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Autore: hanaemi_    04/08/2013    8 recensioni
"Tutti conosciamo Angelica Teach com'è oggi, forte piratessa dal profilo superbo e dallo sguardo fiero, come solo una donna amante dell'avventura e della scoperta può essere. Ma com'era Angelica Teach prima di diventare la donna combattiva di adesso? Accomodatevi pure, perché ho una storia da raccontare."
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelica
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La obscura historia de Angelica Teach1

 

{Fandom: Pirates of the Caribbean
Personaggi: Angelica Teach
Pairing: Accenni Jack x Angelica
Parole: 1875 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html)}


 

Tutti conosciamo Angelica Teach com'è oggi, forte piratessa dal profilo superbo e dallo sguardo fiero, come solo una donna amante dell'avventura e della scoperta può essere. Ma com'era Angelica Teach prima di diventare la donna combattiva di adesso? Accomodatevi pure, perché ho una storia da raccontare.
 


Spagna, 1714.
 
Il paesino di Santa Fé, in Andalusia, era un paesino come tanti. Gente umile ma onesta vi viveva, tutti si conoscevano e andavano, almeno apparentemente, d'amore e d'accordo tra loro. Eh sì, perché, come in tutti i piccoli paesi, spesso si parlava alle spalle delle persone, diffondendo voci che, frequentemente, non erano neanche veritiere. Ad ogni modo, in questo villaggio abitavano ormai da generazioni i García, una famiglia di contadini sempliciotti ma buoni come il pane, che amavano il loro lavoro e si impegnavano al meglio. Il signore e la signora García avevano due figlie, Lisa e Angelica. Lisa era la maggiore, aveva 18 anni e presto sarebbe convolata a nozze col suo promesso sposo, José. Era una ragazza stupenda, l'invidia di tutta la zona: la sua era una bellezza delicata, che non si notava a primo impatto, a causa della corporatura piccola e slanciata. Aveva grandi occhi azzurri, lunghi capelli lisci, biondi come il miele più biondo mai visto in circolazione, e con un gran sorriso che le illuminava sempre il volto. José era stato molto fortunato ad averla come fidanzata, e sarebbe stato ancor più fortunato ad averla come moglie. Angelica, dal canto suo, pur essendo più piccola della sorella di circa due anni, si faceva notare per la sua bellezza prorompente, quasi selvaggia. Pelle olivastra arrostita dal sole dei campi, lunghi e mossi capelli neri, occhi guizzanti e vispi, del colore della notte più buia, e un corpo formoso, che faceva girare la testa a chiunque, sebbene lei lo tenesse ben coperto dagli abiti larghi e sebbene gli altri fingessero di non notarlo. Inoltre le due ragazze avevano caratteri completamente diversi: Lisa era diligente e giudiziosa, obbediente a ciò che le veniva imposto; Angelica, invece, non amava farsi condizionare dalle scelte altrui. Lei amava la libertà, voleva andare alla scoperta, all'avventura. E un posto piccolo e dalla mentalità ristretta come Santa Fé non faceva assolutamente per lei. Comunque, Lisa era ormai prossima al matrimonio. Una sera, dopo il ritorno dai campi e un pasto frugale, la madre, cucendo un lenzuolo di lino per la dote della figlia, chiamò Angelica a sé.
 
"Angelica, figlia mia, vieni qui."
"Sì, madre, eccomi."
"Angelica, tu sai che tua sorella Lisa sta per sposarsi. E sai anche che a lei andrà tutta la dote, giusto?"
"Certo. Ma non preoccupatevi, non ho intenzione di maritarmi presto come lei, potete starne certa."
 
La madre sorrise mestamente, per poi allungarsi a carezzare il volto della figlia.
 
"Bambina mia, non credo ti sposerai. Io e tuo padre abbiamo deciso di mandarti nel convento di clausura di Salobreña, dato che non possiamo permetterci due doti."
 
Angelica rimase stupefatta: lei, così indomabile, costretta a diventare monaca?!
 
"No, madre, perdón2, ma mi rifiuto. Io non sono adatta per la vita monastica!"
 
"Tesoro, neanch'io avrei voluto mandarti lì, ma sai...Siamo poveri, non abbiamo abbastanza denaro da darti..."
 
"Lavorerò! Non importa, mi ingegnerò in qualche modo, mi creerò la dote da sola!"
 
"Angelica María Isabela García Benítez." disse solo suo padre con tono minaccioso, alzandosi dalla sedia dove riposava, facendo finta di non ascoltare.  "Tu andrai al monastero e ci resterai per la vita, che ti piaccia o no."
 
E così Angelica iniziò la sua vita da novizia nel convento di Salobreña, stando sempre peggio. Si sentiva come in una prigione, lì. I giorni scorrevano lenti e malinconici, scanditi dalle varie preghiere da recitare in determinati momenti della giornata. La povera ragazza, quando non doveva riunirsi a pregare con le consorelle, passava il resto del tempo chiusa nella sua cella, affacciata alla finestrella a guardare il mare in lontananza, sognando di posti lontani e sconosciuti, ricchi di meraviglie tutte da scoprire. E più di una volta aveva tentato la fuga, finendo, però, sempre con l'essere catturata. Ormai anche la voglia di scappare le stava passando, visto che ogni volta riuscivano ad acciuffarla. Una sera d'estate, proprio mentre era intenta a osservare quella lastra blu scuro all'orizzonte, illuminata dagli argentei raggi lunari, sentì una voce alle sue spalle, che la fece sobbalzare.
 
"È bello, eh?"
 
Angelica si voltò, spaventata: era una voce maschile, poco ma sicuro. E lì, appoggiato con un fianco al muro, braccia conserte e piede destro sopra quello sinistro, stava....un pirata?! O meglio, a lei sembrava così. Aveva una bandana scolorita legata sulla fronte, con dei pendagli attaccati ai rasta, un vecchio e sporco palandrano indosso, dei pantaloni sudici e sdruciti e degli stivaloni ai piedi. A completare il tutto, aveva stampato sulle labbra un ghignetto soddisfatto per nulla rassicurante. Angelica aggrottò le sopracciglia, cercando di mostrarsi sicura, e incrociò le braccia, osservandolo.
 
"E voi chi sareste, di grazia?"
 
L'uomo ridacchiò, avvicinandosi a lei e facendo un mezzo e goffo inchino.
 
"Permettetemi di presentarmi, Miss! Il mio nome è Jack Sparrow, al vostro servizio!" E si rialzò, prendendole la mano destra e baciandogliela. Angelica si ritrasse, assumendo un'espressione disgustata.
 
Si guardò il dorso della mano, poi riportò lo sguardo su Jack.
 
"E cosa ci fate nella mia cella?"
 
"Cella?" La scrutò, notando finalmente il vestito da novizia, e si grattò la nuca.
 
"Non siamo in un bordello? Eppure avrei detto di sì, con una ragazza così sensuale come lei..."
 
Angelica arrossì leggermente, senza sapere bene come ribattere. E sì che lei aveva sempre la risposta pronta, eh.
 
Jack le si avvicinò ancora, costringendola ad arretrare, bloccandola contro il muro. Le posò una mano sul fianco, facendola scivolare poi dietro la schiena, accarezzandole i bottoni che chiudevano il casto abito.
 
"E ditemi, come siete finita voi qui, huh?"
 
"Io..."
 
Angelica, stranamente, si stava agitando. Perché le era così vicino? Perché non spostava la mano? La ragazza cercò di allontanarlo da sé, ma invano. Il pirata rise, tirando fuori una fiaschetta dall'interno della giacca e bevendone un goccio.
 
"Signorina, allora?"
 
Puzzava tremendamente di alcol. La giovane voltò il capo, chiudendo gli occhi, disturbata dal suo fiato. Jack sorrise, approfittandone e andando a baciarle il collo. Per Angelica, quel bacio, fu l'inizio di una lunga notte. Nomi sussurrati, nomi gridati, nomi gemuti si sentirono in quella torrida notte di passione nella cella della novizia, rieccheggiando poi per tutto il convento. Una notte che difficilmente Angelica avrebbe dimenticato, essendo stata la sua prima volta. Una notte che, il mattino dopo, alla ragazza parve tutto un sogno.
 
Si svegliò nel suo letto, sola, senza nulla a darle la certezza che Jack Sparrow fosse realmente esistito. Si mise seduta nel letto, alzandosi poi per prendere una boccata d'aria. Ma ecco, proprio quando si sollevò dal materasso, ebbe la prova che sì, la sera prima un pirata aveva fatto incursione da lei: una grossa chiazza di sangue spiccava vivida tra le lenzuola candide, mostrando al mondo ciò che era stato commesso. La giovane si morse il labbro, pensando a come fare per nascondere l'accaduto alle sorelle. Avrebbe inventato la scusa che era arrivato quel determinato periodo del mese, si disse.
 
 
Ma quel periodo, sfortunatamente, in realtà non arrivò mai, quel mese. E neanche quello successivo, e nemmeno dopo ancora. Angelica, arrivata a quattro mesi di ritardo, capì: era incinta. Non poteva più vivere in convento, specie con un bambino in arrivo. Magari le suore avrebbero potuto darle una mano, ma lei non aveva nessuna intenzione di raccontare loro come era successo, coinvolgendole in affari che non le riguardavano. Avrebbe fatto un ultimo tentativo e sarebbe scappata, per il bene di quel bimbo innocente che portava in grembo, frutto di un amore peccaminoso.
 
 
 
 
La sera, prima di andare a dormire, preparò la sacca con tutto il necessario per il viaggio, prendendo con sé anche una coperta pesante: era novembre, l'inverno bussava alle porte, non avrebbe mai potuto affrontare il freddo che calava di notte senza coprirsi per bene. D'altronde era noto che in Spagna ci fossero "nueve meses de invierno y tres de infierno"3, ossia tre mesi caldissimi e nove freddissimi, tra cui anche novembre.
Una volta cautelata, recuperando le poche cose che possedeva quando era stata portata al convento, scivolò fuori dalla sua cella, chiudendosi silenziosamente la porticina di legno alle spalle. Si coprì con la coperta, utilizzandola a mo' di mantello, e sgattaiolò con passi felini fuori dal dormitorio, precipitandosi giù per la scala a pioli che portava nella sagrestia della chiesa. Attraversò di corsa la navata maggiore, e uscì nello spiazzo del monastero, continuando la sua fuga giù per la collinetta dove si ergeva l'edificio. Mentre scappava, però, a pochi metri dall'arrivare in spiaggia, cadde rovinosamente, prendendo una bella botta al ventre. Un dolore lancinante si espanse dalla pancia al resto del corpo, facendola arrancare verso la rena. Solo una volta arrivata lì si fermò, inspirando l'aria salmastra e fredda della notte, cercando di calmarsi. Purtroppo, però, del sangue cominciò a scorrere, sporcandole l'abito immacolato. Angelica, in quel momento, comprese tutto: aveva perso il suo bambino. Si raggomitolò su se stessa, sebbene le facesse male, e pianse. Pianse tutte le sue lacrime, senza riuscire a frenarle. Nemmeno lo aveva scoperto, che già se ne era andato. A un tratto un'onda raggiunse i suoi piedi, più forte delle altre, ripulendole la sabbia sporca attorno a lei. L'acqua pulisce e nasconde, senza lasciare traccia. La ragazza si alzò, a fatica, tenendosi una mano sull'addome leggermente tondeggiante. Cercò una piccola insenatura, dove partorì il suo piccino, e lo seppellì sotto la sabbia, posandovi delle pietre sopra.
 
"Ti ricorderò sempre, piccolo mio." gli sussurrò, una volta finito.
 
Poi si strappò il vestito, accorciandolo e rendendolo più comodo, e raggiunse il paese, dove fu accolta in una locanda. Fortunatamente nessuna la conosceva, dato che le suore non scendevano mai al villaggio. Riuscì a farsi medicare e curare, e dopo qualche settimana era completamente guarita.
 
Proprio in quel periodo giunse al porto la nave di Barbanera, uno dei pirati più temibili dei Sette Mari. E, guarda caso, essendo quella l'unica locanda del paese, egli e la sua ciurma furono obbligati ad andare lì a rifocillarsi. Angelica lo studiò, si informò su di lui, e cominciò a preparare un piano. Se fosse riuscito, presto avrebbe lasciato Salobreña.
 
 
Un mattino, armata di tutte le buone intenzioni, conoscendo la sua parte a memoria, si avviò di buon passo verso la Queen Anne's Revenge e riuscì a farsi ricevere da Barbanera.
 
"Allora, voi chi siete?"
 
"Una semplice donna che chiede udienza a voi, Capitano."

"D'accordo, ditemi pure."

"Capitano, vi ricordate donna Sofía, circa sedici anni fa?"
 
Il pirata si grattò il mento, cogitabondo, posando i piedi sulla scrivania. Angelica si avvicinò, tirando fuori una collana a forma di cuore, e la fece dondolare dinanzi agli occhi dell'uomo.
 
"Voi le donaste questa collana, prima di partire, implorandola di non dimenticarvi mai. Ebbene, lei non l'ha mai fatto."
 
Barbanera si alzò, guardandola negli occhi, quegli occhi così simili ai suoi.
 
"Voi...come siete entrata in possesso di questo gioiello?"
 
La ragazza sorrise, rimettendosi la collana al sicuro nel seno.
 
"Io sono la figlia di donna Sofía, nata dopo nove mesi che partiste."
 
Barbanera sgranò gli occhi, incredulo. Poi aggirò la scrivania e le posò le mani sulle spalle, abbracciandola.

"Benvenuta sulla Queen Anne's Revenge, figlia mia."
 
Angelica intanto, tra sé e sé, se la rideva. La recita era riuscita alla perfezione! Una nuova vita, ricca di avventure e di scoperte, attendeva Angelica García Benítez, o meglio, Angelica Teach, ora.
 
 
***
 
 
1 La obscura historia de Angelica Teach: L'oscura storia di Angelica Teach
2 Perdón: Perdono
3 Nueve meses de invierno y tres de infierno: nove mesi di inverno e tre di inferno



Angoletto dell'autrice

Salve! Questa è la mia prima fanfic a tema "Pirati dei Caraibi". Mi scuso in anticipo per eventuali anacronismi storici o OOC, davvero, ho cercato di dare il meglio, spero vi sia piaciuta!
   
 
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