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Autore: Haley_V    22/08/2013    6 recensioni
Il pubblico andò in delirio; le urla rimbombarono per tutto lo studio, e questo le diede tanta forza. Sorrise, e avanzò decisa. Le gambe le tremavano, e sentiva che di li a poco sarebbe scoppiata di nuovo, ma doveva farcela. Ormai era lì, e poteva riuscirci.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cory Monteith, Lea Michele
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                   I'll stand by you. 




La vita spesso ci mette di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili.
E forse lo sono davvero, ma in qualche modo ci guardiamo attorno e riusciamo a trovare quella forza che ci permette di tirare avanti, di continuare per la nostra vita e tornare a sorridere, senza nemmeno renderci conto di come sia stato possibile.
Lea era sempre stata quel tipo di persona. La sua vita era andata avanti a suon di cadute e rialzi migliori del precedente, e di questo lato del suo carattere aveva sempre fatto sfoggio con chiunque, anche se spesso le era costata qualche critica – troppo esuberante e piena di se – era una frase ricorrente nel vocabolario di molti dei suoi produttori, quand’era bambina. Ma si sa che spesso le qualità di una persona, belle o brutte che siano, sono una vera e propria arma a doppio taglio; quando Lea fece il provino per il ruolo di Rachel, il regista la vedeva già sul set a registrare.
Rachel, molto più di quanto ammettesse, era quasi del tutto identica a lei; era per questo che le riusciva alla perfezione, e che aveva acquistato l’ammirazione e l’adorazione del pubblico praticamente fin da subito. Certo, era in qualche modo un po’ più razionale del suo personaggio, insomma, sapeva bene quali erano i suoi limiti, di esperienze ne aveva fatte abbastanza per sapere che ogni tanto era necessario mantenere la testa bassa e rinunciare all’idea che il mondo giri attorno a se stessi, ma ciò non le impediva di dare il miglior (o peggiore, a seconda dei punti di vista) sfoggio di se quando indossava i panni della star del Glee club.
E la sua vita, una volta che aveva trovato l’amore, si era rivelata l’emblema della perfezione. Sul set come nella vita reale la coppia canon dei fan più accaniti era ufficiale, cosa poteva chiedere di più? Cory l’amava tantissimo, riusciva a capirla, a comprendere ogni lato del suo complicato carattere, anche quello più oscuro, e lei non poteva fare a meno di lui. Si completavano a vicenda, e nessuno avrebbe cambiato quell’alchimia.
Ma purtroppo la vita ci insegna che la perfezione non è reale, e che se sembra accadere è qualcosa che è destinata a perire, un po’ come la materia fatta di atomi descritta da Lucrezio: “anche il mondo, composto di materia, e a sua volta di atomi, e destinato a far parte di un ciclo continuo, in cui cresce, si forma e poi decade lentamente, fino a perire del tutto”. Insomma, come una fenice è destinato a rinascere dalle sue ceneri; ma quando Lea alzò la cornetta di quel telefono, la sera del 13 luglio, sentì di esserne stata soffocata. Come un masso che ti comprime lo sterno fino a farti sputare sangue, come un attacco di claustrofobia in uno sgabuzzino buio, Lea non vedeva via d’uscita: - Mi dispiace, signorina Michele, ma il suo fidanzato è stato trovato morto nella sua camera d’albergo. L’ipotesi è di overdose, ma dovrebbe raggiungerci il prima possibile per il riconoscimento. 
Ecco, se  fosse possibile che la morte abbia inizio da un punto definito della propria vita, Lea avrebbe giurato di essere morta. In quel momento la donna forte, che si era sempre rialzata nonostante le difficoltà, che aveva sorriso in faccia ai problemi e aveva continuato a camminare, era morta insieme a Cory a Vancouver. Ormai la sua vita era finita, con quel gigante che amava, con quel viso d’angelo che la svegliava dolcemente ogni mattina, che le portava la colazione a letto, che la riempiva di baci e la faceva sentire speciale come nessuno. Pianse tutte le lacrime che potè, fin quando non sentì di avere più aria nei polmoni, dormì talmente poco nelle settimane successive che si stupì di come facesse a  vagare almeno per casa. Non voleva vedere nessuno, nemmeno Dianna, che ormai tentava di contattarla quasi in preda alla disperazione. Arrivò anche a cacciarla via, quando tentò di entrare; bussava da almeno due ore, ma Lea si rifiutava di aprire e di rispondere, quando finalmente:

-         Lea, ti prego aprimi! Sono Dianna!
-         Vattene Di, ti prego ..
-         No che non me ne vado! Sono giorni che cerco di contattarti, sono preoccupata per te! Puoi chiuderti agli altri, ma non farlo anche con me! Sono la tua migliore amica, e come me anche Chris, non ti sente da tanto ed è preoccupato anche lui!
-         N- non potete capire …
-         Permettici di farlo! Sai bene che ti voglio bene Lee, non tenermi fuori dal tuo dolore. Ti prego.

Alla fine, aveva ceduto. Si era avvicinata tremante alla porta, l’aveva aperta leggermente, aveva tenuto lo sguardo basso. Non riusciva a sostenere lo sguardo di qualcun altro, nemmeno della sua migliore amica, specie nello stato in cui versava ora. Dianna entrò quasi impaurita. Si guardarono in silenzio, Lea quasi impassibile, la bionda aprì di poco le braccia, lieta che le avesse aperto, e Lea ci si buttò. Pianse così tanto che non si rese conto nemmeno di quanto tempo passò. Pianse così forte che avrebbe potuto far crollare i muri, pianse così disperatamente, che alla fine Dianna cedette con lei, e la strinse ancora più forte.

-         Mi manca, non ce la faccio senza di lui.- era tutto quello che era riuscita a dire, mentre singhiozzava sulla sua spalla.
-         Lo so Lee, lo so … devi essere forte, Lee, come solo tu sai essere … non permettere che questo ti butti giù, pensa che Cory non vorrebbe vederti così ..
 
Passarono altri giorni. Giorni in cui a malapena mangiava, giorni in cui faticava anche ad alzarsi dal letto, notti in cui non dormiva. Dormire in quel letto così vuoto, come poteva? Mangiare? Come? Sentiva lo stomaco così pesante e allo stesso tempo inesistente, vuoto, inutile. Non cercava contatti con il mondo esterno, non li voleva. Sapeva che uscire fuori avrebbe significato trovare il nome di Cory sulla bocca di tutti, e aveva paura di cosa avrebbe sentito, di cosa avrebbe dovuto dire. Non era pronta a vivere di nuovo, tanto più che viva, non lo era affatto.
 
Era una sera di metà luglio quando riuscì per la prima volta ad addormentarsi subito; era passato un mese circa da quando Cory non c’era più, e le lacrime da versare sembravano non finire mai. Bastava un nulla, un ricordo, un flebile ricordo che era tutto quello che ormai aveva di lui, e le lacrime iniziavano a scendere, bagnandole il viso e appannandole la vista in un mondo vitreo e polveroso. Finalmente quella sera, stretta nella vecchia maglietta con cui Cory aveva l’abitudine di dormire quando era a casa, aveva chiuso gli occhi senza nemmeno accorgersene, e si era addormentata. Quella vecchia T-shirt era così grande rispetto al suo corpo minuto che sembrava avesse un vestito; la faceva quasi somigliare ad una barbona, ma a Lea non importava; si sentiva più protetta in quell’involucro ancora impregnato del suo profumo. Era come se Cory fosse nel letto con lei, ad abbracciarla stretta, come a proteggerla.
 
Una volta che ebbe chiuso gli occhi, le sembrò di vagare in un mondo totalmente diverso da quello reale: era tutto bianco attorno a lei, sembravano non esistere delle linee, delle forme definite; si guardò attorno, e si rese conto di essere quasi sospesa a mezz’aria, come se stesse volando.
All’improvviso si ritrovò a toccare terra; il paesaggio attorno a lei sembrò mutare, ma non di molto. Sembrava trovarsi in un grande salone dorato: avanzò di qualche passo, e in fondo intravide qualcosa che luccicava; si avvicinò fino a rendersi conto che si trattava di uno specchio. Vide la sua immagine riflessa, smunta, consumata, spenta. Si sfiorò delicatamente il viso con le mani e sospirò.

-         Sei tu ad esserti ridotta così.
Lea si girò di scatto; non c’era nessuno dietro di lei.
-         Non cercare fantasmi inesistenti Lea, guarda semplicemente dentro di te.
Si, non si era sbagliata, era stato lo specchio a parlare. O meglio, era stato il suo riflesso.
-         Ma cos ..
-         Non mi riconosci?

A pensarci bene il riflesso adesso era cambiato: sembrava più tonica, solare, come ringiovanita di anni.

-         Sei … me.
-         Non proprio mia cara … sono Rachel.
-         R- rachel? Ma tu … tu non esisti.
-         Oh beh – esclamò tranquilla – questo è il tuo sogno.
In effetti era vero. Ma tutto ciò continuava a non avere un senso.

-         P … perché sono qui?
-         Ah non lo so, Lee. Non lo immagini?
-         Sinceramente, no. Tu lo sai?
-         Certo che lo so.
Minuti di silenzio.

-         Non mi guardare come fossi un alieno Lea, dopotutto ti stai guardando allo specchio, no?
-         È che .. non capisco…
-         Sai – iniziò, come se non l’avesse nemmeno sentita – negli anni ho imparato ad affrontare qualsiasi cosa mi capitasse. Ho imparato ad essere forte, a lottare con le unghie e con i denti per arrivare dove volevo. E alla fine, ottenevo sempre la vittoria. Beh, quasi sempre.
-         Dove vuoi arrivare?
-         Ti stai buttando giù, Lea. Non sei più tu. Non devi arrenderti così facilmente, non devi lasciare che una difficoltà ti rovini facendoti cadere a picco.
-         Cory è morto. Ho perso l’amore della mia vita, l’unica persona che sapevo di aver amato e di amare con tutta me stessa. Senza di lui non trovo più una ragione per vivere, per respirare, per fare tutte quelle cose stupidi che adesso, senza di lui, sembrano quasi un affronto alla sua morte. Perché nessuno vuole capirlo? Io sto male. L’ho perso per sempre, e non merito di tornare in superficie.
-         Ti ricordo che io sono te, l’hai detto tu. So benissimo come ti senti.
-         No, tu non lo sai. sei soltanto frutto della mia immaginazione.
-         Ma è proprio questo il punto! Il sogno è il tuo, sei tu ad immaginare Rachel Berry, lo capisci? Io sono parte di te. non puoi sognarmi e poi rifiutare di darmi retta.
-         E allora .. che cosa dovrei fare?
-         Andare avanti. È vero, è la cosa più difficile al mondo, forse impossibile. Ma tu sei Lea Michele tanto quanto sei Rachel Berry, e insieme abbiamo sempre superato tutto. Ti sei forse dimenticata quante granite mi sono beccata sulla faccia in una sola stagione?
-         In verità sono io che le ho prese ….. insomma ..
-         Pronto? Io sono te Lea, le abbiamo prese insieme quelle granite in faccia. Ed è questo il punto. Tra il ghiaccio nei capelli, le prese in giro, le foto scarabocchiate, mi hai sempre aiutato a rinascere dalle mie ceneri, più forte di prima. Sei tu che mi hai dato la vita Lea, sei tu che hai reso Rachel Berry una vera star. E ora è arrivato il momento che Lea Michele brilli assieme a lei. Dovresti uscire, e urlare al mondo il tuo amore per Cory, dire quanto lo ami e che lo terrai sempre nel tuo cuore, che non lo dimenticherai mai come nessuno dimenticherà mai la grande persona che è stata. Esci dal tuo guscio Lea Michele, e di al mondo che la stella è tornata a risplendere, più luminosa di prima.
-         E tu .. come fai ad essere così?
-         Te lo ripeto, Lee. Io sono la parte migliore di te. La parte più forte della tua anima, quella che ha sempre permesso alla bellissima fenicie di rinascere.
-         …
-         Non credere che io non stia soffrendo, Lee. Proprio perché siamo la stessa persona, anche io sto male. Ti ricordo che ho perso Finn.
-         Io …
-         Finn sarà sempre, sempre, la parte migliore di me. Come Cory lo è stato per te, Lee, i nostri angeli ci guarderanno da lassù e ci proteggeranno, permettendoci di andare avanti e continuare a brillare, più di prima. Fallo per Cory Lee, fallo per me e Finn. Fallo per noi due.
Lea guardò di nuovo il suo riflesso nello specchio, così perfetto, così magico da sembrare reale. Si toccò la fronte; gli occhi iniziarono a lacrimare, lacrime salate iniziarono a scendere lungo le sua guance morbide, e nuovi singhiozzi l’accompagnarono mentre:

-         Grazie, Rachel.
-         Di nulla. – il riflesso le sorrise dolcemente, si alzò e andò via. All’improvviso, sentitasi toccata la spalla, sussultò.
-         C-Cory.

Cory era proprio davanti a lei, sorridente, sereno. Era ancora più bello di come ricordava, ne era sicura. Non potè fare a meno di piangere.

-         Hey piccola… non piangere..
-         Perché mi hai lasciata, Cory…
-         Mi devi perdonare, amore mio. Io non avevo intenzione di farti del male. Potrai mai scusarmi?
-         Mi manchi così tanto ….
-         Anche tu mi manchi, credimi. Ma a volte succedono delle cose che cambiano i tuoi piani, e tu non puoi farci nulla, purtroppo. Non so perché io abbia fatto quello che ho fatto, ma hey, non è colpa di nessuno, intesi? Tantomeno la tua. Se c’è una cosa di cui ti devi incolpare, è di essere troppo buona con me. Devo averti delusa davvero tanto …
-         Oh Cory, tu non mi hai delusa. Non potresti mai! Ti amo così tanto, che tu non puoi immaginare come sia stare senza di te. sono solo arrabbiata perché nessuno ci ha dato il tempo di vivere la nostra vita, e non sai quanto avrei voluto passarla con te.
-         Lo so, lo so …. – Cory la strinse forte a se – ma devi ricordarti una cosa. Tu non sei mai da sola. Non sarò mai davvero lontano da te, se mi permetti di starti vicina. Veglierò su di te, sempre. Ti sarò sempre accanto, anche quando ti sembrerà di essere da sola, io ci sarò. E so che, anche se adesso sei a pezzi, tu rinascerai Lea Michele, più forte e bella di prima. So che avrai la forza necessaria per continuare la tua vita senza di me, perché tanto non ti abbandonerò mai. Voglio che ti rifaccia una vita, che tu sia felice, perché solo così la mia morte sarà servita a qualcosa. Non voglio recare più danni di quanto abbia già fatto, quindi voglio che tu rinasca come hai sempre fatto, non tanto per me, ma per te. Vai e dimostra quanto vali. So che ce la puoi fare.

Lea alzò lo sguardo verso quegli occhi marroni che gli erano così mancati, sorrise, mentre le lacrime le bagnavano il viso, e lo baciò dolcemente sulle labbra. Aveva ragione. Rachel aveva ragione, Dianna aveva ragione. Doveva rinascere, per lei, per Cory, e sapeva di esserne capace.

-         Ti amerò per sempre.
-         Anche io, amore mio. – la baciò dolcemente sulla fronte, e sciolse la presa.
-         Ora devo andare. Ma sappi che manterrò la mia promessa. Sono molto fiero di te, piccola.
-         Ciao, Cory.
-         Ciao amore. – e come era arrivato, così andò via, sparendo flebilmente, come una nube gassosa.
Lea era di nuovo nella sua camera. Era notte fonda, e l’unico rumore udibile era il sibilo dei grilli. Si portò le mani al petto, e ripensando a cosa aveva appena sognato, sorrise.
-         Sarai fiero di me, te lo prometto. Stammi sempre vicino, però.
 
I teen Choice award quell’estate erano stati fenomenali. La folla, le canzoni, i fan urlanti. Il migliore spettacolo che una star potesse desiderare.
Era fiera dei suoi amici. Glee aveva vinto il premio per il miglior show televisivo, e la cosa non poteva renderla più felice di così. La tensione nella sua mente era palpabile. Continuava a stropicciarsi il vestito rosa come fosse un povero straccio da cucina, e a torturarsi le ciocche così accuratamente pettinate dalle truccatrici. L’assistente regista la chiamò :- tra 2 minuti, signorina Michele.
Lea prese un respiro profondo, chiuse gli occhi, e aspettò. Pensò a Cory, che le teneva una mano sulla spalla rassicurante, che le diceva :- andrà tutto bene, sarai fantastica.
Riaprì gli occhi con un sorriso. Davanti a lei il cast, che parlava del premio appena vinto. Le vennero incontro appena la videro, sorridenti e felici.

-         È magnifico che tu sia qui, Lea. – le avevano detto – ci sei mancata in questi giorni.
Aveva sorriso a tutti, non bastava parlare in quel momento, e aveva annuito convinta. Credeva in quello che stava per fare, lo doveva a Cory e a tutti quelli che come lei l’avevano amato. Avanzò verso il palcoscenico ed aspettò di essere chiamata.

-         E il premio per la miglior attrice televisiva va a… Lea Michele!!
Il pubblico andò in delirio; le urla rimbombarono per tutto lo studio, e questo le diede tanta forza. Sorrise, e avanzò decisa. Le gambe le tremavano, e sentiva che di li a poco sarebbe scoppiata di nuovo, ma doveva farcela. Ormai era lì, e poteva riuscirci.

-         Grazie. – il pubblico applaudì di nuovo. Aveva già gli occhi lucidi, ma doveva continuare.
-         Volevo soltanto ringraziarvi tutti infinitamente per il grande supporto delle ultime settimane. Mi siete stati di grande conforto in quest’ultimo, terribile periodo. – chiuse gli occhi per un secondo, ma continuò. – non immaginate quanto siano vere le parole che sto per dirvi, ma è vero quando dico che siete realmente i fan migliori del mondo. Senza di voi credo che non ce l’avrei mai fatta stasera, ed è per questo che so che insieme riusciremo ad uscirne. Vorrei dedicare questo award a Cory. – a solo pronunciare quel nome la voce le si incrinò, e gli occhi le si fecero lucidi – so quanto lo amavate, almeno quanto me, e so che noi,voi gleek, abbiamo perso davvero una stella. Il suo meraviglioso sorriso, il suo bellissimo cuore, erano tutte qualità meravigliose, e so che per tutti quelli che lo hanno amato,o anche per chi lo conosceva semplicemente come Finn Hudson, lasciandoci abbia toccato i nostri cuori, e sia diventato parte di essi. Cory rimarrà sempre nel mio cuore, e non lo dimenticheremo mai. Glee non sarà più lo stesso senza di lui, ma so che insieme riusciremo ad andare avanti. Grazie mille. – e sorridendo ancora una volta, mentre ormai le lacrime avevano ricominciato a scendere sul suo viso, si portò le mani al petto, dove pendeva fiera una collana, con il suo nome. Sospirò; stava piangendo, ma si sentiva bene; gli sembrò di sentirlo vicino, con lei, su quel palco, a incoraggiarla e a dirle :- bravissima, sapevo che ce l’avresti fatta. – ora sapeva che non l’avrebbe mai lasciata sola, e che doveva andare avanti, per lui. Sorrise di nuovo, e mentre sul grande schermo appariva una sua foto e la data di morte, Lea guardò il suo viso sorridente, e sorrise.

-         Ti amo, amore mio. – e sfiorando di nuovo la collana, uscì di scena.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sono sul punto di piangere come una fontana. Dovete perdonare il mio Sado-masochismo puro, ma ho iniziato a vedere tutte le stagioni di glee (praticamente daccapo) e non ho fatto a meno di pensare a questa (lunghissima) os. Rachel mi ha sempre ispirata moltissimo, e non so, mi sono immaginata che fossero simili, perché Lea è una donna fortissima, davvero incredibile. Quindi mi sono immaginata questo sogno; chi meglio del suo alter ego può farle capire che è forte abbastanza da superare anche le cose più brutte?
Detto questo, spero che vi sia piaciuta, e che vi vada di farmi sapere il vostro parere tramite una recensione… accetto anche le critiche, sul serio, non esitate a darmi il vostro parere. Io ora mi ritiro, sono le 2:43 di notte, e si, dovrei decisamente dormire. Spero davvero che vi sia piaciuta, ci ho messo il cuore (:
Adios.
Ps. Vedere i Finchel nella prima serie fa davvero male, ma sono bellissimi.
PPs. Dovete davvero perdonarmi se ci sono errori, ma non l’ho riletta. Fatemelo sapere però, non esiterò a correggerli!
xx
Haley

 
  
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