuiro' a tenermelo stretto, piuttosto lo scagliero' lontano da me, come un Edipo che, tentando di eludere il proprio destino, altro non fa gettarglisi incontro.
La maniglia finalmente si abbassa con una facilità che fino a pochi secondi fa avrei creduto impensabile, convinto com'ero che il nervosismo avrebbe piegato la mia mano al suo posto, e con altrettanta facilità la porta si apre, rivelandomi dall'altra parte un Alex ben vestito e nervoso, attaccato al cellulare come quando c'eravamo lasciati. Appena mi vede la sua espressione sembra rilassarsi e strilla gioioso nel cellulare.
Sta tranquillo Peter, è tornato, grazie dell'aiuto” e attacca.
Mi osserva a lungo, forse studiandomi per costruire l'intonazione giusta del suo discorso d'addio, poi finalmente sorride, ma non del sorriso amaro e dispiaciuto che avevo ipotizzato, bensi' un sorriso acceso e solare, come se fosse immensamente felice e sollevato alla mia vista; mi prende una mano, come per accertarsi che sono davvero li' davanti ai suoi occhi.
Miles!” ride felice “E' tutto il giorno che sei fuori, ero in pensiero!”
Tranquilla mamma, sono solo uscito per una passeggiata!” lo schernisco, per stemperare cio' che verrà dopo, certamente peggiore.
Vieni idiota!” mi strattona per la mano, diretto alla camera da letto.
Si puo' sapere che...” ma lo spettacolo che mi si par davanti mi impedisce di continuare a maledirlo: sul letto ha portato il vassoio di legno che ho visto i cucina stamattina, imbandito di stuzzichini francesi -formaggi, confetture, frutta secca e persino fois grais- e una splendida bottiglia nuova del miglior cognac che si fossa trovare in circolazione.
Alex, io...” dopo essermi asmettato un colossale due di picche tutto quello che riesco a spingere fuori dalle labbra sono mezze parole smozzicate e balbettii del suo nome, stupito e grato di quello splendore pronto per me; ma è lui lo splendore piu' grande, nel suo completo migliore come se dovesse partecipare a una cena di gala.
Cognac Delamain speciale” sussurra porgendomi la bottiglia “Sai che non me ne intendo, ma spero valga quel che è costata dolcezza” cosi' dicendo si riprende il cognac quasi strappandomelo di mano e puntandomi l'indice della mano libera al centro del petto, proprio sullo sterno, guidandomi a ricadere seduto sul letto accanto al vassoio, poi si inginocchia di fronte e sfilarmi le scarpe prima di dare possibilità alla mia mente di pensar male.
A mani aperte mi spinge a rotolare fino all'altro capo del letto, e sono io a dovermi premurare di non urtare niente di cio' che lui -o piu' probabilmente la gastronomia piu' vicina- ha preparato, e dopo avermi sistemato dove meglio crede si sfila la giacca e si lancia al mio fianco, facendo ondeggiare il materasso e costringendomi a ridere. Finalmente mi restituisce la bottiglia, invitandomi ad aprirla e lanciandomi battutine allusive supplicandomi di non finirla da solo.
Beh” provo ad accennare dopo aver servito ad entrambi due dita di acquavite e averne annusato l'aroma, decisamente migliore del precedento “Dimmi Alex, vuoi insegnarmi come si beve normalmente il cognac o stai solo facendo il ruffiano?”
"Direi tutte e due le cose”
risponde con un sorriso dolce imitando il ruotare sinuoso del mio polso per spargere il profumo alcolico in tutto il bicchiere “e molto di piu'”.
Quindi... posso?” allungo due dita a raccogliere da un piattino un crostino, ma lui mi ferma prontamente, non solo schiaffeggiandomi il polso, ma anche levandomi di mano il bicchiere per posarlo accanto al suo sul comodino.
Assolutamente no, manca una cosa importante!” ribatte duro, con uno sguardo che mi pietrifica.
Oh, scusa” credo di capire quando mi allungo alle sue labbra per un frettoloso ringraziamento, ma lui si sottrae, come contrariato.
"No, non hai proprio capito!” ride divertito tamburellando le dita sul mio ginocchio con aria maliziosa, scrutando la mia espressione confusa aspettando che io ceda alla curiosità.
Dunque?” lo accontento.
Non faccio in tempo a finire la parola che lo vedo sfilare da sotto il vassoio una mia cravatta di seta, e darle una strattonata tra le due mani con fare minaccioso, come se volesse strangolarmici o darmi una frustrata.
Alex?”
Si lancia alle mie spalle con agilità e mi stringe i polsi in un nodo che non puo' aver imparato da solo, troppo preciso e resistente ma non abbastanza stretto da farmi male; eppure la cosa mi inquieta comunque.
D'accordo Alex, va bene, molto divertente, potresti per favore...”
No” risponde sfoderando un'altra cravatta, nera e di stoffa pesante e coprendomici in fretta gli occhi, e fissandola con un nodo perfetto: sono nella trappola di quel piccolo stupido maniaco.
Bene, sono in trappola di uno psicopatico che, come tutti gli autentici psicopatici, si svela come tale solo quando il suo piano si stende chiaro sotto gli occhi della vittima; probabilmete ha nascosto la chiave per liberarmi in uno di quelle prelibatezze avvelenando tutte le altre, oppure ha drogato il cognac per farmi vivere un'esperienza allucinogena, oppure sono pazzo... qualcosa alla Saw o alla romanzo di Stephen King.
Da cosa vuoi cominciare?” sussurra mentre sento il suo peso che si sposta da dietro di me al lato del letto con il vassoio “dolce o salato?”
Mmh... salato?”
Sento davanti al naso un profumo interessante, molto intenso, a tratti fragrante, e mi ritrovo costretto a schiudere la bocca, dove viene adagiato un minuscolo crostio al formaggio, un formaggio particolarmente forte, con una punta di miele profumato sulla cima: semplicemente delizioso. Poi un paio di labbra conosciute, premute con forza sulle mie: deliziose anche quelle, ma quando schiudo leggermente le mie vi sento riversata una sorsata alcolica, del miglior cognac che si possa chiedere. Tossisco.
Alex!”
Buono?”
Si, ma sembra tu stia tentando di uccidermi”.
Lo sento sbuffare rumorosamente, come un bambino cui è negato il giocattolo nuovo.
Pensavo fosse divertente...” borbotta sciogliendomi i polsi che iniziavano a dolermi un po' per il nodo cosi' preciso “ma sei il solito noioso” mi sbenda e la luce mi acceca, lasciandomi intontito per un po'; decido di regolarla un po' piu' bassa, cosa che grazie a questi tecnologicissimi interruttori francesi è possibile fare.
Va bene, sono noioso” acconsento lanciandomi in bocca un chicco d'uva passa.
Un vecchio”.
Vetusto oserei dire” e mi verso un bicchierino offrendogliene un secondo.
Un vero cagacazzo” conclude accettandolo.
Addirittura”.
Sbuffa.
Alex raccoglie il vassoio e lo porta a passi lesti in cucina: non sembra arrabbiato, anzi, è quasi divertito; probabilmente neppure lui, come me, aveva realmente fame. Già lo so che ci alzeremo stanotte, e fra una birra e una sigaretta sbaferemo tutto, ma stanotte.
Ma quale notte? L'oscurità è già calata da un pezzo, ed è cosi' densa e priva di stelle da far paura, cosi' pura che fa quasi schifo rovinarla col cibo, col sesso, perfino con la luce. La notte è tersa come certi cieli d'inverno, e filtra violenta dalla finestra, come se tutto questo -la casetta che ci ospita, il giardino sfavillante di lampioni e lucciole, io, Alex- stridessimo con lei, la violassimo come due maniaci. La luna sembra scomparsa e non sembrano esserci nuvole, eppure (spengo la luce per accertarmene) il ventre di Nut sembra nero come un pigmento puro, un simulacro del nulla piu' assoluto.
Il cielo è cosi' vuoto, infinito, e noi siamo cosi' infinitamente miseri e banali che mi viene da ridere al solo pensiero che nella mia egoistica individualità i miei sentimenti mi abbiano scosso come il peggiore dei cataclismi: a cosa importerebbe al cielo, a un dio se esiste, dei miei pensieri e delle pie affezioni se decidesse di crollarmi in testa, di esplodere, di scagliarmi contro una meteora o di spegnere quella piccola stella che a centocinquantamila chilometri permette al pianeta su cui vivo di non crollare vicino al confine dello zero assoluto?
Alex torna e si stende al mio fianco, atterando sui cuscini come una piuma d'oca. Spegne la luce e rimaniamo immersi nel buio piu' assoluto e totale: ora non disturbiamo piu' la notte.
Miles?”
Si, Al?”
E' ora?”
L'hai portata in aereo!?”
Sospira, lasciando sospesa la risposta. Accende l'abatjour ed estrae dal comodino un sacchettino trasparente, un biglietto del tram, un pacchetto di cartine lunghe; ci mette meno di un paio di minuti a rollare e riporre tutto al suo posto. Rispegne, poi sposta fra i nostri corpi il posacenere posato sul comodino.
Una scintilla balena nel nulla e la cenere della cima dello spinello s'arrossa per un momento; aspira voluttuosamente un paio di volte, poi me lo passa.
L'ho presa a Nantes”.
Già mi viene a ridere.
Miles?”
Si, Al?”
Esita, la canna in mano e il polso sporto giu' dal letto.
Cosa ne sarà di noi?”
In che senso?”
Tira di nuovo.
Quando torneremo” chiarifica “La nostra vita, noi, quello che sarà... dai, lo sai, comincio a essere fatto e sai che non so formulare frasi compiute quando sono fatto, Cristo”.
Ci penso su' un momento: cerco una frase a effetto, quelle che chiudono i romanzi d'autore o i film da cinema alternativo.
Dio sarà con noi” azzecco.
No, Dio non sarà con noi perchè anche Dio odia gli imbecilli”.
Il buono, il brutto e il cattivo?”
Alex tira di nuovo e mi passa ancora, facendomi capire con un gesto che ho indovinato.
Comunque ero serio, Miles”.
Mi rimetto a pensare, mi faccio i miei due, tre tiri e gli ripasso lo spinello da finire.
Qualunque cosa succeda, alla notte non gliene fregherà un cazzo”.
Silenzio.
Ancora silenzio.
Vaffanculo, Miles”.
Ci mettiamo a ridere, e ridiamo. Dovesse essere l'ultima volta che rido in vita mia, lo faro' con quel coglione di Alex Turner al mio fianco.

 

*



                    La Chiave di Do
          Qui si conclude l'unica Long su Alex e Miles presente su EFP, di cui sono l'orgogliosa autrice.
          Spero l'abbiate gradita.

   
 
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