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Autore: Balaclava    24/08/2013    2 recensioni
"E non potevo più nascondermi. Ero nuda, in ogni senso. E non riuscivo a ricordare perché mi fossi coperta per tutto quel tempo. Cole era davanti a me. E io potevo scegliere come volevo che finisse. E scelsi la cosa che per me era la più pericolosa, più stupida e meno appropriata a Isabel Culpaper."
Per chiunque abbia voglia di riscoprire i lupi di Mercy Falls e, in particolare, Isabel e Cole ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi decido io
Oggi sono cambiato
Oggi è un giorno mio
Vivo tutto d’un fiato
(The Sun, Non ho paura)
 
ISABEL
                                                                                                                                                                                                                                                                                                              
Fissavo il soffitto.
Ero stesa sul letto a chiedermi perchè non fossi scappata di casa. Avrei potuto andare da Beck…o da Sam. Ormai non sapevo più di chi era quella casa!                                                                         
In California avevo avuto una brutta sorpresa: non avrei più potuto essere la stronza regina di ghiaccio di un tempo, se volevo degli amici, perchè una ragazza che alla mia partenza era la classica secchiona aveva apparentemente preso il mio posto. Ed era anche più brava di me, visto che in pratica si prostituiva…
Io avevo sempre rifiutato quel punto. Mi disgustava al tal punto da ignorarlo completamente anche se seguirlo avrebbe voluto dire avere il controllo totale della scuola.
Alcuni quarterback della squadra di football avevano accennato alla cosa ma io avevo sempre rifiutato, con scuse più o meno vere.
La verità era che non mi piaceva quello che stavo diventando e pensavo che se almeno fossi rimasta vergine fino all’avvento del classico bravo ragazzo avrei potuto mantenere un minimo di integrità.
Con Cole quelle convinzioni erano crollate. La prima volta che l’avevo visto, mi era subito venuto in mente quello. E non se n’era più andato fino a quando lui mi aveva rifiutata. Lì qualcosa si era rotto, spezzato, sparito. Era crollata la convinzione che lui mi volesse solo per un motivo e così era crollato anche il mio, di pensiero. Allora avevo cominciato a vederlo per quello che era, a cominciare da quando l’avevo visto suonare al pianoforte di mia madre. Per poi proseguire con quel bacio sul letto. E per finire con la telefonata. Ero io la prima che aveva voluto avvertire che era vivo.
Tre mesi. Non avevo ancora scontato neanche un terzo della mia condanna. E già mi mancava.
Cole. Mi mancava la sua voce, la sua bocca, i suoi occhi.
L’ultimo ricordo, ormai quasi svanito, che avevo di lui era quando mi aveva salutata all’aeroporto.
Sam e Grace mi avevano già abbracciato dicendomi che Cole non c’era perchè era un lupo in quel momento. Poi mi avevano detto addio.
Allora avevo deciso di aspettare un po’, per vedere se sarebbe venuto. Se per una volta avrebbe rinunciato alla sua droga personale per me. Avevo aspettato anche troppo, ma prima che potessi incamminarmi lo vidi.
Era appena entrato e si guardava in giro, in cerca di me. Ma non riuscii ad aspettare che mi trovasse con gli occhi e in un secondo ero da lui. Non avevo rallentato neanche quando ero ormai vicinissima, quindi quando lo abbracciai dovette arretrare di qualche passo per non rovinare a terra.
Si voltò e senza dire una parola ricambiò l’abbraccio.
Non l’avrei più rivisto, che senso aveva fingere che non mi sarebbe mancato?
Era questo il ricordo che mi portavo ancora addosso: i suoi muscoli premuti contro di me, la sua testa sulla mia spalla, il suo respiro nell’orecchio, il suono della sua risata, la stessa che avevo sentito in clinica.                                                                                                                                                                                                                                   No, non potevo. Tutto ma non lui. Avevo trovato qualcuno per cui potevo provare qualcosa e adesso non me lo sarei lasciato portare via dai miei genitori.
 
 
COLE
 
Bene, la resa dei conti.                                                                                                                                                                                                                                                                       Come quando hai finito di cantare il tuo pezzo e aspetti la reazione della folla.
Quel terribile momento che potrebbe precederne uno o fantastico o orrendo.
La porta si aprì.
  
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