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Autore: LucindaJ    06/08/2013    1 recensioni
[Perception ]
[Perception ]Io quella sera non volevo uscire, non volevo stare in quello stupido posto, non volevo andare a quella stupida festa. Tutt'ora non riuscivo a capire qual'era il 'tema' della festa.- Dai su, Daniel, ti divertirai! - Era stata la sua motivazione. Ho quasi scordato cosa sia il divertimento, io. Aveva buttato sul mio letto uno smoking. Già aveva organizzato tutto Paul.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi chiamo Elèna  Sharapova e sono bulgara. Me ne sono andata da lì alla prima occasione, avevo 16 anni, ho fatto le valigie e sono emigrata in America, da allora sono ritornata nel mio paese solo 3 volte. Esclusivamente per mia sorella minore. Adesso ho 27 anni, ora sono una modella, con una discreta fama. Ma tutto questo non era il mio obiettivo, con il tempo ho odiato questo lavoro. Sono arrivata qui in America ed ho frequentato una scuola d'arte,mi sono specializzata nel disegno e nella fotografia. Il mestiere di modella è venuto dopo, riuscivo a mantenermi e ricevevo anche degli ottimi compensi. Ora ho anche un'agente, Nina. E' una gran rompiballe ma è ultra brava nel suo lavoro, senza lei sarei persa. E poi sono venuta a sapere che ha una mezza cottarella per me.  
A causa del lavoro, dato l'ambiente schifoso e l'aria che si respira tra le modelle, ero diventata una stronza, bastarda e cattiva ragazza. Ma una sera è cambiato tutto. Dovevo uscire con la mia amica Rebecca, anche se non ne avevo tanta voglia. Lei solitamente era la mia cmpagna di sbronze, insomma ci piaceva divertirci...e tanto.
Quella sera decidemmo, anzi, Becca decise di andare ad una festa mooolto importante. Ci sarebbero state persone di spicco insomma e piene di soldi. E così, la mia amica mi presentò ad un uomo,precisamente un neuropsichiatra, mentre lei si intratteneva con un altro. Becca era incorreggibile...
All'inizio pensai: "Vabbè, rimango a chiacchierarci un pò e appena posso me ne vado a casa." Non mi sembrava il tipo da una botta e via, non era adatto a me insomma, ma decisi di farci almeno una chiacchierata. Il suo nome è Daniel Parsons. Era un tipo un pò strano alla prima occhiata, non riusciva a tenere gli occhi fissi su di me per più di un secondo, ma mi accorsi, in seguito, che non ero io a metterlo a disagio. Era il caos circostante. Una cosa fastidiosa al massimo.
Ci presentammo: - Ciao, io mi chiamo Elèna, piacere! - gli sorrisi gentilmente porgendogli la mano. Lui senza guardarmi: - Io sono il dottor Parsons - E strinse la mia mano distrattamente. Mi sedetti accanto a lui e gli dissi ancora: 
-Se ti disturba tutto questo caos, posso portarti in un poso più tranquillo... - 
E fu allora che posò il suo sguardo su di me e si alzò di scatto: -Si! Ti prego. - In quel momento mi aveva guardato in un modo un pò strano. Ma strano in senso buono. Aveva degli occhi dolcissimi. Mi alzai anch'io e gli feci strada in uno dei tanti corridoi di quell'enorme villa. Alla fine entraiin un salottino con vari divanetti a due posti di pelle nera, c'erano un paio di coppie a chiacchierare, era molto tranquillo lì rispetto al resto della casa. Mi feci strada e mi andai a sedere su un divano, seguito da lui. Appena ci sedemmo mi puntò uno sguardo interessato, mi fissò dritto negli occhi e disse: - Sei vera? Un'ennesima allucinazione? Perchè parli con me? - Di getto mi venne da ridere, quasi mi piegai in due. Credevo fosse uno scherzo o una battuta. Ma subito dopo mi scusai, dato che mi accorsi che non era affatto uno scherzo. Anzi quando mi ripresi notai il suo sguardo un pò stranito e quasi perso. 
- Dottore, non sta sognando. Sono qui in carne ed ossa. E se è una frase per potermi portare a letto non funziona, ritenti e sarà più fortunato. - risposi con una puna di acidità.
Questa volta quello che rise fu lui. Andammo avanti a battute e a ridere come matti, era divertente, forse era uno dei pochi uomini che mi faceva ridere di gusto, senza malizia, o forse è stato l'unico. Passammo ore a ridere, a scherzare e a parlare di tutto, del suo lavoro, di psicologia, di ciò che facevo io, delle persone in generale. Fu una delle serate più belle della mia vita. Ne avevo incontrati molti di uomini nel corso della mia vita, ma non i ero mai resa conto che esistessero uomini capaci di fare discorsi seri e soprattutto di parlare, non entrandomi dopo 5 minuti di conoscenza nelle mutande. Daniel non sembrava proprio il tipo di uomo che abbordava una donna solo per portarsela a letto. Ma che razza di uomini avevo conosciuto io prima di lui?
Lui mi guardava in faccia quando parlavo, non come gli altri che si concentravano sul mio seno o sulle gambe. 
Verso fine serata mi ripose di nuova la stessa domanda iniziale e io risposi così: 
- Bhè, credvo fossi il solito imbecille, ma invece adesso posso affermare che dopo aver parlato, mi sei simpatico per 3 motivi - mi bloccai un momento e gli sorrisi - 1. mi fai ridere, in senso buono eh. 2. quando parlo mi guardi negli occhi e non dal collo in giù. 3. Non hai tentato di entrarmi nelle mutandine 5 minuti dopo che ci siamo presentati. Ti bastano le mie motivazioni? - Conclusi sorridendo. 
- Sei stata chiarissima, ovviamente. Ma poi, che razza di uomini abbordi tu? - E scoppiammo in una fragorosa risata. 
Intanto Rebecca era venuta a cercarmi, probabilmente se non fosse stato per lei saremmo rimasti lì chissà per quanto altro tempo. Becca era abbastanza brilla, quindi era giunta l'ora di riportarla a casa.
 Salutai Daniel e gli lasciai il mio biglietto da visita dicendogli: 
- Se hai voglia di una chiacchierata e di compagnia, chiamami pure. - sorrisi. - Buonanotte Daniel. E gli diedi un leggero bacio sulla guancia. 
 
Questo incontrò cambiò così, le nostre esistenze...
  
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