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Autore: Lady R Of Rage    03/08/2013    3 recensioni
Duncan ascoltava punk dai tempi delle medie. Quella musica, così vibrante ed energica, lo caricava al massimo per affrontare le sue giornate, e lo aiutava a sentirsi sempre al disopra della massa.
Fu quasi tentato di protestare, quando lei gli fece questa proposta.
Ma Courtney, recuperata quella voce suadente che lo aveva conquistato anni prima, riuscì a fargli capire che era veramente inutile lamentarsi per una simile sciocchezza, e che se lui le voleva davvero bene, poteva offrirle anche qualche sacrificio.
E così, quello stesso giorno, lei lo accompagnò a un banco dei pegni.

L'amore, si sa, non è facile come sembra.
Ma come comportarsi quando la tua innamoratissima partner tenta in ogni modo di cambiarti?
E' meglio combattere, imponendo la propria dignità?
O è meglio arrendersi, optando per una più tranquilla resa?
(Dedicata a Il Saggio Trent)
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Time To Change

La prima volta che Duncan aveva visto Courtney, gli era sembrata decisamente noiosa.
Quegli abiti smorti e anonimi… quell’atteggiamento intransigente…
Per farla breve, Duncan era fermamente convinto che avrebbe potuto dare qualunque cosa pur di avere la possibilità di cambiarla in meglio.
Col passare dei giorni, però, aveva concluso che si trattava di un colossale sbaglio.
Del resto, Courtney andava benissimo così com’era.
E poi, noiosa o meno, nessuna persona meritava di essere cambiata.
 
Erano passati due anni dalla fine del reality, e Duncan e Courtney vivevano assieme, in un piccolo ma grazioso appartamento nel centro di Vancouver.
Lei faceva tirocinio per diventare avvocato; lui, per ora, lavorava in un fast food, e occupava ogni momento libero nelle prove musicali con i “Der Schnitzel Kickers”.
Spesso e volentieri, lei gli rinfacciava di essere un perditempo, e di guastarsi in lavori umili e scarsamente pagati anziché mettersi in gioco per veri impieghi. Chissà, magari una bella cattedra di giurisprudenza…
Lui continuava a ripetere che si trattava solo di una soluzione temporanea, e che ben presto le case discografiche si sarebbero accorte del loro straordinario talento; e a quel punto, a cosa sarebbe servito un “vero lavoro”?
Insomma, tra alti e bassi, la loro relazione andava avanti a gonfie vele.
Fino al giorno in cui Courtney disse a Duncan: -Scusa la schiettezza, caro, ma quei dischi che ti piacciono tanto sono veramente volgari.-.
 
Duncan ascoltava punk dai tempi delle medie. Quella musica, così vibrante ed energica, lo caricava al massimo per affrontare le sue giornate, e lo aiutava a sentirsi sempre al disopra della massa.
Fu quasi tentato di protestare, quando lei gli fece questa proposta.
Ma Courtney, recuperata quella voce suadente che lo aveva conquistato anni prima, riuscì a fargli capire che era veramente inutile lamentarsi per una simile sciocchezza, e che se lui le voleva davvero bene, poteva offrirle anche qualche sacrificio.
E così, quello stesso giorno, lei lo accompagnò a un banco dei pegni.
 
Quando vide i suoi adorati vinili prigionieri delle mani adunche del venditore, Duncan sentì un enorme nodo in gola.
Courtney diede via senza battere ciglio la sua intera raccolta dei Clash, dei Sex Pistols, dei Ramones, per ricevere in cambio ripugnanti compilation di Tina Turner, Barbra Streisand, e, orrore, persino Celine Dion!
Per lo meno, pensò Duncan dedicando un ultimo sguardo alla sua copia di London Calling, avrebbe potuto approfittarne per vincere la sua paura.
E del resto, non dimentichiamocene, lo stava facendo per lei.
 
Insieme ai Cd, il rivenditore si era portato via anche un pezzetto di Duncan.
Dopo l’episodio, il ragazzo si era fatto stranamente apatico, inerte.
Conservava ancora il suo caratterino, certo, ma sembrava che funzionasse a metà, come una torcia dalle pile scariche.
Courtney, da parte sua, pareva soddisfatta della cosa, e per un periodo si comportò con insolita dolcezza.
Ma dopo un mese dall’episodio dei Cd, ecco la seconda staffilata.
-Sono davvero spiacente, ma quella cresta è decisamente ridicola.-
 
Duncan si era fatto la cresta a quattordici anni, e non aveva mai lontanamente immaginato di avere un altro taglio di capelli.
Quell’acconciatura così vistosa lo identificava, lo completava.
Ma nuovamente, Courtney la vinse su ogni protesta.
E quel pomeriggio, lei lo portò dal barbiere.
 
Quando vide i suoi amatissimi capelli verdi sparpagliarsi sul pavimento come erba appena tagliata, Duncan sentì una lacrima formarsi all’angolo dell’occhio.
Il barbiere, dopo aver tagliato ogni capello verde alla radice, facendo assomigliare il povero Duncan a una recluta dei marines, usò una speciale lozione per lavare via ogni traccia residua di colore.
Courtney lo guardava estasiata e soddisfatta, come se quello fosse stato da sempre il suo desiderio più profondo.
Duncan  sentiva una tentazione irresistibile di mettersi a urlare, ma di nuovo riuscì a consolarsi, pensando che non era il taglio di capelli a identificare una persona, che dopotutto cominciava a essere un po’ troppo grande per portare la cresta, e che, nuovamente, lo stava facendo per lei.
 
Dopo il taglio dei capelli, Duncan aveva ripreso lentamente a spegnersi.
Sembrava che nulla lo interessasse, e che una noia fredda e appiccicosa si fosse impossessata di lui e non intendesse lasciarlo andare.
Solo in rari momenti, di solito quando Courtney non c’era, sembrava rianimarsi, e ritrasformarsi nel ragazzo vivace e scanzonato che era sempre stato.
Fu dopo due settimane che Courtney scoccò l’ultimo dei suoi dardi.
-Devo proprio dirtelo: quelle magliette con i teschi sono proprio grottesche.-
 
Duncan indossava magliette con i teschi dai tempi delle elementari. Le considerava come una seconda pelle, la colonna portante del suo stile.
Stavolta fece del suo meglio per imporsi, ma Courtney  non volle sentire ragioni: anzi, già che c’era, si offrì di riadattargli tutto il guardaroba.
E così, inevitabilmente, lei lo condusse in un negozio di abbigliamento.
 
Quando vide le camicie di cotone grigio, i pantaloni di velluto nero, e le scarpe di cuoio a punta che Courtney intendeva fargli portare, Duncan trattenne un conato di vomito.
Mai, nemmeno nei suoi peggiori incubi, aveva immaginato di vestirsi così.
Mentre Courtney pagava, lui si confortava pensando che, dopo anni e anni, era il caso di variare un po’, che cominciava ad essere un uomo, e come tale doveva vestirsi, e che, ovviamente, lo stava facendo per lei.
 
Ormai, gli unici segni che facevano capire che il ragazzo che conviveva con Courtney fosse veramente Duncan erano i suoi lineamenti geometrici e gli occhi azzurri.
E non era solo l’abbigliamento, né i capelli o la musica, a confondere.
Duncan sembrava essersi trasformato nell’ombra di sé stesso. Si trascinava come uno zombie attraverso le sue giornate. Peggio di tutto, era stato scacciato dalla band, perché gli Schnitzel Kickers non gradivano la sua trasformazione in un “gentiluomo andato a male”.
Sembrava che l’unica cosa che lo mantenesse in vita fosse la consapevolezza che Courtney era soddisfatta di lui.
 
Un giorno, una settimana esatta dopo l’episodio dei vestiti, Duncan si svegliò per andare a lavorare, come sempre.
Si voltò verso Courtney, per darle il bacio mattutino, ma non la trovò.
Nell’incavo del cuscino, anziché la testa bruna della ragazza, c’era un biglietto.
Duncan si stropicciò gli occhi assonnati, e lesse il messaggio tutto d’un fiato.
 
Duncan,
mi dispiace tanto, ma mi sono resa conto che tra noi non può funzionare.
Ti ho tenuta d’occhio, negli ultimi giorni, e mi sono resa conto che sei decisamente cambiato.
Non sei più lo stesso, non assomigli affatto alla persona di cui mi sono innamorata.
Ti auguro ogni bene.
Addio
Courtney
 
Per un attimo, Duncan rimase paralizzato, mentre le sue dita stringevano la lettera con movimenti inconsulti.
Riuscì a proferire una sola frase.
-Ma… è una specie di scherzo?-
Poi si voltò dall’altra parte, affondò il viso nel cuscino, e prese a imprecare tutte le parolacce che conosceva, disperato, ma allo stesso tempo felice di essersi ripreso, finalmente, la sua identità.
 
Angolo Autrice

Yeah, la regina è tornata!
Vi sono mancata? *occhi a cuore*
Lo so, dovrei concentrami sulle long, ma questa... cacchio, non potevo non pubblicarla.
Penso che sia chiaro che adoro Adam Levine Duncan, e detesto la Strega Cattiva Courtney.
Lui mi sembra lievemente OOC, ma lei... assolutamente no.
In TDA, lei lo tortura in ogni modo possibile... in una puntata gli infila in bocca un pannolino pieno!
E poi, in TDWT, lei gli da una lista delle cose che deve cambiare di sè stesso. Che bastarda.
Mi sono ispirata da questa pucciosissima immagine: http://i39.tinypic.com/akbgp3.jpg
Invito chi non lo ha ancora fatto a visionare e recensire il mio crossover Total Drama-Hunger Games. Si chiama "World Will Be Watching".
E questa la dedico a te, Saggio Trent. Tu mi riporti la fiducia, e sai bene di che parlo.
A presto!
Mitica.
  
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