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Autore: Book boy    24/08/2013    0 recensioni
Un cavaliere templare e il suo più grande nemico, Incubos, l'incarnazione del terrore, del male, della sofferenza degli...incubi. Un mostro non umano che si aggira fra il tempo e lo spazio cercando di distruggere tutto ciò che incontra...un avventura ai confini del tempo per distruggere il più grande nemico dell'umanità...
Genere: Fantasy, Horror, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Anno 1247, Terra Santa.
I cavalieri procedevano uno dietro l’altro ognuno sul proprio cavallo. Galoppavano con sicurezza, guardandosi in torno per controllare che non vi fossero delle pattuglie saracene in vista. Erano un bel gruppetto, circa venti guerrieri, vestiti con mantelle bianche su cui erano cucite croci rosso sangue. La caverna dove erano diretti era ormai vicina. Vi arrivarono appresso e smontarono da cavallo. Si diressero in fretta al suo interno. La grotta era buia ed umida e dalle pareti sgocciolavano delle particelle di condensa. Tutti i templari camminavano in fila, pronti ad estrarre le loro armi al minimo segno d’allarme proveniente dal primo del gruppo che si addentrava nell’oscurità con l’ausilio di una torcia che aveva appena acceso. Il capo del gruppo, non che il secondo della fila, era “Sir Walter De Consingh” un cavaliere della Cornovaglia possessore di terre e campi vastissimi, che si era arruolato fra le fila dei templari parecchi anni prima, dopo aver ascolto la chiamata del Signore. Camminava cauto, con la mano destra sempre pronta a chiudersi sull’elsa della sua spada corta ed estrarla con foga per combattere i nemici di Cristo. Erano lì per uno scopo, una missione ben precisa. Eliminare le impurità da quella caverna. Addentrandosi sempre di più verso il fondo di quest’ultima, l’umidità era a livelli critici, ve ne era talmente tante che le pareti di rocca erano fradice. Tutti quanti indossavano elmi a scodella di metallo, con paranaso a forma di croce, sotto ai quali tenevano il cappuccio della cotta di maglia che avevano sotto la giubba, coperta dalla mantella bianca. I piedi invece erano calzati da piccoli stivaletti di cuoio che arrivavano appena sopra alla caviglia. Ad un tratto un rumore li inquietò. Era un rumore talmente spaventoso che tutti rimasero pietrificati, sembrava…la risata di una bambina. Sentirono altri rumori, questa volta più simili a dei passi quindi estrassero tutti simultaneamente le loro spade, tranne due cavalieri che imbracciavano delle mazze ferrate. I passi sembravano avvicinarsi poi più niente. Il silenzio tornò nella grotta, rotto soltanto dal respiro affannoso dei cavalieri spaventati. Uno di loro deglutì e questo rumore si perse fra i meandri del buio. Sir Walter ordinò di proseguire più a fondo e dopo aver oltrepassato una specie di strettoia si ritrovarono in una stanza. Era stata scavata all’interno della grotta ed era enorme, talmente tanto che al centro avrebbe potuto ospitare un grande bazar, come quelli che facevano a Gerusalemme. Era vuota ma vi erano delle impronte a terra. Le collegarono subito ci rumori che avevano sentito poco prima. Walter allora urlò –Venite fuori! Bestie di Satana! Venite a prendere ciò che spetta! Dove siete?!- Tutti di guardavano intorno tendendo le armi alte e pronte ad essere vibrate per colpire quei… mostri. Nell’ombra davanti a loro qualcosa di mosse, sembrava un guerriero saraceno, almeno a prima vista. Venne avanti con calma, tenendo in mano la scimitarra arrotondata tipica dei guerrieri arabi mentre emetteva rumori strani, come dei ringhi, fino a che non entrò nel fascio di luce della torcia e lo si poté vedere bene: non era più umano. Sotto l’elmo di cuoio la sua faccia sembrava quasi uno scheletro, i brandelli di carne ormai marcia gli stavano attaccati in maniera precaria mentre la mano che stringeva l’elsa della lama era praticamente in cancrena. La corazza gli pesava sul misero petto dove si potevano scorgere in maniera nitida le costole fra la carne. Era davvero un mostro. Tutti i templari rimasero scioccati alla vista di quello scempio. Tutti tranne Walter. Lui aveva già incontrato quelle creature, aveva già incotrato… “Incubos”. Subito infatti con la lama della sua arma recise di netto la testa di quel nemico e quasi contemporaneamente si sentì come un terremoto e dal terreno uscirono decine e decine di quei mostri, anche dalle pareti. I templari iniziarono un combattimento per sopravvivere, uno di questi recise le braccia ad un mostro mentre quello al suo fianco stava sgozzando un suo compagno. Walter vide che quegli “incubi” stavano uccidendo ad uno ad uno i suoi uomini, interdetti di fronte ad un nemico simile che mai si sarebbero aspettati di trovare nella grotta. –Satana! Satana è qui! Si salvi chi può!- Urlò uno dei cavalieri gettando a terra la sua mazza ferrata e correndo a perdifiato verso l’uscita. Però proprio prima che riuscì ad immettere nella strettoia appena fuori dalla “sala” una di quelle creature lo prese da dietro e lo tirò verso il terreno, poi un altro gli si avvicinò e con le sue braccia esili ma molto forti gli aprì il ventre ed iniziò ad estrarre le sue viscere e i suoi organi, di fronte al suo sguardo letteralmente terrorizzato mentre gridava come un pazzo per il dolore fino a che non morì dissanguato. Un altro dei templari nel mentre stava tagliando le teste dei suoi avversari che gli si avvicinavano minacciosamente. Anche lui fu colto alle spalle e fu tirato in terra dove con un ultimo tentativo coraggioso si dimenò cercando di liberarsi ma un morso gli recise la giugulare uccidendolo dopo pochi secondi. Walter cominciò a combattere contro uno di quei morti viventi che lo attaccava frontalmente: prima, con un fendente gli recise un braccio, poi l’altro e con un calcio lo mandò a terra, si voltò e schivò uno di quei mostri che gli si voleva gettare addosso, si rigirò di nuovo e con un affondò gli trapassò il collo facendo uscire la punta della lama dalla sua gola, all’altezza del pomo d’Adamo. Ne uccise poi un altro recidendogli il capo. Si fermò per un attimo e scorse con la coda dell’occhio uno dei suoi cavalieri, lo guardava immobile, lui si voltò nella sua direzione e notò che non era più un umano. Gli scendeva sangue dalla bocca e i suoi occhi erano vitrei, praticamente bianchi. Gli si avventò contro anch’esso e Walter non aspettandoselo menò un fendente solo all’ultimo momento che non colpi il suo avversario ma soltanto il suo elmo. Il mostro andò a terra intontito dal colpo ricevuto e il capo della spedizione colse l’occasione per trafiggerlo con la spada fra gli occhi. Ormai quei mostri erano ovunque, alcuni cavalieri resistevano, chiudendosi in una formazione spalla contro spalla, a falange congiungendo i loro scudi a goccia per tenere lontane quelle bestie cannibali che si avvicinavano sempre di più. Walter si guardò di nuovo intorno, voleva individuare lui, l’incubo, la paura incarnata, voleva scoprire dove si trovasse “Incubos” per poterlo sconfiggere una volta per tutte. Si voltò di nuovo e sgranò gli occhi per la paura. Nel buio della grotta un ombra si aggirava, era un ombra nera, senza una figura distinta, soltanto un ammasso nero di… paura. Era lui. Era colui che era stato incaricato di uccidere. Era il male. Era l’oscurità. Era “Incubos”. Lui gli si gettò contro brandendo la sua spada come fosse una lancia, senza temere ciò che gli poteva succedere, senza temere il buio in cui si stava addentrando, senza temere l’incubo. Appena prima di raggiungere l’ombra sentì nelle orecchio come un sussurro ma che capì benissimo dentro la sua mente –Vieni, oh guerriero, sifda l’incubo!- Fece ancora qualche passo. Poi: il buio.

  
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