Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Qilqax    26/08/2013    2 recensioni
Si racconta che diverse centinaia di anni fa, la razza umana fosse sull’orlo dell’estinzione… di nuovo. Questa volta, però, era colpa dei Giganti. Un gruppo di sette valorosi guerrieri vengono inviati a risolvere la situazione: riusciranno a salvare la Terra?
Ma soprattutto... chi sono?
Ma soprattutto... Dov'è Goku?
Una storia senza senso, con alcuni momenti di serietà. Ma anche no.
Genere: Avventura, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rivaille, Un po' tutti
Note: Cross-over, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non uscire con gente che ti è antipatica, si finisce sempre alle mani!

 

L’oroscopo l’aveva avvertito: quella sarebbe stata una pessima giornata. Jump, però, quella volta usciva di sabato e Gintoki non poteva perderselo, non un’altra volta. Aveva fatto bene i suoi calcoli: mancavano dodici ore alla fine della giornata, e correre al negozio più vicino non richiedeva più di venti minuti, tra l’andata e il ritorno;  se qualcosa di sgradevole doveva accadere, era improbabile avvenisse in quei brevi mille duecento secondi.

Purtroppo, Gintoki non sembrava avere ben chiare le implicazioni dell’aggettivo “pessimo”, che realizzò solo dopo che non fu in grado di trovare una sola copia di Jump in tutta la città. E alla fine si arrese al suo oroscopo e decise di ritornare, mogio mogio, a casa. Ma ormai era fuori da troppo tempo, e quando il destino chiama, la vita risponde e la sfiga la segue a ruota.

Accadde che il suo fidato ciclomotore non si accese, né diede particolari segni di vita: era morto in silenzio, essendo vissuto producendo rumori infernali per mezza Edo.

Improvvisamente, il mondo iniziò a sembrargli un posto crudele e malvagio. Si domandava sul senso della sua vita da allora in avanti: come avrebbe fatto a sopravvivere senza sfrecciare tra le viuzze di Edo? Quale esistenza vuota lo attendeva, se non avesse più potuto sentire il vento accarezzare il suo viso! Ma  soprattutto, come accidenti avrebbe fatto a farlo riparare? A mala pena il denaro gli bastava il latte alla fragola. Dolcezza o libertà? Era una situazione disperata.

Gin-chan?”

“Ah, Kagura… stai tornando a casa, vero?”

La bambina annuì, mentre succhiava una di quelle assurde alghe essiccate.

“Tuo motorino rotto?”

Sadaharu si lanciò sulla sua testa.

Già…

“Sei scemo? Tuo oroscopo dire oggi pessima giornata.”

Gintoki si infilò il mignolo in una narice.

“Lo so, lo so… ma la voglia di Jump è più forte di m-“

Un rumore sordo lo interruppe.

Kagura… per caso sei stata tu?”

“Brutto deficiente! Io non faccio puzzette… essere sangue che ti dà alla tetta”

E… allor-?!”

Gintoki abbassò lo sguardo. Perché il marciapiede grigio era diventato nero? Ci mancava solo questa, non poteva permettersi un medico.

“Ma che cazz-?”

Sadaharu lasciò andare la presa, Gintoki trascinò la bambina e… era troppo tardi. Caddero comunque nel buco nero che si era formato sotto i loro piedi: non che, se avessero avuto le ali, avrebbero potuto evitarlo, dopotutto era il volere di Atena.

Entrambi atterrarono su Sadaharu, e sarebbe stata una fortuna, se il cane non fosse diventato di nuovo piccolo.

“AHIAAAA!” urlò Gintoki, quasi fosse un animale ferito.  “Che male… il coccige!” mormorò e prese a correre senza un motivo, pensando inconsciamente, forse, che servisse come lenitivo. O semplicemente era un’azione senza alcun senso.

Ebbe l’impressione di aver calpestato qualcosa di morbido e poi il suo sedere fu infilzato da piccoli aghi appuntiti.

Gin-chaaaan! Hai un gatto attaccato al culooo!” Ma Kagura non si mosse per aiutarlo.

Dementeeeee… Molla quel tipo!” e una macchia nera e arancione sfrecciò in direzione del deretano di Gintoki.

Kagura si stava rialzando, quando vide quella cosa. All’iniziò restò in silenzio, mentre spalancava gli occhi e la bocca: quando questi raggiunsero la massima apertura anatomica possibile, il grande urlo, che era rimasto bloccato nella sua gola, si liberò, annullando la barriera del tempo e dello spazio, creando collisioni tra le galassie e spaccando i timpani di tutti i presenti. E allertando magari anche un paio di titani, già che c’era.

 “AHHHHHHHHH!”

Gintoki, finalmente affrancato dal gatto, si voltò in direzione della bambina. E si pietrificò, letteralmente.

Gin-chaaaan!” piagnucolò Kagura.

“Silenzio, feccia.”

Seduta su un boa gigante, c’era la donna più bella che il mondo avesse mai conosciuto: Boa Hancok, la principessa serpente.

“Senti Ichigo, sta’ attento a quella donna… Ichigo?!” il gatto si girò verso il discepolo, ormai pietra.

In quel triste giorno, l’umanità ricordò il potere della Bellezza e il terrore di vivere sotto al suo dominio, altro che i Titani.

 Anche volendo impiegare tutte le dissertazioni filosofiche sui poteri della suddetta, o chiedendo responso allo scrittore più sfruttato dalle adolescenti e dai cioccolatini –il famosissimo Wilde-, il fatto conferma solo che l’unico pensiero che domina gli umani è il letto. O meglio, portarsi a letto qualcuno. Una volta realizzata questa verità sul mondo, ci si può concedere allegramente al pessimismo di Schopenhauer.

In ogni caso, tornando alla narrazione di alcuni secondi di quel breve minuto mendace e tracotante, il gatto saltò giù dalla presa marmorea della statua di Kurosaki –che aveva un’espressione da vero ebete- e si avvicinò con lentezza felina alla donna serpente.

 “Di’ un po’… chi sei?”

Boa sorrise e si ravviò i lunghi capelli corvini. Un profumo dolce si liberò nell’aria e il gatto starnutì.

“Non essere scortese con me… ho paura!” arrossì e si coprì le labbra con una mano.

“BRUTTA FACCIA DA TROIA! TI FACCIO SALTARE DENTI, SE NON LIBERARE GINTOKI!”

Boa schivò appena il colpo, che lasciò un enorme cratere sul terreno.

“Non agitarti troppo, feccia. Vedi… se si spaccano, io non potrò fare più niente.”

“IO SPACCARE TE!”

Boa approfittò di quel momento per guardarsi attorno. Non ricordava di aver fatto cose particolarmente strane in quel periodo: da quando Rufy aveva iniziato l’allenamento con Rayleigh, aveva cercato di mantenersi impegnata per non pensare alle difficoltà che il suo amato stava attraversando. Era entrata a farsi la doccia quel pomeriggio, quando non aveva fatto in tempo nemmeno a svestirsi, che era precipitata in una specie di buco nero. Ed eccola lì, su una specie di prato sconosciuto con gente sconosciuta e animali parlanti. E una cosa umanoide che strillava e aveva la forza di un toro.  Quelle creature dovevano per forza aver mangiato un frutto del diavolo.

Qualcosa si mosse nella foresta.

Boa si girò di scatto.

MI CHIAMO NARUTO UZUMAKI  E VENGO DAL VILAGG-“

“CHISSENE FREGAAAA!” la bambina taurina diede un calcio violento al tal Naruto, che roteò tre volte in aria e si schiantò contro un albero lì vicino. “SEMBRARE MODO DI PRESENTARSI, DEMENTE?!”

Sia il gatto che Boa rimasero attonite, a fissare il corpo del cretino che era saltato fuori dal bosco: i muscoli erano in preda a contrazioni involontarie e un rivolo di sangue gli scendeva dalla bocca.

Fu in quel attimo di distrazione, che un’altra macchietta uscì dalla foresta.

Era un ragazzo alto e di bel aspetto. Non aveva un’aria minacciosa, ma Boa decise di pietrificarlo lo stesso, perché, insomma, non si sa mai.

“Mero, mero, mellow!”

Ma il bel giovane fece una mossa inaspettata: si trafisse la mano con quello che sembrava un coltellino e restò di carne ed ossa. Il perché avesse un coltellino non è l’oggetto di questa narrazione.

Quindi… avevo ragione, ovviamente.” Sussurrò. “credo di aver capito la situazione!” illustrò al pubblico che lo fissava sempre più esterrefatto. “Il mio nome è Light Yagami e credo di aver capito.”

“L’hai già detto! Io volere solo Gintokiii, brutta troiaaaaa!”

“Aspetta, ragazzina!” il gatto la colpì sul viso e Kagura indietreggiò di qualche passo. “Lui è riuscito a parare il colpo di questa donna, probabilmente sa come tornare indietro!”

Kagura puntò il ragazzo.

“Tu sapere?”

Sì… dobbiamo solo convincere quella donna.”

“GRAZIE AL CAZZO!”

La terra tremò e anche se aveva tutta la parvenza di essere un terremoto, il dio del nuovo mondo, Light Yagami per gli amici, sapeva che non si trattava affatto di questo. Non che fosse così intelligente da capire dal solo rumore che fossero dei passi, ma aveva visto un paio di orme giganti all’interno del bosco e dato che era più bravo degli altri a fare due più due, aveva concluso abbastanza in fretta che c’erano esseri enormi, e che quella gente, dotata di poteri strani, doveva essere lì per sterminarli. Il suo ruolo non poteva essere altro che condurre quel gruppo di imbecilli alla vittoria, grazie alla sua suprema intelligenza.

 “Cosa diamine… è?!” Naruto Uzumaki sembra essersi ripreso. Ora sulla sua faccia troneggiava solo un grosso livido.

A quel punto tutti alzarono lo sguardo e videro un ammasso di carne alto almeno quindici metri che si avvicinava, correndo, nella loro direzione.

“Presto, signorina liberi gli altri due!”

Boa gli rivolse uno sguardo di sufficienza.

“Non può pensare di pietrificare anche quella cosa! È troppo grossa anche solo per vederla, è così che funziona il suo potere, giusto? Deve vederla prima!”

“Lo farò, ma vi pietrificherò all’istante, se oserete fare qualcosa di strano!”

Boa soffiò in direzione dei due sventurati e si mise sull’attenti, circondata dal suo enorme serpente colorato.

“GIN-CHAAAAN!” Kagura e Sadaharu si precipitarono su Gintoki.

“Non è momento per i convenevoli!”

“Zitto, gemello di Shinpachi!” bofonchiò Kagura.

“Non si assomigliano per niente, sai? Prima di tutto lui non ha gli occhiali e poi… guarda! I capelli! Sono di un colore completamente diverso. Insomma, Shinpachi sembra ancora più un otaku vicino a lui, non credi?” commentò Gintoki, serio.

“Penso che tu essere unico otaku, qui.”

“Oh, ma andiamo, qualcuno di loro leggerà Jump!”

Light fece spallucce “Ho smesso quando avevo dodici anni.”

“Certo, perché ti sei dato al porno, Light…Gintoki si coprì la bocca. Ommioddio, pensò “Tu sei… Light Yagami di Death Note!”

Il bel giovane impallidì.

“Prego?!”

“Non dirmi che…Gintoki guardò in direzione di Ichigo. “Bleach!” poi indicò Boa, che lo fissò indignata. “One Piece!”

“Ma che cazzo parlateeee! Muovetevi da lììì!” Naruto prese la mano di una persona a caso. Per la sua sfortuna, la proprietaria di suddetta mano era Boa Hancock.

“E Naruto Shippuden!”

Naruto Uzumaki, ho detto che mi chiamo Naruto Uzumaki!”

“Questo sa tutto? Prima di me? No, aspetta… sa del Death Note, deve morire.” Pensò Yagami mentre correva dietro a Naruto, che trascinava una schifata Hancock.

“Senti cespuglio d’argento, devi iniziare a correre ora!” Ichigo indicò il cielo, o almeno così pensava ingenuamente Gintoki.

Era troppo emozionato: c’erano tutti, proprio tutti. Avrebbe iniziato a chiedere autografi, se non avesse notato quel piccolo inconveniente.

Gli occhi sempre assonnati del samurai si aprirono appena: la prima cosa che riuscì a pensare fu “merda” e la seconda “cazzo”. Dopo un po’ di parolacce, i muscoli delle sue gambe ricevettero i giusti impulsi.

“WOAAHHHHH- KAGURA, SADAHARUUU! SQUAGLIAMOCELAAA!”

 

Il suo oroscopo lo aveva avvertito: quella sarebbe stata una pessima giornata.

 

 

 

Anticipazioni…

 

Tremanti per lo spettacolo raccapricciante che si palesava dinanzi ai loro occhi, i sette eroi, designati dal dio in persona, deglutirono all’unisono, spalancarono gli occhi all’unisono e sempre all’unisono temettero di aver urinato nei loro stessi vestiti. Quantomeno erano sincronizzati.

[…]

Accidenti… hai ragione! Che orrore!” Gintoki si grattò il mento. “EHI, DEMENTEEE! DOVRESTI PROPRIO COPRIRTI CON QUALCOSA, ALMENO PROVACI CON LE FOGLIE… FAI IMPRESSIONE!”

 

 

L’importanza di chiamarsi Qilqax.

 

Credevo che scrivere qualcosa di demenziale fosse facile, tipo: “sì, tanto non deve per forza avere senso.” Invece no. Che ci crediate o meno, ho impiegato due giorni a decidere se fosse più adatto il termine “sfiga” o “iella”, ed è meglio –per voi- che non vi racconti della punteggiatura. È difficile uguale, ma almeno posso fare delle descrizioni idiotissime, e la cosa mi “scimmia” un sacco (?).

Questa volta ho disturbato il grandissimo, genialissimo, bellissimo ed altissimo Oscar Wilde. Io sono una patita di Wilde: rasento la necrofilia. In questo caso, ho voluto fare una critica benevola a quelli che usano le sue citazioni… Wilde ha scritto anche degli aforismi, lo sanno pure le pietre, ma insomma, strapolare frasi a caso dalle sue opere e metterle nei cioccolatini, completamente decontestualizzate, spesso lo fa sembrare uno un po’ scemo e la cosa mi dà fastidio ù.ù.

Mi scuso per i “neologismi”… però in questo caso ci stavano (?).

Meglio che tagli qui, altrimenti viene più lungo il mio commento che l’intero capitolo o.o.

Grazie infinite a darkroxas92, Liberty89 e Sassi che seguono la storia, a Kira_chan_98 e PioggiaDiLuglio che l’hanno aggiunta addirittura ai preferiti ( thank u! <3). E ancora a Liberty89,  Neliel2000 e Kumiko_Chan_ che hanno recensito.

E anche a tutti voi che leggete, ma siete troppo timidi: tranquilli, sto cercando di diventare vegetariana!

Qilqax passa e chiude!

   
 
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