“No”. Questa l’ultima parola che lei
aveva pronunciato, prima che lui fuggisse, per sempre. Si, per sempre.
No, questa volta non sarebbe tornato indietro. Non sarebbe mai
più tornato a Stars Hollow, mai più da Rory. Lui
gli aveva parlato sinceramente. Voleva veramente passare tutto il resto
della sua vita accanto a lei, magari a New York. Lui l’amava,
e aveva ingenuamente creduto che anche lei lo amasse. Si era sbagliato.
Lei non lo amava più. O forse non l’aveva mai
amato, chi lo sa. Una cosa era certa. Quella pagina della sua vita si
era definitivamente chiusa, per mai riaprirsi. Stava dicendo addio a
quella pagina di amore sincero, di nome “Rory
Gilmore”. Tanta gente sarebbe stata felice di saperlo. Suo
zio Luke, ad esempio. Lui aveva sempre disapprovato la loro relazione.
Certamente ne sarebbe stata entusiasta anche Lorelai, la mamma di Rory,
che lo aveva odiato dalla prima volta che lo aveva visto. Per non
parlare di Dean. Per lui sarebbe rimasto, per tutta
l’eternità, il cattivo ragazzo che gli aveva
portato via la sua dolce e tenera ragazza innocente. E infine tutta la
dannatissima cittadina di Stars Hollow. Quanto odiava quel posto! Non
poteva girare in pace là, senza che nessuno tirasse in ballo
quello che era successo tra lui e Rory. Ma adesso era finita, sul
serio. Lei lo aveva respinto. Non lo voleva. Aveva rifiutato di passare
il resto della sua vita con lui. L’unica ragazza che avesse
mai amato. L’unica che contasse qualcosa nella sua vita. Cosa
gli restava adesso? Quello stupidissimo lavoro? Quel maledetto buco di
appartamento?
La odiava. Lui odiava Rory Gilmore. La odiava per averlo respinto, per
aver infranto il suo sogno di tutta una vita: stare con lei per sempre.
La odiava per avergli spezzato il cuore. Come si era permessa? In fondo
lui la amava. Aveva commesso molti errori in passato, lo ammetteva. Ma
adesso era diverso, era veramente cambiato. Era cresciuto, era
maturato. E lo aveva fatto per lei. Per poter tornare da lei e
mostrarsi diverso. Per essere un ragazzo migliore, uno che potesse
renderla felice e prendersi cura di lei. Per tutta la vita. Invece lei
aveva rovinato tutto. Si sentiva deluso, ferito, amareggiato. La
odiava, profondamente. L’avrebbe odiata per tutto il resto
della sua esistenza.
Ma a chi voleva darla a bere? Lui non odiava Rory. Lui non avrebbe mai
potuto odiarla. L’amava troppo. Il suo amore per lei era
immenso e non conosceva confini. Lo aveva attratto dal primo secondo
della prima volta che l’aveva vista. Ne era rimasto
affascinato, anche se, allora, non lo avrebbe mai ammesso. Lo aveva
colpito, per la sua semplicità, per la sua bellezza, per la
sua timidezza, e per quel modo di parlare veloce e schietto. Amava ogni
cosa di lei. Era bellissima. Ed era quello che bruciava. Era il suo
folle amore non ricambiato a farlo stare tanto male. Stava
così male! Così aveva pensato che odiarla fosse
l’unico modo per dimenticarla e lasciarsi tutta quella storia
alle spalle. Ma non era così semplice. Anzi, era
praticamente impossibile! Ogni volta che pensava a lei sentiva
l’amore ribollirgli dentro.
Eppure doveva scordarla. Doveva sopravvivere a quel rifiuto. Doveva
voltare pagina, una volta per tutte. Non sapeva ancora come, ma doveva
farlo. Dimenticare Rory. Per lui sarebbe stato più facile
scalare la vetta più alta del mondo. Oppure stare in apnea
per un’ora intera, o un anno senza cibo. Tutto appariva
semplice a confronto con il suo problema.
Dimenticare Rory. Per farlo, occorreva un gesto. Un gesto drastico. E
lui lo aveva trovato. Da quasi due anni, cioè da quando
conosceva Rory, Jess portava con sé, segretamente, una foto
della ragazza, una foto “rubata”.
Gliel’aveva scattata, ovviamente di nascosto, lo stesso
giorno in cui l’aveva conosciuta. E da allora,
l’aveva portata con sé, non se ne era mai
separato. Ed in essa era la chiave per poter ricominciare una vita,
senza più la speranza di tornare con Rory. Aveva deciso.
Quello sarebbe stato il suo gesto risolutivo.
Seduto alla propria scrivania, prese il suo accendino,
guardò per l’ultima volta la foto di Rory Gilmore
e poi…
Accese l’accendino, lo portò verso un angolo della
foto, finché esso non prese fuoco. Infine gettò
la foto che bruciava nel cestino.