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Autore: Whiteeyes95j    13/08/2013    0 recensioni
Cosa avviene veramente a Summer dopo il suo rapimento da parte di Julian ? Lui ha detto la verità ? Ha davvero dormito per tutto il tempo ?? O è successo qualcos'altro ? E se tra i due fosse nato qualcosa, che cosa accadrebbe ?? La situazione resterebbe la stessa ?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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The Encounter with the Devil

 

Summer stava camminando lentamente, con le guance bagnate, per le strade di quello strano Parco Giochi. Non aveva voglia di tornare con le altre ragazze, soprattutto se c’era ancora quella psicopatica che si divertiva a bucarle la caviglia con quella maledetta scarpa con il tacco appuntito. La caviglia le faceva male, inoltre sentiva che qualcosa le scorreva lungo il piede, qualcosa di caldo e appiccicoso che era sicura fosse sangue. Sapeva che non avrebbe dovuto lasciare la tenda, quel parco sembrava immenso e lei non lo conosceva. Sperava che almeno una di quelle ragazze fosse venuta a cercarla dopo che lei era scappata via o che la riunione di Julian con i suoi amichetti pazzi fosse finita e che lui fosse venuto a cercarla. Il parco era molto grande ma Julian era nato in quel luogo, lo conosceva meglio di lei, e sembrava conoscere lei meglio di quanto Summer conoscesse se stessa. Al pensiero di Julian la ragazza sentì le guance avvampare e le mani che quasi istintivamente si posarono intorno al bavero del cappotto come a voler proteggere il collo e il segno che adesso si era formato. Si sentiva in imbarazzo al solo pensiero. Lei non aveva mai avuto approcci del genere prima d’ora con i ragazzi. Insomma gli unici “fidanzati” che aveva avuto, se si potevano definire tali era un storiella di qualche mesetto con Jonathan Marin all’asilo, ricordava che lui le regalava ogni sabato le caramelle e che le cedeva il biscotto che la maestra distribuiva a tutti loro, e poi c’era stato Thad Underwood all’elementari, che a San Valentino le aveva regalato un peluche e poi c’era stato Noel Lang con cui si era scambiata un insignificante bacio durante il gioco della bottiglia durante una delle feste in piscina a casa di Jenny.  Tutto a un tratto però, le parve di sentire qualcosa, un suono, proveniente da dietro, tipo un fruscio, come se qualcosa si stesse movendo. Summer si voltò, lentamente, indietro ma a causa del buio e della poca luce non riuscì a scorgere niente dietro di sé. Poi le parve di sentire di nuovo quel movimento dietro di sé, questa volta però non esitò a voltarsi ma ancora una volta non vide niente. Si strinse le mani intorno al proprio corpo e cercò di non farsi prendere dal panico. Prese un respiro profondo e continuò a camminare verso una strada che portava verso degli stand o qualcosa di simile. Purtroppo non riusciva a vedere bene a causa del buio.
 
<< Non stai andando nella direzione giusta >> le disse una voce alle sue spalle
 
Summer per poco non svenne per lo spavento. Allora non si era immaginata il fruscio, c’era davvero qualcuno alle sue spalle. Summer si voltò dietro di sé e questa volta vide con certezza chi la stesse osservando. Vide la sagoma di un ragazzo di cui non riusciva a distinguere i lineamenti del viso, riusciva però a distinguere l’intera sagoma. E riusciva anche a vedere che era appoggiato a qualcosa dietro di sé ma non riusciva neanche a vedere questo.
 
<< Chi sei ? >> gli chiese con un filo di voce
 
<< Mi dispiace ma il mio nome da demone è troppo difficile da pronunciare. Posso dirti solo il mio nomignolo, chiamami Luke. >> disse il ragazzo
 
<< È carino, per essere un soprannome >> commentò Summer cercando di essere amichevole
 
<< Grazie. E tu ? Come ti chiami ? >> chiese il demone prendendo qualcosa che sembrava una sigaretta
 
<< Mi chiamo Summer >> rispose la ragazza un po’ in imbarazzo
 
<< Carino. Ne vuoi una ? >> chiese indicando quella che adesso era sicura fosse una sigaretta
 
<< Vorrei un po’ di luce >> disse Summer abbassando lo sguardo
 
<< Certamente >> rispose il ragazzo
 
Dopo pochi secondo so accesero un paio di lampioni vicino a loro il che permise a Summer di guardare attentamente il ragazzo davanti a sé.
Era un ragazzo con l’aspetto di un ventenne, capelli mori e ondulati, occhi verdi come smeraldi e la pelle non  molto chiara, il che gli dava un aspetto più umano, non sapeva dire ancora se era alto o meno perché era seduto su una giostra a forma di cavallo come quella che si vedevano anche davanti ai bar. Indossava una maglia verde, abbinata agli occhi, dei jeans blu scuro stretti, ma non eccessivamente aderenti, e poi indossava una felpa beige che sinceramente, a detta di Summer, stonava con i colori degli altri indumenti. Ma in fondo, guardando il suo vestiario, che includeva jeans strappati, puzzolenti e ancora umidi, una camicetta puzzolente, sporca e macchiata e anche umida, e un cappottino o meglio felpa, di Julian, non puzzolente ma umida, lei era l’ultima che poteva criticare. Meno male che il cappotto nero copriva un po’ il tutto, tranne il cappuccio della felpa e forse un po’ la puzza della camicia.
 
<< Che ti è successo ? >> chiese Luke guardandola con attenzione
 
Summer lo guardò con un’espressione confusa, non capendo a cosa si riferisse. Erano successe davvero tante cose quel giorno che  non sapeva cosa dover rispondere.
 
<< Al piede. Sta sanguinando >>  disse Luk indicando il piede con la sigaretta
 
<< È stato solo un… litigio finito male >> rispose Summer sentendosi a disagio
 
<< Capisco >> disse Luke
 
Summer abbassò lo sguardo, in imbarazzo. Cominciava a sentirsi a disagio e poi sentiva che le facevano male le gambe. Da quando era arrivata nel Mondo delle Ombre non si era seduta neanche per un secondo. 
 
<< Vieni >> disse il ragazzo alzandosi dalla giostra << Siediti un po’. Sembri stanca >>
 
<< Grazie >> disse Summer sedendosi sulla giostra
 
Summer non sapeva se faceva bene a fidarsi di quel ragazzo. Lo conosceva da pochi minuti e non sapeva se era una compagnia raccomandabile. Infatti le aveva confessato di essere un demone ma si era dimostrato gentile e quel giorno l’aveva trattata meglio di moltissime altre persone. E poi era veramente stanca, sia fisicamente che psicologicamente. Qualsiasi cosa quel demone avrebbe tentato di farle lee non avrebbe provato a fermarlo, non ne avrebbe avuto le forze. Non avrebbe neanche provato a scappare, la caviglia stava cominciando a bruciare e lei sicuramente non sarebbe riuscita a correre sufficientemente veloce per poter seminare qualche altra creatura oscura. E poi era sicura che comunque non sarebbe neanche riuscita a scappare che quel ragazzo l’avrebbe sicuramente catturata dopo pochi secondi, o con la sua magia o con qualche altra abilità soprannaturale.
 
<< Dovresti curarlo >> disse Luke continuando a fumare
 
<< Non so come. E comunque non saprei da chi farmi aiutare ormai >> disse Summer
 
<< Hai l’aria di una che ne ha passate tante >> commentò il ragazzo con la sua voce profonda
 
<< Oggi si, anche troppe >> commentò Summer con voce stanca
 
<< Chi è che ti ha vinta  ? >> chiese il ragazzo
 
<< Cosa ? >> Summer sperò di aver capito male
 
<< Quale creatura ti ha negato la libertà. Un vampiro ? Un demone come me ? >>
 
<< Un Uomo Ombra >> rispose Summer
 
<< Jew ? >> domandò il ragazzo
 
<< Non so neanche chi sia >> rispose Summer con voce stanca
 
<< Allora è Julian. Jean non può essere >> commentò il demone pensieroso
 
<< Non si chi sia questo Jean ma hai indovinato su Julian >> disse Summer
 
<< Allora sei stata fortunata. Julian è un Uomo Ombra molto particolare. È diverso da tutti gli altri Uomini Ombra che ho conosciuto. Sembra un bravo ragazzo >>
 
<< Bravo ? Non direi. È per colpa sua se io mi trovo qui >> disse Summer
 
<< Non è colpa sua se hai perso il gioco. Sei la ragazza di cui si è innamorato, dicono che lui ti abbia osservato da quando avevi nove anni e che si sia innamorato subito di te. Quando ho sentito questa storia la prima volta speravo che fosse una bugia, chi è così malato da innamorarsi di una bambina ? Comunque, ti ha sfidata, hai perso e ora starai qui >>
 
<< Non so chi ti abbia raccontato la storia della vita di Julian e non mi interessa ma non sono io la ragazza di cui è innamorato >> rispose Summer con tono annoiato
 
<< Ah no ? E allora chi sei ? >> chiese Luke seriamente confuso
 
<< Sono un’amica, della ragazza. Ho perso e ora sono prigioniera di quello psicopatico fino a quando Jenny non vincerà di nuovo e forse io sarò di nuovo libera. A meno che Julian non decida di uccidermi prima >> 
 
<< Serio ? Non sembra che ti abbia trattato così male guardandoti >> commentò il demone spegnendo la sigaretta e prendendo un'altra dalla tasca della giacca
 
<< Sei cieco ? Ho i jeans strappati, la camicia umida, e una caviglia che sanguina. E poi… ma quanto fumi ? >> chiese Summer in modo stizzito
 
<< Non sarebbero affari tuoi ma mi piace fumare, e poi potrei fumare anche mille sigarette di seguito e i miei polmoni rimarrebbero illesi. E poi, non credo che quella felpa sia tua e poi il cappotto è troppo pulito e integro a differenza dei jeans e inoltre, vedo che né la felpa nel il cappotto nascondono abbastanza bene il collo dagli sguardi altrui >> commentò Luke con tono provocatorio
 
Summer arrossì vistosamente e istintivamente posò le mani intorno al bavero del cappotto per coprire, inutilmente, quel dannatissimo succhiotto che le aveva procurato solo guai, come un piede bucato e un momento di grande imbarazzo con l’ennesimo tizio della giornata che si divertiva a ridere di lei.
 
<< Per piacere, penso che per oggi ne ho avuto abbastanza di persone che ridono di me e delle mie sventure. Certo a casa lo facevano ogni secondo della mia vita ma oggi è oggi e sono davvero stanca di tutto >> disse Summer con un tono di voce duro
 
<< Andiamo, da come sei ridotta, credevo che ti piacessero le avventure >> commentò il ragazzo con tono  provocatorio
 
<< Si vede che allora non sei così attento come credi di essere >> commentò Summer
 
<< Può essere, ma , vedremo. Vedremo in futuro chi di noi due ha ragione >>
 
<< Vedremo >> concordò Summer con un sorriso
 
Summer appoggiò la testa al muro dietro la giostra con un’espressione stanca ma anche più tranquilla.
 
<< Dovresti tornare indietro >> disse Luke
 
<< Non so come fare, non so neanche come ci sono arrivata qui >>
 
<< Ti aiuterò a trovare la strada per tornare indietro, ma scordati che io faccia di più. E consideralo gratis, per questa volta >> disse il demone buttando la sigaretta a terra e pestandola con il piede.
 
<< Grazie. Tranquillo comunque, non mi aspettavo niente di più. Grazie ma no Grazie ? >> chiese alzandosi dalla giostra
 
<< Grazie ma no grazie >> acconsentì il ragazzo demone aiutando la ragazza a scendere dalla giostra
 
<< Vedi quel lampione ? >> chiese il ragazzo indicando il lampione più distante
 
Summer annuì e allora il ragazzo continuò a parlare << Avvicinati e poi gira a destra, li troverai la strada giusta, e sarai finalmente al sicuro >>
 
<< Cos’è il lampione di Narnia  ? >> chiese Summer con ironia
 
<< Non so chi sia questo Narnia ma comunque ti conviene sbrigarti, il tempo è strano in questo posto. Noi tutti siamo suoi schiavi, anche se siamo immortali. Perciò affrettati e non dire a nessuno di questo incontro >> disse Luke con voce serio
 
<< Perché no ? >> chiese Summer confusa
 
<< Perché è meglio così. Tu fidati e io in cambio prometto che non dirò mai a nessuno di questo incontro. Fidati, Julian è diverso da quegli altri donnaioli con polvere al posto del cervello ma è meglio non sappia della tua piccola fuga >>
 
<< Sembri conoscerlo bene >> commentò Summer
 
<< Diciamo che io e Julian… abbiamo un rapporto confidenziale >> disse Luke con un ghigno
 
<< Quanto confidenziale ? >> chiese Summer che voleva vederci chiaro
 
<< Abbastanza da poterti far finire nei guai. Vai rompiscatole, ci vedremo in giro>> disse Luke dando a Summer una leggere spinta verso il lampione
 
<< È una minaccia ? >> chiese Summer alzando un sopracciglio
 
<< Prendila come ti pare >> disse Luke alzando le spalle con aria stranamente tranquilla
 
Summer si voltò verso il lampione e cominciò a dirigersi verso di esso quando una domanda le sorse spontanea. Sfortunatamente quando si voltò, notò che il ragazzo se ne era andato e che anche il primo lampione si era spento e che adesso l’unica cosa in grado di darle luce era il lampione che avrebbe dovuto anche portarla sulla strada giusta per tornare a “casa” da Julian. Sospirò, era davvero stanca e voleva solo che tutta quella situazione finisse. Si incamminò verso il lampione e quando arrivò all’incrociò girò a destra. A Summer sembrò che non cambiasse nulla in quella direzione, la strada era buia e sembrava che non portasse da nessuna parte. Stavolta sbuffò, doveva sapere che non doveva fidarsi di un demone ma in quel momento era così stanca e disperata che si sarebbe fidata di chiunque si fosse offerto di darle una mano. Stava quasi per tornare indietro quando sentì una voce chiamarla.
 
<< Summer !! Summer ! >> era Tetè, la ragazza carina e simpatica della tenda
 
Summer camminò velocemente nella sua direzione, Tetè le era sembrata una brava ragazza e se Luke credeva che lei fosse nei guai nonostante Julian fosse … come aveva detto ? Ah si … un bravo ragazzo, non sapeva se Tetè fosse fortunata come lei e non voleva che le accadesse qualcosa di male per colpa sua.
 
<< Sono qui ! >> disse cercando di raggiungerla velocemente, per quanto il piede ferito glielo permettesse
 
Tetè si voltò verso di lei e le andò incontro abbracciandola. Prima non si era resa conto che Tetè fosse bassa quanto lei e un po’ si sentì rassicurata dal fatto che lì non fossero tutte delle modelle. E poi Tetè aveva un altro tipo di bellezza, ma non la faceva sentire a disagio.
 
<< Oh mio dio Summer ma dov’eri ? Ti ho cercato per un’ora intera >> disse Tetè con preoccupazione
 
<< Un’ora ? Sei sicura ? >> chiese Summer sbalordita
 
<< Te lo potrei giurare >> disse Tetè con convinzione
 
<< Allora non scherzava quando diceva che il tempo è strano in questo posto >> commentò Summer tra sé
 
<< Chi non scherzava ? >> chiese Tetè confusa
 
Summer si agitò per un secondo, poi disse la prima cosa che le venne in mente << Julian, ovviamente. Chi altri se no ? >>
 
<> disse Tetè non molto convinta
 
Le due ragazze cominciarono ad incamminarsi verso la tenda, la riunione stava quasi per finire e sarebbe stato meglio se la loro fuga non venisse scoperta assolutamente.
 
<< Tetè ? Posso chiederti una cosa ? >> chiese Summer con voce incerta
 
<< Vuoi sapere chi mi ha bloccato qui ? >> chiese Tetè con voce malinconica
 
Summer non disse niente, si limitò ad annuire.
 
<< In fondo mi sembra giusto. Io so che il tuo rapitore è Julian. Inizio con il dire che il mio non è un rapitore ma una rapitrice. Io sono stata catturata da Eilein, forse l’avrai vista prima di entrare nella tenda. È una bellissima ragazza, mora, alta, con la pelle pallida e gli occhi color topazio >> spiegò Tetè
<< Si, l’ho visto. Wow, mi sembrava troppo bella per essere … >>
 
<< Lesbica ? >> la interruppe Tetè con tono neutro
 
<< Non fraintendermi, non sono omofoba, solo sorpresa. E tu sei … >>

<< Lesbica ? >>
 
<< Perdonami. Non sono affari miei >> si scusò Summer abbassando la voce
 
<< Non preoccuparti, comunque no, sono bisessuale. >> rispose Tetè
 
<< E, a Eilein la cosa va bene ? >> chiese Summer con tono incerto
 
<< Per ora non ha fatto storie >> disse Tetè
 
<< Da quanto tempo stai con Eilein ? >> chiese Summer
 
<< Da centoquarantaquattro anni ormai. Ho tenuto il conto >>
 
<< Ma tu non sembri un … >> disse Summer osservandola bene
 
<< Oh no io non sono un vampiro. Non era necessario trasformarmi >>
 
<< Perché no ? >>
 
<< Perché ormai le appartengo, sono vincolata a lei, respiro perché lei vuole che respiri, sono qui perché lei vuole che io stia qui e rimango giovane perché lei vuole che io resti giovane >> spiegò Tetè con gli occhi lucidi
 
<< E sarà così per sempre ? >> chiese Summer che in cuor suo già sapeva la risposta
 
<< Fino a quando non si stancherà di me e andrà in cerca di qualche altra ragazza >> disse Tetè cominciando a piangere
 
<< Tetè tu la ami ? >> chiese Summer
 
Tetè non rispose ma si limitò ad asciugarsi le guance.
 
<< Perdonami, sono stata inopportuna >> disse Summer abbassando lo sguardo
 
<< Non importa >>
 
<< Mi dispiace >>
 
<< Non esserlo. Sappi anche a te toccherà lo stesso destino. Hai perso e ora appartieni a Julian e niente potrà cambiare questa realtà. Da quanto ho sentito, Julian ti desiderava da tempo e dubito che ti lascerà andare >>
 
<< Io invece non ne sarei così sicura >> disse Summer
 
<< Perché ? >> chiese Tetè confusa
 
<< Perché non sono io quella che vuole >> rispose Summer con una scrollata di spalle
 
<< E allora che ci fai qui ? >> chiese Tetè che ormai non stava capendo più niente
 
<< Sono qui come ostaggio. La ragazza che Julian vuole in realtà è molto determinata a resistergli, ha vinto il primo gioco e se la situazione dovesse mettersi peggio di com’è in realtà, credo che Julian non esiterà a usarmi come oggetto di scambio. Perciò non credo che passerò molto tempo qui >>
 
<< Non capisco spiegati meglio >>
 
<< In ogni caso o Jenny perde e Julian mi uccide per divertimento, o Jenny perde e Julian mi lascia andare perché ormai non gli servo ma ne dubito conoscendo Julian, o Jenny si arrende, accetta lo scambio  e io me andrò di qui, oppure Jenny vince, Julian si incazza e mi uccide. In ogni caso non resterei qui tanto a lungo >> rispose Summer
 
<< Che schifezza. Essere pienamente consapevole che la tua vita dipende dalle scelte di altre persone. Pensi che la tua amica cederà ? >> chiese Tetè
 
<< Sinceramente non so più che pensare. >> rispose Summer
 
Dopo pochi minuti entrambe ritornarono alla tenda e quando entrarono furono sorprese dal trovarla vuota. Summer era preoccupata, non voleva che Tetè finisse nei guai per colpa sua ma quanto pare erano tornate troppo tardi. Si scambiò una veloce occhiata con Tetè e alla fine le due scelsero di sedersi lì e attendere che qualcuno venisse. Naturalmente Julian e Eilein non si fecero attendere. La prima ad entrare fu Eilein che si avvicinò a Tetè.
 
<< Perdona l’attesa ma sono stata trattenuta da un amico. >> disse Eilein con voce fredda
 
<< Non fa niente >> disse Tetè
 
<< Saluta la tua amica e andiamo. Io ti aspetto fuori >> disse Eilein uscendo dalla tenda
 
<< La stessa cosa vale per te >> disse Julian in direzione di Summer
 
Le due ragazze si alzarono e dopo essersi abbracciate si diressero fuori dalla tenda dai rispettivi aguzzini.

 
Julian si era annoiato molto in riunione, come al solito non erano riusciti a fare niente di produttivo, erano ancora al punto di partenza. Inoltre lui era anche preoccupato per Summer anche se non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura. Aveva paura di lasciarla da sola e infatti aveva ragione. Aveva notato subito che stava zoppicando.
 
<< Che ti è successo al piede ? >> chiese fingendo indifferenza
 
<< Un litigio finito male >> gli rispose come aveva risposto a Luke
 
<< Ho visto che hai fatto amicizia >>
 
<< Tetè è molto simpatica >>
 
<< Bene >>
 
Quella fu l’ultima cosa che si dissero per tutto il viaggio di ritorno. Entrambi erano troppo immersi nei proprio pensieri. Quando arrivarono a casa entrambi provarono un forte senso di imbarazzo pensando a quello che era successo all’ingresso l’ultima volta.
 
<< Al piano di sopra, ultima porta a destra c’è il bagno se vuoi darti una ripulita >> disse Julian dopo aver chiuso la porta
 
<< Si, grazie >> disse Summer che cominciò a zoppicare verso le scale
 
<< Aspetta >>
 
Summer si fermò e si voltò verso Julian. Il ragazzo prese una sedia e le fece segno di sedersi. Summer obbedì senza ribattere, non aveva la forza di ribattere, era stanchissima e stufa di discutere con Julian per ogni cosa. Si sedette sulla sedia, cercando di non sedersi in modo troppo sgraziato. Infatti si sedette lentamente anche se il realtà aveva voglia di buttarsi su quella sedia a peso morto, a costo di farla cadere all’indietro. Però non voleva sembrare sgraziata a Julian, non sapeva perché le importasse cosa lui pensava di lei, benché lui avesse espresso la sua opinione riguardo a lei in maniera piuttosto esplicita, ci teneva al fatto che lui non la reputasse anche sgraziata oltre che fifona e infantile. Quando si sedette Julian le prese il piede ferito e poi Summer lo sentì sussurrare e bassa voce delle parole strane, forse una formula magica o qualcosa del genere, tuttavia il piede guarì, rimase solo una cicatrice.
 
<< Grazie >> sussurrò Summer
 
<< Non ringraziarmi. L’ho fatto solo perché mi servi in buona salute. >> disse Julian con tono sgarbato
 
<< Ovviamente >> disse Summer
 
<< Dai sbrigati, tra un’ora si cena. E conoscendo voi femmine so con certezza che in bagno sarai lenta e a me non piace aspettare. Ah a proposito, davanti alla porta del bagno c’è la tua camera lì troverai tutto il necessario >> dopo aver detto questo Julian sparì nell’ombra, come sempre del resto.
 
Summer sospirò, Julian era come la luna, cambiava faccia e lei purtroppo non era dell’umore giusto per reggere tutti i cambiamenti d’umore di Julian. Salì al piano di sopra e si diresse verso l’ultima porta a destra dove in effetti c’era il bagno. Quando entrò nella stanza Summer non riuscì a nascondere la sua meraviglia. Il bagno era molto grande, molto di più di quanto si potesse immaginare dall’esterno. Sulla parete destra c’erano dei cassetti e degli armadietti bianchi con le maniglie e le rifiniture dorate, sulla sinistra c’era un grande specchio con la cornice dorata e poi c’era una grande vasca, che sembrava più una piscina, già piena d’acqua e poi vicino alla vasca-piscina c’erano dei prodotti. Summer cerco di darsi un po’ di contegno. Julian era stato chiaro e lei non voleva farlo arrabbiare. Vide una sedia vicino a una vasca a cui prima non aveva fatto caso e lì appoggiò il suo cappotto nero e la felpa di Julian. Quando se la tolse però non resistette alla tentazione di annusarla. Rimase inebriata dalla felpa che era ancora impregnata dell’odore di Julian. Quasi scottata da quelle sensazioni buttò la felpa sulla sedia e poi continuò a spogliarsi. Per ultimo si tolse i calzini e con la punta delle dita dei piedi nell’acqua e notò che era piacevolmente calda. Si immerse completamente e si bagno i capelli, poi diede un’occhiata ai prodotti vicino alla vasca e notò che erano tutti erano tutti prodotti alla vaniglia. “La mia fragranza preferita”, pensò Summer. Prese un po’ di sapone e cominciò ad insaponare tutta la pelle, poi prese lo shampoo e cominciò a strofinare i capelli. Dopo pochi secondi un gradevole odore di vaniglia si sparse per tutto il bagno. Quando uscì dall’acqua Summer prese l’accappatoio per asciugarsi ma con sua sorpresa si rese conto di essere già asciutta. Wow, pensò. Tuttavia la sua camera era dall’altra parte del corridoio così indossò l’accappatoio e si girò per prendere i vestiti sporchi e quando si girò notò che sulla sedia c’erano solo il cappotto nero e la felpa di Julian. Summer pensò che si sarebbe potuta abituare a tutte quelle piacevoli stranezze anche perché dubitava che avrebbe lasciato presto quel luogo.
 

 
Julian invece si trovava in camera sua in quel momento. Stava cercando di riflettere sul da farsi, purtroppo la situazione in quel momento non giovava a suo favore. Perché ? Semplice, aveva perso il gioco, certo aveva Summer ma Jenny la credeva morta e sicuramente se lui le avesse detto che era ancora viva lei non gli avrebbe creduto. Doveva pensare bene a cosa fare adesso. Poi a un certo punto si ricordò di una cosa. L’anello. Ma certo, Jenny era vincolata a quell’anello, se lo poteva togliere quando voleva ma il patto era vincolante, la runa era attiva e lei non si poteva sottrarre a quell’impegno. Un ghigno gli si formò in volto, aveva una nuova carta da giocare e questa volta avrebbe cercato di sfruttarla nel modo giusto. Lui era un Uomo Ombra e come tale non doveva perdere, MAI. 

  
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