12/08/2013
2 recensioni*By Your Side*
Quella mattina il suo umore andava a braccetto con il cielo e il tempo che li stava accompagnando dal mattino: grigio e triste, con solo qualche sprazzo qua e là di sole e allegria. Era pur sempre estate ormai inoltrata e quell’aria frizzantina era già stata addolcito e scaldata dietro le nuvole, là dove i raggi del sole stavano giocando a nascondino. Eppure lui sentiva il freddo, anche se forse erano solamente i rimasugli di quell’incubo che lo aveva tenuto sveglio fin dalle prime ore dell’alba. Di quello, erano rimaste solamente immagini sfocate, scene che non avevano nessun legame fra l’una e l’altra se non quella sensazione di perdita che, nonostante ormai fosse sveglio, ancora si divertiva a giocare con il suo stomaco. Era per quello che si era imbacuccato in quel modo, la felpa extra large blu e il cappuccio alzato anche se indossava già un cappellino. Era come aver indossato una sorta di armatura contro quell’ansia che aveva deciso di accompagnarlo quel giorno.
Mostrò il sorriso mentre Justin scattava l’ennesima fotografia con una delle fans. Fortunatamente, lui e Nick erano capitati vicini e la sua presenza era come un’ancora che lo faceva star dritto nel presente, allontanando quei nuvoloni che volevano, invece, riportarlo nella tempesta di ansia e paranoia. Perché i soundcheck, ora, erano un’ennesima fonte di preoccupazione, sempre all’erta e con la paura che una delle fans si azzardasse a pronunciare la fatidica domanda. Ed era stata quella l’origine del suo incubo, un momento del concerto in cui la voce aveva deciso di scomparire e, uno dietro l’altro, anche i suoi compagni lo avevano abbandonato, ormai stanchi di quella situazione. Persino Nick. Era stato il suo addio a farlo svegliare di soprassalto, il cuore che batteva come se stesse partecipando ad un rave e il respiro di chi fa fatica a far entrare anche un velo di aria.
Fu istantanea. Fu istintiva. Fu dettata dal bisogno di sapere Nick vicino a lui, non solo fisicamente. Le sue braccia si legarono attorno alla vita del ragazzo, appoggiandosi e stringendo con le mani il tessuto della maglietta azzurro. Un ennesimo appiglio, la richiesta implicita di non lasciarlo mai andare, perché sarebbe scomparso senza di lui. Mentre attorno a loro la frenesia continuava a ronzare e a far muovere le persone, Brian si ritrovò ad appoggiare la fronte nell’incavo della schiena di Nick, come se volesse nascondersi nella protezione offerta dalle scapole. Inspirò a fondo, ributtando indietro quel singhiozzo e lacrima che tentavano di uscire fuori, chiudendo gli occhi per annullare ogni immagine e lasciarsi inghiottire solo dalla calda presenza del suo compagno.
In momenti come quelli, le parole non servivano: si sarebbero perse e ritrovate prigioniere da dei nemici che ancora avevano forza per combattere. Solo una era l’arma in grado di indebolirli e Nick sapeva quando usarla senza bisogno di spiegazioni: i palmi delle mani andarono a coprire quelle di Brian mentre le dita accarezzavano la pelle mormorando la più importante rassicurazione: era lì e sarebbe sempre stato lì. Al suo fianco.
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Questa piccola flash è stata ispirata da questa foto stupenda, tenera e tutti gli aggettivi del mondo possibili e immaginabili:
