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Autore: ImInLoveWithBoo    16/08/2013    10 recensioni
"Ed Harry si sveglia sempre alle 6.30 del mattino, spegne sempre la sveglia con il pugno sinistro mentre si stropiccia l'occhio con la mano destra, fa sempre la doccia spostando la manovella di 4.5 cm verso sinistra, verso la parte rossa. Si lava sempre con il bagnoschiuma alla lavanda e lo shampoo al miele e camomilla. Indossa sempre jeans neri troppo stretti, una t-shirt con lo scollo a V e i soliti -inguardabili- stivaletti di camoscio.
Ma adesso non cammina più a testa bassa mentre si dirige al suo armadietto, troppo intento a ridere ad una battuta di quel cretino dagli occhi azzurri che da due mesi è diventato il suo tutto, il suo amore segreto. Ed Harry è sicuro di aver trovato la sua anima gemella."
[Larry Stylinson as a romance]
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Once upon a time

 
 
 
 
 

Dedicata a Veronica (alias YoursSincerlyLouis)
perché mi sta aiutando tantissimo e perché
ha letto la storia in anticipo e l'ha pubblicata
al mio posto.
Grazie mille tesoro <3

 
 
 
E' una storia un po’ complicata, quella di due ragazzi estremamente diversi. Eppure verranno accomunati da qualcosa.
Qualcosa di bello.
Qualcosa di magico.
E forse l'inizio di questa storia, favola o fiaba che sia, sarà "vecchio stile" eppure è l'inizio migliore...
 
 
C'era una volta...
Un ragazzo di nome Harry Styles
 
La sua vita, non potrebbe essere più monotona. Diciotto anni di vita  monotona e noiosa e lenta.
La sveglia suona sempre alle 6.30 am, Harry si stropiccia sempre l'occhio destro con la mano destra, e spegne la sveglia con il pugno sinistro, tutto contemporaneamente. Resta nel suo letto ad una piazza e mezza ancora per cinque minuti, poi scosta il piumone rosso di flanella che la madre gli ha regalato per i suoi dodici anni, stiracchia tutte le ossa del corpo intorpidite dalle solite dieci ore - perché otto non gli bastano- di sonno e lentamente poggia i piedi nudi sul parquet freddo della sua camera da letto. Si dirige verso il bagno, fa scorrere l'acqua puntando la manovella sempre a 4.5 cm verso sinistra, verso la parte rossa, e mentre l'acqua diventa tiepida -i suoi ricci odiano l'acqua bollente- lui si sveste e fa i suoi bisogni mattutini. Entra nella doccia, si lava con il suo solito bagnoschiuma alla lavanda, lava i ricci con lo shampoo per bambini - gli altri nuociono ai suoi occhi - al miele e camomilla. Una volta uscito, attacca il phone, asciuga i capelli dandogli un verso decente - anche se, davvero, è impossibile domarli - ed esce dal bagno con ancora l'asciugamano attaccato alla vita. Apre le ante dell'armadio, rimedia il solito jeans nero troppo stretto e la t-shirt bianca con lo scollo a V, i soliti -inguardabili- stivaletti di quello che sembra camoscio ed una volta sistemato esce dal suo alloggio per gli studenti della Hall Cross High School di Doncaster, paesino situato nella magnifica Inghilterra.
Harry Styles, nonostante la monotonia della sua vita, è perfetto. E' un ragazzo alto -troppo per la sua giovane età- con ricci ribelli e indomabili, grandi occhi verdi, grigi o azzurri -ancora non si è capito, effettivamente- un naso lungo e a punta, delle labbra grandi rosse e carnose e due fossette che lo fanno assomigliare ad un bambino. Spalle larghe, fisico slanciato, busto troppo lungo, fianchi stretti e gambe altrettanto lunghe. E' bellissimo Harry Styles. Ma è riservato. Così tanto da non avere amici, all'infuori di Niall, che lo conosce da tutta la vita e quindi non fa conto. Harry Styles è riservato, ecco perché, una volta scontratosi con qualcuno, mentre camminava come sempre a testa bassa verso il suo armadietto, non chiede nemmeno scusa e va per la sua meta, tralasciando quella che sembra una voce femminile insultarlo come se fosse un maschiaccio. Non gli sono mai piaciute le ragazze. Troppo nervose, troppo complicate, troppo diverse, troppo pensierose, troppo problematiche. Non gli sono mai piaciute, ecco perché ha sempre pensato di essere gay. Ha avuto sempre la convinzione che tra uguali ci si capisse meglio. Ma non ha mai provato nulla. Né attrazione, né cotta, né tantomeno amore per nessuno. Perciò pensa che lui non sia destinato a nessuno.
Non ha nessuna anima gemella.
 
Ma forse crede di essersi sbagliato, perché esattamente quattro ore e una coda in mensa dopo, la scintilla è scattata anche per lui. Quella scintilla che senti dentro, quando vedi qualcosa o qualcuno, che ti grida "ehi, io sono quello giusto" e allora ci credi. Ci credi con tutto te stesso perché quella scintilla ti ha svegliato, ti fa sperare che qualcosa cambi nella tua vita. Ti fa sperare che quella scintilla sia quel qualcosa che faccia smuovere la tua vita monotona, noiosa e lenta. E allora sorride, Harry Styles, come mai Niall Horan gli ha visto fare. Con quella stessa scintilla che ti fa sentire potente e invincibile.
 
E dopo ci sono solo tante parole, tanti sguardi colmi di attrazione e voglia di conoscersi. Ci sono solo quegli occhi azzurri come il cielo dell'Italia, in piena estate, illuminato da un Sole splendente e che ti riscalda il cuore. Ci sono solo quelle labbra sottili e rosee, incredibilmente diverse dalle sue. Ci sono solo quei capelli lisci color caramello. Ci sono solo sorrisi che scoprono tutti i denti, entrambi diversi ma estremamente simili. Ci sono solo risate unite che creano un'armonia che ti fa esplodere il cuore perché mai avresti scommesso che una risata acuta si sposasse perfettamente con una roca e grave. Eppure è così. E, da quando quel Louis Tomlinson -diciotto anni da compiere la vigilia di Natale, trasferitosi da poco dalla bellissima Australia con la sua famiglia- è entrato nella sua vita, Harry Styles crede che il diverso forse è anche meglio.
 
Ed Harry si sveglia sempre alle 6.30 del mattino, spegne sempre la sveglia con il pugno sinistro mentre si stropiccia l'occhio con la mano destra, fa sempre la doccia spostando la manovella di 4.5 cm verso sinistra, verso la parte rossa. Si lava sempre con il bagnoschiuma alla lavanda e lo shampoo al miele e camomilla. Indossa sempre jeans neri troppo stretti, una t-shirt con lo scollo a V e i soliti -inguardabili- stivaletti di camoscio.
Ma adesso non cammina più a testa bassa mentre si dirige al suo armadietto, troppo intento a ridere ad una battuta di quel cretino dagli occhi azzurri che da due mesi è diventato il suo tutto, il suo amore segreto. Ed Harry è sicuro di  aver trovato la sua anima gemella.
 
Ed è solo tre mesi e mezzo dopo che, sotto consiglio di quello che è da sempre e per sempre sarà il suo migliore amico Niall, che bacia Louis, sotto la quercia del parco abbandonato di Doncaster. Ed è solo tre mesi e mezzo dopo quell'incontro, che gli ha cambiato la vita, che Harry è davvero felice.
E allora, non c'è più tempo per monotonia, noia o lentezza, perché la vita di Harry Styles ha preso una piega più bella. Perché Louis è pazzo, nel senso migliore del termine. Perché fa ridere sempre Harry, gli fa fare le cose più divertenti, tra scherzi al povero Niall, serate all'insegna di alcool e pomeriggi di calcetto e fast food, non tralasciando gli infiniti baci pieni di dolcezza e passione che si scambiano ogni qualvolta ne hanno la possibilità. E per Harry non c'è davvero più nulla se non un ragazzo dai capelli lisci color caramello, dagli occhi azzurri, con labbra rosee e sottili e un sorriso che illumina il mondo, o perlomeno il mondo di Harry.
 
 
 
Lettere non è mai stata la materia preferita di Harry. Sapere come, quando, perchè, dove e in quale modo e cosa gli passasse per la mente ad un autore di scrivere ciò che ha scritto, beh, ad Harry importa meno che zero.
Eppure da ormai quattro mesi lo è perché è l'unica materia in comune con quello che ufficialmente è il suo ragazzo da esattamente 17 giorni, 24 ore, 18 minuti e 34 secondi e conterebbe anche gli attimi se non fosse troppo impegnato a guardare il suo ragazzo, con gli occhiali da vista neri, grandi e spessi che gli ricadono continuamente sulla punta del naso -facendo subito dopo quel movimento che Harry trova assolutamente adorabile, ovvero il tirarseli su con il medio facendo una smorfia con il naso- boccheggiare perché non sa come rispondere alla domanda di quell'arpia della Flechter, la loro prof, perché era troppo impegnato a guardare tutti i tratti del viso di quella meraviglia che -Louis davvero non sa cosa ha fatto nella sua vita precedente per meritarselo- è il suo ragazzo. E allora si volta verso Harry che sta sorridendo e perde completamente il filo del discorso, senza ascoltare le lamentele della professoressa che lo prega di lasciare l'aula, perché è sempre così. Louis affoga negli occhi -verdi, grigi, azzurri?- di Harry Styles con la stessa facilità di un biscotto che affoga nel latte bianco e con lo stesso risultato, diventa molle. Perché Louis si scioglie ogni volta che incontra quel viso, quegli occhi, quelle labbra, quel sorriso. Si scioglie perché Harry è la cosa più bella che ci sia al mondo. Con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue insicurezze e le sue paure. Vuole il pacchetto completo di Harry, perché nonostante tutto, Harry è perfetto. E allora pensa che forse Harry è la sua occasione per ricominciare.
 
 
 
E Louis non ha visto mai visione più bella di quella, un Harry Styles con le gote rosse, imbarazzato dalla sua piena nudità di fronte al ragazzo che ama più di se stesso, da ormai un anno esatto, per la prima volta. Ma Harry sorride, perché Louis, per festeggiare il loro primo anno, lo ha portato al cinema a vedere un film romantico, coccolandolo quando l'emozione ha preso il sopravvento, lo ha portato a mangiare una pizza in un ristorante rustico davvero carino che Harry ha apprezzato moltissimo e poi lo ha riportato nella sua camera da letto e tra sospiri e sguardi imbarazzati, felpe e t-shirt gettati a caso per la stanza, si erano ritrovati sul letto ad una piazza e mezza di Harry, a baciarsi con amore e dolcezza e passione e lussuria. Harry, nonostante la paura della prima volta si fidava ciecamente del suo Louis, dell'amore della sua vita. Si fidava e la paura piano piano andava via, tra sospiri e gemiti.
 
 
 
 
E l'imbarazzo e la paura fecero posto al piacere e la goduria e l'amore. Perché tra quelle lenzuola e quei cuscini, Louis si sentiva bene coma mai prima si era sentito. Sapeva di essere nel posto giusto, con la persona giusta. E, dopo aver preparato a dovere il suo ragazzo per un'intrusione che sarebbe stata senz'altro dolorosa, gli lasciò un bacio su quelle labbra che, lo sapeva, sarebbero state la sua rovina. E allora entrò, con quanta più dolcezza e amore potesse esprimere, in quel corpo che amava e venerava dalla prima volta che lo aveva visto nella mensa scolastica, un anno prima. Poi non ci fu spazio per nessun pensiero perché l'amore aveva preso il soppravvento, la passione e la lussuria anche, insieme al piacere. E esistevano solo i gemiti di Louis, le urla poco virili di un Harry alla migliore prima esperienza che potesse immaginare, con il ragazzo migliore che potesse desiderare, con l'amore che aveva sempre sperato di ricevere e dare. Quelle quattro mura di una camera comune di una comune scuola superiore di un comune paesino dell'Inghilterra, stava assistendo a quello che era un vero e proprio spettacolo, pieno di amore e sentimenti troppo forti per due ragazzini di diciannove anni. Che si muovevano scoordinati e impacciati perché era la prima volta per entrambi e non sapevano cosa fare, come farlo e perché dovessero farlo, ma si facevano guidare dall'amore e dalla passione. E quelle quattro mura sentivano solo sospiri e gemiti ed un continuo di LouisLouisLouis e HarryHarryHarry e tiamotiamotiamo che facevano da colonna sonora alla notte migliore della loro vita.
 
 
"Ti amo, Louis" è la prima cosa che Louis sente dopo essere venuto tra le natiche del suo ragazzo, e allora sorride mentre si accascia sfinito su quel corpo che ha marchiato per far sapere a tutti che fosse suo e di nessun altro e poi "ti amo anche io, Harry" risponde, prima di baciare quelle labbra che lui stesso ha martoriato con morsi e leccate, e stendersi al suo fianco.
"Vorrei che tutto questo non finisse mai, Lou. E ti amo così tanto che non hai idea" Louis guardò il suo ragazzo mentre parlava e cercava di esprimere come meglio poteva ciò che provava e sorrise ancora ancora e ancora. E "invece lo so, Haz. Perché ti amo anche io. Forse come tu ami me o forse di più".
"Impossibile"
"Cosa?"
"E' impossibile che mi ami più di quanto io ami te" e non c'era più tempo per le parole, perché l'emozione era troppa, la felicità pure e i baci troppo pochi. E allora unirono le loro labbra, ancora ancora e ancora, sempre, perché non potevano farne a meno. Le labbra dell'altro erano ossigeno, linfa e vita pura. E dentro di loro, sapevano e speravano, che tutto quello, tutto quel momento, tutto quell'amore durasse per sempre ed anche oltre.
Per l'eternità.
 
***
Tutto cambia prima o poi.
Cambiano le scarpe da indossare.
Cambiano gli abiti.
Cambiano le persone con cui ti incontri.
Cambiano gli edifici che visiti, le case in cui vivi.
Cambiano gli atteggiamenti.
Cambiano le cose brutte, per fortuna.
Cambiano le cose belle, per sfortuna.
Cambia tutto nella vita di un ragazzo di ormai ventuno anni, che lavora in una pasticceria poco distante dalla casa in affitto che ha comprato con il suo ragazzo. Quello stesso ragazzo che lo ha accompagnato nella fine dell'adolescenza e l'inizio della maturità. Quello stesso ragazzo con cui non parla da più di ventiquattro ore, lo stesso che non bacia da diciassette ore, lo stesso che però è cambiato. Il marchio di fabbrica, di quella che Niall ha soprannominato Larry Stylinson, è sempre stata la risata. Nei loro tre anni di amore immenso hanno sempre riso, ogni momento era buono per farlo. Parlavano, parlavano e parlavano ancora, ridevano ridevano e ridevano ancora. Perchè era bello stare insieme, era bello rendere partecipe l'altro della propria vita, del proprio amore. Era bello. Era, appunto.
 
From: Love <3
Amore, sarò a casa per l'ora di cena.
Ti amo amore mio, mi manchi xx'
Per sempre tuo, Louis.
 
In quegli anni Harry è cambiato. Non è più quel ragazzo riservato, e forse deve ringraziare Louis, ecco perché, una volta tornato a casa, cucina il piatto preferito di Louis, accende le candele e addobba la tavola. Rende l'atmosfera romantica. Fa tutto ciò che le soap opere insegnano.
Ha bisogno di stare un po’ con il suo Louis, perché si sono persi, ma Harry ha tutta la volontà e l'intenzione di ritrovarsi.
 
Cambiano gli avvenimenti.
Cambiano le prospettive.
Cambiano le opinioni.
Cambiano i giudizi.
Cambia tutto nella vita. Prima o poi.
 
"Harry.. Harry, rispondimi, sei ancora lì. Harry mi dispiace, non dovevo dirtelo per telefono"
"Dimmi che stai scherzando, Niall. Dimmi che lo hai confuso con qualcun'altro che gli somiglia. Ti prego"
"No, Harry. Mi dispiace"
"No Niall, è tutta colpa mia"
 
Ed era vero.
Era colpa sua se non si parlavano da ventisette ore.
Era colpa sua se non si baciavano da venti ore.
Era colpa sua se Louis era uscito.
Era colpa sua se Niall era nello stesso posto in cui era Louis.
Era colpa sua se Louis stava baciando un'altro ragazzo sotto gli occhi di Niall.
Era colpa sua se Louis lo aveva tradito.
Era colpa sua se tutto stava cambiando.
In peggio.
 
Harry è cambiato, non è più quel ragazzo debole e timido che camminava con la testa china verso il pavimento per raggiungere il suo armadietto. Non è più quel ragazzino di diciotto anni che è stato travolto da quell'uragano che portava il nome di Louis Tomlinson, quell'uragano che gli ha spezzato il cuore, frantumandolo in mille pezzi. Perciò spegne le candele, lascia tutto così come l'aveva preparato, sale al secondo piano, raccatta le valigie dal garage e raccoglie tutto ciò che riguarda Louis Tomlinson e una volta finito, una volta eliminata ogni traccia, lascia le valigie davanti la porta di ingresso con sopra un bigliettino e ritorna in camera dove finalmente lascia andare le lacrime che ha trattenuto per tutto quel tempo. E si addormenta così, sfinito dai mille pensieri, dalle mille lacrime, dai mille sensi di colpa e dall'immensa rabbia.
Cosa ha sbagliato?
Cosa non andava nella loro storia?
Cosa aveva spinto Louis a tradirlo?
Non lo sapeva Harry. Ma neanche gli interessava. Perché in fondo, non era più quel ragazzino timido e debole. E tutto questo grazie a Louis Tomlinson.
 
Grazie a quello stesso ragazzo di ventitre anni, che è proprietario di un ristorante nella periferia di Doncaster che adesso, è logorato dai sensi di colpa.
Cosa lo ha spinto a baciare Stan?
Cosa lo ha spinto a tradire quello che è sempre stato la sua anima gemella? Cosa lo ha spinto a scappare via, verso ciò che di più bello aveva al mondo? Non lo sapeva Louis. Ma non voleva pensarci, erano più di ventiquattrore che non baciava Harry e quelle labbra gli mancavano, quel ragazzo gli mancava come l'aria. E allora aprì lentamente la porta di ingresso della loro casa a Doncaster e accese la luce. Ma quello che si ritrovò davanti non era quello che si aspettava. Valigie dappertutto, una tavola bandita con quelli che sembravano cavatelli terra e mare, il suo piatto preferito, candele, vino e tutto ciò che una cena romantica con il proprio ragazzo richiede. Ma poi trovò un bigliettino che gli fece mozzare il fiato
 
Ho già preparato le tue cose. Tutto ciò che era tuo non è più qui. E non lo sono più nemmeno io. Louis va via. Non voglio né vederti né sentirti né parlarti più. Mai più. E' stato un piacere farmi spezzare il cuore da te.
Addio, Louis Tomlinson.
 
Non capiva cosa significasse e senza che il suo cervello comandasse i muscoli si ritrovò a bussare alla porta di quella che è sempre stata la loro camera da letto, per la prima volta però, chiusagli a chiave.
"Harry.. Ehi. Amore, rispondimi ti prego. Perché le mie cose sono giù? Amore aprimi, ti prego. Parliamone, cosa ho fatto?" una risata che però non apparteneva per niente a quello che era il suo ragazzo, gli arrivò dritta in faccia, come un pugno sul naso, "cosa hai fatto, Louis.. vediamo un po’" attimi che a Louis sembravano infiniti precedettero l'arrivo di quello che gli sembrò un vero e proprio masso sullo stomaco, "ti dice nulla il nome, Stan?"
E allora capì. Capì che quello che aveva visto era davvero Niall poco lontano da lui in quel locale. Capì che Harry sapeva. Capì tutto ciò che c'era da capire e capì anche che il suo cuore si era spaccato, letteralmente a metà quando Harry aveva gridato "VA VIA DI QUI LOUIS, TI ODIO. TI ODIO, TI ODIO. VATTENE, ADESSO" e lo aveva sentito nell'esatto istante in cui si ritrovò in uno squallido motel che quel rumore che proveniva dal suo cuore era un assordante silenzioso crak.
Crak
Crak
Crak
Mille ed infiniti crack.
 
 
E piano piano era ritornato ad essere lo stesso Harry Styles di quattro anni prima. Con la stessa vita monotona, noiosa e lenta. La sveglia suonava sempre alle 6.30 del mattino, la spegnava con il pugno sinistro mentre si stropicciava l'occhio con la destra, usava ancora il bagnoschiuma alla lavanda, lo shampoo al miele e camomilla, indossava ancora jeans troppo stretti, t-shirt con scollo a V, si dirigeva alla pasticceria dove lavorava, faceva le sue cinque ore mattutine, tornava a casa, pranzava -se ne aveva voglia- e poi tornava a lavoro e la sera andava a letto, non prima di aver versato almeno una, stramaledettissima, lacrima.
Era passato un anno, un anno esatto da quando la vita di Harry Styles era andata letteralmente in frantumi. Un anno esatto da quando non rideva più, non mangiava più, non beveva più, non viveva più. Era diventato un vegetale e poco gli interessava di morire solo. Ci aveva provato, con tutte le sue forze a cercare qualcun'altro che gli desse la voglia di tornare a vivere. Qualcuno che gli facesse di nuovo sentire quella scintilla che lo aveva caratterizzato per tre anni, quella scintilla che era sempre presente quando c'era Louis con lui. Ma niente e nessuno gli faceva provare ciò che provavo con il liscio. Ed Harry aveva capito che l'anima gemella la trovi una sola volta, ne esiste solo una. E la sua era Louis. Inutile negarlo, inutile rimuginarci sopra. Quella era la verità. Per questo aveva rinunciato ad una vita sociale, dedicandosi al lavoro.
 
I due anni forse più duri della sua vita. Louis ne era certo. Da quando aveva fatto l'errore più grande della sua vita, Louis non viveva più. Aveva perso ciò che di più bello aveva al mondo. Ciò che di più importante aveva al mondo. Aveva perso la sua vita. Non ricordava più i suoi occhi, non ricordava più la sua risata, non ricordava più il suo fisico, le sue sfumature. Il ricordo di Harry era impresso ancora nei meandri del suo cervello e in quei brandelli di cuore che gli erano rimasti. Ma spariva piano piano, sempre di più.
Ogni giorno dopo aver abbandonato la loro casa quella maledetta sera, Louis aveva provato a chiamare Harry, a citofonare al portone, cercarlo anche in pasticceria. Da qualsiasi parte. Ma Harry non c'era, Harry era sparito.
Harry semplicemente era sparito dalla sua vita.
E faceva male.
Maledettamente male.
Tanto male da voler soffrire sempre di più.
Tanto male da voler morire.
E ci aveva provato a lasciarsi andare.
A lasciare quella vita che non aveva più nulla da offrirgli.
A lasciare quella vita che si era portato via Harry.
E allora, chiuso nella sua camera di quel monolocale che condivideva con Zayn, aveva inghiottito quante più pastiglie aveva trovato in casa e in farmacia e aveva aspettato che la fine della sua vita arrivasse e lo portasse via. Che la morte lo abbracciasse come nessuno più faceva da due anni. Che la morte lo abbracciasse e lo portasse via da quell'inferno che la sua vita era diventata da quando Harry non ne faceva più parte, per colpa sua. Non prima però di aver lasciato una lettera sullo zerbino del suo vecchio appartamento. Non prima di aver detto ad Harry tutto ciò che provava e sentiva.
Glielo doveva.
 
Ciao amore mio.
Non so se ti ricordi di me, sono quello che ti ha ucciso. Che ti ha ferito come nessuno avrebbe mai dovuto fare. Ma che ti amava, che ti ama come nessuno ha mai fatto e mai farà. E questo lo sappiamo entrambi, Harry. Perché l'anima gemella è solo una, la incontri una volta e non la lasci più andare perché per te è perfetta. E tu sei perfetto per me. Lo sei sempre stato, dalla prima volta che ti ho incontrato. Quando i miei occhi hanno incontrato i tuoi sapevo, dentro di me, che tu eri quello giusto. Ti ho amato davvero Harry. Ti ho amato con tutto me stesso e ho sbagliato. Ti ho ucciso, proprio io che volevo sempre impedire che ti succedesse qualcosa, che qualcuno ti facesse del male. Ti ho ucciso io perché stava succedendo tutto troppo in fretta. Il lavoro andava da schifo, mia madre era tornata e tu non mi aiutavi. Ma sai.. lo stupido sono io che non te ne ho parlato. Non ti ho parlato dei miei problemi. Non ti ho parlato di mia madre che mi obbligava a prendere in custodia le mie sorelle perché voleva farsi una nuova vita lontano da tutti e da tutto, anche dai suoi figli. Non ti ho parlato di quanto il lavoro mi stesse uccidendo perché i conti non andavano bene. Non ti ho parlato di quanto il tuo starmi addosso, in quel momento non mi aiutava, nonostante avessi sempre amato tutto di te. Ma era un periodo no. Non ti ho parlato di Stan, che prima di trasferirmi a Doncaster, è stato il mio ragazzo. E sono stato così stupido da credere ancora alle sue parole, di credere alle sue promesse, di credere a tutto ciò che mi diceva. Sono stato così stupido da credere che fosse lui la mia anima gemella solo perché sapeva cose del mio passato che non ti ho mai raccontato. Non perché non mi fidassi di te, ma perché mi vergognavo di me stesso. E ti giuro. Ti giuro Harry che vorrei tornare a due anni fa. Quando tutto con te era perfetto e meraviglioso. Quando tutto andava per il verso giusto. Ma tu non sei più qui con me. Non mi aiuti più a rialzarmi, non sei qui per farmi sorridere. Non sei qui per farmi vivere. Ed è proprio per questo che volevo salutarti mio piccolo Haz. Volevo salutarti e dirti che sei stato la parte migliore di me. Che sarai sempre il mio tutto e resterai sempre l'unico amore della mia vita. E so che non ti interesserà nulla, che magari ti sarai già fatto una nuova vita, una nuova famiglia. Ma ti prego. Se non ti è troppo doloroso, non dimenticarmi.
Avevo solo te nella mia vita.
Non dimenticarmi, almeno tu.
Non tu che sei stato fondamentale per me.
Non tu che hai contribuito a regalarmi i migliori tre anni della mia vita e la storia d'amore più bella che potessi desiderare. Ti prego non dimenticarmi e se non ti chiedo molto, vienimi a trovare. Nei tuoi sogni ci sarò. Veglierò su di te. Sempre. Ma pensami come il ragazzo che ti sorrideva, non quello che ti ha tradito. Ricordami come quel ragazzo che ti sussurrava all'orecchio che ti amava e che in quei momenti non aveva mai mentito. Ti amo Harry Edward Styles. E ti prego, so che non lo farai perché nello sgabuzzino hai paura ad andare solo, ma apri il mobile sopra la lavatrice, dietro le foto di tua madre, troverai qualcosa. Ti amo Harry.
Ricordami come il ragazzo sorridente che ero prima di perderti.
Ti amo ti amo ti amo. Non dimenticarlo mai e.. Harry.. un ultima cosa, continua a vivere, io veglierò su di te.
Sinceramente tuo, Louis.
 
E forse quello era il colpo di grazia ad un cuore che in mezz'ora non aveva trovato pace, troppo logorato dai sensi di colpa, troppo spremuto dal dolore, troppo carico di emozioni. Harry aveva aperto quel mobile con timore, aveva spostato le foto di sua madre e ci aveva trovato una piccola busta. L'aveva aperto e dentro c'era una scatolina quadrata di velluto blu. Le lacrime non smettevano di scorrere sul suo viso, bagnando così la maglietta. Aveva gli occhi gonfi e rossi, bruciavano di fuoco e un amore che non si era mai spento. E allora indossò quell'anello di argento che aveva trovato nella scatolina e corse fuori, non sapeva perché, ma corse, più che poteva verso l'ospedale.
 
"Louis.. Louis Tomlinson. Ditemi che non è morto, vi prego" l'affanno per la corsa, lo stomaco piegato dal pianto, il cuore martoriato dal dolore. L'infermiera lo guardava con aria preoccupata, "lei è un parente?", e forse dirlo ad alta voce lo fece respirare, forse solo l'idea di quanto quella frase fosse vera lo fece tornare a vivere per un solo istante, "sono il suo ragazzo, l'unico che lo ha amato e lo amerà per sempre. Ora la prego, mi dica che è vivo", vide gli occhi lucidi dell'infermiera e poi "stanza 17, ora è in rianimazione. E' in coma".
"Cosa gli è successo?"
"Overdose"
"Overdose?" sussurri troppo rumorosi, cuore troppo scalpitante, dolore troppo nocivo, anima troppo speranzosa.
"Ce la farà?"
"Non so dirglielo"
"Posso vederlo?"
"Certo. L'orario di visita finirà tra dieci minuti"
 
 
Otto giorni di inferno, in sospeso tra la vita e la morte, Louis era ancora in coma. Harry aveva conosciuto Zayn, il coinquilino di Louis e aveva scoperto cose che non avrebbe voluto scoprire. La droga che assumeva Louis quasi quotidianamente, l'alcool, la vita rovinata. Ed era colpa sua. Solo colpa sua. Ma i sensi di colpa non avrebbero riportato Louis in vita, anzi avrebbero spinto Harry a fondo con lui. Lo vedeva lì, steso su quel lettino d'ospedale, con il lenzuolo a coprirgli il corpo, le braccia tenute fuori legate a flebo e macchinari, il viso pallido, il respiratore attaccato alle narici del naso e ad Harry faceva paura. Una paura maledetta di perderlo. E allora restava lì, l'anello d'argento al dito medio della mano sinistra, il gemello attaccato al suo collo pronto per consegnarlo a Louis una volta sveglio.
"Perché tu ti sveglierai, Louis. Devi farlo. Abbiamo ancora una vita davanti, da passare insieme. Ti amo, Louis. Non ho mai smesso e mai lo farò" e lo sentì, quel bip prolungato e poi non capì nulla. Troppi infermieri che correvano da una parte all'altra. Troppi macchinari in un'unica stanza. Troppa paura in un unico corpo, in un unico cuore.
Non mi lasciare amore mio.
Ti prego, non farlo, Louis.
Ho ancora bisogno di te.
 
***
 
E' forse, anzi sicuramente, il giorno più importante della sua vita, subito dopo il primo incontro avvenuto tra lui e Louis. E' il giorno più importante perché Louis è lì a pochi passi da lui. Con il sorriso più bello, vero, splendido e perfetto che potesse regalargli con lo smoking nero che fascia perfettamente il corpo di un venticinquenne pronto a sposare la sua anima gemella. Quel sorriso che aveva paura di non rivedere più.
Ma che adesso è tornato più forte di prima a far splendere le sue giornate, a scaldare il suo cuore, a privarlo di battiti vitali. A farlo innamorare sempre un po’ di più di quell'uragano che è Louis Tomlinson. Ed ora si trova lì, in smoking, di fronte a quello che tra un paio di minuti sarà suo marito e allora "ti amo" bisbiglia e "ti amo" riceve con lo stesso tono. Con occhi che lasciano trasparire l'amore, la paura, la sicurezza e la fedeltà che è pronto a regalargli.
 
***
 
 
E forse questa è davvero una storia da soap opera, da film, da romanzo rosa. Eppure raccontarla è stata forse l'emozione più forte mai provata. Perché guardandola, dall'esterno, ti fa sognare, ti fa sperare ancora che qualcosa di buono esista per tutti. Quell'amore che tutti sognano. Quell'amore che ti consuma, ti divora dall'interno. Che ti fa nascere, morire e resuscitare ma che ti tiene in vita nello stesso momento. Quell'amore bello, bello da fare bene. Non da morire, perché la morte è brutta. E' un amore da fare bene. Da farti sorridere, da farti anche piangere di gioia ma anche di tristezza, di dolore, di rabbia. Ti fa piangere, tanto, forse troppo. Ma sai, con certezza, che ne vale la pena. Per te, per lui, per voi. Ne varrà sempre la pena, per un amore così.
 
E' un amore immenso quello che provano Louis Tomlinson ed Harry Styles. Legati da un filo rosso, sottilissimo, facile da spezzare ma difficile da rompere. Quel filo che ti è stato legato al cuore fin dalla nascita, inattesa di ricongiungere i pezzi e creare un unico magnifico e perfetto filo.
 
E' un amore forte quello tra Louis Tomlinson ed Harry Styles.
Fatto di sguardi, di sorrisi, di sfioramenti, di abbracci commoventi.
 
E' un amore doloroso, ma immenso. Che ti uccide ma ti fortifica.
 
Ed è forse guardando la loro storia che credo ancora nell'Amore.
L'AMORE VERO.
E non smetterò mai di credere che loro sono davvero anime gemelle.
Prima o poi tutto cambia.
Anche il loro amore cambierà.
Sempre e solo in meglio.
E forse tra qualche giorno, mese, anno, accadrà qualcos'altro che ci spingerà a raccontare ancora ancora e ancora di questo amore invidiabile. Di quella famiglia che è nata dall'amore di due ragazzi dello stesso sesso ma estremamente diversi. E in fondo il diverso è bello. E' nuovo. E' perfetto.
E' diverso, appunto.
Come Harry e Louis.
E forse vi racconterò di quella bambina crescita in quella casa.
 
Forse ve la racconterò un giorno, ma non adesso.
Presto.
Promesso.
 
Buonanotte Harry.
Buonanotte Louis.
Buonanotte piccola Diamond Styles Tomlinson.
Fate sogni d'oro.
 
E buonanotte anche a voi miei cari lettori.
 
 
 
Boo_Haz's corner:
Ciao ragazzuole, qui è Fede che vi parla con questa OS schifosissima. Non so perchè lo abbia scritto ma ne avevo voglio. Mi ha tenuta impegnata per una settimana e davvero, non mi piace. Quindi non mi stupirò se le recensioni saranno poche o quasi nulle.
Come detto sopra, è dedicata a Veronica perchè ha letto in anteprima e perchè mi aiuta a pubblicare e tesoro, lo so che sono una palla al piede, davvero. E non sai quanto ti ringrazio. So che sta per partire e ti auguro una vacanza favolosa, così quando torni mi pubblichi uno dei tuoi capitoli favolosi di "Nobody can save him"che è favolosa e vi consiglio di leggere. Aaww la amo. Ok nulla. Stop. Ho finito. Giuro. No, ok. Basta.
Vi prego di lasciare recensioni se vi va, anche se mi dite "fai schifo, ritirati dalla scrittura" va benissimo. E se passate dalla mia Long "Un passo verso te" mi fareste un piacere. Cercherò di pubblicare entro sabato, in un modo o nell'altro, visto che Veronica non c'è. E passate anche dalle altre mie OS. Basta. Un bacione -Fede xx'
  
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