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Autore: resvrrecthesvn    06/08/2013    10 recensioni
“Chi è amato non può morire, perché l’amore significa immortalità.”
[...] L'amava così tanto da essere disposto a rinunciare a lei, anche se questo voleva dire mentirle, spezzarle il cuore e, di conseguenza, spezzarsi il cuore da solo. [...]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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            Love means immortality.


 

 

 


           

           

            “Chi è amato non può morire, perché l’amore significa immortalità.”


 

 

 

 

 

 


             



            “- Voglio sapere la verità. - dissi. Quella era la verità, ma è risaputo che la speranza è l'ultima a morire. Dentro di me si affacciò l'ormai familiare vertigine che preannunciava il salto nel tempo. - Se è vero che hai progettato in anticipo di farmi innamorare di te, proprio come hai fatto con Charlotte. - (..) - Si. - rispose Gideon.   - Però, ti prego, smetti di piangere. - (..) - Gwendolyn? - Gideon mi guardò come se temesse che potessi gettarmi sotto il primo autobus per colpa sua. (...) - Nemmeno per sogno. - replicò Gideon. Era sbiancato e non c'era più traccia della sua precedente baldanza. - Lo faremo dopo. Prima devo parlare con Gwendolyn. -
 […] - Sarei pronto a proteggere Gwendolyn da chiunque! - un lampo di superbia si  accese negli occhi di Gideon. - Ma non sapevo che ti importasse. - (..) - Una semplice domanda, una semplice risposta: ami Gwendolyn? - Gideon non lo aveva perso di vista neppure per un secondo, ma qualcosa balenò nel suo sguardo, Paul se ne rese conto benissimo. (..) Il volto del giovane perse un po' di determinazione. - Si. - (..) Paul si chinò. - Gwendolyn morirà, se tu non lo impedirai. Sei l'unico che può farlo. E l'unico di cui si fida, a quanto pare. -"
  – Saphirblau, Kerstin Gier.

 

 

 


             


 
Gideon camminava nella stanza su e giù, nervoso. Il suo monolocale era ancora più sottosopra del solito, come se, con tutte le notizie sconvolgenti che aveva avuto, il suo appartamento avesse deciso di rappresentare il suo stato d'animo diventando d'improvviso ancora più disordinato. Si era appena fatto una doccia – che avrebbe voluto fosse rilassante ma, invece, non aveva fatto altro che riempirgli la testa di pensieri terribili e angoscianti – e dopo essersi abbottonato i jeans, si stava infilando una maglia bianca; si passò una mano fra i capelli neri bagnati e guardò assente fuori alla piccola finestra nella sua stanza. Si sentiva soffocare dal dolore ma, soprattutto, si sentiva male pensando al dolore che aveva provocato a Gwendolyn. Come aveva potuto essere così stupido? Perchè non l'aveva inseguita, invece di starsene lì, impotente, lasciando che il dottor White gli curasse il braccio? Si sentiva come un leone in gabbia. Ma aveva fatto bene a dirgli che era stato solo un gioco. Solo l'idea di vivere in un mondo dove lei non ci sarebbe stata gli fece venire i brividi. L'amava così tanto da essere disposto a rinunciare a lei, anche se questo voleva dire mentirle, spezzarle il cuore e, di conseguenza, spezzarsi il cuore da solo. Ma era la cosa giusta. Se lo sarebbe ripetuto all'infinito: prima o poi si sarebbe convinto. Prese il cappotto lungo nero e con sole due veloci falcate uscì dal suo appartamento. Aveva appuntamento con suo fratello Raphael ad un bar lì vicino e avrebbe fatto meglio ad affrettarsi, altrimenti si sarebbe dovuto sorbire le prediche di suo fratello sul fatto che fosse in ritardo. Già se lo immaginava, con quello sguardo spazientito e divertito, guardarlo come se fosse stato lui il più grande fra i due, con un sorriso sul viso e l'atteggiamento di chi sa tutto: “- Gideon, quante volte te lo devo dire? Odio aspettare. Ci sono le sveglie, i cronometri. Il cellulare ti vibra se metti l'avviso, sai? -” Svoltò l'angolo e vide, con una strana gioia, che suo fratello non era ancora arrivato. Entrò nell'accogliente bar e prese posto ad un tavolo in un angolo, lontano dagli altri. Cinque minuti più tardi entrò Raphael e Gideon era già pronto a prendersi la rivincita che aspettava da anni, se non avesse visto, dietro la schiena del fratello, una chioma nera e un corpo minuto. Gli si mozzò il respiro e il cuore prese a battergli furiosamente. Gwendolyn. Gwendolyn. Gwendolyn. La ragazza si stava scostando i lunghi capelli dal viso pallido e stava ascoltando Raphael che gesticolava frettolosamente. Era bellissima. Con i jeans vecchi, la polo rossa un po' scambiata, le converse e il giaccone nero sembrava una principessa ai suoi occhi. Raphael lo notò dopo aver ascoltato la risposta sussurrata di una Gwendolyn piuttosto irritata, e sogghignò quando notò la sua espressione sognante e soprattutto, quando vide che guardava quasi a bocca aperta Gwendolyn. Era sorpreso di incontrarla, spaventato da ciò che si sarebbero detti, maledettamente felice di poter vedere i suoi occhi, sentire la sua voce e il suo odore. Dopo essersi tolto il giaccone blu, aggiustato la maglia nera dallo scollo a ‘V’ e controllato l’ora dal cellulare, cacciato dalla tasca dei pantaloni bianchi, Raphael prese per mano la ragazza e si diressero al suo tavolo. Per un attimo provò un moto di gelosia verso il fratello: avrebbe voluto tanto poter stringere la mano a Gwendolyn e baciare quelle labbra per le quali andava letteralmente pazzo. Si riscosse giusto prima che si sedessero di fronte a lui. Voleva chiedere come mai insieme al fratello fosse venuta anche lei, ma non riusciva a spiccicare parola. Gwendolyn era nervosa e il suo sguardo non si posava mai su di lui. Si mordeva il labbro inferiore, quasi a sangue, e Gideon dovette fermare il folle impulso di prenderle il viso e mordicchiarle lui il labbro. - Fratello, so che starai per farmi una ramanzina, perciò in mia difesa posso dire che è tutta colpa della signorina qui presente. - Raphael rise divertito e Gwendolyn arrossì incominciando a contorcersi le mani. Sorrise timida guardando Raphael e gli diede un pugno giocoso sul braccio destro. Da quando erano diventati così amici? E perchè era geloso del proprio fratello? - Ma non dovevamo vederci solo noi due? - domandò, cercando di mascherare la gioia nel vedere Gwendolyn in irritazione. La ragazza guardò trucemente Raphael. - Già.. spiegami anche perchè mi hai trascinato qui. - chiese dura. Raphael sorrise divertito. - Per staccarti da Leslie. Sai.. noi due abbiamo bisogno di un po' ti tempo per noi. - Gwendolyn sospirò, nascondendo un sorrisetto divertito. Gideon era ancora più confuso: suo fratello usciva con la migliore amica di Gwen? - E comunque, vi ho fatto venire qui con l'inganno, perchè dovete chiarire. Anzi, tu devi spiegarle. - concluse il fratello serio, indicandolo e guardandolo quasi a volerlo incenerire. Gideon deglutì. Non le avrebbe mai detto il perchè della sua bugia. Non le avrebbe mai detto che lui l'amava più della sua stessa vita e che il loro amore era letale per lei. Non le avrebbe detto nulla, ma quando i loro occhi si incrociarono Gideon non ne era più così sicuro. Gwendolyn aveva smesso di mordicchiarsi il labbro e lui voleva – ne aveva quasi bisogno – baciarla. Le guardò le labbra per un secondo interminabile, poi tornò a guardare i suoi bellissimi occhi ripetendosi mentalmente che non le avrebbe detto niente. O forse si?


             


 

            “- Sono davvero contento di aver chiarito le cose. In ogni caso resteremo sempre buoni amici, giusto? - Come prego? - Buoni amici? - ripetei, con la bocca improvvisamente secca. (..) - E' importante che tu ti fidi di me. - (..) - Sei uno stronzo. - esclamai. Fui invasa da un'ondata di rabbia violenta, ardente, che mi arrochì la voce. - Come si può essere tanto impudenti? Il giorno prima mi baci e dichiari di esserti innamorato di me, quello dopo dici che ti dispiace di essere stato un tale lurido viscido bugiardo, e vorresti che io mi fidassi di te? -
[…] - Zitto! - gli ordinò Gideon che intanto aveva posato entrambe le mani sulla mia ferita e la teneva schiacciata con tutto il proprio peso. - Non permetterò che tu muoia dissanguata. Se solo potessimo.. - singhiozzò disperato. - Non puoi morire, mi hai sentito, Gwenny! - (..) Gideon aveva le guance rigate di lacrime. Continuava a premermi le mani sulla ferita con tutta la forza che aveva. - Resta con me, Gwenny, resta con me. - bisbigliò e di colpo non vidi più niente. (..) - Ti amo, Gwenny, ti prego, non mi lasciare. -
 […] - All'inizio non volevo crederci, ma le profezie erano chiare. La vita col rubino si spegne, la morte del corvo svela le spine, la dodicesima stella impallidisce e così via, sembrava non avere mai fine. - Fece una breve pausa. - Ancora più chiari erano gli appunti che il conte aveva scritto a margine. Non appena il cerchio è chiuso e l'elisir ha raggiunto la sua destinazione, tu devi morire. Sono quasi le parole testuali. - (..)  - Tu devi morire per colpa mia. Per amore. - (..) Gideon scrollò la testa. - Non capisci, Gwenny, che non potevo permetterlo? Solo per questo ho seguito il tuo stupido gioco e ho finto di averti mentito e di aver giocato con i tuoi sentimenti. - (…) Gideon ricambiò il mio bacio, dapprima con tenerezza e cautela, ma quando gli gettai le braccia al collo e mi strinsi a lui il bacio diventò più appassionato. Affondò la mano sinistra tra i miei capelli e con l'altra cominciò ad accarezzarmi il collo, scendendo lentamente."
Smaragdgrün, Kerstin Gier.

 

 

 

Raphael li aveva lasciati da soli da forse ormai un'ora e i due, ora che avevano chiarito, si stavano osservando felici. Aveva iniziato a piovere e il sole stava tramontando, ma Gideon e Gwendolyn non si curarono nemmeno che il bar a momenti doveva chiudere, tanto erano presi a guardarsi, a respirare quei minuti insieme. Gideon bramava le sue labbra come un'ape che vola vicino al suo nettare. Quando aveva trovato il coraggio di dirle tutto, lei lo aveva guardato con le lacrime agli occhi e le era spuntato un sorriso così bello che Gideon si era chiesto perchè avesse avuto così tanta paura. Certo, ora aveva ancora più timore di prima per quello che sarebbe potuto succedere – visto che Gwendolyn aveva chiaramente detto di non voler rinunciare a lui, al loro amore – ma cercò di accantonare quei bui pensieri e di godersi la sua Gwendolyn. Erano seduti vicini, le loro mani finalmente intrecciate. Si guardavano negli occhi in un silenzio così deliziosamente dolce. - A che pensi? - le chiese sussurrando e spostandole una ciocca di capelli dal viso. - A quanto tu sia cretino e maledettamente dolce allo stesso tempo! - esclamò Gwendolyn sbuffando divertita. Gideon rise, attirandola più vicino a sé. - Ah, si? - mormorò ad un centimetro dalle sue labbra. Erano così invitanti. Gwendolyn gli stava rispondendo, ma lui era troppo concentrato ad osservare le sue labbra muoversi per prestarle attenzione. Desiderava così tanto baciarla da quando si erano “lasciati” che immaginava ogni momento di toccare quelle meravigliose labbra; e ora che le aveva a meno di un centimetro di distanza, non riusciva a pensare ad altro. - Ehi! Mi ascolti? - Gwendolyn gli aveva dato una leggera spinta scherzosa per svegliarlo dalla sua trance e lui, mordendosi il labbro, la guardò con tutto l'amore che provava per lei. - Ti amo. - le disse. Gwendolyn sorrise, le guance rosse e gli occhi semi lucidi. Gideon si fiondò sulle sue labbra e, quando lei le dischiuse, emise un gemito di piacere. Quanto aveva desiderato quel momento! Le circondò la schiena con le sue braccia, come a proteggerla da tutto, e lei gli gettò le braccia al collo. Le loro labbra si muovevano lente, dolci, ma allo stesso tempo piene di desiderio e passione. Le loro lingue si incontrarono – dapprima timidamente, poi iniziarono ad accarezzarsi sempre più audaci – e fu passione, desiderio, amore. Gideon le morse il labbro, succhiandolo con gusto. Gwendolyn mise una mano fra i suoi capelli e gli tirò una ciocca quando lui la fece sedere sulle sue gambe e iniziò ad accarezzarle il collo, le spalle, la schiena. Gideon in quel momento si sentiva al settimo cielo. Aveva trovato il suo Paradiso personale e non poteva chiedere di meglio. Gwendolyn sorrise sulle sue labbra e gli leccò il labbro superiore, per poi scendere a baciargli dolcemente la mascella. - Ti amo anch'io. - gli disse, guardandolo poi negli occhi e baciandolo a fior di labbra. Gideon l'abbracciò così forte da farli sembrare una sola persona, poi Gwendolyn si alzò dalle sue gambe e guardò l'ora. - Cavolo sono le 20.00! Dobbiamo andare! - gli disse prendendolo per mano. Gideon rise mentre le correva dietro e uscivano dal bar. Si sentiva leggero, spensierato, felice. - Dobbiamo fare un grande regalo a Raphael. - gli disse Gwendolyn mentre, mano nella mano, attraversavano quelle strade ormai semivuote. Gideon, ricordando che il fratello si frequentasse con Leslie, pensò che non avessero bisogno loro di fargli un regalo, ci avrebbe pensato qualcun'altro. Girò la testa verso Gwendolyn e sorrise, come sorrideva solo quando era in sua compagnia.

 

 

            “Non si può fermare il tempo, ma per l’amore a volte il tempo si ferma da solo.”

           

           

           

           

           

            Saalve bellissime c:

            questa os è un'overdose di dolcezza, non trovate?

            non a caso l'ho scritta ascoltando 'All About Us' HAHAHAHA

            Ho sempre immaginato una os del genere, soprattutto quando ho letto l'epilogo di Blue,

            perciò ho deciso di buttarla giù e questo è il risultato. Spero che vi piaccia.

            Ho cercato di immedesimarmi in Gideon, anche perchè non abbiamo i suoi pensieri nella saga quindi

            mi è sembrato giusto scrivere col suo punto di vista.

            Questa gif è jnmkjnmj non vedo l'ora che esca anche qui o almeno in America, cavolo quanto sono lenti!

            Beh.. che dire, con questa os credo di amare ancora di più gwenxgideon **

            un bacio enorme, grazie per aver letto.

            niallsguitar.
   
 
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