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Autore: Axel1503    04/08/2013    1 recensioni
Presi un coltello, mi avvicinai a voi con disinvoltura e come mi stette abbastanza vicino affondai il coltello nella sua carne. Continuai fino a lacerare il suo stomaco in 4 punti differenti. Poi mi scagliai su di te. “Sei contenta ora, puttana? È questo quel che volevi?”. intanto passai la lama del coltello lungo il suo collo.
Genere: Azione, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi risvegliai su un divano rovinato, ricoperto da fuliggine e polvere. Di fronte a me c’era una vecchia televisione accesa. In quel momento stavano trasmettendo l’identikit di un assassino, prestai attenzione ai più piccoli dettagli del viso. Mi alzai dal divano, stordito, vidi dalla finestra una figura solitaria, immobile, la candida neve scendeva sul suo cappotto di pelle nero. Corrispondeva all’identikit, era lui l’assassino. Presi il telefono e stetti per digitare il numero quando vidi il riflesso del mio corpo in uno specchio;  mi cadde il telefono dalle mani. Ero io quell’uomo.  I miei occhi scavati nel volto scarno e pallido, scrutavano attentamente i capelli biondi intrisi di sangue e fango. Diedi un pugno allo specchio e corsi via. Aprii la porta, iniziai a correre, il rumore dei miei passi rimbombavano sul pavimento di legno ma appena uscito di casa la neve attutiva ogni mio passo. Corsi e andai il più lontano possibile. Ero li, da solo, mi sentii soffocare, cercai di urlare, ma solo una fievole parola usci dalla mia bocca.
Mi sdraiai sulla neve, chiusi gli occhi e cercai di pensare. Vidi una figura. “è proprio lei” pensai. Tutto mi stava tornando alla mente. Stavo ricordando la prima volta che l’ho incontrata. Indossava quei jeans blu scuri, i miei preferiti, e un canottiera che metteva in risalto il suo florido seno.  Avevamo molte cose in comune. Le confessai che avrei voluto vivere per sempre con lei, solo noi due. Io l’amavo.
Ma un giorno venni a sapere che tu avevi un altro ragazzo, più bello, forte, gentile. Per la prima volta dicesti ti amo, ma non a me, come speravo sin dal primo giorno che ti ho incontrata, ma bensì a lui. Ti giurai che sarei cambiato, che avrei messo da parte i miei amici, i miei ideali, le mie idee, i miei progetti futuri; tutto ciò solo per te. Ma tu… tu non mi diedi un’altra possibilità.
Rinunciai all’idea di averti nella mia vita.
Un giorno ti vidi con lui a passeggiare nel parco, non so cosa mi sia preso, avevo la vista annebbiata e un dolore al mio interno, mi stava logorando. Presi un coltello, mi avvicinai a voi con disinvoltura e come mi stette abbastanza vicino affondai il coltello nella sua carne. Continuai fino a lacerare il suo stomaco in 4 punti differenti. Poi mi scagliai su di te. “Sei contenta ora, puttana? È questo quel che volevi?”. intanto passai la lama del coltello lungo il suo collo. “Svegliati, SVEGLIATI!” parlavo al suo corpo mutilato, privo di vita, come se potesse ancora sentirmi.
 Scappai, non so ancora come io abbia fatto a scappare, ad arrivare fino a qui. È come se avessi un vuoto, come se avessi voluto dimenticare.
Ora mi ritrovo qui, sdraiato sulla bianca neve e con la testa appoggiata sul ceppo di un arbusto abbattuto.
Scorsi il coltello, ancora insanguinato, uscire dalla tasca del mio cappotto. Lo presi. Lo puntai alla bocca dello stomaco.
Sangue,  sgorga a fiotti il sangue dal mio petto. Sento la vita scorrere via leggermente, come un sussurro che si disperde nell’immensità del mondo.
Ho perso la donna che amavo per il mio essere violento. E ora, per questa mia violenza sto perdendo la mia vita.
La neve, ormai rossa, circondava il mio corpo inerme. “Sto arrivando” sussurrai “Questa volta saremo solo noi due”
 
Stringo con le mie ultime forze la foto di noi due, dove ci baciavamo, nel frattempo esalavo il mio ultimo respiro.
 
 
  
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