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Autore: HighByTheBeach    16/08/2013    2 recensioni
Questa One Shot è tratta dalla 3x07, più precisamente durante il flashback di Boyd riguardante Erica. Siccome quest'ultima era tra i miei personaggi preferiti, ho deciso di raccontare il momento della sua dipartita dal suo punto di vista. I suoi pensieri, le sue emozioni, le sue sensazioni. Vengono citati anche Derek, Boyd e Kalì.
Derek non ce lo aveva detto. Non ci aveva detto molte cose, in realtà. Una parte di me lo odiava con tutto il cuore. [...] Eppure lo amavo, perché, anche se per poco, mi ero goduta la vita, avevo riacquistato fiducia in me stessa, ero forte. Forte e fiera, come un lupo vero.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boyd, Derek Hale, Erica Reyes, Kali
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi ero quasi dimenticata dove mi trovassi. Avevo appena riaperto gli occhi, dovevo essermi riaddormentata. Ero stanca, priva di forze. Sentivo il mio corpo sempre più rilassato. Temevo che, se mi fossi addormentata di nuovo, avrei potuto non risvegliarmi. Ma dovevo resistere. Per Boyd, e per Derek. Con le spalle appoggiate al muro opposto al mio si trovava Boyd, appunto. Lui stava anche peggio di me. Avrebbe voluto addormentarsi per sempre, per non sentire più quella sensazione. Quella sensazione di oppressione alla quale io stessa non riuscivo ad abituarmi. Ci avevano rinchiusi in quella banca priva di luce, desolata e vuota, come il mio cuore. Non eravamo riusciti a combattere. Erano in troppi. Ci avevano tolto tutto. La luna, il branco, la dignità. Tutto. Provavo un senso crescente di rabbia dentro di me, se solo fossi stata forte abbastanza…

“Boyd” sussurrai, rivolgendomi al ragazzo “Cosa credi che ci accadrà durante l’eclissi lunare? Non dovrebbe durare a lungo, è solo l’ombra della Terra, sai… “ dissi, con un leggero sorriso alla fine.

Derek non ce lo aveva detto. Non ci aveva detto molte cose, in realtà. Una parte di me lo odiava con tutto il cuore. Ricordo ancora il nostro primo incontro. Col suo sguardo tentatore, le sue parole allettanti e convincenti, quella voce calda e roca mi avevano convinta. Avrei fatto qualsiasi cosa quella voce mi avrebbe ordinato. Avevo accettato di vendere me stessa pur di non soffrire più, e per un po’ mi era andata bene, ma poi? Cosa mi restava ora? Niente. Avevo perso tutto. Probabilmente sarei morta, me lo sentivo. Sentivo l’ira ribollirmi nelle vene, Derek non ce lo aveva detto. Non ci aveva detto cosa ci avrebbe atteso. Ci aveva mostrato i lati positivi dell’essere un licantropo. Lo odiavo, lo odiavo a morte. Eppure lo amavo, perché, anche se per poco, mi ero goduta la vita, avevo riacquistato fiducia in me stessa, ero forte. Forte e fiera, come un lupo vero. Avevo vissuto un breve periodo da donna, e non da ragazzina insicura e malata, da bersaglio facile.

“Mi chiedo cosa ci succederà. Forse ci renderà più forti… “

Boyd mi ascoltava, ma non sembrava avere la forza di rispondermi. Tuttavia, bastava uno sguardo, tra di noi. Non c’era bisogno di parole. Lui sapeva cosa sarebbe accaduto. Spostai lo sguardo verso la mia sinistra, incrociando una figura femminile nell’oscurità. La riconobbi subito, era una degli alpha. Era colei che ci aveva rinchiusi. Sentii immediatamente l’odio accrescere dentro di me, un odio incontrollato verso di lei, ma non perché ci aveva chiusi in quel caveau. La odiavo perché, di fronte a lei, per la prima volta, mi sentivo debole ed insicura, come quando non ero ancora un lupo mannaro. Non ero forte abbastanza, proprio come allora. Mi sentii come se non sarei mai stata abbastanza forte da affrontare gli ostacoli, e non potevo sopportarlo. Dio, avevo provato una sensazione unica da licantropo. Sentire tutti gli sguardi ammirati su di me, essere io, per una volta, a far sentire a disagio gli altri. Tutto ciò era finito, ormai. Quella donna, Kalì, mi aveva portato via anche quello. La guardai, mentre stava aprendo la porta del caveau.

“Io spero che ci renda più forti”

C’era disprezzo nella mia voce, e questo lei lo percepì. Radunai tutte le forze rimastemi, e mi rialzai. Kalì si voltò lentamente verso di me, trafiggendomi col suo sguardo pervaso da una luce rosso fuoco. I miei occhi, scintillanti come l’oro, non erano nulla in confronto ai suoi. Io stessa ero nulla in confronto a lei. Una beta contro un’Alpha, quante speranze avevo, davvero? Ma non mi interessava. Io volevo essere forte, almeno un’ultima volta. Boyd era troppo debole per poter fare qualsiasi cosa, ma nel suo sguardo potevo leggere tristezza. Una tristezza dovuta ad un’oscura consapevolezza. Io sarei caduta combattendo, come la guerriera che ero diventata. Avrei combattuto fino all’ultimo dei miei respiri, non sarei stata debole, mai più. Sfoderai gli artigli e li sferrai su Kalì, mentre dalla mia gola partì un ruggito colmo di determinazione. Si, perché nonostante conoscessi il mio destino, ero determinata. La attaccai, con tutte le forze che avevo in corpo.
 

Ero sfinita, così sfinita che perfino il dolore era scomparso. Caddi in ginocchio, davanti alla mia avversaria, che aveva un sorriso soddisfatto sul volto. Alzò il braccio verso l’alto, per poi riabbassarlo dritto verso il mio torace, infliggendomi il colpo di grazia. Adesso ero prona sul pavimento di quella banca, la guancia contro il gelido marmo. Era finita. Non so dove trovai la forza per alzare il braccio, allungarlo verso Boyd. Potei scorgere una lacrima scorrergli lungo una guancia.

“Boyd…”

Non riuscii a tenere la mano tesa a lungo, infatti dovetti poggiarla per terra. Ero troppo stanca. Volevo solo dormire. Avrei voluto dire tante cose a Boyd, ma ero riuscita soltanto a sussurrare il suo nome. Avrei voluto dirgli di non preoccuparsi, di uscire di lì, di lottare contro gli alpha e di vendicarsi, di distruggerli, insieme a Derek, Isaac, Scott. Ero sicura che loro, insieme, avrebbero vinto. Dovevano vincere. Sentii delle lacrime sgorgare anche dai miei occhi. Ero la sua unica amica, e lo stavo lasciando. Avrei voluto soltanto più tempo. Non avrei chiesto altro. Tempo. Ma anch’esso mi era stato portato via. Man mano sentivo i miei sensi acuirsi sempre di più, e dovetti chiudere gli occhi. Il dolore era andato via, adesso c’era soltanto buio. Quel buio, però, era diverso. Mi fece sentire bene. D’un tratto, tutte le ansie, le preoccupazioni, svanirono. Quella notte, io ero stata più forte che mai.
  
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