Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: jas_    04/08/2013    12 recensioni
"Ti sto scaricando con un messaggio in segreteria, dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che tu sei stato per me. Mi sento patetica, e molto stronza, ma se ti chiamassi e sentissi la tua voce rauca e lenta, non riuscirei a dire nulla di quello che invece devo dirti. [...]
Il destino non è stato dalla nostra parte, Harry, forse è meglio smetterla di prenderci in giro e finirla qui. [...]
Stiamo combattendo una battaglia che è già persa in partenza, è inutile rimanere ancorati ad un qualcosa che non c'è più. Ti ho amato, ti amo tutt'ora ed una parte di me ti amerà per sempre, ma non possiamo andare avanti così.
Magari tra 10 anni ci rincontreremo, e tu e io saremo ancora single, o separati, o divorziati dai rispettivi coniugi, e allora capiremo che abbiamo fatto bene ad aspettare il momento giusto. Ma fino ad allora, Harry, non cercarmi, non seguirmi dall'altra parte del mondo, non intasarmi la segreteria.
Vivi.
Salutami Parigi e chi lo sa, magari troverai un'altra ragazza inglese, un po' strana, lavorare in una panetteria."
-
Sequel di 10 giorni per innamorarmi di te
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Harry e Lennon'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




 

 
 

Capitolo 1

 
 
 
"Ti sto scaricando con un messaggio in segreteria, dopo tutto quello che abbiamo passato, dopo tutto quello che tu sei stato per me. Mi sento patetica, e molto stronza, ma se ti chiamassi e sentissi la tua voce rauca e lenta, non riuscirei a dire nulla di quello che invece devo dirti.
Non ce la faccio più ad andare avanti così, mi sembra di stare combattendo per una causa persa. Tu sei preso dall'università, e lo capisco, io dal nuovo lavoro, da tutti questi cambiamenti che sono avvenuti nel giro di poco tempo. Fino a sei mesi fa dovevamo frequentare l'università insieme, ora io sono dall'altra parte dell'oceano. Il destino non è stato dalla nostra parte, Harry, forse è meglio smetterla di prenderci in giro e finirla qui.
Abbiamo provato a raggirarlo ben due volte, la prima quando ho deciso di concludere l'anno ad Holmes Chapel con te, e credimi quando ti dico che non ho mai vissuto così serenamente la scuola, con la consapevolezza che tu eri lì con me. La seconda, quando  abbiamo scelto un'università che offrisse economia per te ed arte per me. Peccato che tra quelle mura non ci entreremo mai insieme. Ora il destino ci ha posti davanti ad un muro troppo alto da scavalcare con le nostre forze, lo sappiamo entrambi, ma forse abbiamo solo troppa paura di ammetterlo.
Stiamo combattendo una battaglia che è già persa in partenza, è inutile rimanere ancorati ad un qualcosa che non c'è più. Ti ho amato, ti amo tutt'ora ed una parte di me ti amerà per sempre, ma non possiamo andare avanti così.
Magari tra 10 anni ci rincontreremo, e tu e io saremo ancora single, o separati, o divorziati dai rispettivi coniugi, e allora capiremo che abbiamo fatto bene ad aspettare il momento giusto. Ma fino ad allora, Harry, non cercarmi, non seguirmi dall'altra parte del mondo, non intasarmi la segreteria.
Vivi.
Salutami Parigi e chi lo sa, magari troverai un'altra ragazza inglese, un po' strana, lavorare in una panetteria."
 
 
 
Era Sabato.
Harry era felice.
Aveva passato l'esame di economia aziendale col massimo dei voti e ancora non ci credeva.
Da quando aveva scoperto il punteggio che aveva ottenuto non faceva altro che pensare alla serata che avrebbe trascorso, finalmente senza alcuna preoccupazione se non quella di divertirsi.
Frizionò i capelli umidi con un asciugamano e poi andò in camera sua a vestirsi con un paio di jeans neri e una maglietta bianca con lo scollo a v.
Quando andò in cucina trovò Carmela intenta a pulire il piano cottura, una musica latino americana proveniva dalla TV lasciata accesa.
«Io esco!» esclamò, cercando di sovrastare il rumore.
La domestica si voltò di scatto e regalò un sorriso materno al giovane, «va bene, avverto io tuo padre» disse, prima di tornare al proprio lavoro.
Harry uscì di casa e si diresse a piedi verso l'appartamento di Liam, distante pochi isolati dal suo.
Quando arrivò davanti alla palazzina, trovò l'amico intento a parlare francese con un'anziana signora sul ciglio della strada, avvicinandosi a loro capì che si conoscevano bene, probabilmente abitava anche lei nello stesso condominio.
«È la mia vicina di appartamento» spiegò Liam, una volta congedata la signora.
Harry annuì, e si ritrovò a sorridere al pensiero di quanto Liam fosse timido e impacciato alle superiori, mai avrebbe pensato che avrebbe preso la folle idea di andare a studiare a Parigi con lui. Aveva persino rifiutato di vivere insieme, «devo vivere a pieno quest'esperienza» aveva affermato Liam, con aria teatrale, anche se infondo quelle parole rispecchiavano a pieno la sua idea.
Quella di Harry era invece una scelta giustificata, suo padre viveva lì e grazie a Lennon aveva imparato ad apprezzare a pieno quella città.
Sorrise malinconico al pensiero di quell'inverno trascorso nella capitale parigina, e si ritrovò a pensare dove fosse, in quel momento, Lennon.
Probabilmente oltre oceano, col resto della sua famiglia. Dopo la morte della nonna i suoi genitori decisero infatti di tornare negli Stati Uniti e Lennon non poté fare altro che seguirli. Harry sospirò, forse avrebbe dovuto seguirla, frequentare un college là. Forse così la loro relazione non si sarebbe pian piano sgretolata a causa della distanza, delle vite troppo differenti che stavano conducendo. Se Harry si stava preparando per andare all'università, la scelta di frequentare la Sorbona fu presa all'ultimo, a Lennon non passava nemmeno per l'anticamera del cervello di continuare gli studi.
Dalle ultime chiamate che si erano fatti, Harry sapeva che aveva trovato lavoro presso il negozio di un suo zio, nient'altro. Poi le chiamate giornaliere erano diventate settimanali, mensili, entrambi troppo presi dalle loro nuove vite per rimanere aggrappati ad un passato che si faceva sempre più lontano.
L'ultima chiamata avvenne il primo febbraio, in occasione del compleanno di Harry, l'ultimo messaggio lasciato in segreteria una settimana dopo, sempre da parte di Lennon. Harry non l'ha ancora cancellato.
 
 
 
St. Michel era affollato, come ogni sabato d'altronde, passare per quella stretta via era quasi impossibile, data la folla che c'era.
Liam si arrestò davanti ad un locale e salutò il buttafuori, «siamo in due» disse poi, indicando Harry che guardava assorto l'insegna del pub.
«La prima volta che sono venuto in questo locale è stata con Lennon» disse all'amico, mentre entravano, «due anni e mezzo fa.»
Liam gli diede una pacca amichevole sulla spalla, «siamo qua per divertirci, forza. Cosa vuoi da bere?»
«Vodka alla fragola.»
Liam sorrise, «così mi piaci!» esclamò, avvicinandosi al bancone e ordinando.
Harry si voltò verso il resto del locale, occupato per la maggior parte da turisti, come al solito.
Lo sguardo gli cadde su una ragazza dai capelli scuri e la pelle ambrata, avvolta in un vestito rosso fuoco, che sembrava guardarlo troppo insistentemente, con lo stesso sguardo che un bambino dedicherebbe all'ultimo lecca lecca rimasto al supermercato.
Harry accennò un sorriso e le fece l'occhiolino, poi Liam giunse e gli porse il drink, che il riccio bevve tutto d'un fiato.
«Il prossimo lo paghi tu, mi hanno spennato» dichiarò Liam, sorseggiando con calma il cocktail che aveva preso.
Harry sorrise ed annuì, dimenticandosi già della ragazza che continuava a fissarlo e alla quale non era per nulla interessato. «Non è colpa mia se mi hai portato nella zona più cara di Parigi.»
«Non è colpa mia se solo qua puoi rimorchiare belle donzelle provenienti da tutto il mondo. Anzi, ce n'è una con un vestito rosso, per niente male, che non ti leva gli occhi di dosso.»
«Già vista, le ho già sorriso e fatto l'occhiolino» disse divertito Harry.
«E ha un'amica per niente male, forza andiamo.»
Il riccio non fece in tempo a ribattere che Liam l'ebbe preso per un braccio e spinto verso il loro tavolo.
«Sei tu che hai attaccato bottone, quindi parli per primo!» esclamò, quando ormai erano arrivati dalle due.
Harry sorrise alle due ragazze, «buonasera, sono liberi questi due posti?» domandò.
Le due annuirono e Liam non perse tempo nel sedersi accanto alla bionda, Harry si accomodò, con più calma, vicino all'altra ragazza.
«Sono Selena» si presentò questa.
«Harry.»
«Liam.»
«Io sono Penelope.»
Liam fece l'occhiolino a Harry, che trattenne un sorriso.
«Di dove siete?» domandò quest'ultimo.
«Siamo spagnole» disse Selena, «di Barcellona per la precisione.»
«Mi piacciono le ragazze calienti» osservò Liam, ammiccante.
Penelope ridacchiò, coprendosi la bocca con una mano, Selena si limitò a sorridere continuando a scrutare Harry.
«Prendete qualcosa da bere?» domandò Liam.
«A me una birra, grazie amico» disse Harry, sorridendo.
Le ragazze annuirono, «due Malibu e ananas.»
Il riccio alzò lo sguardo sorpreso, quello era il drink preferito di Lennon, da quando lui gliel'aveva fatto assaggiare alla festa per la fine della scuola.
«Voi siete inglesi?» domandò Selena, interrompendo i pensieri del ragazzo.
Harry annuì, «però frequentiamo l'università qua. Abbiamo appena concluso il secondo anno.»
«Ed è bello? Insomma, ti piace?»
«È impegnativo, oltre alle difficoltà della scuola in sé si aggiungono quelle per la lingua, però sì, mi piace.»
«E Parigi, ti piace?» chiese Penelope.
«Molto, è una città meravigliosa» si ritrovò a dire, pensieroso.
«Tu e Liam potreste farci da guide per un giorno» propose Selena, cominciando ad arricciarsi una ciocca di capelli attorno a un dito.
Harry non era sicuro di cosa avrebbe potuto rispondere.
Lui non voleva, ma Liam l'avrebbe ucciso se avesse rifiutato.
«Forse» disse soltanto.
In quel momento l'amico tornò, con le mani occupate da quattro bicchieri che appoggiò malamente sul tavolino al quale erano seduti.
«Poi mi ridai i soldi, sono al verde» bisbigliò all'orecchio di Harry, prima di sedersi.
«Sei tu che hai offerto» ribatté divertito l'altro.
«Abbiamo proposto a Harry di farci da guide per un giorno, tu che dici?» squittì subito Penelope, non appena Liam si fu seduto.
Il viso del ragazzo si aprì in un sorriso, «sarebbe fantastico! Non è quello che hai detto tu, Harry?»
«Più o meno» borbottò il riccio, bevendo alcuni sorsi della sua birra.
«Potremmo andare sulla Tour Eiffel!» esclamò Selena, entusiasta.
«Troppa coda.»
«Oh» la mora si rabbuiò per un istante, «allora potremmo andare a visitare la Basilica del Sacro Cuore! Mi hanno detto che da lì la visuale è ottima.»
«Troppe scale.»
«Harry» mormorò a denti stretti Liam, dandogli un calcio sulla gamba, «c'è anche la funicolare, se è bel tempo la città da lassù è uno spettacolo!» continuò poi entusiasta.
Prese il telefono e scrisse un messaggio, un istante dopo il cellulare nella tasca di Harry cominciò a vibrare.
"La smetti di fare l'asociale? Abbiamo rimorchiato due tope da paura che è palese che ci vogliono"
Harry mise a posto il telefono e bevve la birra.
«Devo andare in bagno» dichiarò, una volta appoggiato il bicchiere sul tavolo. Si alzò e si diresse verso la toilette, al piano inferiore.
Da lì la musica giungeva ovattata, c'erano soltanto tre persone davanti a lui, fortunatamente, ed era già scattata l'ora alla quale i bagni separati per maschi e femmine non esistevano più, ognuno andava dove gli pareva.
Sospirò e si passò una mano tra i capelli, cercando di farli rimanere indietro, non gli importava molto di come fossero, l'importante era che non gli cadessero sugli occhi. Forse era giunta l'ora di tagliarli.
Spostò lo sguardo su una porta del bagno che si aprì di scatto, ne uscì una ragazza dai capelli color mogano e il viso famigliare.
«Jacqueline!» esclamò Harry sorpreso, salutando con la mano destra.
La diretta interessata alzò lo sguardo, strabuzzò gli occhi alla vista del riccio.
Harry spostò immediatamente lo sguardo sulla ragazza dietro di lei, una biondina dai capelli corti, quasi come quelli di un maschio, e un capello in testa.
Gli bastò incrociare i suoi occhi blu per riconoscerla, «Lennon» mormorò a bassa voce, ma lei parve sentirlo perché le sue sopracciglia si inarcarono, mosse la bocca, come se stesse cercando di dire qualcosa, ma prima che qualunque suono uscisse dalle sue labbra, fu trascinata via da Jacqueline. 


 

-




Hello! O forse dovrei dire bonjour :)
Comunque sia, sono qua con un nuovo capitolo che non vedevo l'ora di postare.
Devo ammettere che sono abbastanza soddisfatta di ciò che ho scritto, per una volta ogni tanto. Ciò che è successo tra Harry e Lennon si fa più chiaro e viene introdotto meglio Liam che visto che è sempre l'intellettuale del gruppo, in questa storia sarà il più cazzone possibile ahahaha
Cercherò di aggiornare prima di partire, tanto il prossimo capitolo l'ho già scritto, ma non posso garantirvi niente!
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo e grazie per le meravigliose recensioni che mi avete lasciato, vado subito a rispondere!
Alla prossima, 
Jas



 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: jas_