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Autore: keshamalfoy    14/08/2013    0 recensioni
Gocce… minuscole gocce, scivolavano lentamente sul mio volto… d’un tratto tutto divenne più appannato, nitido… soprattutto la mia testa, confusa, smarrita… persa. Forse proprio arrivata a questo punto che in fondo provai di bramare un'unica cosa, che da sempre mi perseguitava, volevo o dovevo esserci io la sotto, sepolta viva da centinaia di strati di terriccio.Mi prese per mano e mi trascino via… e di nuovo gocce, minuscule gocce che colavano sul mio viso... stavolta inespressivo, freddo, pallido, la cui caratteristica lucentezza aveva quasi perso del tutto... per sprofondare in quella torbida e sgradevole coltre...
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eri tale e quale, ma non potevi essere sul serio tu. Stavo diventando pazza, completamente pazza. Girovagavi a zonzo nel boschetto accanto il mio nuovo giardino, odiavo quella casa, perché sapeva di te Anne, ma era scontato, oramai tutto mi ricordava te, dopo immani sacrifici e moltissimo tempo trascorso a dimenticarti, ecco apparire una fanciulla, la cui somiglianza era quasi irreale. Le lunghe e bionde trecce ondeggiavano leggere, ma non vidi il tuo volto, lo immaginavo già, però nella mia contorta e malata testa. << cosa ci fai qui fuori nel bel mezzo della notte? >> Silenzio…Rabbrividii. << Come ti chiami? Tieni, fa piuttosto freddo fuori >> sussurrai, porgendole titubante la pesante felpona grigia; non ci ero riuscita, tutti i miei buoni propositi nel rimanere fuori dai guai erano andati a farsi benedire, nel vero senso della parola. Ma come potevo d'altronde lasciare una bambina impaurita al freddo e alla crudelta della notte. Non era Anne, non stavolta, no, non avrei rifatto lo stesso errore, non di nuovo per lo meno. Non mi rispose nemmeno questa volta, così come declinò la mia felpa, che cadde con un leggero tonfo sul terreno ancora umidiccio del giorno prima. Non seppi spiegarmi il perché, ma me l’ero aspettato, come se il tutto fosse già visto e rivisto una cinquantina di volte; metteva i brividi, sapere di conoscere i personaggi e la storia, ma non ricordare il finale. Come se la ragazzina avesse intuito i miei pensieri, mi prese delicatamente la mano, era liscia e gelida, quasi come se fosse allo stremo, priva di vita … non le sentì battere il cuore. Ora avevamo un’altra cosa in comune, oltre all’essere entrambe lì fuori naturalmente, anche il mio aveva smesso di battere,stavo meglio, ero piu leggera, come se fosse stato il mio corpo ad avermi abbandonata. Ci stavamo muovendo, o meglio era lei a guidarmi, trascinandomi per la mano; troppo presa dai miei pensieri, non mi ero accorta che lo scenario era cambiato, ma quanti passi avevamo potuto fare?! Mi voltai nervosamente a destra e sinistra, con la speranza di intravedere in lontananza il boschetto vicino casa mia, o il parco; ma niente. Era tutto troppo buio, solo una lucina in fondo, s’intravedeva leggermente, in modo molto sfocato e tetro. Ci fermammo di scatto, senti la mano della bambina stringermi, una scossa mi attraversò interamente, mi voltai di scatto verso di lei, volevo urlarle contro, sgridarla, se si era persa bastava dirlo, in questo modo avevo perso l’orientamento anch’io; ma non appena mi girai, un’innata calma s’impossesso del mio corpo, purificando la mia anima, non riuscivo a parlare o a muovermi. Mi aveva lasciato la mano, mi sentii incompleta, privata di una parte fondamentale del mio corpo che in poco tempo era riuscita a cambiarmi. Mi fissava, lo sguardo calmo fisso su di me, gli occhi, neri e grandi mi scrutavano attentamente, sapeva esattamente cosa stava facendo … era familiare. Distolse lo sguardo ed io implorai nella mia mente che mi riprendesse la mano e continuasse a fissarmi, ma nulla di tutto ciò sembrò avverarsi, poi ad un tratto, sussurrò a voce talmente bassa e sottile che faticai a sentirla… << Anne>> Molte persone attribuiscono la pazzia, o questa schizzofrenia, allo stress, o all'aver subito un trauma; ma io ero pazza e basta, non avevo giustificazioni o scusanti, nè tanto più per il fatto di essermi resa conto prima che te ne eri andata...per sempre. Sconvolta, non potevi essere tu... ma aveva risposto alla mia domanda, ero stata io ad averglielo chiesto e sempre io a doverne pagare le conseguenze. Tutto divenne confuso, scuro, e d'un tratto quella tenue luce che infondo illuminava le poche piante stradipate dalla furia del vento, sembrò chiamarmi, avvolgermi, fino a soffocarmi del tutto, perchè è proprio ciò di cui ci fidiamo che alla fine finisce per tradirci.... noi stessi ne è un esempio lampante... Cadde, una sensazione di bagnato la pervase tutta. Fango e terriccio le coprivano interamente i vestiti; il volto scuro, e le manii erano macchiate di rosso e piene di graffi e lividi, che si allungavano su per le braccia sottili, lasciate scoperte da una logora T- shirt Bianca e verde, tutta stracciata e sfibrata... Non riuscivo a vedere il suo viso, era scuro, calato in avanti, i capelli completamente bagnati erano appiccicati al volto, nettamente in contrasto con esso; lunghe ciocche dorate facevano infatti a botte con lo sporco, macchiato e scarno viso. Correva ora sull' asfalto desolato dell' autostrada C-31, che portava sino in Michigan; si sbracciava nella speranza di ricevere soccorsi, ma nessuna delle poche macchine che passarono, si fermarono per aiutarla... Stanca, rimase immobile, lo sguardo perso nel vuoto... come se d'un tratto si fosse ricordata qualcosa, o forse piuttosto avesse visto qualcuno, si ridesto e avvolta dal panico attraverso correndo il resto della strada bagnata, che la separava dal resto del bosco, che riprendeva via via ad essere sempre piu' fitto e grande. Quasi come se avesse intuito i miei pensieri, titubandi si fermo qualche secondo per dare un'occhiata intorno, ma mai indietro; la sua anima era logorata da qualcosa che la seguiva, che la perseguitava, senza un'attimo di tregua, la ossessionava, a tal punto da superare la sottile linea di confine tra realta' e pazzia... forse qualcuno, ma non vedevo niente, solo buio fitto, intervallato dale poche luci a intermittenza, sfocate per via della foschia e della nebbia, che s'intravedevano in lontananza ormai dall'altra parte della strada. Nel frattempo la ragazza parve rinsavire dai propri pensieri, e destarsi da quell sonno profondo che pareva averla intorpidita; addentrandosi ancor piuu in profondita nella foresta... cominciaii a correrle dietro senza alcuno sforzo; potevo osservarla benissimo da quella posizione, il suo respire affannoso si confondeva al rumore veloce e scordinato dei suoi passi, che pesanti, scavavano il terreno, calpestando rametti e foglie secche. Si feri' innumerevoli volte ai piedi sporchi e scalzi, ma questo non sembro scalfirla minimamente; sembrava invece esserci abituata, come se corresse da ore, giorni senza alcuna sosta, e queste fossero le medesime cicatrici che si procurava, da aggiungere alla sua infinita e dolorosa collezione. Corse, la osservavo, cadere e rialzarsi sempre, non si fermò fino a quando la sua attenzione venne attirata da una radura immersa nell'oscurità del bosco, al centro della quale, si scorgeva una piccola e silenziosa sorgente, che sfociava poi in un piccolo e gelido laghetto. Un'oasi di pace all'inferno... ma era solo una lieve sosta, prima che l'anima bruciasse per sempre. Titubante la vi di spalle avvicinarsi lentamente, inginocchiarsi, e con dolore e fatica immergere oramai le irriconoscibili mani affusolate nell'acqua... rabbrividì, non sapevo se di dolore o freddo, ma immaginai si trattasse di entrambi. poi lasciate a mollo le mani, per un'infinità di secondi, si bagno dolcemente il viso, il riflesso era nitido, le ciocche bionde e quei tratti erano però molto familiari, quei tratti li vedevo ogni giorno. Urlò, non vidi niente, quando riabassai lo sguardo, eccola sdraiata supina sull' erba, sembrava stesse dormendo, ma affacciandomi scorsi nell'acqua del laghetto del sangue, il suo sangue, che sgorgava copioso dalla sua gola, e ancora saldamente impressa nell'acqua vi era rimasta il suo riflesso, stavolta limpido, e rosso. Quei tratti, ecco... ero io... muschio muschio... muschio
  
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