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Autore: BrokenSmileSmoke    13/08/2013    3 recensioni
Yumi Ishiyama è una ragazza molto chiusa in se stessa, con un passato che l'ha traumatizzata, finchè non incontra un ragazzo che tenta di farla tornare a vivere come prima; non ha amici eccetto Aelita, e non vuole averne.
Dal testo:
Essere ammessa in quell'accademia, per lei, non era soddisfacente; era piuttosto un bisogno, ma nessuno poteva capirla. [...]
Lo aveva scelto lei, il trasferimento, e avrebbe dovuto accettare ciò che sarebbe successo da quel momento in poi senza proferir parola.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Odd, Ulrich, William, Yumi
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore è una lotta '
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L'Amore È Una Lotta.
Capitolo 1

Memories.

Il fastidioso suono di una sveglia rimbombava per tutto il monolocale, mentre la ragazza si stropicciò gli occhi con il palmo delle mani, per poi aprirli di malavoglia.
Non era stata la dormita migliore in vita sua, poteva ammetterlo; il dover dormire a terra sollevata dal pavimento da una coperta leggera non era un granché, così come certamente non lo era la casa.
Aveva semplicemente una stanza e un bagno, anche se per la ragazza andava bene ugualmente; non poteva certamente avere un appartamento di lusso con due o tre bagni e camere a volontà, le sue difficoltà economiche non glielo permettevamo; non era mai stata ricca, viveva con sua madre in un piccolo appartamento nella periferia di Maladers, la quale riceveva uno stipendio minimo per pagare l'affitto e tutte le bollette che ne conseguivano, il padre le aveva abbandonate dalla nascita della ragazza.
Si alzò ugualmente, sorridendo, nonostante la schiena ne risentiva per non aver potuto dormire in un letto degno di questo nome; guardò fuori della piccola finestra assaporando il fresco odore che aveva l'autunno in quella città, la Francia; ecco dove era finita, anzi, andata.
Uscì dalla stanza principale, se poteva definirsi tale, aveva i muri spogli, con qualche accenno di muffa; e si diresse nel piccolo bagno che quel locale offriva.
Cercò negli enormi scatoloni del trasferimento spazzolino, dentifricio, sapone e una spazzola per i capelli; appena trovati impiegò 15 minuti circa tra lavarsi e pettinarsi i capelli scuri.
Appena finito tornò nella stanza dove, su un tavolino di legno, si trovava uno scatolone ed una lettera; la ragazza non volle aprire nessuno dei due perchè sapeva già cosa c'era dentro.
Guardò lo schermo del cellulare, aveva ancora tempo per prendersela con calma.
Una buona volta, decise di aprire la lettera e la lesse:
Alla signorina Ishiyama Yumi:
Siamo lieti nel dire che la sua domanda di iscrizione alla "Kadic Academy" sia stata accettata.
Le lezioni avranno inizio il 6 settembre alle ore 8:05
Assieme alla lettera troverà anche l'uniforme, che andrà indossata ogni giorno.
Speriamo che il suo comportamento sia all'altezza di questa accademia, e che i nostri corsi le risultino gradevoli.
Distinti saluti,
Il dirigente scolastico Pierre Leroy.
Riposò la lettera nella busta, come se in realtà non avesse mai voluto averla letta.
Essere ammessa in quell'accademia, per lei, non era soddisfacente; era piuttosto un bisogno, ma nessuno poteva capirla.
Aprì lo scatolone, nel quale c'era una camicetta bianca, un gilet nero, una gonna rossa che arrivava fin sotto il ginocchio, dei calzini rosso scuri e dei mocassini.
Odiava indossare le divise, ma lo avrebbe fatto senza aprir bocca.
Lo aveva scelto lei, il trasferimento, e avrebbe dovuto accettare ciò che sarebbe successo da quel momento in poi senza proferir parola.
Appena finito di prepararsi prese la sua borsa e uscì.

L'accademia non era molto lontana, e la ragazza aveva studiato tutto il percorso il giorno prima per non far tardi il giorno seguente, il primo.
Sentì dei passi alle sue spalle, si voltò cercando di non farsi notare e scorse un ragazzo che indossava la divisa dell'accademia, aveva visto anche quella maschile nel depliant.
Si chiese da quanto tempo era dietro di lei, venne presa dall'ansia. Chiuse gli occhi e riprese fiato, abbassando lo sguardo. Era paranoica.
Non vedeva l'ora di arrivare davanti al cancello dell'edificio, e quando fu lì non potè fare a meno di sorridere.

Una ragazza rosa con degli occhi azzurri era poggiata a un muretto, che con un viso preoccupato si guardava intorno; appena la notò le corse incontro con un sospiro di sollievo «Finalmente sei arrivata! Mi stavo preoccupando!» esclamò.
«Non dovevi preoccuparti, Aelita. Sono abbastanza grande per andare a scuola da sola.» disse lei sforzando un sorriso; Aelita era l'unica che riusciva a vedere quanto dolore ci fosse dietro un sorriso della sua amica e lo sforzo che compiva ogni giorno; anche se sapeva che non aveva alcun diritto di dare consiglio a Yumi, non poteva realmente capirla.
«È solo che.. Oh mi dispiace che siamo finite in classi diverse!» le disse con un pò di dispiacere la rosa.
«È colpa mia, ho consegnato l'iscrizione tardi e son finita nella lista d'attesa. Ma fa niente, tu ci sei no?» disse sorridendo la mora.
Aelita sorrise, quasi in pena «Tranquilla, per me sei come una sorella e la famiglia è sempre al primo posto, ricordalo!»
«Grazie Eli.» Yumi aveva capito perfettamente, e la sua migliore amica era al suo fianco più di chiunque altro abbia incontrato nei suoi 18 anni, e avrebbe dovuto ringraziarla.
Suonò la campanella e le due ragazze furono costrette a dividersi.
Yumi sapeva dove andare, glielo aveva spiegato il dirigente il giorno prima; così andò in aula e si sedette in ultima fila, era la prima ad essere entrata.
Era questione di pochi minuti, e l'aula fu stracolma di studenti; erano tutti uniti e molto probabilmente lei era l'unica ragazza nuova, non che le importasse.
Notò che tutta la folla di studenti erano concentrati su un ragazzo, quello che l'aveva seguita la mattina.
Le dava fastidio che quel tipo era dappertutto, non che avessero mai parlato; si sentiva una stupida, le sole a capirla erano Aelita, "Eli", e sua madre, ma nessuna delle due era lì presente in quel momento.
Sospirò.
Entrò il professore, un uomo pelato di quarant'anni circa e sovrappeso, tutti i ragazzi si sedettero; tutti a eccezione di lui, era l'unico ancora in piedi e l'unico posto libero era vicino Yumi, si sedette.
Osservò il professore con aria annoiata, senza nemmeno alzare lo sguardo sulla sua compagna di banco.
«Buongiorno, sono il vostro professore di latino e coordinatore della classe, vi avviso già da adesso che quest'anno sarà diverso dagli altri. Fare il quarto non è mai facile.»
Si sentì un coro di sbuffi contraddittori, ai quali Yumi evitò di unirsi.
«Vi presento una nostra nuova compagna, Ishiyama Yumi! Si può perfavore alzare, signorina?» Yumi si alzò dalla sedia con malavoglia, odiava essere al centro dell'attenzione.
Non appena si risedette, il ragazzo non fece a meno di guardarla «Ciao! Che hai? Qualcuno ti ha mangiato la lingua?» per tutta risposta, Yumi si voltò dall'altro lato; lui rimase stupito: quella ragazza lo odiava? E perchè? Non le aveva fatto nulla, non l'aveva nemmeno mai vista.
Il professore continuò a parlare «Come ogni anno, è mio dovere ricordarvi le regole dell'istituto..»
Yumi stava voltata con lo sguardo fuori dalla finestra, "È vietato mostrare effusioni in pubblico col proprio/a partnet! Chiunque verrà sorpreso in questi atteggiamenti verrà sospeso!"
Sentito questo, passò un'altra ora; le ultime 2 successive avrebbe avuto educazione fisica, e le divise sportive si trovavano già negli spogliatoi.
Ci fu l'intervallo, tutti i ragazzi uscirono fuori, tutti eccetto Yumi. La ragazza rimase in classe da sola a mangiare un panino con del prosciutto crudo che aveva preparato la sera prima, guardando dalla finestra vide che tutti i ragazzi fuori si stavano divertendo.
Persino quelli nuovi, del primo anno, avevano attorno qualcuno con cui stare, non che nessuno voleva essere amico della ragazza, ma lei non voleva; mai più.
Appena finito di mangiare si guardò intorno, sempre rimandendo ferma al banco; era meglio che iniziasse a prepararsi per la palestra.
Mentre era immersa nei suoi pensieri un ragazzo le si avvicinò, era lui.
La guardò un attimo «Mi ero scordato il cellulare in classe.» disse tirando da sotto il banco un IPhone nero, Yumi abbassò nuovamente lo sguardo «Ma.. Tu rimani qui, da sola?»
Perchè le aveva fatto quella domanda? Cosa voleva sapere di lei? Perchè gli importava? Non gli importa, riflettè Yumi, Non rispondergli, non gli importa nulla di te.
Lui la guardava, voleva sentire la sua voce. Perchè la ragazza rimaneva sola? Perchè non voleva rispondergli? «Sei molto timida.»
Nel frattempo altri passi si udirono, Yumi alzò lo sguardo, era una ragazza un pò bassa con i capelli rosa; si alzò e le andò incontro.
«Yumi! Scusa se sono arrivata tardi.. Quello chi è?» l'ultima frase la disse sussurrando, per non farsi sentire dal ragazzo il quale stava già uscendo nuovamente dall'aula.
«Ti consiglio di prepararti, Yumi, altrimenti arriverai tardi in palestra.» provenì dal ragazzo, il quale appena fu sparito dalla visuale delle due, fu il protagonista della domanda della rosa.
«Chi è quel ragazzo?» le richiese Aelita.
«Un cretino!» disse la ragazza.
«Yumi! Non puoi continuare così!»
«Aelita, tu non capisci! Io sto benissimo, credimi.» mentiva. La ragazza mentiva da ben 2 anni ormai, non era normale come celasse la verità anche davanti ai suoi famigliari, ma sapeva anche che "Eli" non le rispondeva solo per non ferirla di più.
Aelita sospirò «Hai ginnastica l'ora successiva, giusto?»
«Sì.»
«Anche io! Staremo insieme in palestra, e se quel tipo ha ragione direi che dovremmo iniziare ad andare. Non dici?»
Yumi sorrise, «Certo.»

Appena arrivate negli spogliatoi femminili della palestra, le due ragazze si cambiarono per poi dirigersi dov'era già buona parte delle due classi.
«Io vado dai miei compagni, Yumi.»
«Certo.»
In tutta risposta, la rosa sorrise per poi allontanarsi dalla sua amica.

Il professore di ginnastica di Yumi, un omone alto e leggermente sovrappeso con un piccolo accenno di barba; organizzò una partita di pallavolo, mentre la classe di Aelita giocava a basket.
Yumi sorrise, per lo meno a pallavolo sapeva giocare, anche se discretamente.
L'unica cosa che non le piaceva era la sua squadra, c'era di nuovo quel ragazzo.
Il pallone non tardò ad arrivare, quella era sua.
Con un beger la palla arrivò all'altra parte della rete, facendo un punto.
«Evvai!» non riuscì a trattenersi.
«Bravissima, Yumi!» le si avvicinarono le ragazze della squadra «Sei grandiosa!» in meno di un secondo tutta la squadra le fu attorno.
«G-Grazie..» continuava a ripetere la ragazza in cambio di tutti quei complimenti che non si era aspettata, era accerchiata e in imbarazzo.
In mezzo alla piccolissima folla si fece spazio quel ragazzo, sorridendo «Fantastica, Yumi! Batti 5!» disse alzando un braccio.
Yumi lo fissò un attimo, incerta se battergli la mano o no.
Poi un ricordo l'avvolse.
Quello stupido ricordo.

Era tutto buio, nero, scuro, chiuso, faceva freddo.
Le sue grida, le lacrime, la paura.

Il cuore le batteva più del normale.
Il ragazzo la guardò preoccupato, lei era a terra piangente.
All'improvviso aveva chiuso gli occhi ed era caduta a terra.
«Yumi, che succede?»
La ragazza alzò lo sguardo, il suo viso era bagnato dalle lacrime di paura e disperazione, si portò le mani al volto per coprirsi gli occhi, urlò spaventata.
* * *
Salve a tutti! Sì, sono di nuovo io.
Vi presento una nuova storia, che mi è venuta in mente ieri e che ho appena finito di scrivere.
Non ha niente a che fare con One Step Closer o Loving You Forever Can't Be Wrong.
Ok, che ve ne pare della storia? È il primo capitolo, lo so. Ma vorrei che qualcuno mi dicesse un parere, se devo continuare o posso lasciar stare, non voglio scrivere a vuoto.
Tranquilli, accetto le critiche.
Purtroppo in questa storia non rilascerò niente su Facebook,  non caricherò foto dei personaggi, voglio che lasciate spazio alla vostra immaginazione.
Per il momento, non si sa niente di quel ragazzo che tenta di parlare con Yumi.
In quanto a quest'ultima, non rilascio niente. Sarà tutto da scoprire.
Questa volta il banner l'ho fatto io, e fa anche abbastanza schifo.
Ora vi saluto e magari ci si rivedrà nel prossimo capitolo.

Un bacio a tutti voi che avete letto, in particolare a quelli che recensiranno la storia e magari la metteranno nei preferiti/seguiti.
   
 
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