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Autore: EagleTheBirdie    08/08/2013    2 recensioni
Christie, è una ragazza che va alle superiori, timidissima nei confronti dei ragazzi; un giorno però troverà dei nuovi amici, che si riveleanno essere dei transfomers, (del team Autobot) ma umani! Christie dovà scoprire perchè sono in questa forma, e insieme dovranno sconfiggere i rivali Decepticon per evitare catastrofi e la conquista della terra. Spero vi piaccia ^^
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Optimus Prime, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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TRANSFORMERS - HUMANS!


 

- CAPITOLO 1 -


 

La nostra storia inizia in una città in California, precisamente a Los Angeles; era l'anno 2014, la città era calda e sfiorava i 39 gradi di temperatura, l'asfalto era bollente e sembrava quasi sciogliersi col paesaggio cittadino. Le lunghe strade che percorrevano l'enorme città, erano piene di auto e altri veicoli motorizzati, la gente camminava sui marciapiedi e aspettava il bus alle fermate all'ombra degli alti grattacieli che dominavano la città; qualche albero lungo i viali dava più colore a quei luoghi grigi. E proprio qui, inizia la storia della nostra protagonista. Era una ragazza piuttosto minuta, portava una divisa scolastica, una gonna rossa, e una maglietta a maniche lunghe dello stesso colore della gonna, portava anche delle calze nere alte e delle scarpe che marroncino chiaro che facevano sempre parte della divisa; i suoi capelli erano castano chiari lisci e non molto lunghi, insieme a una frangetta che le copriva un po' i suoi occhi di color tè verde. Christie, questo era il suo nome, era una tipetta molto timida, e non si sforzava molto ad apparire come si sentiva, non riusciva a tenere le proprie emozioni dentro e trattenersi, era esile ma veloce nella corsa, tanto da farla partecipare, costretta dalla sua insegnante, alle gare di corsa che si svolgevano nel cortile della sua scuola superiore, S.T. Georgia. L'autobus aprì le porte e fece salire Christie, che impacciata, cercò di fare in fretta a prendere la cartella e precipitarsi nel mezzo della folla all'interno del bus, che pur avendo molti posti a sedere, era sempre affollato di persone; Christie cercò di trovarsi a suo agio all'interno, e arrossendo si sentì quasi soffocare schiacciata da tutte quelle persone, tralaltro tutte più grandi di lei. -"Oh! M-mi scusi tanto signore!"-, Christie per sbaglio pestò il piede ad un ragazzo accanto a lei, cercò di sembrare normale, ma non riuscì a non arrossire in viso. Il ragazzo la fissò male, era piuttosto brutto e... piuttosto strano, aveva i capelli corti e neri, con dei ciuffetti qua e la, e il suo modo di vestire era nuovo a Christie, portava un'abbigliamento simile ad un meccanico o qualcosa del genere, e aveva uno strano marchio sulla giacca, -"Verrà da un'altra scuola?"- pensò tra se, cercando di non fissarlo, quando ad un certo punto si guardarono negli occhi, e Christie ebbe una strana agitazione nel vedere che i suoi erano gialli, ma di un giallo scuro, tendente all'arancione, che rifletteva il suo viso mentre li fissava. -"Stai attenta a dove metti i piedi ragazzina!"- Le rispose bruscamente il ragazzo, che, un po' più alto di lei, la mise piuttosto in soggezione. Christie si scusò di nuovo cercando di mantenere la calma, ma il ragazzo la spostò con il braccio e passò avanti a lei uscendo dal bus in fermata. Christie ci rimase di sasso da quel suo comportamento, che la fece diventare ancora più timida nei confronti dei ragazzi. Arrivò quindi alla sua fermata e scese davanti a casa sua, era una graziosa casetta tipica americana, a due piani e con un piccolo giardino davanti; tutti in quel viale avevano circa le stesse case e lo stesso giardino. Christie si affrettò a correre in camera sua per disfare la cartella, quandro sua madre la chiamò dalla cucina, "Christie! Sei tornata? Io sto preparando la cena" - "Ah! Si mamma! Sono in camera!"- le urlò Christie che appoggiò la cartella sulla sua scrivania, e poi si buttò sul letto, -"Quel ragazzo..."- pensò,-"Era proprio antipatico, e, i suoi occhi, non avevo mai visto degli occhi come i suoi"-, Christie era ancora stupita da quello che aveva visto. Verso sera, quando la cena fu pronta, Christie si affrettò ad andare in cucina da sua madre, che stava già mangiando ed era interessata alle notizie che davano alla tv. -"Mmm, chissà che sarà"-, la madre si voltò verso Christie, che si era seduta e stava per mettere il primo boccone in bocca, -"Guarda un po' Christie" - "Che succede? E' successo qualcosa?"- le rispose, la madre si rivoltò dalla parte della tv ancora più attenta, -"Pare ci sia stata un'esplosione, all'industria Epps, e pare che si siano diffuse delle radiazioni nelle vicinanze, ma non sono pericolose, almeno non per noi che stiamo qui"-, Christie seguì le notizie preoccupata, -"Chiuderanno la scuola per un po', sei felice?"-, Christie rispose con un sorriso ed un cenno con la testa.


 

I pompieri erano occupati a domare le fiamme, quando videro una figura scura uscire da una finestra, -"Ehi tu! Spostati da lì! E' pieno di fiamme!"-, un pompiere urlò alla strana sagoma che sembrava essere umana, ma quella non rispose e scappò via, sembrava un uomo piuttosto alto, e non poteva avere più di trentasei anni, che per un'attimo si era voltato ad osservare i pompieri, e pensando: -"Efficente proprio come mi hanno detto, la razza umana"-.

  
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