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Autore: itseulalia    05/08/2013    7 recensioni
È passata una settimana dall'ultima volta.
Lei ha contato i giorni sulla punta delle dita, al settimo ha lasciato la porta socchiusa e lui vi è scivolato dentro silenzioso, come previsto, come al solito.
Emma aspira un'altra boccata di fumo e si tranquillizza, respira e si gira, con gli occhi stanchi, anche se ha dormito, anche se lei di insonnia non ci soffre, sembra invecchiata di quindici anni.
Il suo cuore si ferma un attimo e poi riprende a tamburellare veloce nel petto, le guance si colorano di rosso e tutte le sue preghiere, tutte le sue raccomandazioni di restare calma sono andate a puttane.
'Che c'è, Cook?'
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma, James Cook
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Siamo solo io e te, adesso.

 

Quei modi di fare
A nobilitare
Ogni tuo comportamento
Che sono le sei di mattina
Ma è di mattina che soffia il vento
Io sono qui a scrivere ancora
A ridere ancora di me, mentre
Un raggio di sole ti sfiora
Con le lenzuola poggiate sul ventre.

-Briga.

 

Ad Emma piacciono i giorni d'estate, alle sei di mattina, sul balcone, a fumare, con il vento fresco nei capelli castani scompigliati nella notte.
Le piacciono i colori chiari tinteggiati sulle pareti del suo monolocale, stretto perfino per lei con le sue gambe gracili, le dita affusolate, il viso magro e gli occhi pieni di sogni andati a male.
Le piace il mare mosso, le onde scure, gonfie d'acqua che cercano di spezzare gli scogli come i cuori infranti, ma le rocce sono forti e reggono il loro peso.
Le piacciono anche le felpe calde che l'abbracciano durante l'inverno, le pervinche in fiore, le pance piatte, le Converse, le sigarette alla vaniglia, l'odore di benzina, ed anche quello dello Iodio, il suono della chitarra, i vestiti puliti e i baci sotto le stelle.
Più di tutto le piacciono le gambe pallide che adesso sono intrecciate alle sue, le braccia muscolose legate in una morsa solida attorno ai suoi fianchi, il viso sfregiato e l'occhio nero ad un palmo dal suo.
Quei capelli tagliati disordinatamente, quella bocca leggermente schiusa nel sonno, quell'angelica aura che ha attorno solo quando dorme, con le lenzuola sfatte sul corpo nudo.
Muove piano un anca, solo per posizionarsi meglio nel letto, solo per riuscire a contemplarlo nel migliore dei modi, ma quel movimento è fatale, entrambi i suoi occhi si aprono.
Un secondo.
Emma trattiene il fiato.
Due secondi.
Cook si guarda intorno, accigliato e stordito dal sonno.
Tre secondi.
Emma non respira, ormai ha la gola secca.
Quattro secondi.
Cook posa lo sguardo sulle sue mani, le ritira, come scottato, bruciato.
Un'istante. È bastato un'istante per spezzare la loro breve magia.
Cinque secondi.
È già sceso dal letto, si infila i pantaloni scuri, allaccia la cintura, esperto, e prende il maglione rosso.
Non lo dà a vedere, ma lei- che lo osserva con la coperta a coprirle il seno- sa che è in imbarazzo, perché ormai lo conosce bene.
Sa quanti scheletri ci sono nel suo armadio, quante mutande ha nel cassetto, sa che non beve latte, che fuma da quando aveva tredici anni, che chiude gli occhi mentre lei gli accarezza il collo in un attimo di dolcezza durante la passione.
Emma ha gli occhi lucidi, ma li nasconde sotto un velo di freddezza, l'ha imparato da lui, dal migliore, e Cook non ci crede alle sue finte, non ci crede quando: 'Fa caldo, qui' mentre sono fin troppo vicini, non ci crede al battito accelerato per colpa del crack, ma non lo dice perché lui ha paura.
Ha paura delle grandi città- anche se riesce a vivere solamente in quelle-, delle persone più furbe di lui, dell'asma di suo fratello- che non rivede da anni- e di perdere Emma, l'unica via d'uscita da tutto il caos e l'inquietudine della sua vita.
Sorride strafottente e fa un cenno col capo per poi scomparire dietro il portone che sbatte talmente forte da far tremare la monocamera.
Ed Emma ha le mani serrate, ma non tira pugni, ha le guance rigate di lacrime, ma non singhiozza, ha la voce nella gola che spinge per uscire, ma non urla.
Schiude i palmi, si asciuga le lacrime, sospira.

 


'Ems', la chiama, parla sottovoce per non tremare.
Lei è lì, una maglietta bianca a mezze maniche, le arriva fino a metà coscia, i gomiti puntati sul davanzale di marmo, una sigaretta alle labbra, è immobile. Impassibile.
È passata una settimana dall'ultima volta.
Lei ha contato i giorni sulla punta delle dita, al settimo ha lasciato la porta socchiusa e lui vi è scivolato dentro silenzioso, come previsto, come al solito.
Emma aspira un'altra boccata di fumo e si tranquillizza, respira e si gira, con gli occhi stanchi, anche se ha dormito, anche se lei di insonnia non ci soffre: sembra invecchiata di quindici anni.
Il suo cuore si ferma un attimo e poi riprende a tamburellare veloce nel petto, le guance si colorano di rosso e tutte le sue preghiere, tutte le sue raccomandazioni di restare calma sono andate a puttane.
'Che c'è, Cook?' chiede, e si spaventa, persino lei, del gelo che esce della sua voce.
Lui si avvicina e lei si prepara, raddrizza la schiena, alza il viso, serra le braccia lungo i fianchi, perché sa che sta per essere baciata, come sempre, come al solito.
Le loro labbra si toccano, si mischiano, si sciolgono e si ricompongono insieme, l'une nelle altre.
Ed i loro corpi hanno bisogno di sentirsi, di sfiorarsi, di plasmarsi.
La finestra aperta lascia entrare una brezza fredda che copre le loro pelli nude, ma non se ne curano perché si scaldano a vicenda.

 

 

La mattina dopo Emma si sveglia e questa volta si muove di proposito, gli gira le spalle, non vuole guardarlo andare via, non oggi.
Cook si sveglia.
Un secondo.
Emma trattiene il fiato.
Due secondi.
Cook si guarda intorno, accigliato e stordito dal sonno.
Tre secondi.
Emma non respira, ormai ha la gola secca.
Quattro secondi.
Cook posa lo sguardo sulle sue mani chiuse sui fianchi di lei.
Cinque secondi.
Cook sorride a labbra strette.
Sei secondi.
Lui è ancora lì,
e questo, Emma, non l'aveva previsto.


 

Wooooh, cosa ho fatto, sono venuta a rovinare anche questa meravigliosa coppia.
Ultimamente stavo pensando di darmi al bricolage, visto la mia poca ispirazione in queste ultime settimane, poi, ecco che arrivano loro e mi torna la voglia di scrivere.
Quindi ho buttato giù queste quattro righe su 'sti due pazzi che mi sono entrati nel cuore in modo particolare- pensate che vengono dopo Cassie e Sid e, credetemi, loro sono in prima posizione nella mia top ten.
Allora, questa mini-one-shot lascia un po' perplessi, volevo che Emma e Cook avessero un bel lieto fine, ma Cook con un lieto fine è strano, no? Comunque ci ho provato e ho cercato di mischiare il vero Cook, quello col sorriso strafottente a quello dolce che è qualcosa di stupendo e pauroso allo stesso tempo.
Per quanto riguarda Em, la vedo esattamente così e la amo, in ottanta minuti si è fatta amare, amatela con me.
So... vi lascio con questa sottospecie di cretinata uscita da un attacco di esaurimento.
Spero vi piaccia e se voleste farmi sapere il vostro parere ne sarei onorata.
Ciao splendori.
-itseulalia


  
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