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Autore: Mellark_    15/08/2013    1 recensioni
Nick e Jess hanno passato una notte fantastica ma l'arrivo, la mattina seguente, del padre di quest'ultima sconvolgerà il delicato equilibrio della, già confusa, relazione tra i due.
Nick si ritroverà ferito dalle parole del signor Day, ma riuscirà a trarne il meglio.
Ness ambientata nella 2x24, narrata dal punto di vista di Nick. (SPOILER!) Spero vi piaccia! :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si. E’ vero.  Sono un casino.
L’ho sempre saputo, e mi sono sempre odiato per questo. Sono un buono a nulla.
Non sono riuscito a finire la facoltà di legge, non sono riuscito a mantenere una relazione, ho trent’anni e faccio il barista. Le rovinerei la vita.
Sono quel tipo di ragazzo con nessuna qualità speciale, che nella vita non combinerà nulla. Mai troppo brillante da essere notato. 
Cosa le potrei offrire, infondo? Un loft con altri due ragazzi? Cene da quattro soldi nei fast food?
No, lei merita qualcuno che possa darle il meglio. Ed io non posso. Tutti sanno che l’amore non basta. 
-Non sei come tuo padre, tu sei me- dice Bob, il padre di Jess. –Ed io non sono abbastanza per la mia bambina-
Sento il mondo crollarmi addosso.
Avevo veramente pensato di potergli piacere? Avevo veramente sperato che mi avrebbe dato la sua benedizione?
Stringo forte i denti per impedirmi di fare qualcosa di stupido.
Sono spiazzato. A pezzi. Distrutto.
Avevo pensato di poter costruire qualcosa, ma io non sono il ragazzo che costruisce, sono quello che distrugge, che rompe, il ragazzo incasinato che nessuno vorrebbe al proprio fianco.
Ci avevo creduto. Sì. Ci avevo creduto davvero. Che si potesse costruire qualcosa, che lei potesse provare lo stesso, che dopo quella notte così bella tutto si sarebbe chiarito. Ma sono il solito illuso.
Non ho il coraggio di guardare Jess, ho paura di leggere nella sua espressione  che sta dando ragione a lui, che ha capito che questa cosa non la porterà da nessuna parte.

Pigro, ubriacone, confuso, perso, senza progetti. Ecco come devo essere ora ai suoi occhi. Come mi ha descritto suo padre. Ed ha ragione, si, ne ha da vendere.
Winston mi passa davanti brandendo la torta di compleanno che si è comprato da solo, ma a me non importa un accidenti. Voglio solo andare, ora.
Scuoto a testa, cercando di riprendermi e lei si gira verso di me, ma non riesco a guardarla negli occhi.
-Io devo…- comincio. –Nick, aspetta- dice lei, cercando di trattenermi.
-No, sul serio, devo….- dico, allontanandomi. –Nick!- esclama ancora una volta, ma io sono già andato via.

Me ne vado sul tetto e mi siedo, sperando  solamente di essere lasciato solo, con la mia birra, mentre cerco di respingere qualsiasi pensiero riguardante Jess o suo padre.
Sto cercando di smettere di pensare, come ieri notte, quando farlo mi ha portato ad avere il coraggio di andare da lei, e portala con me.
Ah, è inutile pensarci, neanche la mia uscita romantica di ieri cancellerà questi pensieri dalla sua testa, e neanche dalla mia.
Se solo stamattina avessi potuto portarle quella colazione, parlarle, magari adesso saremo in una situazione diversa.
Non posso non pensare che, forse, ora saremo finalmente ‘qualcosa’ e non ci sarebbe più questo grande punto interrogativo sulla nostra relazione.
Ma le parole di suo padre mi ronzano ancora in testa, mi tormentano.  Perché sono vere, troppo vere.
Io non sono abbastanza per lei. Non lo sarò mai.
Sono sempre stato quel ragazzo che non si butta a capofitto nelle cose se non sa co sa succede, che non fa niente se non sa cosa accadrà. Se non è sicuro che non soffrirà.
Sono un codardo, ecco cosa.
Sto scappando perché tutto potrebbe diventare serio e rischio di essere scaricato ancora, di soffrire ancora, di stare male.
Come con Caroline.
Ma lei non ne valeva la pena. Lei è stata uno sbaglio. Solo ora riesco ad ammettere a me stesso che Caroline era un autentica stronza.  Mi usava e poi mi gettava via.
Mi chiamava quando era sola, ero la sua ruota di scorta. Quello che chiamava quando non c’era nessun’altro.
-Quando si ama qualcuno, è semplice. Tu meriti qualcosa di eccezionale e l’amore vero-  mi aveva detto una volta Jess, quando stavo per rovinarmi la vita tornando con Caroline. –So che non vuoi restare solo, ma ci sarò io con te.-
Certo, lei c’era sempre. Lei c’è sempre.
Perché lei ne vale la pena. Lei vale tutte  le litigate, tutti gli sforzi che farò per essere migliore, ogni secondo che soffrirò quando ci saranno momenti critici.
Lei è la ragazza che si è vestita da Elvis al funerale di mio padre, che mi ha tenuto la mano quando stavo per crollare, che mi ha parlato con franchezza quando stavo commettendo una stupidaggine, la ragazza che mi dice che ho la faccia da tartaruga. E’ vero, Dio quant’è vero!

Senza che me ne sia accorto è tramontato il sole. E’ sera.
Devo essermi addormentato.
E’ l’una del mattino.
Ora so che devo fare.

Scendo in cucina, tutti dormono. Forse  Schmidt  è da Elizabeth.
Preparo di nuovo la colazione di stamattina. Voglio ricominciare, come se ci fossimo appena svegliati. Come se avessimo una seconda occasione per rivivere quella mattinata senza essere disturbati dalla scuola, da suo padre, o da Winston.
Sono un pessimo cuoco, questo è sicuro, ma infondo spero sia il gesto che conta.
Vorrei  passare da lei, chiamarla, svegliarla, farla venire con me, ma suo padre è addormentato come un sasso proprio davanti alla sua porta.
Così risalgo sul tetto e sistemo tutto su un tavolino, con tanto di fiori.
Non avevo mai fatto una cosa del genere.
Le mando un messaggio, che spero possa farla venire qui: ‘Tetto’.
E così succede, due minuti dopo appare dalla porta, con quella sua vestaglia rosa.  Sorride appena, e il mio cuore perde un colpo.
-E’ la colazione che ti ho fatto stamattina- dico. Lei viene verso di me e sorride ancora.
-Spero che mio padre non ti abbia turbato- dice lei.
Ripenso a tutto ciò che mi è passato per la testa durante questa giornata, quello che ho capito, quello che ho ammesso a me stesso. –No- mi limito a dire, mentendo.
A quel punto lei non ha il tempo di rispondere che entrano Schmidt ed Elizabeth, e poi  Winston.

Si, mi ha turbato molto quello che mi ha detto suo padre, mi ha ferito,  ma ha anche fatto si che riflettessi. E forse, grazie a questo, sarò migliore.
Ci hanno interrotto di nuovo, sono un po’ deluso, avrei sperato in altro per questa notte, ma non fa niente, abbiamo tutto il tempo del mondo. 




Spazio autrice: 
Hi! Allora in questi ultimi giorni mi sto drogando a livelli preoccupanti di New Girl (sarà la sesta volta che mi riguardo entrambe le stagioni) e video Niss, per cui in una serata, dopo aver rivisto al 2x24, mi sono messa a riflettere su che cosa deve aver provato e pensato Nick in seguito alla 'conversazione' con il padre di Jess, e TADANNNN. 
E' la primissiama volta che scrivo qualcosa su una serie tv ma io amo New Girl e la Ness, per cui mi sembrava giusto renderle onore, siate buoni! c: 
Spero vi piaccia! 
A presto!


p.s. Per chi segue la mia storia originale mi scuso per il ritardo, ma aggiornerò nel giro di qualche giorno :) 
  
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