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Autore: Mattimeus    09/08/2013    2 recensioni
Raccolta di brevi racconti.
Questo è il mio lavoro più serio, almeno per soggetti e intento. Molti dei testi sono ispirati a episodi accaduti realmente.
In generale sono presenti soggetti piuttosto diversi, situazioni che possono accadere comunemente, ma che mi sembra abbiano qualcosa di speciale. La traccia che li accomuna è tuttavia sottointesa, e nelle mie intenzioni si coglie dalle atmosfere e leggendo tra le righe.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carità da due soldi (Il gargoyle)


Nella piazza c'è un container che oscura la facciata della cattedrale.

Le porte della chiesa sono tre, come vuole il canone architettonico: una centrale più ampia e due laterali, più piccole. Per andare a messa, la gente è costretta a prendere l'ingresso di sinistra, quello piccolo, perché gli altri due sono dietro al container.

Che idea balzana” pensa subito la gente “Un container nel bel mezzo della piazza.”

Poi nota i cartelli, resi più accattivanti con ogni mezzo grafico:


OPERAZIONE MATO GROSSO

Il percorso della vostra colletta alimentare


Sotto, una cartina del mondo con una linea tra Italia e Perù. E un sacco di foto di bambini sorridenti.

Ora si spiega!” si corregge la gente “Che bella idea, mandare gli aiuti in Perù!”.

Il container serve a quello, piano piano verrà riempito di scatole di viveri non deperibili da mandare giù da loro.

Già prima della prima messa del mattino i volontari si sono riuniti a preparare i gruppi e ad organizzare la logistica: chi può guidare farà la spola tra l'oratorio e i vari supermercati dove è organizzata la raccolta. In quei supermercati, all'ingresso, ci saranno altri volontari con altri cartelloni accattivanti che chiederanno a chi fa la spesa di comprare per loro generi alimentari. La lista delle cose di cui hanno bisogno è su un ulteriore cartellone.

Una volta portati gli alimenti in oratorio, verranno distibuiti per tipologia a volontari con il compito di imballarli in scatole di grandezza stabilita, sopra le quali va scritto su tutti i lati il contenuto, in italiano e in spagnolo. Dopo di che le scatole verranno pesate (anche il peso sarà annotato sulla scatola) e caricate con precisione nel container senza lasciare nemmeno un buchetto libero.


Già dopo la prima messa ferveva l'imballaggio, anche se in misura moderata. Ma il numero di volontari del quartiere venuti a dare una mano era già raddoppiato. Alla terza messa, era raddoppiato altre due volte: l'oratorio sembrava un formicaio.


Nel frattempo molte persone erano entrate e uscite dalla porticina della cattedrale. Molte di queste si erano fermate incuriosite a leggere i cartelloni prima di entrare, ma erano in ritardo e volevano arrivare in tempo per la messa. Molte persone avevano letto o riletto i cartelli uscendo, e molte di queste avevano deciso di fermasi nell'oratorio per dare una mano. C'era così tanta gente che quasi non c'era lavoro per tutti.


A lato della porticina di sinistra c'era una fioriera di pietra, con dentro un arbusto di un bel verde acceso. Molto vicino alla fioriera c'era una sedia molto comune, come se ne possono trovare negli oratori o nelle scuole. Sulla sedia stava seduto un gargoyle.

In realtà non era un vero gargoyle, la cattedrale non era nemmeno gotica. Ma di sicuro era una parte dell'architettura della facciata: immobile, decorativo, di secondaria importanza. La gente ci passava davanti senza accorgersene, sia entrando che uscendo dalla chiesa.

A guardar meglio, non era affatto un gargoyle: era una vecchia zingara fusa con la fioriera, con la pianta e con il suo posto davanti alla chiesa, con un bicchiere in mano.

Era un brutto bicchiere, di quella plastica rigida ma sottile che si rompe subito se la deformi. Quella per i bicchieri da birra usa e getta, insomma.

Il gargoyle lo teneva saldo nella mano, teso verso i passanti. Ma non chiedeva nulla. Semplicemente: stava. Era rimasto così, imperturbato, per tutto il tempo delle tre messe. Non alzava né abbassava lo sguardo, fissando una certa pietra dello stipite dell porticina. Così, nessuno notava il gargoyle.


Il sole era ormai alto e, pur essendo febbraio, i volontari erano sudati. Soprattutto chi non siera tolto la giacca.

Uno di questi, un tale Marco, che aveva un cappotto imbottito, se lo tolse sbuffando e si sedette su una fioriera. Non quella della zingara, ovviamente.

Ebbene, questo Marco, che ora era seduto a tirare un po' il fiato, aveva notato il gargoyle qualche ora prima e l'aveva tenuto d'occhio. Marco era infatti curioso di conoscere la sorte del bicchiere di plastica rigida, se si fosse cioè riempito oppure no.

Aguzzò un momento lo sguardo e constatò che nessuno quella mattina aveva donato una moneta alla statua. Marco si ripromise di controllare in seguito.


Il container era quasi pieno e c'era spazio solamente per l'ultima staffetta dai supermercati. Con l'arrivo dell'ora di pranzo, in numero di volontari era leggermente diminuito. Marco, che portava una scatola di pannolini al container, passò davanti al gargoyle e buttò l'occhio al suo bicchiere, ancora vuoto. Nel tragitto di ritorno pose allora una moneta da due euro sul fondo del bicchiere. Il gargoyle mosse quindi la testa verso Marco e sorrise.

«Grazie» gli disse.

Poi tornò alla sua posizione abituale nella roccia.


Le auto dai supermercati erano ormai arrivate tutte e il container era praticamente pieno. Anche i volontari ormai se ne erano quasi tutti andati. Qualcuno di quelli rimasti tuttavia afferma di aver visto una creatura di pietra starsene ritta in piedi ad osservare il processo di imballaggio. Secondo questi la creatura avrebbe studiato il da farsi per qualche minuto, poi avrebbe preso una scatola di pacchi di pasta e l'avrebbe portata al container, per poi risedersi dietro la fioriera e fondersi nuovamente con la roccia.



   
 
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