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Autore: Cronus    17/08/2013    2 recensioni
Questa storia prende ispirazione dal Capitolo 4 di 'Beyblade Metal Fury: Inferno incrociato' scritta da RebelYell.
"È come se fossi intrappolata in una dimensione lontana, ma non ho paura di non riuscire a tornare, perché lui è con me...
Per un attimo in questa stanza penso di trovarmi nella sua mente: è tutto buio, l'oscurità avvolge ogni cosa.
Chissà come si sente: non ricordare i volti dei propri genitori, dev'essere orribile...
Ma quella lettera cambierà ogni cosa, ne sono certa.
L'Oblio...quel buco nero che ha divorato 8 anni della sua vita, ora si dissolverà.
Arriverà uno spiraglio di luce a rischiarare le tenebre...
E così da cenere e nulla le parole si faranno carne ed ossa...
Niente e nessuno potrà opporre resistenza.
L'Oblio sta chiamando il tuo nome..."
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damian Hart, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfic nasce da una mia ispirazione mentre leggevo il capitolo 4 di "Beyblade Metal Fury: Inferno incrociato" di RebelYell.
Più in particolare dal dialogo tra Damian Hart ed Allison Ford (mio OC).
Ho deciso di crearci attorno una storia e un ambientazione (questo ovviamente non dovrà interferire con la storia già in corso, quindi non prendete le mie innovazioni come continuazione di Inferno Incrociato. Ripeto: ho solo preso ispirazione!)
Detto questo ringrazio RebelYell per avermi dato il consenso e vi presento quindi: Oblivion.

 
 
 



 
 
 
 
 

 

 
 Oblivion
 
 
 
 








 
L'aria salmastra mi penetra nelle narici mentre la brezza marina accarezza il mio volto, guardo fuori dalla finestra e scorgo dei gabbiani lottare tra di loro per contendersi un pezzo di granchio.
Una folata un po' più violenta fa chiudere l'anta della persiana.
Mi alzo dalla scrivania, la mia postazione, e la blocco con l'infisso al muro esterno.
Il cielo è ricoperto di bianche nuvole che non lasciano trasparire i raggi d'orati del sole e sembrano così basse che alzando un dito si potrebbero toccare.
La spiaggia è fatta di sassolini bianchi e sabbia scura, si staglia davanti alla mia camera come una distesa infinita.
Proseguendo per un centinaio di metri lungo un sentiero in discesa delineato da una passerella di legno cigolante, si arriva al mare: nero e impetuoso con minacciose creste bianche.
Sulla linea dell'orizzonte scorgo l'arrivo di un temporale, le nuvole grigie, cariche di pioggia, e il cielo circostante terso d'indaco.
Abbasso lo sguardo, tornando a concentrarmi sul mio lavoro.
Prendo la penna roteante e do' gli ultimi ritocchi. Lucido la ruota dentellata, che come una superficie sporca torna a risplendere.
Le tre teste del cane infernale che mordono una catena mi osservano aggressive.
Prendo la valigetta e ripongo gli arnesi per le riparazioni.
"Ora devo solo consegnarglielo." mi dico.
Mi alzo dalla sedia e afferro Kerbecs.
"Chissà se l'ha aperta?" mi chiedo "Non entro spesso in camera sua, ma le poche volte che lo faccio la lettera è sempre allo stesso posto. L'incollatura sempre intatta, non ci prova nemmeno ad aprirla..."
Esco dalla mia camera, proseguo per il lungo corridoio e giungo davanti alla sua porta.
Come tutte le volte faccio il mio rituale: è diventato un'ossessione.
Chiudo gli occhi, respiro eeee...busso.
- Avanti - sempre la solita risposta.
Socchiudo la porta per poi aprirla del tutto.
La richiudo con delicatezza e mi giro.
La porta-finestra è spalancata, le lunghe tende bianche ondeggiano al ritmo del vento, nascosto dietro di esse Damian ha le braccia conserte, lo vedo di profilo, guarda fuori con aria assente.
- Kerbecs è pronto? - "solita domanda."
- Sì, ho appena finito di riparlo e apportare le piccole modifiche che mi avevi chiesto...- rispondo porgendoglielo.
Lui mi si avvicina indifferente e lo prende.
- Bene, dopo cena ripeterò il test, fai sì che le apparecchiature siano pronte per quel momento... - mi ricorda.
- Certo - abbasso il capo ubbidiente.
L'occhio mi cade sul comodino, è rimasto tutto come l'ultima volta.
La lettera. Sempre nello punto. Intatta.
Un velo di malinconia e tristezza passa sul mio viso.
- Beh, come mai sei ancora qui, devi dirmi qualcos'altro? - domanda seccato guardandomi con la coda dell'occhio.
- Damian...- dovrebbe essere un tono implorevole, invece quello che esce dalla mia bocca è un sussurro spaventato.
- Che c'è?! - alza la voce girandosi e guardandomi negli occhi.
- Non l'hai ancora aperta, vero? - chiedo accennando al comodino di fianco al letto.
Il blader fa un lungo sospiro come per cercare di calmarsi.
- Il temporale è vicino, il vento si sta alzando e soffia contro di noi, sarà meglio che chiudi le persiane...- il suo tono è calmo e rilassato.
"Ed ecco che si chiude su sé stesso. Come un riccio.
Quando gli argomenti di cui si parla non gli piacciono, cerca di cambiare discorso.
Non lo sopporto quando fa così!"
-Non cercare di sviare argomento...- anche questa frase vorrei urlargliela addosso, ma non ci riesco, è più forte di me!
- Lo sai, non mi piace parlare di QUELLA cosa, ne abbiamo già discusso...- risponde secco.
- No! Non ne abbiamo già discusso! Alla fine hai sviato il discorso, proprio come hai appena fatto. Mi hai liquidata con due parole! - sento una rabbia repressa salirmi per la gola, è troppo tempo che mi tengo dentro il rancore, ora basta!
Gli occhi di Damian si riducono a due fessure, ha un'espressione stupita quanto infuriata. Sembra che debba scoppiare da un momento all'altro.
Fa un passo verso di me stringendo forte i pugni.
Punta il suo sguardo nel mio.
Il mio cuore prende a battere più veloce e spontaneamente faccio un passo indietro.
"Lo ami, ma hai paura di lui. Non sai di cosa è capace, ed è questo che ti spaventa..."
- Non sono affari tuoi Allison...- sibila. Il mio nome sulle sue labbra è tutta un'altra musica.
- Ragiona Damian, in fondo sono i tuoi genitori...-
- Esatto, sono i miei, non i tuoi... Ziggurat era stato chiaro, la memoria sarebbe tornata da sola, non servirebbe a niente aprire quella busta!!! -
- È passato un anno, Ziggurat aveva anche detto che era questione di mesi! La verità è che nemmeno tu ci credi ancora...-
Silenzio.
Quelle parole hanno fatto breccia nel suo cuore, lo sento, lo vedo.
Si allontana da me e torna a fissare il mare.
- Leggere quella lettera potrebbe aiutarti a ricordare...e tu lo sai...-
- Balle! Io non ricordo assolutamente niente, anche se vedessi i loro volti, per me sarebbero due perfetti sconosciuti...-
- Forse è vero, inizialmente potrebbe essere così, ma poi...poi inizieresti a ricordare...-
- Smettila Allison, adesso mi hai stufato! Non aprirò quella maledetta busta finché non mi sentirò pronto! - ora lo vedo chiaramente è imbestialito. Non vuole ragionare...
"Anche se ti amo, in questo momento ti prenderei volentieri a schiaffi..." penso.
- Hai detto così anche un anno fa...- abbasso il capo sconsolata.
- È vero, ma...ma perché sto qui a parlarne con te?- dice a sé stesso - Tu...tu non sai cosa si prova, faresti meglio a stare zitta! -
Quelle parole.
Quelle parole mi smontano.
Pezzo per pezzo.
Come un giocattolo.
"Bastardo.
Sei un bastardo."
- La verità è che sei solo un bambino, un bambino che ha paura di guardare in faccia la realtà...-
La porta sbatte con un tonfo secco dietro di me.
Mi appoggio con la schiena al muro tirando indietro i capelli.
Le gambe troppo molli per reggermi.
Questa volta abbiamo davvero esagerato.
Lo so perfettamente che lui è il carattere dominante e io quello recessivo, l'ho sempre saputo...
Ma lui...lui non avrebbe mai dovuto dire quelle parole...
Per una volta sono stata costretta a tirar fuori gli artigli.
Fino a ieri mai e poi mai mi sarei sognata di alzare la voce contro di lui, oggi l'ho persino insultato.
Possono portarmi via tutto, schernirmi in tutte le maniere possibili, ma che non si azzardino a toccare la mia famiglia...
Quello è il mio punto debole, il mio tallone d'Achille.
All'età di 10 anni ho saputo che i miei genitori erano morti in un incidente stradale, il dottor Ziggurat mi ha tolta dalla strada reclutandomi nell'Accademia per sfruttare le mie doti di meccanico.
Sono molto grata alla società della Hades Inc. seppur i loro scopi loschi siano ormai noti a tutti.
Non ho mai condiviso e mai condividerò i loro metodi di potenziamento dei blader.
Tanti, forse troppi ragazzi sono stati vittima degli effetti collaterali della "procedura".
Molti hanno dovuto lasciare per sempre il beyblade perché in preda a strazianti dolori causati da questo metodo antisportivo.
Damian è un raro caso di assenza completa di questi.
Non so con che criterio Ziggurat abbia scelto i ragazzi. In cinque anni che ci ho lavorato assieme non sono mai riuscita a capirlo.
È vero che le persone selezionate avevano un'alta resistenza al dolore, ma non penso che basti solo questo.
Io lavoravo sulle parti meccaniche: riparazione dei bey e funzionamenti della procedura.
In parte mi sento colpevole poiché io stessa ho progettato e apportato miglioramenti all'efficienza di quella macchina infernale...
Conosco ogni suo particolare: come agisce sul corpo umano, i vari livelli di potenza che possiede...
Forse Damian non lo sa, ma in laboratorio ne sto riproducendo un esemplare.
Vorrei scoprire come invertire il flusso di potenziamento in modo che riaffiorino i ricordi persi di una persona.
Come far ritornare la memoria in poche parole...
E questo lo sto facendo per lui. Per Damian.
Sono cinque anni che lo conosco, quasi sei.
Cinque anni che gli "corro dietro" letteralmente.
Quando sono arrivata all'Accademia HD lui era lì già da due anni.
Quella che pensavo fosse una cotta passeggera è poi diventato amore...
"Come fai ad amare uno di cui hai paura?" mi sono sempre chiesta "Eppure è così!"
La cosa straziante è che lui sa tutto di me e io non so niente di lui...
Damian e Ziggurat si conoscevano da molto tempo.
Si sono parlati molte volte: lo so per certo poiché in più di un caso il dottore richiedeva di parlare privatamente con lui senza che gli altri componenti della squadra ascoltassero.
Non so cosa si dicessero, in verità non me ne importava poi molto fino all'anno scorso, ma penso che questo c'entri col fatto che Damian non ha risentito degli effetti della procedura.
Lui si definiva (si definisce) " il Prescelto", e mi ricordo perfettamente che fu proprio Ziggurat ad affibbiargli quel nome.
Qualunque cosa Damian sappia, non me ne vuole parlare.
Tutto ciò che riguarda l'Accademia è tenuto sotto sigillo nella sua mente.
A volte sembra che finga di non ricordare...
Forse dovrei dirgli che sto cercando di riprogettare il macchinario per la procedura...
In fondo ne sarebbe contento...
Non dovrebbe più sottoporsi a tutti questi test, o allenarsi duramente per migliorare.
Dopotutto non è abituato a far fatica.
Sta ancora pagando lo scotto di non saper combattere con le sola proprie forze.
Dopo le battaglia perse contro Ginka e Kyoya è andato sotto un crollo psicologico.
Per lui è stato un brutto colpo.
Un tipo orgoglioso come lui, poi...
Penso si stia riprendendo solo adesso.
È da un anno che si sottopone a test specifici per l'elevamento della potenza.
La procedura, infatti, consisteva semplicemente nel tirar fuori il 100% delle capacità di un blader, collegare corpo e mente insieme al bey, e questo significava che il 100% di Damian non era paragonabile al 100% di Jack o di Zeo, perché ognuno ha un proprio limite. Varia da persona a persona.
La cosa difficile è che una volta smesso di sottoporvisi, il proprio livello è destinato a rimanere immutato. Vuol dire che non si andrà mai oltre quel 100%.
Quello che da un anno sto sperimentando con Damian è il riuscire a superare questa soglia.
Ho inventato un macchinario, in grado di percepire il miglioramento di un blader, basato su scala maggiore.
I primi quattro mesi sono stati a dir poco disastrosi: Damian non riusciva ad aumentare la sua potenza. Si fermava sempre allo stesso punto.
Poi, ad un tratto, la svolta...
In pochi mesi ha superato abbondantemente il 100% dell'ultima procedura a cui si era sottoposto.
Proprio l'altro giorno ha sfiorato il raddoppio delle sue capacità, con uno strabiliante 197%.
Ora vuole a tutti costi toccare il 200%.
In somma numerica, significa che Damian in un solo anno è riuscito a raddoppiare la sua potenza. È il doppio più forte dell'anno scorso.
Ma lui pensa non basti: "Ginka, Kyoya e gli altri avranno fatto ancora meglio di me" dice.
Il passo successivo è quello di saper controllare tutta questa energia.
Sì, perché un blader necessita anche di abilità...
Ziggurat ha creato un vero e proprio gioiellino: Hades Kerbecs è un bey fatto su misura per Damian, è in grado di sopportare pressioni e sbalzi termici impressionanti; ma credo che "il Prescelto" non sia altrettanto, ed è questo a spaventarmi.
Damian ha un'altissima resistenza al dolore, ma il suo fisico è ancora troppo debole per saper domare tutta la potenza di Kerbecs.
Come si dice: se il cane è lo specchio del padrone...allora il bey è altrettanto.
Questo vuol dire che se Hades Kerbecs è un bey di resistenza, Damian dovrà potenziare maggiormente la propria resistenza fisica.
Infatti, tutte le mattine esce a correre un'oretta e poi il pomeriggio va in sala pesi e rafforza gambe, braccia e addominali...
La sua massa muscolare è aumentata di molto nel giro di 8 mesi e pur mantenendo la corporatura esile ora è molto più tonico. Anche se non basta...
Due volte alla settimana fa tavolette per la propriocettiva. Una scienza che migliora il bilanciamento del corpo umano, molto utile per trovare il proprio baricentro e saper mantenere l'equilibrio. Fatto insieme al proprio bey aiuta a perfezionare la sincronizzazione tra blader e bey.
Sospiro pesantemente scrollandomi dal muro e dirigendomi verso la porta d'ingresso.
Esco dalla casa che abbiamo affittato a pochi chilometri dal centro di New York: una villetta in classico stile americano con vista mare. "Una palafitta evoluta" la chiamo io.
Faccio il giro dell'abitazione e chiudo tutte le persiane dipinte di blu che risaltano sul bianco candido delle assi di legno delle pareti.
Ora il vento è molto forte, Damian aveva ragione riguardo il temporale.
Le onde sono talmente alte che ricoprono completamente la piccola penisola di scogli a un centinaio di metri da me.
Guardo in alto e vedo Damian appoggiato alla ringhiera del balcone, la porta ancora spalancata con le tende in balia del vento.
Rimango lì a guardarlo, ma lui sembra non accorgersi di me, è impegnato a fissare l'orizzonte con uno sguardo preoccupato e indifferente allo stesso tempo, come se cercasse di sfidare il temporale in arrivo.
Scuoto la testa e corro in casa a preparare la cena.
Quando tutto è pronto sono circa le 19:30 e Damian non accenna a scendere.
"Cavoli tuoi se non hai fame.." penso mandandolo al diavolo.
Finisco di mangiare più in fretta che posso, mentre inizio a sentire tuoni in lontananza.
Vado in laboratorio e accendo i macchinari, appostandomi al mio computer di controllo.
Sussulto sentendo chiudersi la porta dietro di me.
Mi volto di scatto e lo vedo dirigersi verso la stanza in vetro blindato davanti a me, senza dire una parola.
Si chiude dentro come tutte le volte e carica Kerbecs sul lanciatore.
Indosso le cuffie col microfono e accendo i sensori.
- Quando vuoi. - la mia voce rimbomba all'interno della costruzione.
Fa partire il bey che gira intorno al mini-campo coi sensori posti sotto di esso. Subito sullo schermo davanti a me iniziano a comparire numeri in scala crescente.
Pochi secondi e Damian raggiunge il 100% della sua vecchia procedura.
Da questo punto in poi i numeri rallentano e il conto avanza sempre più lentamente, permettendomi di pronunciarli in tempo reale.
- 123, 124, 125...- lo tengo informato.
Dopo qualche minuto raggiungiamo il 180.
Adesso l'aura di Kerbecs che è la stessa che circonda il corpo di Damian è molto più luminosa e i suoi gemiti arrivano forti alle mie orecchie.
- 195, 196, 197...- lo stesso punto in cui si è fermato più volte.
- Siamo sui 25 giri al secondo. -
"Un po' troppo..." penso "il metallo fonde a quelle temperature!"
Scaccio quei pensieri e lo lascio proseguire, ora non sono più gemiti i rumori che odono le mie orecchie, ma urla di dolore.
Sento le lacrime agli occhi e con un movimento della mano mi tolgo le cuffie.
"Non ce la faccio a sentirlo urlare...mi fa troppo male..."
Mi tappo le orecchie, si sentono ancora dei versi attraverso il vetro insonorizzato.
Apro gli occhi e quasi sussulto nel vedere lo schermo,
210, 210.5, 210.6...
"Il duecento è un traguardo fantastico per Damian." penso.
Ma tutto d'un tratto i miei pensieri vengono bloccati, le urla cessano.
Alzo lo sguardo e lo vedo cadere in ginocchio.
Proprio nello stesso momento in cui lascio la mia posizione il suo corpo crolla a terra privo di forze.
- Damian!!! - urlo aprendo la porta e precipitandomi dentro.
La sua pelle fuma come la brace di un falò, così come Kerbecs riverso a terra privo di rotazione con il metallo incandescente...
- Damian?! - lo rivolto a pancia in su e lo scuoto per la spalle.
Il suo corpo è tanto bollente che quasi mi scotto a tenerlo tra le braccia.
Le mie lacrime rigano il mio volto e cadono sul suo viso.
"È tutta colpa tua, avresti dovuto fermarlo!" mi autocommisero "Adesso...adesso è troppo tardi..."
 
 
 
 
 
 
 
Apro gli occhi, completamente immersa nell'oscurità.
L'orologio sul comodino segna le 5: 47.
Mi alzo dal letto e a memoria mi dirigo verso la finestra per aprirla.
Con mio grande stupore fuori è molto più chiaro del solito, il temporale è passato in fretta.
L'odore di sabbia mista a pioggia è gradevole, così rimango lì per qualche secondo.
Seppur sia così presto mi lavo e mi cambio, pronta per iniziare una nuova giornata.
Devo controllare le condizioni di Damian, vedere se si è ripreso...
Ieri sera l'ho dovuto portare in camera di peso: non si reggeva in piedi e sembrava ancora incosciente.
Mi dirigo verso la sua stanza in punta di piedi e appoggio l'orecchio alla porta.
Resto in ascolto...
Nessun rumore...
Mi faccio coraggio e spingo delicatamente la maniglia.
All'interno è tutto buio, come nella mia camera, a parte per dei fasci di luce azzurra che penetrano dalla persiane, illuminando una parte della stanza in linee parallele.
Mi dirigo verso quelle luci dall'aria così insolita che creano come una dimensione ultraterrena diversa dal resto della camera.
Osservo l'oscurità proprio nel punto in cui dovrebbe esserci il letto, ma non scorgo niente...
Mi volto verso la scrivania completamente nella luce, attirata da un luccichio strano.
Hades Kerbecs scintilla come una stella cometa davanti ai miei occhi.
Il mio sguardo si sposta sulla sedia in penombra, poggiata sopra di essa la divisa che Damian indossava ieri: sgualcita e a tratti bruciacchiata.
Cammino verso la porta-finestra leggermente socchiusa, procedendo a tastoni, con le mani avanti.
Muovo le tapparelle in modo da far filtrare un po' più di luce, anche se Damian sembra non essere in camera...
Riesco a spostarle solo di poco, riuscendo a illuminare solo la parete sovrastante il letto.
- Ti ringrazio per avermi portato fin qui ieri sera. - sussulto nel sentire quella voce, mi volto completamente indietreggiando spaventata. Ora riconosco la figura di Damian distesa nel letto, con le mani incrociate dietro la testa e le gambe accavallate.
Solo la parte superiore del suo corpo tagliata dalle lame di luce.
- Ho raggiunto il 200% non è vero? - domanda inclinando il capo verso di me.
Io non rispondo, la gola completamente secca.
- Non vuoi rispondere...sei ancora arrabbiata con me per quella faccenda di ieri, vero? - lo sento sospirare mentre si passa una mano tra i capelli.
Ancora una volta non rispondo, rapita dalle sue parole, dalla sensualità della sua bocca che si muove.
"Non mi ha mai parlato così..." penso " ...è la prima volta che succede."
Sta in silenzio ancora un attimo, poi farfuglia un: - Lo prendo come un sì. -
Rimaniamo in silenzio per un tempo che sembra infinito, tanto che sento i gabbiani starnazzare fuori sulla spiaggia.
- Allison...- ancora il mio nome, sulle sue labbra, un musica fantastica... - M-Mi dispiace...- sussurra, un sorriso amaro sul volto.
Il mio cuore sta per scoppiare, ma non muovo un dito...
- Non avrei mai dovuto dire quelle parole, so quanto erano importanti i tuoi genitori per te...ti prego perdonami...- lo vedo abbassare il capo.
"Avanti rispondigli, perdonalo, digli che lo ami, urlaglielo, urlaglielo!!!" mi sprona una voce dentro di me.
Sento le lacrime inumidirmi gli occhi, ma cerco di fermarle.
- N-Non fa niente Damian...- queste solo le mie prime parole pronunciate con voce flebile.
- Tu...tu hai paura di me...- dice - Me ne sono accorto, sai? -
"Si hai ragione, ma sono troppo codarda per ammetterlo..."
- E ti dirò di più...- si tira a sedere - ...tu sei innamorata. -
- E di chi? - chiedo ingenuamente.
- Di me Allison...- sussurra guardandomi attraverso l'oscurità.
Quelle parole.
Quelle parole mi smontano.
Pezzo per pezzo.
Come un giocattolo.
"Ti amo Damian, ti amo..."
Le lacrime cominciano a scendere copiose sul mio volto.
- Ma, ma come fai? A-A leggere nel cuore delle persone? - gli chiedo singhiozzando.
- Allison, avvicinati...- mi fa segno con la mano - e non piangere ti prego...-
Faccio un passo in avanti.
- Su avanti, vieni più vicino! - mi ordina.
Io ubbidiente mi fermo a due passi dal letto, adesso anche il mio volto è nella luce...
- Chiudi gli occhi...-
Ubbidisco ancora una volta con il cuore che pompa a mille.
Lo sento alzarsi dal letto e avvicinarsi, una sua mano si posa sul mio fianco, l'altra mi circonda la vita.
Fa aderire il suo corpo esile al mio.
Percepisco il suo alito sul mio viso, pericolosamente vicini...
Poi le sue labbra...
Quelle labbra che ho tanto desiderato si posano sulle mie, sovrapponendosi nel gioco più antico del mondo.
Fuochi d'artificio esplodono dentro di me.
Io la dinamite, lui la miccia...
Una bomba ad orologeria...
Senza staccarsi mi prende le braccia e le allaccia sul suo collo. Lo sento nudo. Ovunque passino le mie mani trovano la sua candida pelle, solo il tessuto dei pantaloncini come ostacolo, poi mi ricordo della sua tuta poggiata sulla sedia, gli tocco i capelli umidi e collego che forse ha appena finito di farsi una doccia.
Si stacca da me, mi guarda negli occhi e riprende a baciarmi.
È come una droga...
Una droga che ti penetra nel cervello...
Rallenta i riflessi...
- D-Damian i-io...- cerco di parlare.
- Ssshhh...- mi poggia un dito sulla bocca- Ho pensato che forse, sarebbe ora di aprire quella busta...Ti va se lo facciamo insieme? -
- V-Va bene! - sussurro felice.
- Prima però mi devi promettere una cosa. -
- Cosa? -
- Mi devi promettere che qualsiasi cosa ci sia scritta in quella lettera tu non cambierai mai, rimarrai sempre così nei miei confronti.
Non sarà di certo una stupida lettera a sgualcire il nostro legame...-
- Va bene Damian, te lo prometto...- annuisco con le lacrime agli occhi.
Mi poggio sul suo petto nudo, il suo cuore batte appena al di sotto della pelle, e lui mi stringe a sé.
È come se fossi intrappolata in una dimensione lontana, ma non ho paura di non riuscire a tornare, perché lui è con me...
Per un attimo in questa stanza penso di trovarmi nella sua mente: è tutto buio, l'oscurità avvolge ogni cosa.
Chissà come si sente: non ricordare i volti dei propri genitori, dev'essere orribile...
Ma quella lettera cambierà ogni cosa, ne sono certa.
L'Oblio...quel buco nero che ha divorato 8 anni della sua vita, ora si dissolverà.
Arriverà uno spiraglio di luce a rischiarare le tenebre...
E così da cenere e nulla le parole si faranno carne ed ossa...
Niente e nessuno potrà opporre resistenza.
Ora sento qualcosa, è come una voce dietro il silenzio, mi sussurra nelle orecchie.
I brividi che mi percorrono.
"Damian." dice.
La sento...
- L'Oblio sta chiamando il tuo nome... -
 
 
 
 
OBLIVION- Bastille
 
When you fall asleep
With your head upon my shoulder
When you're in my arms
But you've gone somewhere deeper
Are you going to age with grace?
Are you going to age without mistakes?
Are you going to age with grace?
Or only to wake and hide your face.
Well oh oblivion is calling out your name
You always take it further than I ever can.
 
When you play it harder
And I try to follow you there
It's not about control
But I turn back when I see where you go.
Are you going to age with grace?
Are you going to leave a path to trace?
Well oh oblivion is calling out your name
You always take it further than I ever can.
Well oh oblivion is calling out your name
You always take it further than I ever can.

 
 
 
Traduzione:

Quando ti addormenti
con la tua testa sulla mia spalla
quando sei fra le mie braccia
ma sei andata da qualche parte più affondo
 
Hai intenzione di invecchiare con grazia?
Hai intenzione di invecchiare senza sbagli?
Hai intenzione di invecchiare con grazia?
O solo di svegliarti e nascondere il tuo volto
beh, l'oblio sta chiamando il tuo nome
lo porti sempre più lontano di quanto io potrei mai fare
 
Quando giochi duro
ed io provo a seguirti laggiù
non è una questione di controllo
ma mi volto indietro quando vedo dove vai
Hai intenzione di invecchiare con grazia?
Hai intenzione di lasciare un sentiero percorribile?
beh, l'oblio sta chiamando il tuo nome
lo porti sempre più lontano di quanto io potrei mai fare
beh, l'oblio sta chiamando il tuo nome
lo porti sempre più lontano di quanto io potrei mai fare
 
 
 

 
  
 

 
 
 
 
 

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Ed eccoci qui nel nostro consueto spazietto.
Come avrete già capito è consigliato l'ascolto di "Oblivion" di Bastille, per creare l'atmosfera giusta...
Lo ammetto: con la traduzione non c'entra molto, ma mi piaceva tantissimo il ritmo...
So che non è niente di straordinario, ma personalmente non mi dispiace questa Fic.
Ringrazio in anticipo tutti quelli che recensiranno.
Beh, ho finito. Spero di risentire presto molte persone che da un po' non frequentano più Efp.
Mi mancate :(
Bye bye Cronus
  
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