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Autore: elisabieb    20/08/2013    2 recensioni
ll matrimonio di Paola e Andrea. Bastano queste semplici parole per riassumere il tutto. I loro pensieri, i flashback, le emozioni di quel giorno che tanti avrebbero voluto vedere in tv, visti rispettivamente secondo il punto di vista di ognuno dei due.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima parte di questa OS molte di voi la conoscono di già, dato che l'avevo postata sul vecchio forum di CC e pure qui. Tempo fa ripensavo ad un'amica che mi disse che sarebbe stato bello pure vedere il punto di vista di Andrea e così eccomi qui. Ho modificato un po' la parte di Paola, solo qualche correzione e aggiunta, nulla di più. Prendetela come la One Shot definitva, insomma.. :P

Buona lettura ♥

Canzone: http://www.youtube.com/watch?v=SYkQ8vzwcvw]www.youtube.com/watch?v=SYkQ8vzwcvw

Fiori d’arancio.

« Non mi stanco ancora 
a stare sotto il sole, 
a prenderti la mano, 
a dirti che ti amo.
Passeranno gli anni, 
cambierò colore,
ma io son sicuro che 
saremo ancora noi due »



Lei.
Mi metto davanti allo specchio per l’ennesima volta.
Mamma è ancora lì che aggiusta il vestito, poi passa ai capelli, poi al velo e al trucco.. per poi tornare al vestito, poi ai capelli e al velo e di nuovo al trucco, per poi ricominciare tutto daccapo.
Sembra quasi più emozionata di me, ma la verità è che vuole che sia tutto perfetto, anche se a me non importa niente. E’ il giorno del mio matrimonio e sarebbe stato perfetto in ogni caso. Pure senza la fastosa cerimonia, alla quale tutti tenevano, senza tutti quei soldi spesi per il ristorante e per i fiori. Io e Andrea ci sposiamo e questo già mi fa tremare le gambe.
Mi toglie dagli occhi una ciocca di capelli e mi sorride.
Aveva lo stesso sorriso anche quando incontrò Andrea per la prima volta. Non mi disse niente, allora. Dai suoi occhi avevo capito che le piaceva.. papà, invece, come volevasi dimostrare, lo sottopose ad una sottospecie di interrogatorio. Mi ricordo ancora quella cena, papà che lo tartassava di domande e lui che mi stringeva la mano da sotto il tavolo.
Marco, non era stato da meno. Lo aveva guardato in cagnesco per circa un mese, prima di accettarlo completamente come mio fidanzato.
Mi accorgo improvvisamente che mi porge il bouquet di rose bianche e blu. Sorrido e  faccio un sospiro profondo. Ho lo stomaco chiuso. Ho una paura incontrollabile che sta salendo sempre di più.
E se ci avesse ripensato? E se adesso arrivo in chiesa e la trovo vuota?
Sento la mano di mamma che mi accarezza piano una guancia. Evidentemente, ha capito a cosa sto pensando. La vedo scuotere la testa e sorridere; poi prende per mano e insieme andiamo in salotto. Ci sono papà e Marco seduti sul divano e appena mi vedono si alzano di scatto. Papà si avvicina e comincia a piangere.. è la prima volta che lo vedo piangere. Mi dà un bacio sulla guancia e poi aggiusta la ciocca di capelli caduta sul viso.
Anche Marco si avvicina e mi abbraccia, sussurrandomi la stessa frase che mi disse quando conobbe Andrea: «Se si azzarda a farti soffrire, gli spacco la faccia »
« Non succederà » Ripete per l’ennesima volta quella mattina mamma. « La ama troppo »
Sento gli occhi riempirsi di lacrime. Ecco, lo sapevo.. sono riusciti a farmi piangere.
Vedo Marco che subito prende un fazzoletto e dolcemente lo passa sugli occhi « Ma no, ti si scioglie il trucco.. Oggi niente lacrime. Adesso smetto pure io, giuro! » si mette una mano sul petto « Guarda ho smesso » dice asciugandosi gli occhi « Anche papà adesso smette.. vero pà?» No, papà continua a piangere.. anche se non vuole farlo vedere.
« Dai, forza! »mamma si avvia verso la porta « E’ ora di andare.. »
Ci avviciniamo a lei e poi usciamo di casa e saliamo in macchina.
Marco si mette alla guida, papà sale davanti, mentre mamma si mette accanto a me.. e in quei pochi minuti che ci separano dalla chiesa continua ad aggiustarmi capelli e velo. La lascio fare, anche se vorrei dirle che non mi importa niente. Con i pensieri torno indietro nel tempo.. l’arresto, Città della Pieve, il suo sguardo mentre gli diceva che sarebbe partita per Roma, fino a ricontrarsi di nuovo durante la missione.
So di sorridere, tanto che Marco mi guarda dallo specchietto retrovisore e sorride a sua volta.
Io stavolta penso a quando mi ha chiesto di sposarlo.
 
« Andrea! » 
Lui continuava a ridere, mentre mi teneva le mani mi baciava sul collo. « Che c’è? »
Cominciai a ridere pure io, visto che lui non smetteva di farmi il solletico «Ti ho detto che devi farla finita! Ci stanno guardando..»
Alzò il volto, guardando oltre la mia spalla. Finalmente si accorse che c’era un gruppo di ragazzi seduti al tavolo del piccolo bar sulla spiaggia, che ci stavano osservando divertiti. « Sì, c’hai ragione» si alzò scuotendosi dalla sabbia e mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi « Vieni qua allora. Se ci allontaniamo non ci guarda più nessuno. » Gli sorrisi, per poi tornare a stringermi a lui, mentre camminavamo lungo la riva.
« Oddio, quant’è che non stavamo insieme.. Prometti che lasci stare missioni per un bel po’? Non riesco più a stare senza di te.. »
Lui sorrise « Sì, amore »
« Guarda che io dico sul serio.. non partire mai più! »
« Anche io dico sul serio.. basta è stata l’ultima missione »
« Meno male! » esclamai sollevata.
Restammo in silenzio per un po’, ascoltando solo il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli.
« Come mai stai zitto? Che c’è? »
« Stavo pensando »
« Mi sa che pensi troppo ultimamente.. » ironizzai « Dai basta lavoro, adesso. Avevi detto niente più missioni! »
« E infatti niente più missioni. Stavo pensando ad una cosa che sto per fare.. »   
« E cosa staresti per fare? Un’altra bella figuretta come poco fa? »
Andrea scosse la testa «No, chiederti di sposarmi.»
Si fermò immediatamente, mettendosi davanti a me.
« Cosa? » credevo di non aver capito bene.
« Sposami, amore mio» mi ripeté guardandomi negli occhi.
Lo guardai stupita, ma stavolta consapevole di aver capito bene. Sentii gli occhi illuminarsi e riempirsi di lacrime. Lo abbracciai di colpo e lo baciai, con un impeto quasi inaspettato.
Quando ci staccammo, Andrea mi tenne ancora fra le braccia e con una mano mi accarezzò una guancia.
« Deduco che questo sia un sì.. »
« Sì, sì, sì! » ripetei, mentre lo abbracciavo di nuovo « Mille volte, sì »
 
Quando arriviamo davanti la chiesa c’è una grande folla davanti.
Riconosco Massimo, Antonio, Leandro, Sandro con Elena e i bambini. Poi vedo alcuni colleghi di Andrea.
Scendo dalla macchina e mamma mi aiuta con lo strascico.. Dio mio, mi stanno tremando le gambe.  E’ normale?
Vedo le persone che mi salutano, ma sono talmente frastornata che non le riconosco nemmeno.
Arriviamo davanti l’ingresso della chiesa e sento partire la classica marcia nuziale. Faccio un respiro profondo e sotto braccio a mio padre, inizio a percorrere la navata.
Andrea è lì davanti l’altare e sta sorridendo. Riesco a percepire la sua emozione, noto gli occhi lucidi anche dal fondo della navata. Lo amo immensamente. E sta per diventare mio marito.
Sì, è tutto veramente perfetto.
Quando arrivo accanto a lui mi prende la mano, dopo aver salutato papà, e si avvicina stampandomi un bacio sulla guancia. « Sei bellissima! », mi sussurra. Sorrido, ringraziandolo. Porto d’istinto una mano sopra il ventre come per accarezzare quella nuova vita che sta nascendo dentro di me. Lui ancora non lo sa. Glielo dirò stasera.. sarà il mio piccolo regalo.  Sento che gli occhi si stanno riempiendo di nuovo di lacrime. Poco importa; in quel momento mi sento la donna più felice della Terra.
Insieme, mano nella mano, ci giriamo verso don Mario che dà inizio alla cerimonia. 
 
Lui.
Il colletto sta stringendo un po' troppo. O forse sono io che lo sento troppo stretto. Uno sposo perfetto, come mi ha detto mia madre poco fa. Ma quale perfetto, sono in ansia, non ho fatto nemmeno colazione, nemmeno un caffè ho preso, e ora sono qui in piedi davanti allo specchio ad aggiustare la giacca da mezz’ora. E poi quel cappello. E’ un onore indossare l'alta uniforme ma.. Mi mette ancora più caldo. E il caldo mi fa aumentare l'agitazione. E se sono agitato mi innervosisco ancora di piú. Sono le otto e mezzo e manca ancora più di un’ora. Oddio. E se ci avesse ripensato? E se andassi ad aspettarla all'altare inutilmente? Sento mia sorella ridere fragorosamente dietro di me.
« Ti diverti? » le chiedo con una punta di fastidio, mentre la guardo dallo specchio.
« Oh sì » risponde con un sorriso mentre si avvicina accarezzando il suo pancione «Sei uno spasso! »
Sbuffo mentre torno a fissarmi allo specchio. La sua delicatezza lascia sempre senza parole. «Dai fratellone, su con la vita! Se scappa almeno riuscirà a salvarsi. Mica come me che mi sei capitato e poi ti ho dovuto sopportare!»
Ecco, appunto. Aah, ma è venuta a supportarmi o a infierire? E che palle! «Mamma!» neanche il tempo di parlare che è già qui, in fibrillazione, tutta agitata. Nemmeno si dovesse sposare lei. 
« Che c'è Andrea? Che hai fatto? Ti senti male? » e nel frattempo si avvicina e inizia a sistemare il colletto, stringendolo ancora di più.
« Portamela via! » esclamo indicando Alessandra accanto « Portamela via adesso! Altrimenti ti prometto che non ci arriva viva in chiesa! » 
La vedo farmi una linguaccia «E come sei pesante! Nemmeno stessi andando a un funerale!»
« Alessandra! Non ti ci mettere pure tu! » 
Si gira di nuovo verso di me e noto che ha gli occhi lucidi. No. Ancora. Mica si metterà di nuovo a piangere? 
« Non sto piangendo, eh » mi dice mentre si asciuga gli occhi.
No, no. Figuriamoci. Sta piangendo da quando io e Paola abbiamo annunciato di volerci sposare, sei mesi fa. E tuttora non riesce a smettere. Che esagerazione..
Vedo comparire Luigi con un sorriso smagliante sul volto « Lo sposo è pronto? »
Sospiro e annuisco, sento mamma stringere forte la mia mano e poi insieme ci dirigiamo fuori.
« Agitato, eh?» mi chiede dopo esser saliti in auto.
Annuisco, mentre l’agitazione aumenta pian piano sempre di più.
« E’ normale » mi risponde mentre continua a guardare la strada « Vedrai che quando la vedrai percorrere la navata passerà tutto »
Torno a guardare avanti e ripenso a quegli anni passati insieme a lei. I nostri battibecchi, le nostre chiacchierate e le passeggiate lungotevere. Le notti passate a fare l’amore e a coccolarsi. E’ tutto perfetto. E oggi ci sposeremo. Istintivamente mi ritrovo a pensare a quando le ho chiesto di sposarmi.
 
Eravamo seduti sulla spiaggia ed ero appena tornato da una lunga operazione in Sicilia. Averla lì, con me, mi sembrava quasi un sogno. Ero stato troppo lontano da lei e non volevo più farlo.
Iniziò  a ridere, mentre si scansava dai miei baci sul collo « Andrea! »
« Che c’è? » le chiesi stupito, senza smettere di baciarla.
« Ti ho detto che devi farla finita! Ci stanno guardando..»
Quando alzai il volto, guardando oltre la sua spalla, mi accorsi di un gruppo di ragazzi seduti al tavolo del piccolo bar sulla spiaggia. Ci stavano guardando divertiti.
« Sì, c’hai ragione» le dissi alzandomi. Mi scossi dalla sabbia che si era adagiata sui jeans e le porsi la mano per aiutarla ad alzarsi « Vieni qua allora. Se ci allontaniamo non ci guarda più nessuno. »
Mi sorrise apertamente, per poi tornare ad accoccolarsi a me, mentre camminavamo lungo la riva.
« Oddio, quant’è che non stavamo insieme.. Prometti che lasci stare missioni per un bel po’? Non riesco più a stare senza di te.. »
« Sì, amore »
« Guarda che io dico sul serio.. non partire mai più! »
« Anche io dico sul serio.. basta è stata l’ultima missione » le risposi con convinzione.
« Meno male! »
Restammo in silenzio per un po’, ascoltando solo il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli. Iniziai a pensare a quanto sarebbe stato bello svegliarmi e trovare lei accanto a me, tutti i giorni. Vivere insieme, avere un bambino, una famiglia nostra. La guardai con la coda dell’occhio; era così bella e felice e lo ero anche io. Ed era proprio il momento giusto.
« Come mai stai zitto? Che c’è? »
« Stavo pensando »
« Mi sa che pensi troppo ultimamente.. Dai basta lavoro, adesso. Avevi detto niente più missioni! »
« E infatti niente più missioni. Stavo pensando ad una cosa che sto per fare.. »   
« E cosa staresti per fare? Un’altra bella figuretta come poco fa? »
Scossi la testa, con un sorriso «No, chiederti di sposarmi.» le dico tutto d’un fiato, lasciando la sua mano per mettermi davanti a lei. Mi guardava stupita, forse non se l’aspettava, forse..
« Cosa? »
« Sposami, amore mio» le ripetei, guardandola negli occhi.
Vidi i suoi occhi illuminarsi e riempirsi di lacrime. Mi abbracciò di colpo e dandomi un bacio con passione mista a dolcezza.
« Deduco che questo sia un sì.. » le chiesi, quando ci staccammo.
« Sì, sì, sì! » mi ripeté mentre mi abbracciava di nuovo « Mille volte, sì »

Non c’era niente di programmato.. quella sera mi ero ritrovato a pensare a come fosse stato bello passare il resto della mia vita insieme a lei e quella frase era uscita spontanea, lasciandola senza parole. Quel “Mille volte sì” mi aveva reso l’uomo più felice del mondo.
La voce di Luigi mi distoglie da quei dolci pensieri e mi fa notare che siamo arrivati. Ci sono già un sacco di persone.. riconosco i colleghi, qualche parente.. ma la mia mente è talmente affollata da una miriade di pensieri che nemmeno li saluto. Mia madre mi prende sottobraccio e le sorrido, baciandole una guancia. Percorro la navata cercando di rimanere calmo, ma non ci riesco. C’è il completo silenzio attorno a me, interrotto soltanto dai nostri passi che rimbombano nell’aria. « Devi stare tranquillo »mi dice una vocina nella testa, e mi tranquillizzo veramente. Arrivo davanti all’altare mi accorgo che l’ansia sta salendo ancora di più. No, era solo una sensazione. Non mi sono tranquillizzato per niente.
 Mi giro e inizio a fissare l’entrata della chiesa, in attesa. Sento lo sguardo di Alessandra su di me, so che si sta godendo lo spettacolo ridendo come una bambina; è fatta così! A volte l’ammazzerei, ma non ce la farei se non ci fosse. La adoro pure quando mi fa saltare i nervi.  Papà si è appena seduto su una panca e mi sta guardando sorridendo. Mamma è accanto a me e mi sta stringendo la mano. Mi giro e la guardo. Adesso le lacrime le stanno rigando proprio tutto il viso. Sorrido e ricambio la stretta, stringendo la sua mano ancora più forte. E aspetto. Aspetto. Ma quando arriva? Cavolo, è pure tardi.. magari ci ha ripensato veramente. All’improvviso noto un gran fermento fuori dalla chiesa, vedo una macchina nera parcheggiare.. e poi la vedo. Lentamente sale gli scalini, mentre suo padre è accanto a lei. Poi varca l’entrata. Raggiante, con quell’abito bianco che le sta divinamente. E’ meravigliosa. E sta per diventare mia moglie. Mia moglie. Quasi non ci credo. Incrocio il suo sguardo e vedo che ha gli occhi lucidi. Credo pure di aver visto suo padre sorridermi per un momento, ma mi sono sbagliato probabilmente.
Percorre la navata in un tempo che mi sembra quasi eterno, ma Luigi aveva ragione. Adesso tutta l’ansia che avevo accumulato in queste poche ore è scomparsa. Ed è adesso che penso a quanto sarebbe meraviglioso poter avere un bambino da lei. Un figlio nostro, Paola. Ci pensi? Quando la vedo accanto a me quasi non riesco a capire più niente. Saluto suo padre con una leggera stretta di mano e poi prendo quella di lei. Le poso un bacio sulla guancia e mi avvicino al suo orecchio «Sei bellissima» le dico emozionato e con la voce tremante. Lei mi sorride per qualche lungo istante, rimarrei ore a guardarla; è splendida e la amo immensamente. Mi stringe la mano, mentre insieme ci giriamo verso don Mario che dà inizio alla cerimonia.
 

« che ogni giorno sia un giorno d'amore 
e ogni luna una luna di miele. »

  
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