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Autore: Addison88    24/08/2013    3 recensioni
Megan dopo l'incidente ha perso tutto, ha dovuto ricrearsi una nuova vita e una nuova identità. Dopo qualche anno di intenso studio e lavoro sta iniziando a ritrovare se stessa. Ha trovato un nuovo lavoro dopo aver perso quello da neurochirurgo, ora è un medico legale dove la fama la precede, ha perso anche la famiglia che si era creata. Troverà anche l'amore dopo il lavoro? Riuscirà ad essere più aperta verso il prossimo?
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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 Erano passati anni dal mio incidente e piano piano iniziavo a rimettermi in piedi, prima il lavoro, dove impiegavo tutte le mie energie poiché  mia figlia non voleva avere a che fare con me e tanto meno mio marito, anzi ex-marito. Avevo perso il mio lavoro da neurochirurgo cosi mi buttai sugli studi e finalmente trovai il lavoro da medico legale. La medicina e i suoi studi erano la cosa che mi faceva distrarre dalla mia vita vuota e monotona.
Mi dedicavo anima e corpo al nuovo lavoro, litigavo molto con i miei colleghi e soprattutto con il mio capo, Kate. Non andavamo per niente d’accordo, io infrangevo quasi tutte le regole e lei cercava di farmele rispettare ma senza buon esito.
 
Un giorno mentre ero a lavoro mi era arrivato un invito per una riunione della classe del liceo, avevo deciso di declinare l’invito. Non avevo voglia di rivedere quelle persone e tanto meno il mio primo amore.  Mia madre mi aveva sempre detto che il primo amore non si dimenticava mai e questo era vero, a volte mi chiedevo come sarebbe andata se non sarei scappata da lui, se gli avessi creduto quando implorava il mio perdono. Guardavo quell’invito e picchiettavo con il piede sotto la scrivania. Rimisi l’invito nella busta e lo misi nel primo cassetto della scrivania. La giornata al lavoro passò velocemente quando cercavo una penna nei cassetti rividi quell’invito della festa, decisi di andare, mi andai a fare una doccia e andai con un leggero ritardo. Mi sentivo fuori luogo in quella sala quindi andai dritta al bancone ad ordinare qualcosa da bere forte. Ero seduta lì al bancone a guardare il bicchiere di tequila prima di berlo in un colpo.
“Oh oh qualcuno affoga i suoi problemi nell’alcool?” domandò una voce dietro di me.
Mi voltai e vidi un uomo, con un pizzetto e capelli non troppo corti e con gli occhi celesti che mi guardavano sorridenti.
“No, non affogo niente.” Risposi sorridendo.
“Posso?” chiese sempre con il suo sorriso indicando lo sgabello vicino a me.
Mi limitai ad annuire, quegli occhi mi ricordavano lui semplicemente perché era lui, Jack, il mio primo amore.
Ordinò anche lui da bere e c’era del silenzio tra di noi, mi pentii di essere andata.
“Se non ricordo male… a te queste cose non piacevano” mi guardò sorridendo, ancora ricordava cosa mi piacesse e cosa no.
“Neanche io sarei voluto venire, ma volevo rivederti e sono felice di essere venuto” aggiunse.
Guardai il bicchiere ormai vuoto e poi guardai lui accennando un sorriso.
“Io invece sono venuta per l’alcool gratis”
Rise guardandomi, come se non mi credesse. Mi limitai a sorridere e non gli dissi nient’altro.
Ordinò un altro giro anche per me e mi guardava ancora sorridendo.
“Sai… non pensavo di trovarti qui e cosi bella! Al liceo eri anche bella ma ora sei mozzafiato” mi sorrise malizioso.
“Jack… grazie per il complimento ma sono impegnata” mentii prendendo il bicchiere pieno.
“io, scusa dovevo saperlo… Dio che idiota che sono stato. Perdonami Megan, io non volevo offenderti.” Mi guardò spegnendo il suo sorriso, bevve e si alzò, lo guardai e si allontanò mortificato.
Ordinai un altro giro e dopo aver bevuto di colpo mi alzai prendendo la borsa e me ne andai, avevo già fatto troppi guai.
 
Camminai verso casa, ero uscita  a piedi, con le mani nelle tasche della giacchetta camminavo a testa bassa. Arrivai a casa e mi riempii un bicchiere di vino, seduta al tavolo giocherellai con il bicchiere.
“Stupida!” mi dissi.
 
Il giorno dopo come ogni giorno andai a lavoro con la mia solita acidità e voglia di infrangere le regole. Kate mi cambiò la squadra di detective mi avvisò che sulla scena del crimine non avrei trovato Bud e Sam, borbottando uscii dal dipartimento e me ne andai alla scena del crimine dove i detective ancora non arrivavano, mi misi ad esaminare il corpo e le cose vicine.
“Salve, sono Jack il detective assegnato a questo caso.” Disse una voce dietro di me, speravo fosse un incubo ma quando mi girai era proprio lui.
“Medico legale” mi limitai a dire, mi sorrise come se fosse contento di rivedermi., ci fissammo per qualche istante.
“Tu sei un medico legale? Pensavo fossi un neurochirurgo” disse stupito.
“Ehm… lo ero ma non mi accontento mai!” esclamai con aria piena di me stessa.
Gli parlai del caso, come se fosse la prima volta che lo vedevo, poi Kate mi aveva parlato di due detective e ne vedevo solo uno, Jack che mi sorrideva guardandomi.
“Jack il caffè per farti passare la sbronza di ieri sera!” esclamò un uomo avvicinandosi a Jack porgendogli un bicchiere con del caffè dentro.
“wow… fai già furore?” domandò guardandomi alzando il sopracciglio.
Lo guardò serio come se volesse difendermi perché io ero un oggetto prezioso.
“Lei è il medico legale Megan Hunt!” pronunciò il mio nome sensualmente “… mi stavo informando sul caso!” aggiunse quasi ringhiando.
“Tra due ore avrete un resoconto!” mi alzai facendo segno alla mia collaboratrice di prendere il corpo, me ne andai verso la macchina togliendo i guanti per poi buttarli al secchio.
 
Ero al dipartimento a fare l’autopsia con l’aiuto di Ethan, patologo forense con i capelli ricci e gli occhiali, lo prendevo sempre in giro dicendo che aveva un nido di uccelli in testa. Dopo un paio d’ore ero nel mio ufficio a scrivere il rapporto che mandai alla centrale con un fax. Seduta alla mia scrivania pensavo a lui, con quegli occhi celesti cosi penetranti come l’oceano, il suo sorriso dolce e i suoi capelli lucenti.
“Preferisci il fax che a venire di persona?” sentii una voce che proveniva dalla porta, alzai lo sguardo ed era lui. Lo guardai e poi guardai il foglio davanti a me.
“Ho da fare, non posso fare avanti e dietro!” risposi scrivendo sul block notes.
Mi sentivo osservata ma non alzai lo sguardo per nessun motivo.
“Possiamo andare a bere un caffè insieme?” Domandò avvicinandosi.
“Jack, sto lavorando!” lo risposi guardando delle foto di un caso.
Se ne andò senza dire niente, guardai quella porta ormai vuota e sbuffai, mi buttai a capofitto nel lavoro. Mi serviva Kate cosi andai nel suo ufficio e Jack era lì e non so chi mangiasse l’altro con gli occhi, tornai la ragazzina del liceo che si innervosiva se qualcuna guardava cosi Jack. Stavo per entrare ma lei si avvicinò a Jack mettendogli una mano sulla spalla, lui le sorrise e indicò la porta cosi corsi nel mio ufficio.
Dopo aver chiuso i casi che avevo lasciato aperto mi andai a cambiare nello spogliatoio e tornai in ufficio a prendere le mie cose per poi andare via.
Era cosi che rincontrai il mio primo amore, dopo tutti questi anni ero ancora invidiosa se qualcuna lo guardava più del dovuto.
   
 
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