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Autore: Laady    25/08/2013    2 recensioni
Tratto dal capitolo undici:
"Odio il modo in cui mi parli. E il tuo taglio di capelli. Odio il modo in cui guidi la mia macchina. Odio quando mi fissi. Odio i tuoi stupidi anfibi. E il modo in cui leggi la mia mente.
Ti odio talmente tanto che mi fa star male – E mi fa anche scrivere poesie. Odio il modo in cui hai sempre ragione. Odio quando menti. Odio quando mi fai ridere – ancora peggio quando mi fai piangere. Odio quando non ci sei. E il fatto che tu non abbia chiamato. Ma la cosa che odio di più è il fatto che io non riesca a odiarti – nemmeno un po', nemmeno un pochino, nemmeno niente."
Riambientazione del magnifico film '10 Things I Hate About You' a Lima con i personaggi del Glee Club. Hope you like it! (:
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Finn Hudson, Jessie St. James, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Finn/Rachel, Jessie/Rachel, Puck/Quinn
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo nove, Baby that is how love goes

 

You've found hope, you've found faith,

Found how fast she could take it away.

Found true love, lost your heart.

Now you don't know who you are.

She made it easy, made it free,

Made you hurt till you couldn't see.

Sometimes it stops, sometimes it flows,

But baby that is how love goes.

 

"Nemmeno quello?" Disse Quinn tra le risate di Noah, scendendo dalla sua macchina.

"No, non è affatto vero." Rispose lui.

"E il poliziotto?" Chiese la bionda.

"Nemmeno quello!"

"Cosa mi dici dell'anatra?"

"Un'invenzione di Sam. E il ragazzo ucciso?" Richiese in direzione della Fabray.

"Voci." Lo guardò male.

"Sembravano così vere!" Rise lui. "E le palle di David Karofsky?"

"Vero, ma se lo meritava!" Rispose lei di rimando. "Aveva cercato di palparmi."

"Hai fatto bene." Le disse con non curanza.

"Le tue origini?" Chiese lei.

"Autentiche. Io.. ho vissuto in Australia fino a dieci anni."

"Con i Pigmei?"

"Quasi." Rispose gioioso Puck. "Con mia madre."

"Dov'eri l'altro anno? So che la storia della carriera porno era una falsità!"

"Credi?" Le domandò di rimando lui.

Lei non fece a meno di ridere, apoggiandosi ai gradini del suo portico.

"Dimmi qualcosa di vero." Lo istigò lei.

"Qualcosa di vero, eh.." Pensò lui mettendosi due dita sul mento, con fare pensoso. "Odio i piselli."

"No." Disse la bionda ridendo. "Qualcosa di serio. Qualcosa che nessun altro sa."

"Sei dolce." Le rispose baciandole il collo. "Sexy." Le sussurrò dandole un altro bacio nella parte destra del collo, "Completamente pazza di me." Finì baciandole la fronte.

"Sei molto sicuro di te, te l'ha mai detto nessuno questo?" Gli chiese lei.

"A dire la verità me lo dicono ogni giorno." Le confidò con malcelato mistero prima di darle un altro bacio a fior di labbra.

"Vieni con me al ballo." Le domandò.

"E' una richiesta o un'ordine?" Fece lei.

"Dai, vieni." Le sussurrò.

"No."

"No?"

"Non voglio. È una stupida tradizione."

"Quinn la gente non si aspetta che tu vada."

"Perchè insisti tanto?" Gli chiese di punto in bianco, iniziando ad insospettirsi.

Puck iniziò a guarsi intorno, cercando una scusa, aprendo e chiudendo la bocca.

Quinn perse il suo sorriso allegro. "Che cosa ci guadagni?"

"Ah.." Iniziò lui. "E-eh, hn, perchè ho bisogno di un motivo per stare con te?" Le domandò di rimando.

"Dimmelo tu." Alzò un sopracciglio.

"Ah-uhn.. Ti serve un'analista, te lo ha mai detto nessuno?" Iniziò con fare scorbutico.

"Rispondi alla mia domanda, Noah."

"Niente, non ci guadagno niente, solo il piacere della tua compagnia." Si arrabbiò lui."Chiaro?"

Quinn prese la sua borsa, fece ripetutamente 'no' con la testa, si diresse in casa e sbattè la porta dietro di lei.

Pessima, pessima giornata.

 

 

"Finn. Non dovresti chiedermi niente?" Gli chiese Rachel durante una delle loro lezioni di francese.

"Di che genere?"

"Del nostro genere." Tentò lei.

"N-non ti seguo, tesoro." Azzardò lui come soprannome.

"Mi chiami tesoro e non mi chiedi di uscire. Sei proprio un pazzo, Finn Hudson!"

"Beh, ehm.. Rachel, ti va di uscire con me?"

Rachel si voltò verso di lui.

"Vieni a casa mia verso le 9:00 di stasera. Sali sull'albero. La stanza rosa è la mia." Gli rispose con un occhiolino.

"..A-albero?"

 

 

§

 

 

"Ti va di venire al ballo con me, domani sera?" Chiese Santana accarezzando il braccio candido di Brittany.

"Ok."

"..Forte." Rispose la latina.

"Santana.."

"Dimmi Brit-Brit."

"Penso.. Penso di esserne fermamenti sicura, ora."

"Di cosa, Brit?"

"Sono certa di essere completamente, follemente e stupidamente innamorata di te."

 

 

§

 

 

"Ciao papi." Fece Rachel verso il padre.

"Ciao bambolina." Rispose lievemente preoccupato, il tono di voce della figlia non prometteva niente di buono.

"Sai, volevo discutere con te di una cosa. Ecco io.. volevo chiederti.. Domani sera ci sarà il ballo, e io.."

"Ballo? Quinn ha un appuntamento?"

"Beh.. No."

"Non credere di imbrogliarmi, so bene per chi fai tutto questo, è per Jesse St. James. Beh mi dispiace, ma se tua sorella non ci va tu non ci vai. Finita la discussione."

"Va bene, ricapitoliamo, a Quinn non interessa, a me piacerebbe da morire."

"Sai cosa succede ai balli?"

"Sì papà, balleremo, ci baceremo e poi torneremo a casa, non è niente di quello che tu immagini."

"Baciarsi, eh? Tutto qui secondo te? Beh ti sbagli, ti garantisco che non è per dei semplici baci che ogni giorno sto immerso nella placenta fino ai gomiti."

"Puoi considerare soltanto per un minuto la mia esigenza di trascorrere una serata da normale adolescente?"

"Cos'è normale? Quei dannati ragazzi di Lima Heights che si infilano sotto le gonne di tutte le adolescenti portandole al picco della perversione?!"

"Non è proprio così.." Tentò Rachel.

"Ho deciso, mi è tutto chiaro, e tu non uscirai per fare la cretina con quel ragazzo, non mi interessa che macchina ha, se è ricco no."

Rachel emise un suono misto tra l'arrabbiato e il deluso, si voltò e se ne andò.

 

 

"Sono così contenta che tu sia venuto, Finn."

"Anche io, Rach. Ma a dire la verità sono venuto per chiederti una cosa, più che altro."

"Che cosa?" Chiese lei tutta pimpante, alzandosi sui gomiti per osservarlo meglio.

Finn si mise più comodo sul suo letto, "Verresti al ballo con me, domani?"

"..Speravo tu me lo chiedessi. Ma non so davvero se questo sarà possibile. Mio padre è deciso a non farmi andare a meno che non vada mia sorella, che, come al solito, è troppo impegnata a pensare a se stessa prima che a me."

"Non sei tu che invece pensi troppo a te stessa?"

"Che intendi dire?"

"Intendo dire che tua sorella è venuta, per esempio, alla festi di Joseph Hart per farti andare.."

"Oh, no, lo senti?"

"Cosa?"

"Sta arrivando qualcuno, scusami, devi andartene!"

"Ma cos-"

"Rachel?" Chiamò una voce femminile fuori dalla porta,

"Non aprire, sono nuda!" Urlò la mora a sua volta, "Vai, presto, o ti vedranno!"

"Ok, corro, corro!" Sussurò agitato Finn correndo verso la finestra.

"Ti scrivo io." Fece la mora.

"Non vedo l'ora" Esclamò il moro, dandole un fugace bacio sulle labbra, per poi dileguarsi sull'albero.

"Puoi entrare!" Urlò poi la quindicenna in direzione della porta.

Quinn entrò e si sedette sul letto di lei, "Senti, lo so che detesti restare a casa perchè a me non piace uscire."

"Come se ti importasse."

"Sì che mi importa, ma.. Credo che si debbano fare le cose per le proprie ragioni, e non per quelle di qualcun altro."

"Beh, vorrei potermi permettere questo lusso. Sono l'unica studentessa del secondo anno che è stata invitata al ballo e non posso andarci perchè a te non va."

"Jesse.. non ti ha mai detto che noi uscivamo insieme..?"

"Come no, certo."

"Alle medie, per più di un mese."

"E.. Perchè?"

"Perchè lui era così.. Così dolce e carino." Disse Quinn con aria sognante.

"Ma tu odi Jesse!"

"Adesso sì."

"..Allora che è successo?" Chiese Rachel con aria confusa.

Quinn si guardò intorno con l'aria di una che la sa lunga mista ad un'espressione piena di rimorsi ed imbarazzo.

"Oh.. oh ti prego dimmi che stai scherzando!"

"Una volta soltanto. Proprio.. Proprio dopo che mamma se ne andò. Lo facevano tutti e così.. L'ho fatto anch'io. Dopo gli dissi che io non volevo rifarlo perchè io non mi sentivo pronta. Lui si arrabbiò moltissimo e.. Mi lasciò. Da allora giurai che non avrei mai più fatto qualcosa solo perchè gli altri la facevano e da allora non l'ho più fatto. Con l'eccezione della festa di Hart e dell'esplosione dei miei fuochi d'artificio gastrici."

"Com'è possibile che io non abbia saputo questa storia?"

"Lo avvisai che se avesse raccontato questa storia a qualcuno le cheerleader avrebbero saputo quanto è piccolo il suo pisello!" Entrambe ridacchiarono.

"Va bene, ma.. Perchè non l'hai detto a me?"

"Volevo lasciare che tu ti facessi un'idea tua su di lui." Esclamò veritiera la bionda.

"Allora perchè hai permesso a papà di lasciarmi in ostaggio," Si infuriò Rachel alzandosi dal letto per guardarla negli occhi, "Non è detto che io sia così stupida da rifare i tuoi errori."

"Rachel, io l'ho fatto solo perchè volevo proteggerti."

"Proteggermi? Non lasciandomi sperimentare niente per conto mio?"

"Non tutte le esperienze sono positive, Rachel. Non puoi fidarti sempre delle persone che hai intorno."

"Immagino che non lo saprò mai, vero?" Chiese la mora, aprendo la porta e facendo cenno alla maggiore di andarsene.

Quinn era basita, si alzò, fece per tentare di dire qualcosa ma anche la sua battuta pronta era 'game over' in quell'istante. 

 



NDA

Buonasera a tutti ragazzi! Eccomi qui, finalmente, con il mio nuovo chappy. Spero fortemente che vi piaccia!
Un beso, e buona fortuna a chi è appena tornato -come me- dalle vacanze!

  
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