Prologo.
Il
silenzio; un silenzio
tanto forte da premere contro le orecchie, da risucchiarti in un
vortice di
solitudine in cui esisti solamente tu e la tua coscienza.
In quella fredda nottata i
pensieri volavano veloci, come petali di rose nere sospinti dal vento e
destinati a posarsi in nessun posto. E lui
di cose a cui pensare ne aveva parecchie. Perché
quando insisti nel
perorare una causa ormai persa hai bisogno di fermarti a riflettere sui
motivi
che ti hanno spinto, fino a quel momento, a continuare a lottare; devi
capire
per che cosa vale la pena soffrire, provare, perdere e riprovare.
Ciò che lo spingeva a non
arrendersi erano i suoi lunghi capelli viola, nei quali voleva tornare
ad
affondare le mani; le ciglia nere, cornice incantata di un oceano blu
nel quale
annegare; le sue dita affusolate, che possono carezzare o graffiare.
Il motivo della sua
continua ricerca, quell’Eldorado, era il suono della sua
voce, così pacato e
rassicurante, assieme al raro sorriso che increspava quelle labbra
carnose. E
lui avrebbe ucciso e sarebbe morto per rivedere, anche solo per un
attimo, la
piccola ruga verticale che le si formava sulla fronte quando era
pensierosa, o
il fuoco emanato dallo zaffiro dei suoi occhi. Perché esiste
sempre qualcosa,
un’ancora di salvezza, alla quale vale la pena aggrapparsi.
Kisshu si passò una mano
fra i capelli scarmigliati, disordinandoli ancora di più, e
mettendo in
evidenza il suo orecchio umano.
Era stata con grande
riluttanza che Ryan aveva acconsentito a rendere le sue orecchie molto
più
terrestri, lasciando però un dettaglio che ricordasse le sue
origini aliene: la
punta, che le rendeva particolarmente simili a quelle di un folletto.
Kisshu,
però, aveva insistito: come avrebbe fatto altrimenti a
cercare Zakuro in ogni
angolo remoto della Terra con tranquillità?
L’amore lo aveva portato
ad essere così simile a quegli esseri umani che, anni prima,
aveva tanto
disprezzato. L’amore lo aveva privato di energie, rendendolo
una fortezza
invalicabile; era prosciugato, inaridito, disperato.
Perché non poteva
accettare l’idea che la persona più importante
della sua vita gli venisse
strappata via così brutalmente; e in quel momento si
ritrovò assurdamente a
pensare a quanto avrebbe voluto che gli venisse rivolto
quell’addio che Zakuro
gli aveva sempre negato. Un sorriso amaro tentò di stendere
le labbra sottili
dell’alieno, ma senza risultato: cosa potevano saperne di
tutto il dolore che
avrebbe seguito il folle gesto di Cordelia? Chi mai avrebbe potuto
prevederlo,
essere preparato, accettarlo?
Nei cinque anni che
avevano seguito lo scontro finale con la ex sovrana di Edren, Kisshu
aveva
abbandonato Tokyo per andare alla disperata ricerca di Zakuro. Non
aveva voluto
che nessuno lo accompagnasse: doveva essere lui a ritrovarla. Era
partito senza
uno straccio di indizio, senza una strada da seguire, un piano, nulla;
nessuno
poteva sapere dove si trovasse Zakuro e sotto quali spoglie si celasse.
Kisshu
aveva cominciato a setacciare un paese dopo l’altro, ma, ad
ogni tentativo
fallito, la speranza lo abbandonava progressivamente; la ricerca,
però,
continuava. Le settimane divennero mesi, e i mesi divennero anni.
Più di una volta, Kisshu
fu quasi certo di essere riuscito a ritrovare Zakuro: lo aveva pensato
quando
aveva incontrato Charlotte, Anne, Britney e Helena, ma nessuna di loro
si era
rivelata quella giusta. Poi c’era stata Maya. Era una ragazza
dolce, dalla
carnagione color dell’ebano; una di quelle donne che ti fanno
venir voglia di
farci l’amore per ogni secondo della tua esistenza. Maya
sapeva sorridere,
vivere alla giornata, accontentarsi, e aveva trascinato Kisshu in una
spirale
di sentimenti tanto forti quanto ingiusti. Con lei aveva passato ore
steso in
un prato, accarezzando quella pelle scura, così in contrasto
con la sua
carnagione diafana, e respirando il profumo esotico dei suoi capelli
eburnei. Purtroppo,
però, con il passare dei mesi aveva capito di ritrovarsi
stretto fra le
braccia
sbagliate: per quanto Maya potesse ricordargli Zakuro, non era altro
che
un’estranea.
Kisshu aveva sbagliato
tutto, di nuovo.
E le ricerche erano
ricominciate, inconcludenti come al solito. Per questo motivo Kisshu si
trovava
sulla terrazza di quel piccolo appartamento, solo e in preda allo
sconforto.
Perché la rabbia si
impossessava di lui, come un incendio costantemente alimentato da un
folle,
facendogli tremare le mani e mancare il respiro? Perché un
destino avverso
insisteva nel volergli rubare tutto ciò che amava?
Kisshu assestò un pugno al
parapetto al quale era appoggiato, facendolo vibrare minacciosamente.
Era
furioso con se stesso per non essere riuscito a tenere Zakuro legata a
sé, e lo
era ancor di più per non essere stato in grado di ritrovarla
in ben cinque anni
di ricerca. In quel momento, lei avrebbe potuto essere dovunque, a
chissà
quanti chilometri di distanza, stretta nell’abbraccio di un
uomo senza nome e
senza volto; questo faceva impazzire Kisshu.
Si prese stancamente la
testa fra le mani, continuando a fissare le luci che si rincorrevano
sotto di
lui senza realmente vederle. E un pensiero persistente, lo stesso che
lo aveva
ossessionato durante quei cinque lunghi anni, tornò ad
illuminare i suoi occhi
dorati di una nuova luce.
Non
posso rinunciare. Se sarà necessario, trascorrerò
anche tutta la mia vita alla ricerca di Zakuro.
Angolo Autrice:
Salve a tutti! Ed eccomi
tornata con il Prologo della terza e ultima parte della mia serie
dedicata a
Kisshu e Zakuro. Ringrazio tutti voi per essere arrivati fino a questo
punto;
spero abbiate apprezzato questo primo capitolo. Non preoccupatevi se
pensate
sia un po’ corto: non potevo certo scrivere un prologo di
sette pagine World,
ma per il resto svilupperò la storia come sono solita fare.
Approfitto di questo primo
Angolo Autrice per ringraziare di cuore Lady S, che mi ha dato
l’idea del
cambio di memoria e di identità.
In più voglio ringraziare
le fantastiche persone che mi hanno seguita fin dall’inizio,
recensendo ogni
singolo capitolo:
blackmiranda
_Haushinka
B_bb_r_
Seby1993_ziabefana
Quindi, questo prologo è
incentrato maggiormente sui sentimenti di Kisshu e sulla sua decisione
di
partire alla ricerca della sua amata, nonostante l’impresa
appaia folle e
impossibile da realizzare. Che cosa ne pensate di questa prima parte?
Se avete
apprezzato, fatemelo sapere con una recensione, anche piccola piccola,
ma ho bisogno
di capire se come inizio vi è piaciuto.
Ho deciso che
invierò uno
spoiler del prossimo capitolo al primo recensore!
Salice_