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Autore: Niggas    21/08/2013    9 recensioni
E adesso le tue mani praticamente non me le ricordo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A quello che deve venire e quello che non verrà perché c’è paura


Io lo giuro, lo giuro davvero che ci ho provato parecchie volte ma non ci sono riuscita.
E’ umano, no? Non farcela, voglio dire.
Le mie mani, per quanto a volte mi piacciano e a volte no, sono troppo dure per gli anelli che porto e poi troppo fragili per potersi aggrappare ad altre.
E ci ho provato, ho detto! Che ci si creda o no.
So che cosa posso fare con le mie mani.
I miei polsi posso morderli quando sono nervosa, posso vestirli di bracciali quando devo uscire la sera e ho il rossetto rosso oppure posso appoggiarci il mento quando mi sto annoiando e tu lo capisci.
Perché? Perché il mio labbro inferiore sporge e non punto lo sguardo su niente di che ma in qua e in là.
E forse ti dispiace perché fra il “qua” e fra il “là” in mezzo ci sono anche i tuoi occhi e i miei polsi li coprono.
Le mie nocche posso usarle per bussare su porte chiuse, tirare pugni sulle spalle di chi fa battute che non riescono a divertire nessuno, appoggiar mici quando mi rialzo da terra oppure sognare di sbattertele su quella faccia che mi fa talmente innervosire.
Con le dita posso scrivere le mie storie, riempire pagine e pagine di lettere dell’alfabeto, grattarmi il mento, sfiorare visi e capelli, sfogliare libri, dire di “no” come mi piace tanto e come sai bene, accarezzare gli animali e afferrare il bordo di un terrazzo quando mi sporgo per guardare giù.
Dio, quante cose posso fare con le mani. Tu te lo sei mai chiesto?
Ti sei mai chiesto perché camminiamo con le braccia opposte alle gambe e perché si starnutisce?
Quante cose puoi fare tu con le tue mani?
E allora, anche se avevo – ho – paura ti dico che ci ho provato.
Ma che non sono capace.
Di stringere altre mani con le mie proprio non ce la faccio.
Posso stringere un maglione mentre me lo tolgo, posso stringere le lenzuola durante un sonno disturbato, posso stringere una mela mentre la mangio, una sigaretta mentre la fumo, una bottiglia d’acqua perché ho sete, lo zaino in spalla e i miei capelli quando sono sovrappensiero.
Ma le mani di qualcun altro – le tue poi! – proprio no.
Però te lo ricordi anche tu che ci ho provato.. Qualche volta.
E la prima avevo così fretta di godermi quel contatto e allo stesso tempo interromperlo subito, perché diamine che fastidiosa sensazione!, che per stare dietro a me che scappavo da te ma allo stesso tempo ti tenevo stretto sei finito a sbattere contro lo spigolo della porta.
O contro uno dei miei?
La seconda volta, invece, non seguivo le parole della professoressa di lettere.
Guardavo i tuoi polsi, quante cose che ci potresti fare, le tue nocche, le tue dita e dunque le tue mani.
Allora, senza neanche pensare – perché lo faccio sempre e non parlo quasi più – ho avvicinato la mia mano destra alla tua mano sinistra.
Te l’ho presa e l’ho accarezzata, forse, e guardata da vicino.
“Cosa fai?”
“Hai delle belle mani” e delle belle braccia, con le vene che sporgono, delle belle spalle e un bel viso.
Ma ovviamente non te l’ho detto: lo sai già per conto tuo.
“Grazie”
E non le ho intrecciate. Tu hai tolto la tua mano dalla mia e me l’hai appoggiata sul ginocchio.
E io ricordo che avevo pensato che tu con le tue mani puoi fare tante cose e toccare le mie ginocchia doveva sicuramente essere una delle mie preferite.
E adesso le tue mani praticamente non me le ricordo.
E la cosa che più mi da fastidio è che forse, e dico forse perché è un’altra delle mie – e tue – parole preferite, le mie mani te le avrei lasciate volentieri per farci ciò che vuoi.
Sarei, forse, stata disposta a regalartele e sapere che le avresti intrecciate con le tue senza averne il terrore.
E invece, guarda un po’?
Le mie mani sono qui, le mie nocche toccano il pavimento accanto alle mie gambe incrociate, le dita sono chiuse e poi i polsi li appoggio sulle palpebre serrate.
Perché c’è troppa rabbia, c’è troppa paura, ci sono troppe mani che toccano le tue e tu ne sei felice.
E le mie, insieme ai miei polsi, si stringono di nuovo attorno ad un oceano di “E se..?”
Un mare nel quale annego senza che le mie mani riescano a portarmi in superficie.
Perché giuro che ci ho provato ma l’acqua è troppo pesante e io, che sono dura come la pietra, lo so bene che le rocce, in mare, affondano.
Spero solo di riuscire ad afferrare un salvagente e allora giuro che le tue mani altro che stringerle!
Con le mie le fondo e le bacio e poi basta perché un po’ di paura lo sai anche tu che da me non se ne può andare.


 


io di parole non ne ho più
spero con tutta me stessa che vi sia piaciuta
con amore,
Niggas
  
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