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Autore: kike919    07/08/2013    0 recensioni
Riuscirà il titanico entusiasmo di Steve, a combattere la furia del drago senza le traduzioni di Stef?
Può la trasgressione della trasgressione definirsi trasgressiva? Molko dovrà fare i conti con la forza karmica degli eventi; con incubi, incomprensioni che ritornano. Il passato non è realmente passato se ferisce il futuro, e Cody non è più un bambino...
Genere: Angst, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian Molko, Nuovo personaggio, Stefan Osdal, Steve Forrest
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo


Steve era giunto alla buon ora armato del solito entusiasmo, sovraccarico di un ottimismo che presto sarebbe senza dubbio servito. Proprio mentre stava per bussare incrociò Stef sulla soglia, che salutò rapido per poi defilarsi sparendo nel nulla.
S' irrigidì quei cinque secondi, poi decise di farsi coraggio ed entrare, si aspettava il peggio: a casa Molko c'era un annuncio da fare e se Stef se l'era svignata in modo così rapido, la faccenda doveva proprio essersi fatta grave. Brian era già su tutte le furie.
Steve si abbassò appena in tempo per schivare un posacenere scagliato con violenza contro il muro, ovviamente mancato. Era già ridotto in frantumi. Sembrava fosse arrivata un'orda di barbari che, più che per saccheggiare, era passata con il solo scopo di distruggere.
Percorse ancora il corridoio e trovò la chitarra di Brian smembrata a terra, neanche ci fosse venuto Saw: una volta gli avevano fatto vedere un video in cui ne gettava una contro l'amplificatore e poi tra i fischi ringraziava con l'inchino.
Altri tempi non vissuti con loro, altre storie.
Ragazzate. Stavolta invece era grave davvero.
Non fece nemmeno in tempo a chiamare Cody, che la furia di Brian lo investì come un'esplosione, si sentiva già le ustioni addosso
- Tu! Traditore, confessa! Tu lo sapevi!
- Sapere cosa?
Si discolpò cercando di spostare l'indice accusatore puntatogli contro. Senza troppi complimenti, con cristallino sguardo di sfida che avrebbe messo in soggezione chiunque, l'altro rispose sbattendogli in faccia una lettera. Lettera di cui aveva una certa idea dell'esistenza, ma non il coraggio di parlarne. Magari gliel' avrebbe detto sghignazzando parecchi anni dopo, in un momento non così drammatico. Si, quando anche lui l'avrebbe presa come andava presa. Tanto si sa, cambia idea in fretta.
Scostò il foglio incollatogli addosso, quel tanto che bastava per leggerlo decentemente.



Caro papà
Ho pensato attentamente all'ingaggio che mi hai procurato con quella band... beh, non ci vado, li ho chiamati per rifiutare.
Non è la vita che voglio per me; desidero solo un'esistenza tranquilla, fatta di routine. Amo le scienze, la logica. La musica non fa per me. Non prenderla troppo male, ma sto pensando di laurearmi in medicina, o magari in qualcos'altro, chi lo sa.

Ci sentiamo papà
Cody




-Vedi? Si ostina, si ostina!
“Senti chi parla”, pensò Steve, che guidato dall'istinto di sopravvivenza, se lo tenne per sé. Dopotutto, Brian era già entrato nella fase in cui non era più importante trovare il colpevole, ma avere qualcuno a portata di mano su cui rovesciare le frustrazioni. Sapeva che sarebbe stato meglio se al suo posto ci fosse stato Stef, ma c'era solo lui e senza possibilità di fuga. La furia continuò.
-Possibile che non capisca! Non ha imparato nulla! Gli ho dato tutto e non ha capito un cazzo!
Inveì ancora; in realtà avrebbe voluto il coraggio per esternare ciò che realmente credeva: “potevo fare di più, essere uno di quei tanti padri che c'è sempre. Potevo fargli conoscere meglio il mio mondo!”
Cazzo, sentirsi traditi da un genitore può capitare, ma da un figlio no. Ha fatto di tutto per trasmettergli la passione, l'elettricità, la magia di quando prendi uno strumento in mano e crei, di quando tutti i sentimenti degli uomini passano attraverso un microfono e ci si sente intoccabili. Immortali. Gli aveva fatto conoscere il Paradiso, l'unico modo di sedare i tormenti dell'anima.
Tutto questo per tornare al banchiere. Al dottorino che fa firme pietose su certificati, poi la gente con quelli ci si pulisce in bagno. “Nemmeno mio figlio ha capito, lui che era diverso. Lui che era speciale”. Si sentiva profondamente sconfitto. Solo.
Lo detestava. Cody, colui che amava di più in assoluto, sangue del suo sangue, lo aveva fatto sentire davvero un fallito. Come se le sue orme non fossero abbastanza per essere seguite. “Certo, che lavoro è il musicista... neanche facessi il menestrello. Una vergogna di papà sbandato che arriva ai colloqui in ritardo. Ma che dico; che non c'è andato mai.”
Gli aveva fatto tastare con mano l'amore dei fans: quand'era piccolo lo prendeva sulle gambe e gli mostrava disegni, stampe, lettere d'approvazione. Gente che della sua musica aveva fatto una questione di vita. Tutto quello era solo per lui. Quante donne si sarebbero spogliate a comando per un suo capriccio di una notte. Quanta gente lo amava davvero.
Lui gli stava offrendo l'immortalità, la libertà, l'avventura, il mondo intero ai suoi piedi... e lui non cercava una simile eredità; voleva solo un'insulsa vita normale. Un lavoro senza passione, né calore in cui i giorni diventano incubi uguali tra loro. In cui sgomiti per farti apprezzare dai colleghi. Per tiepidi sorrisi.
Si rifiutava categoricamente di accettare che il suo mondo gli facesse così schifo. Rigettava totalmente l'idea che suo figlio fosse disgustato dalla sua persona e dal modo in cui l'aveva cresciuto. Era come se avesse accettato il demonio, come se un ciclo karmico si fosse compiuto solo per fargli del male. La vita voleva ferirlo ancora e lo faceva tramite l'unico essere a cui era stato capace di concedersi pienamente.
Si sentiva terribilmente vecchio. Lui che non sentiva mai i danni del tempo, Brian l'eterno giovane, il vampiro, aveva preso in un minuto tutte le ombre di suo padre. Le stesse sue preoccupazioni per la posizione presa dal figlio lo compenetravano, lo sgretolavano dall'interno. Avrebbe voluto sciogliersi in un urlo senza fine.


   
 
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