Mi svegliai di colpo. Avevo la fronte sudata, anzi, ero completamente sudata. Scostai le coperte con fastidio, e mi alzai per aprire la porta
del balcone, per rinfrescarmi. Regnava un silenzio innaturale. L'aria gelida mi investì. Era pieno inverno, e la neve caduta la notte precedente
ricopriva metà del balcone. Uscii completamente all'esterno, avevo ancora caldo. Sentivo il freddo vento che mi sferzava e
mi scompigliava i capelli...ma continuavo a provare un gran calore. Mi avvicinai alla ringhiera, affondando i piedi nei pochi centimetri di neve
che ricoprivano le mattonelle. Affannai, annaspando come se stessi per annegare nell'afa che mi invadeva, mi sentivo come in un forno.
-"Ma che diavolo..."- Mormorai accaldata.
Una forza invisibile staccò i miei piedi dal pavimento. Cominciai a spaventarmi davvero. Senza rendermene conto, volai letteralmente
in orizzontale, oltre la ringhiera. Ero sospesa al terzo piano, fluttuando nell'aria grigia della notte, troppo terrorizzata e confusa per gridare.
-"Dev'essere un maledetto incubo."- Riuscii solo a pensare.
La forza che mi sosteneva mi abbandonò e precipitai senza speranza verso il parcheggio sottostante.
Un grido smorzato fu tutto quello che riuscii a pronunciare. Incredibilmente non mi schiantai al suolo, bensì lo attraversai.
A quel punto ero convinta che fosse un sogno, eppure era tutto così reale. Passai diversi stradi di terra prima di raggiungere
un infinito salone, completamente incandescente. Come prima, sentivo il calore che mi invadeva. Una voce tonante esplose come un fulmine,
facendomi sussultare.
-"Ti ho sentita. Ti ho sempre sentita."-
Era una voce grutturale, proveniva da ogni lato.
-"Ora, la tua anima è mia. Mia. Hai un dono però. Il tempo corre. Hai un anno. Dal tuo risveglio. Vai, cambia la tua vita."-
Una risata isterica e malvagia seguì quelle parole senza apparente significato.
Mi risvegliai di nuovo, nel mio letto. Ero in un bagno di sudore, la sveglia sul comodino segnava le sei del primo gennaio.
Mi alzai, e mi diressi verso il bagno, per sciacquarmi il sudore che quell'incubo mi aveva causato. L'acqua fresca risvegliò i miei sensi.
Mi asciugai la faccia e presi la spazzola per pettinarmi.
Quasi caddi a terra nel vedermi allo specchio...