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Autore: Purple Deep    19/08/2013    0 recensioni
La mia prima song-fic.
Canzone: Louder than Thunder-The Devil wears Prada
Personaggio: November 11/Jack Simon
Dal testo:
Jack aveva sempre amato la neve.
Minuscoli cristalli di ghiaccio perfetti, che ricoprono il suolo, riuscendo addirittura a bloccare il ritmo delle più grandi città.

[November11/April]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Louder than Thunder

What would it take
For things to be quiet
Quiet like the snow


Jack aveva sempre amato la neve.
Minuscoli cristalli di ghiaccio perfetti, che ricoprono il suolo, riuscendo addirittura a bloccare il ritmo delle più grandi città.
Le giornate di neve erano sempre le più belle, perchè tutto sembrava più calmo, più silenzioso.
Amava sedersi sulle panchine del parco per osservare i fiocchi cadere con lentezza teatrale, e per godersi per pochi attimi dopo una stancante giornata lavorativa, quel meraviglioso spettacolo offerto dalla natura.
Fu in una di quelle giornate che conobbe lei.
Si sedette come al solito su una delle panchine del parco, per la sua solitaria osservazione, quando qualcuno si sedette al suo fianco.
I capelli corti, la pelle scura. Il particolare più interessante erano gli occhi, castani, ma dalle sfumature talmente stravaganti da risultare dorati.
Una bella donna, insomma.
Si portò alla bocca una sigaretta, e si affrettò ad accenderla.
Jack la guardò per qualche secondo, e, proprio quando stava per iniziare a parlare, la donna esordì:
-Piacere, sono Daphne.-

                                                                                                 ***

Quel giorno, arrivò in anticipo alla panchina del parco.
La neve copriva gli alberi, ormai privi delle loro foglie.
Licenziato.
Come avrebbe fatto a dirlo a Daphne?
Una riduzione di personale, gli avevano detto.
Si passò una mano tra i capelli biondi sospirando.
In un modo o nell'altro, ce l'avrebbe fatta.
Sarebbe bastato trovare un altro lavoro, giusto?
E Daphne, da brava moglie che era sempre stata, lo avrebbe aiutato e appoggiato, sicuramente.
Magari avrebbe trovato un impiego anche migliore del precedente, che avrebbe permesso finalmente di realizzare il loro sogno: avere un bambino.
Un sorriso, anche se flebile, si disegnò sul volto di Jack.
Non era ancora finita, avrebbe superato questa cosa, ne era sicuro.
Rimirò per qualche attimo ancora la neve, per poi dirigersi a casa, carico di speranza.

                                                                                                 ***

Stava per vomitare.
Il monolocale, come al solito, era impregnato dall'odore nauseante delle sigarette, che ormai da mesi infestava la modesta abitazione.
Coi pochi soldi che avevano, era già un miracolo se si potevano permettere un lusso come quello di vivere in una casa.
Il posacenere, appoggiato gelosamente in un angolo del pavimento in modo da non venir rotto, era ormai pieno.
Si tolse la giacca logora, e l'abbandonò su una sedia.
-Sono tornato.-
Era stato uno sciocco. Un vero stupido. Come aveva potuto credere che tutto si sarebbe sistemato?
La vita è crudele.
Non perdona nessuno, nemmeno i nobili di cuore.
E non sempre i puri rimangono tali per l'eternità.
-Finalmente! Ce l'hai fatta oppure hai bighellonato tutto il giorno anche oggi?-
Una voce scocciata giunse da un angolo della stanza.
-Nemmeno oggi sono riuscito a trovare niente.-
Una figura snella si avvicinò a lui, gli occhi dorati che brillavano, nonostante il buio della stanza circostante.
-Puzzi di alcohol.-
-E tu di fumo.-
Lei sbuffò.
-Sei stato di nuovo al bar a sperperare i tuoi soldi in birra, vero?!-
La voce della donna si fece adirata.
-E tu li hai spesi in sigarette, non vedo la differenza!-
Ormai i litigi erano frequenti.
Troppo frequenti.
La vita dell'uomo -la sua perfetta vita- si stava lentamente sgretolando, per poi scivolare fino ad un punto di non ritorno.
Perchè era dovuto capitare?
Cosa sarebbe costato alle cose stare calme?
Chi avrebbe sofferto se la sua vita fosse stata meno disastrata?
Perchè tutto ciò era dovuto capitare proprio a lui, tra tutti gli esseri umani?
-Me ne vado.-
Disse serio.
-Fa pure, io non ti fermerò. Tanto ormai, non avrai più soldi nel portafoglio da spendere per ubriacarti.-
Rispose lei, sbuffando una nuvola di fumo.
Jack prese la giacca, ed uscì.
Non aveva un posto dove andare, o per lo meno dove passare la notte.
Si diresse verso l'unico luogo in cui sarebbe stato accolto, il parco.
Era ormai notte fonda quando arrivò, non c'era anima viva.
I pochi lampioni presenti iluminavano le piccole stradine, permettendo almeno di riuscire ad arrivare fino ad una panchina.
Ci si sdraiò sopra, guardando il cielo.
In quel momento, non gli diede molta importanza.
Ancora non sapeva, che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo vedeva.

I know, this isn't much
But I know I could, I could be better


Aveva sbagliato.
Doveva tornare a casa, non poteva lasciare Daphne così.
In fondo, nemmeno lei aveva un lavoro, come si sarebbe mantenuta?
Dove avrebbe potuto vivere, se non con lei?
Si sarebbe migliorato.
Avrebbe smesso di bere.
Avrebbe cercato meglio un lavoro.
Perchè, in fondo, lui era innamorato di Daphne.
Una calda lacrima scivolò per il volto, segnato dalla sofferenza, del giovane.
Fu seguita da molte altre, mentre il ragazzo provava a soffocare i singhiozzi che nascevano.
In poco tempo, forse per la stanchezza che gli procurava dolore per tutto il corpo, o forse per l'ebrezza, cadde in un sonno profondo.

Quando il giorno dopo aprì gli occhi, si rese conto del fatto che la sua vita non sarebbe più stata la stessa.

                                                                                                 ***

I don't think I deserve it,
Selflessness


November 11.
Questo era il suo nuovo nome.
I servizi segreti inglesi lo avevano scoperto, e gli avevano offerto un lavoro.
Come avrebbe potuto rifiutare un'occasione del genere?
Sarebbe stato protetto da un'organizzazione potente e riconosciuta a livello mondiale, e l'unico compito affidatogli sarebbe stato quello di eliminare qualche criminale.
Un lavoro abbastanza semplice, no?
Aveva iniziato a lavorare con loro.
Era bastato uccidere qualche "malfattore" o qualche personaggio scomodo per il governo, per guadagnarsi una buona posizione.
Anche se, di certo, non sarebbe mai riuscito a guadagnare la loro fiducia.
Ogni volta che camminava per i corridoi della sede centrale, sentiva dei vociferii.
Non avrebero mai dato la loro fiducia ad un Contractor, un essere che pensa semplicemente al suo benessere.
Un individuo freddo, privo di sentimenti, che avrebbe potuto ucciderli da un momento all'altro.
Ma a November non interessava: in fondo, come poteva dar torto a quelle voci?
Era tutto vero.
Se un giorno o l'altro gli sarebbe sembrato conveniente, li avrebbe uccisi.
Sapeva benissimo di non meritare la loro fiducia ed il loro altruismo, e gli andava bene così.
Non ne aveva bisogno.

                                                                                                ***

Find your way into my heart

Quando gli dissero che avrebbe dovuto avere dei compagni, formare una specie di "squadra" con altri Contractor, November accettò.
In fondo, non c'era nessun problema, anzi, le missioni sarebbero state concluse con più rapidità.
Conobbe in quel momento April, July e February.
February era una ragazza davvero vivace, dai lunghi capelli chiari che le ricadevano sulla schiena.
July era una Doll, un bambino dagli occhi azzurri e spenti e i capelli spettinati.
Mentre April, era una donna dalla pelle scura, i capelli corti, e gli occhi castani, dalle sfumature talmente particolari da sembrare dorati.
Una somiglianza davvero incredibile, non c'è che dire.
Doveva ammettere di essersi stupito la prima volta che l'aveva vista.
Ma ormai Daphne era un lontano ricordo.
Non l'aveva più vista dopo il giorno in cui avevano litigato.
E a lui, che ormai non provava nulla, non poteva interessare.
Tuttavia, un pensiero, un dubbio, aveva preso per un secondo spazio nella sua mente: e se lei fosse stata effettivamente Daphne?
Decise di lasciar perdere, la scoperta di tale fatto non avrebbe portato a nessun cambiamento , perciò, perchè disturbarsi nel porsi stupidi quesiti?

                                                                                               ***

Quel che doveva esser fatto, era stato fatto.
Barcollava sul marciapiede, lasciando il segno del suo passaggio.
Solo ora, che tutto stava finendo, provava una certa paura nel notare che stava morendo.
Oltre a un dolore lancinante al fianco, ovviamente.
Il telefono.
Doveva prendere il telefono.
Con la mano tremante, raggiunse l'apparecchio, mentre con l'altro braccio provava a tamponare la ferita, in modo da sentire meno dolore possibile.
Compose il numero e aspettò.
Il telefono squillava, nessuno rispondeva.
Finchè una voce tranquilla non lo avvertì dell'assenza della padrona.
Si stupì, il Contractor, dall'essere deluso di quel fatto.
Si limitò a salutare in modo molto formale.
Non ne ebbe il coraggio.
Non ebbe il coraggio necessario per porgerle la domanda che da sempre si nascondeva tra i suoi pensieri più profondi.
April, o Daphne?
Nè ne ebbe per dirle che sì, se ci fosse stato qualcosa dopo la morte, gli sarebbe mancata.
Si trovò stupido, nel notare che stava innegabilmente provando dei sentimenti, così tardi, troppo tardi.
In fondo, però, a che cosa poteva essere utile, in quel momento, un pensiero razionale?
Cadde sfinito sul marciapiede desolato.

All stars could be brighter
All hearts could be warmer


Osservò le stelle, di quel cielo che per anni aveva sostituito il reale.
Tremendamente belle, orribilmente fragili.
Buttò la sigaretta.
Finalmente poteva non rispettare quella maledetta ricompensa.
Finalmente, anche se per pochi attimi, era tornato ad essere umano.
Per un secondo, una stella gli sembrò vacillare, per poi brillare e sovrastare la luminosità delle altre.
Dopodichè, la stella cadde, ma Jack Simon non riuscì a cogliere quell'attimo.







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Angolo della pazza scatenata:
Questa è la mia prima Song-fic! *^*
Cavoli, me l'aspettavo milioni di volte più corta, XD.
Non so esattamente cosa dire, se non che vi rispetto enormemente se siete arrivati fino a questo punto, uwu.
Il fatto è che pochi giorni fa stavo ascoltando questa canzone, Louder Than Thunder, di The Devils wears Prada, e mi è sembrata fin troppo adatta.
Inoltre, la storia di diversi personaggi, compresa quella del nostro caro November, non era mai stata narrata, quindi...Ta-dah!
Non ne sono molto soddisfatta, ma mi sono fatta in due per completarla, quindi la pubblico comunque, XD.
Probabilmente in pochi la leggeranno, e nessuno la recensirà, ma non importa, XD.
Spero che non i siano errori, avvertitemi in caso contrario!
Bacioni,
#Matt (-aka Purple Deep-)










   
 
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