Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: niall_ate_me    24/08/2013    3 recensioni
'COSA?!' Gridò lei.
'Karen...'
'MA KAREN COSA? TI RENDI CONTO? COSA...' La sua voce cominciò a spezzarsi. '...cosa dovrei fare ora? Perchè? Io...'
'Ti prego,non piangere..'
La abbracciò. In quell'abbraccio si sciolse tutto ciò che dentro di lei si era raffreddato ormai da anni.
E,per la prima volta dopo tanto tempo,pianse.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Una sigaretta appena buttata si notava su quel marciapiede davanti alla Honely School.
 
Era difficile indovinare chi l’avesse buttata,dati i tanti ragazzi.
 
Era un freddo giorno d’inverno,la neve ricopriva tutti gli alberi che circondavano il grigio edificio. Mancava ancora mezz’ora al suono della campanella,ma in quel cortile c’era già un numero elevato di alunni.
 
Karen rideva con i suoi amici. Ad un tratto le passò un ragazzo davanti. A prima vista sembrava un ragazzo piuttosto studioso. Sorrise maliziosamente  e comincio a urlargli dietro e ad insultarlo insieme al suo gruppo. Il ragazzo era disperato e corse via sotto le risate del gruppo.
 
Poco dopo un ragazzo dai capelli scuri,bel fisico e con una barba leggermente accennata sul mento le si avvicinò. Era Nathan,il suo ragazzo. Si erano conosciuti grazie a degli amici di Karen che lo conoscevano,in un bar.
 
Si diedero un bacio a stampo e cominciarono a parlare dei progetti per quella sera.
‘Stasera vieni da me?’ Le chiese lui.
 
‘Non so..veramente dovevo andare a casa di Emily…’
‘Lei può aspettare…io no.’ Le disse sorridendo falsamente.
 
Lei sospirò e accennò appena ad un sorriso.
 
Era così,Nathan comandava. Lei si limitava ad eseguire. Lei era la “macchinina” e lui aveva il telecomando.
 
Comandava ogni cosa. Qualunque cosa dovesse fare e qualunque scelta dovesse prendere,Karen doveva sempre consultare ed avvisare Nathan. Era un gioco. Il SUO gioco.
 
Suonò la campanella e si avviarono per i corridoi bui e scuri della Honely School.
 
La ragazza camminò piano e con uno sguardo che lasciava trasparire tutto il suo sentirsi superiore a tutti.
 
Prese a masticare una gomma mentre apriva l’armadietto per prendere i suoi libri.
 
Poco dopo arrivò Emily,la sua migliore amica.
 
‘Ehi,oggi non posso venire a casa tua.’ Le disse continuando a masticare la gomma.
 
‘Cosa?! Ma dovevamo…’
 
‘Nathan.Devo andare da lui’ La interruppe parlando con indifferenza totale.
 
‘Perché per una volta non puoi mettere da parte Nathan e dedicare un po’ del tuo tempo a qualcos’ altro?’ Le rispose arrabbiata l’amica.
 
Karen la guardò a lungo. Lei non sapeva niente. Non sapeva cosa era capace di fare Nathan. Sarebbe stato capace anche di picchiarla se non avesse fatto ciò che voleva lui.
Ma questo non lo poteva dire. Nessuno lo sapeva e nessuno doveva saperlo.
 
A distoglierla dai suoi pensieri furono un numero illimitato di libri che caddero vicino ai suoi piedi.
 
‘Scusa,mi sono caduti.’ Sentì dire da un ragazzo intento a raccogliere ciò che aveva fatto cadere.
 
Si alzò e la guardò. Anche lei prese a guardarlo,squadrandolo tratto per tratto. L’occhio destro di quel ragazzo era coperto da un ciuffo biondo chiaro e l’occhio sinistro era l’unico modo per riuscire a capire il colore castano dei suoi occhi.
 
‘Ti ho colpito un piede?’ Chiese lui imbarazzato,grattandosi la testa.
 
‘No…’ Rispose lei,ma venne interrotta da un Nathan furioso.
 
‘COSA VUOI DA LEI? VATTENE SUBITO PRIMA CHE TI PRENDA A PUGNI ALL’USCITA.’ Si mise ad urlare contro quel ragazzo.
 
‘Ma…mi erano caduti dei libri e volevo vedere se l’avevo colpita…’
 
‘CAPISCI? TE NE DEVI ANDARE.ORA. E NON FARTI VEDERE MAI PIU’ VICINO A LEI,SIAMO INTESI?’ Continuò Nathan urlando.
 
‘S-S-Sì’ Trovò la forza di dire il ragazzo biondo. Deglutì e scappò verso la sua classe.
 
Tutti avevano visto quella scena. Ma nessuno ha avuto il coraggio di intervenire in difesa del malcapitato ragazzo.
 
Ecco Nathan. Era sempre così. Bastava che un ragazzo la guardasse un tantino in più che lui subito lo attaccava.
 
Il suo non era amore,era possessività. E questo Karen lo aveva capito.
 
 

 

SPAZIO AUTRICE

 

Sssalve a tutti c:
 
Bene,volevo cominciare col dirvi grazie per aver letto questo prologo,che,essendo un prologo è corto. Ovviamente i capitoli saranno moooooolto più lunghi. c:
 
Spero di essere riuscita a farvi venire un pò di curiosità (?) anche se non credo HAAAHAHAH
 
Il capitolo 1 penso di pubblicarlo domani. :)
 
Bieen,mi dileguo,arrivederci c:
  
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