Salve a tutti!
Sono Federica e questo è il primo capitolo della mia prima fan fiction dedicata alla band di Basildon.

I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.

Dopo aver fatto le dovute presentazioni, vi lascio alla lettura.

Al prossimo capitolo!

Federica.

18 febbraio 2013.

Sotto la pressione del mio dito, il pulsante fece scattare il meccanismo di ripresa, l'ennesima foto ritraeva il cantante con l'asta del microfono sollevata per aria.

Il pubblico urlò e andò in visibilio, “Walking In My Shoes” partì forte e potente, come fu potente il calcio che la piccola Izzie sganciò all'interno della mia pancia.

Papà vide la scena dall'alto, mi sorrise.

Scattai un' altra foto, il suo sorriso protagonista dell' istantanea. Ah! Quel sorriso, quel sorriso aveva conquistato mia madre venticinque anni fa e non solo lei,ma, altri milioni di fan sperduti in giro per il globo.

You'll stumble in my footsteps
Keep the same appointments I kept

If you try walking in my shoes

Try walking in my shoes.

Ryden mi cinse i fianchi e circondò la mia piccola pancia al quinto mese di gravidanza, mi lascio un bacio sui capelli.

“Stai bene? Vuoi che continuo io a far le foto?”

Mi voltai verso di lui, squadrandolo.

“Sto bene” risposi rassicurandolo con una piccola carezza sul viso.

Partii “John The Revelator”, un sorriso a trenta sei denti si fece largo sul mio viso, il pubblico scoppiò in un boato unico che echeggiò nell'arena

Alzai le braccia e mi lasciai incantare dalla canzone, la piccola Izzie incominciò a scalciare, probabilmente le piaceva anche a lei.

Le due ore e mezza del concerto scivolarono via e il pubblico torinese lasciò pian piano il palasport dove i Depeche Mode si erano appena esibiti.

Scattai ancora qualche foto alla gente, mentre aspettavo di avere l'acceso per entrare nell'area dei camerini, anche la piccola Izzie si rilassò. Mi sedetti per terra, osservando l'impianto luci mentre veniva smontato con cura e riposto in delle enormi valigie per essere trasportato nel truck.

Prossima tappa: Milano, città dove avevano registrato il meraviglioso album “Violator”.

“Katlyn!”.

“Arrivederci momento di tranquillità post - concerto”.

Mi voltai a guardare chi mi aveva chiamata, il signor Firgini, uomo alto, capelli sale e pepe, occhi verdi, venne verso di me.

“Signorina Gahan, se vuole può accedere nell'area dei camerini” mi sorrise.

“Grazie” risposi e contraccambiai il sorriso anch'io.

Mi alzai da terra, notando i bicchieri di plastica sparsi in giro per il pavimento, sorrisi a vedere tutta quella sporcizia per terra, non nascondo che anch'io mi comportavo nello stesso modo quando andavo a vedere questi spettacoli.

“Sembrano passati secoli....” pensai.

Presi la mia borsa e la macchina fotografica, camminai lentamente verso il camerino, Rayden era entrato prima di me nell'area riservata al personale.

“Fortuna da medico” dissi a bassa voce.

“Depeche Mode” recitava il foglio attaccato con dello scoch bianco sulla porta bianca, bussai.

“Avanti!” riconobbi la voce di zio Martin.

Entrai, sorridendo.

“Eccola la nostra mamma – fotografa” disse Rayden, che si alzò dal divano e venne a darmi un piccolo bacio a fior di labbra.

Mi allontanai dal suo viso sorridendo.

Mio padre venne verso di me, mi abbracciò, appoggiò una mano sulla pancia, si chinò leggermente e a bassa voce si rivolse alla creatura che cresceva secondo per secondo dentro di me.

“Ciao piccolina, nonno Dave è qui” disse sorridendo, incrociando il mio sguardo.