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Autore: Shizuru117    09/10/2004    3 recensioni
Cosa hanno in comune Orlando Bloom ed Eric Szmanda? Niente...a parte la stessa fidanzata!! Un ritorno all'università, tra situazioni equivoche e confusioni indecenti!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questi ultimi tempi, credo di aver toccato proprio il fondo

In questi ultimi tempi, credo di aver toccato proprio il fondo. Sono due settimane che provo, inutilmente, a scrivere il nuovo capitolo. O per un contrattempo, o per un altro, non ce la faccio mai! SORRY! >_< Comunque, è sempre meglio tardi che mai, nevvero?^^ Ma passiamo alle cose un po’ più serie. Come al solito vorrei fare alcuni ringraziamenti personali: Erika, grazie per i consigli e per avermi detto cosa pensi di questa storia. Ad un’autrice fa sempre piacere!^^ Kristel: Sei davvero troppo buona a farmi questi complimenti! Mi dispiace solo di aggiornare sempre con così tanto ritardo. Keira: Grazie anche a te!^^ Prometto solennemente di fare più presto la prossima volta. Jaly Chan: Che dire, mi fa piacere sapere che ti piace Gary! Piace un sacco anche a me!^^ tye: Ecco il tuo atteso continuo! Mi auguro che continuerai a seguire la storia! Kagome88: Beh, metterti nei ringraziamenti mi sembra il minimo! Sarish: Benvenuta/o! (non so sei uomo o donna!^^) Spero continuerai a seguire la mia fic! Ma ora, a voi la lettura e…recensite!^^

 

Capitolo 16.

Un tranquillo (?!) week end…

 

La casa di campagna di Orlando si trovava in una piccola vallata in Scozia, vicino alla città di Paysley, nell’ovest; il posto era molto tranquillo e la gente era molto cordiale, perciò nessuno faceva mai caso a lui o ai suoi amici. Era stata costruita sulle vecchie fondamenta di una vecchia casa padronale che, durante la seconda guerra mondiale, era stata quasi del tutto rasa al suolo. Era di mattoni, tendente al rosso sangue, con un vivace tetto giallo. Fondamentalmente non era molto grande, fatta eccezione per l’imponente ingresso che, essendo abbastanza spoglio, dava l’impressione di essere più grande di quanto non era. Orlando poteva essere definito un minimalista, in quanto odiava gli spazi interni troppo pieni ai quali preferiva, in linea di massima, un arredamento semplice ed essenziale.

 

Lui e Katie arrivarono a destinazione dopo circa tre ore di viaggio, considerando che erano partiti dalla Tennyson University. In ogni caso, il tutto era stato piuttosto piacevole. Avevano parlato del più e del meno, ascoltandosi un po’ di musica. La ragazza rimase molto sorpresa quando, giunti in prossimità di un cancello, Orlando aveva fermato la macchina e le aveva chiesto gentilmente di scendere.

 

“Casa tua è questa?” Domandò, piuttosto meravigliata.

 

“Sì, ti piace? Sai, la mia vita si è fatta decisamente più frenetica da quando sono diventato famoso, così ho cercato di comprare un posticino dove stare quando ho voglia di rilassarmi. Il precedente proprietario deve aver speso una fortuna per rimetterla tutta a posto. Mentre parlava, cominciò a scaricare le valigie.

 

“E’ molto bella, sul serio. Anche i miei genitori hanno una casa qui in Scozia, soltanto che è ad Edimburgo e a me non piacciono le città frenetiche. Mi faccio così tante paranoie che alla fine mi riduco a stare in pigiama davanti alla tv.”

 

“Ti ci vedo sai, tutta tranquilla, a guardarti un bel documentario sulle specie in via d’estinzione. Provò ad ironizzare lui.

 

Trovo che quel tipo di programmi siano molto interessanti. Una persona seria non starebbe sicuramente tutto il giorno a guardarsi tutti quegli stupidi telefilm che ti propinano le reti nazionali.” Era entrata dal cancello e stava guardando il prato, un po’ incolto, che c’era tutto intorno.

 

“Non c’è bisogno che ti arrabbi, io stavo semplicemente scherzando” Andò un po’ sulla difensiva.

 

“Lo so” Si volto e gli sorrise tranquillamente. “Stiamo semplicemente discutendo. A proposito, da quant’è che non torni qui?”

 

“Non mi ricordo di preciso, sarà più o meno un annetto. Sono talmente pieno di impegni che non trovo nemmeno il tempo di respirare. E fai un provino di qua, vai lì a fare la presentazione del prossimo film, e posa per quella rivista, e vai a fare il sevizio fotografico per quell’altra. Il mestiere dell’attore è veramente un lavoraccio. Sospirò, pragmatico.

 

“Ti dirò, preferisco rimanere nel mio anonimato. Il problema della celebrità è che si perde la propria privacy. Non si è nemmeno più liberi di fare una semplice passeggiata. So che ci sono anche lati positivi, però la vedo come una realtà troppo lontana da me. E la cosa non potrebbe che farmi piacere.”

 

“Beh, ormai ho la bicicletta…non mi rimane che pedalare” Si avvicinò a lei e chiuse il cancello dietro di sé. La guardò per un attimo, poi tirò fuori un mazzo di chiavi. “Allora, vogliamo entrare?”

 

Dopo qualche tentativo non andato a buon fine, Orlando riuscì ad aprire la porta. Si sollevò un polverone talmente fitto che Katie cominciò a starnutire a tutto andare. Dopo essersi ripresa, cominciò a guardarsi attorno assieme al ragazzo. Le finestre erano tutte chiuse perciò c’era molto buio dentro e, entrambi, rischiarono di cadere non notando il piccolo scalino che si trovava all’entrata. Si misero a ridere e poi continuarono l’ispezione. La ragazza si diresse verso una finestra e aprì le imposte. D’un tratto tutto l’atrio si illuminò con la luce del sole. Katie rimase letteralmente a bocca aperta.

 

Il pavimento era in parquet molto chiaro e ogni finestra aveva delle eleganti tende rosse carminio. All’entrata c’era un bellissimo specchio con, sottostante, un bel mobile in stile Luigi XV. Il tappeto che si trovava al centro della sala era egizio e c’erano due porte che portavano, rispettivamente, alla cucina e in cantina. L’atrio si affacciava anche su un immenso salone, con degli raffinati mobili in legno e tre divani neri di pelle. Assieme al salone, c’era anche una sontuosa sala da pranzo, con un tavolo da sei e una semplice credenza dove c’erano i piatti da usare nelle occasioni speciali. A descriverla così potrebbe dare l’idea di essere molto ricca di mobili quando, invece, sembrava la casa più spoglia del mondo. La ragazza si girò su se stessa più di una volta, convinta che quello che vedeva non corrispondeva a verità. Quando, infine, si convinse, si voltò meravigliata verso Orlando.

 

“E’ vero che da dentro fa molto più effetto?” Le domandò lui, compiaciuto.

 

“E’…bellissima! Proprio come piace a me, solo con lo stretto necessario. Anche se hai accostato dei mobili di alcune epoche diverse, il risultato non è poi tanto male.” Passò un dito sopra il camino “Il problema è l’enorme quantità di polvere” Disse, starnutendo.

 

“Se mi aiuti a portare le valigie di sopra, forse possiamo fare qualcosa.”

 

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Intanto, fuori dalla casa…

 

“Senti, sinceramente non capisco perché tu mi abbia trascinata qui! Mi sono dovuta fare la bellezza di tre ore di macchina per fare cosa? Solo per vedere una delle tante case del signorino Bloom. Con la prossima corriera io me ne torno al campus. Disse Katie, agitandosi dentro la macchina di Gary.

 

“Io voglio vederci chiaro in questa storia. Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere poter vedere come sta tua sorella. Rispose Eric, seccato.

 

“Ragazzi, non mi pare il caso di mettersi a litigare. Quello che dovrebbe essere più inalberato, qui dentro, sono io. Per le vostre smanie mi avete fatto fare il triplo della strada, visto e considerando che io dovrei tornare ad Aberdeen, che è direttamente dall’altra parte di questo paesino sperduto!” Sbottò Gary, al limite della sopportazione.

 

Senti, mi dispiace. Hai presente quando ti viene quella fulminazione improvvisa? Quando senti che l’istinto ti dice di fare una cosa? A me è successo questo!” Rispose l’altro, voltandosi dalla parte opposta.

 

Per un attimo ci fu un imbarazzantissimo silenzio.

 

“Ehi, ma che stanno facendo?” Esclamò Kelly, appoggiandosi al vetro, subito seguita dagli altri due.

 

“Stanno…ballando?” Disse sbigottito Gary, mentre cercava a stento di trattenere una risata.

 

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Ma che stai facendo? Perché hai messo su ilValzer dei fiori’? Cosa hai intenzione di fare?” Domandò Katie, mentre vide Orlando che, ballando, girovagava per casa. Lo trovava estremamente ridicolo.

 

“Ora io e voi, mi dolce fanciulla, dovremo pulire quest’alloggio da tutta la polvere accumulata!” Rispose, prendendola e facendole fare una giravolta.

 

“Senti, davvero, non mi far v-vergognare. Abbassò lo sguardo, arrossendo.

 

“Facciamo così, fai finta che sia una delle tue sedute psicologiche. Ricordati che ora stai ballando solo con me, quindi non ti devi vergognare. Quando si tratta di piroette e di passi di danza, io sono proprio un impedito. E’ un modo come un altro per farsi quattro risate e, intanto, guarire dalla timidezza. Andò velocemente in cantina e tirò fuori alcune scope, degli stracci, un secchio e una bottiglia di ‘mangiapolvere’. “Forza, diamoci da fare se vogliamo rendere abitabile questa casa!”

 

Detto questo, prese un canovaccio e, buttandoci sopra un po’ di mangiapolvere, cominciò a spolverare i mobili di legno dell’entrata. Tutto, rigorosamente, a passo di danza. Katie all’inizio era un pochino spaesata. Sapeva che Orlando era un tipo piuttosto originale, però non riusciva a vedere dove questa terapia poteva esserle d’aiuto. Sospirando, cominciò a spazzare in cucina.

 

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“Sembra che stiano…pulendo.” Provò ad azzardare Eric che, sceso dalla macchina, si era avvicinato ad una delle finestre.

 

“In tutta onestà non mi pare questo il metodo migliore per spolverare. Ma guardalo, sembra un idiota! Si muove peggio di mia nonna che ha l’artrite. Sentenziò Kelly, con voce piuttosto rassegnata.

 

“Beh, almeno ammirate la sua buona volontà. Perlomeno ci sta provando.” Gary, che era appena arrivato, si era avvicinato a loro. “Lo sapete che potrebbero arrestarci perché siamo su proprietà privata. Ed è tutta colpa tua” Disse, appioppando uno scappellotto ad Eric. “Se non fosse per te io a quest’ora non mi sarei di sicuro cacciato in questo guaio!”

 

“Per quello che onestamente mi riguarda, potevi anche rimanere in macchina. Anzi, poco fa avevi detto che era quello che avevi intenzione di fare, sbaglio? Nessuno ti obbliga a stare qui!” Rispose ironico l’altro, massaggiandosi la testa.

 

“Insomma, volete finirla? Se continuate a parlare così forte ci sentono! Poi cosa gli diciamo, che questo cretino ha avuto una fulminazione al cervello?” Kelly gli fece cenno di stare zitti con il dito.

 

Ma sentitela! Se non te lo avessi detto, saresti più contenta? Allora? Il gatto t’ha…”

 

Non riuscì a finire la frase che sentì sbattere sopra la sua testa. Istantaneamente, tutti e tre si appiattirono sotto la finestra. Cominciarono a sudare freddo, con il timore di essere stati scoperti. D’un tratto, Gary provò a sbirciare per vedere che stava succedendo. Notò che un panno si muoveva in senso rotatorio…stavano semplicemente pulendo il vetro. Recuperando i dieci anni di vita perduti, si rilassò.

 

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Non appena Orlando aveva messo piede sulla sua tranquilla casina, era subito diventato più calmo e sereno. La placida aria scozzese era l’ideale per rilassare i nervi, troppo sovraccaricati dall’eccessivo lavoro. Senza contare che la compagnia di Katie era molto gradevole, visto e considerato che era una ragazza molto riservata. Di certo non era come Dominic, però come sostituta non era affatto male.

 

“Katie, come sta andando in cucina?” Le disse, mentre stava ancora lavando i vetri del salone.

 

“Bene” Gli urlò lei “Ho quasi finito di spazzare, puoi venire a spolverare.

 

“Arrivo” Attraversò l’intera sala con una giravolta che, diciamoci la verità, sembrava tutto fuorché aggraziata. Notò il pavimento perfettamente pulito. “Ottimo lavoro! Ti meriti un premio.”

 

“No, guarda, nessun premio. Torno solo di là e continuo a spazzare.” Cercò di defilarsi nel minor tempo possibile. D’un tratto sentì che Orlando l’aveva gentilmente trattenuta per un braccio. “Che c’è?”

 

“Vieni” Detto questo, cominciò a trascinarla di parte in parte, saltellando come un forsennato.

 

“No, ti prego…non spererai che io…” Disse confusamente, tra le risate. “Ti ho detto che io NON ballo, chiaro?”

 

Andiamo, qui non ci può vedere nessuno e io non ho telecamere nascoste. Per una volta nella vita, prova ad essere spontanea e tranquilla! Forza, su, coraggio.” Si inginocchiò davanti a lei “Te lo chiedo umilmente, in via di favore. Fammi vedere quello di cui sei capace.” Poi cominciò a volteggiare sgraziatamente, al punto che riuscì a riprendere un vaso che stava per cadere per il rotto della cuffia.

 

Katie era un tantino titubante. Però in fondo lui aveva ragione, non c’era motivo di vergognarsi. Erano soltanto loro due e, dopotutto, sarebbe mai riuscita a ballare peggio di Orlando? Così, un po’ alla volta, provò a muovere i piedi con la musica. Non che fossero molto bravi, però nell’insieme la scena era molto comica. Lui che cercava disperatamente di rimanere in piedi e lei che, rossa come un peperone, sperava di non inciampare da sola.

 

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“Mio Dio, ma che cavolo stanno facendo?” Esclamò Kelly, mettendosi a ridere.

 

“Credo stiano ballando, ma spero non sia così. E’ come se un elefante e un ippopotamo provassero a volteggiare come una farfalla. E’ troppo esilarante!” Gary, che non ce la faceva più, si era messo a sedere per terra.

 

“Mi fa uno strano effetto vederli ballare. Eric era piuttosto interdetto. Se avesse avuto la sua macchina fotografica a portata di mano, avrebbe sicuramente vinto il premio Pulitzer per aver fotografato le persone più stupide del pianeta.

 

“Certo, ti vorrei vedere io a ballare!” Sdrammatizzò Kelly, indicando l’ex fidanzato.

 

“E smettila di berciare, che poi ci sentono!” La rimproverò Gary, che le diede una piccola spinta all’indietro. La cosa peggiore che potesse fare in quel momento.

 

Siccome erano tutti e tre in bilico sulle ginocchia, il loro equilibrio era piuttosto instabile. La ragazza, prima barcollò un po’ e poi cadde, finendo sopra un asse di legno.

 

“AHIA!” Urlò, senza rendersi conto. Gli altri due le si buttarono immediatamente addosso, tappandole la bocca.

 

“Sei una cretina! Se ci hanno sentiti siamo fritti! Eric, controlla un po’ se sono ancora lì…” Gary sperava ardentemente che non ci avrebbero fato caso, altrimenti sarebbe stata la fine.

 

“La musica c’è ancora…magari si sono spostati in un’altra stanza. Se ci avessero sentiti, avrebbero spento lo stereo per sentire meglio.” Detto questo, tirò un sospiro di sollievo.

 

I due guardarono immediatamente Kelly, fulminandola con lo sguardo. Se non fosse stata così dannatamente stupida, a quest’ora potevano osservarsi tranquillamente tutta la scena. Però, sembrava davvero che non era successo niente. D’un tratto sentirono due paia di occhi minacciosi puntati su di loro.

 

“Si può sapere cosa diavolo ci fate voi qui?” Disse Orlando, furente, mentre Katie stava disperatamente cercando di nascondersi dalla vergogna.

 

CONTINUA…

  
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