RIMANE IL RICORDO
***
PREMESSA:
Salve a tutti, devo fare solo una
piccola premessa. La fic qui presente è su SmallVille, il pairing è Lex Clark.
Rating R. Il disclamairs: I personaggi non sono miei ma del suo creatore anche
se ammetto che Lex lo vorrei con un discreto desiderio. Ma la premessa non era
per dire questo ovvero per avvertire che la fic contiene spoiler della nuova
serie che ancora non è trasmessa in Italia. Spero non infastidisca nessuno ma
la mia idea parte proprio da quella serie. Bè, non mi dilungo in altre ciance,
leggete se vi va. È dalla parte di Lex. A tratti potrebbe sembrare che i suoi
pensieri sono sconnessi, incomprensibili e strani…non sono errori di sintassi o
che altro, ma è voluto per lo stato in cui si trova Lex. Spero si capisca. È la
mia prima fic vera e propria sui due, ma ritengo di conoscerli abbastanza
quindi volevo anche tranquillizzarvi. Bè, buona lettura. Baci Akane
***
“Nella vita la via verso l’oscurità non
è un lampo, ma un lungo viaggio.”
La goccia.
La goccia è uscita.
E questo è troppo.
Se questa volta mi salvo non la passa
liscia, nessuno.
Ma lui per primo.
Se questa volta ce la faccio…oh…non
scapperà.
E io ce la devo fare…ce la devo fare
solo per poterlo distruggere.
L’odio.
L’odio che provo per lui è smisurato e
immenso…si è ingigantito sempre di più, è cresciuto ed ora non riesco più a
contenerlo.
Non doveva farlo.
Non sono mai stato tanto attaccato alla
vita come ora…e solo per poter arrivare di fronte a quell’uomo e ucciderlo.
È questo ciò che voglio.
Tutto quello che voglio.
È ammazzarlo con le mie mani.
Voglio vederlo morto al posto mio.
Perché è troppo.
Lui non si può salvare.
Non può avermi fatto veramente questo.
Ma lo conosco e so che l’ha fatto.
Non è mio padre.
Non lo è.
È solo un bastardo che deve morire.
E sarò io a dargliela la morte.
La prima cosa che vedo quando riapro gli
occhi dopo tanto tempo è lui…proprio lui…attraverso il vetro.
Nemmeno il coraggio di farsi vedere
senza qualche protezione. È solo un vigliacco. Appena mi tornano le forze giuro
su me stesso che l’unica ragione della mia vita sarà distruggerlo per sempre…e
distruggere chiunque tenterà di difenderlo e di fermarmi e chiunque in seguito
tornerà a minacciarmi.
Lo giuro.
Ricordo tutto.
Ricordo esattamente tutto.
Anche se ho avuto un incidente
gravissimo, anche se il mio aereo era vuoto al mio risveglio e
precipitava…anche se la dinamica non mi è chiara ed è tutto confuso,
ricordo….ricordo che è stato lui, perché è l’unico che può essere stato, perchè
lui mi odia almeno quanto lo odio io…perché nella faccia della terra non potrà
mai esserci posto per entrambi, lui non lo vuole allora lo accontenterò. Farò
in modo di cancellarlo.
Questa volta non doveva farlo.
Lui non mi vede e non mi ha mai visto. A
lui importano solo i soldi e il potere…e finchè ci sarò io il suo fottuto
potere è in pericolo.
Vediamo cosa è capace ora….cosa
farà…vediamo.
Un labbiale. Semplice e chiaro…non
emetto suono, dico solo una parola che lui capisce chiaramente:
- Sparisci.-
lui sembra non capire…lui fa la faccia
sorpresa…lui…maledetto…maledettissimo uomo che si erge a giudice e padre…padre
mio…no, io non ho genitori, l’unica che avevo è morta, basta, non ne riconosco
altri.
E a quanto pare nessuno…nessuno è
diverso da lui…nessuno mi ha mai considerato per quel che sono…solo un uomo…mi
ero illuso che con Hellen potevo provare…provare dopotutto a costruirmi una
vita con una persona che sembrava normale…che sembrava amarmi…io le volevo
bene…le volevo bene in modo diverso da come ne ho sempre voluto a Clark…a lei
le volevo bene perché era l’unica donna che sembrava volermi stare accanto in
modo disinteressato.
Non l’ho mai amata nel senso che intendo
io amore….amore…io lo intendo in modo ossessivo, assoluto, totale, esagerato,
impossibile…e solo per una persona ne ho mai provato….la mia ossessione…solo
colui che alla fine riesce sempre a capirmi, solo la persona che alla fine mi
accetta nei miei silenzi, nelle mie incomprensioni, nei miei comportamenti, nei
miei misteri…Clark, credo sia la prima e unica volta che mi troverò a dire una
cosa simile…vorrei che tu fossi qui, vorrei che non ci fossimo allontanati per
provare a condurre vite normali…normali per chi, per che cosa…vite che in
realtà non potranno mai essere normali, ci abbiamo provato ed io ho fallito, chissà
come stai tu. Chissà…chissà come va con la sua Lana…
Per uno come me l’immagine è tutto
eppure posso farne anche a meno…perché prima di tutto viene me stesso e i miei
desideri…e la dignità di un uomo.
Ho provato a ‘pulirmi’ con lui ma non ce
l’ho fatta, non potevamo…perché c’è un mondo in mezzo...e la sua confusione...e
le sue paure riguardo…cosa? Cose che non vuole dirmi…che non riesce a dirmi…e
alla fine io non posso, non posso stare con uno che non è chiaro con me. Come
se io invece fossi diverso, come se io invece gli dicessi tutto.
Sono solo figlio di mio padre….ci siamo
lasciati non solo perché nessuno dei due era sincero con l’altro, non solo per
poter provare a condurre vite normali, non solo per poter diventare come gli
altri, ma anche perché io non ne nero degno…di un amore così puro, semplice ma
complesso, così vero e forte…non è per me una cosa simile…io avrei finito per
rovinarlo. Io volevo tutto da lui e quando me ne sono reso conto…quando mi sono
reso conto di tutto questo…sono stato abbastanza freddo da lasciarlo prima che
succedesse qualcosa di irrimediabile.
Per la prima volta ho smesso di pensare
a me.
Mi ha fatto uno strano effetto.
E poi ho pensato che forse in fondo con Hellen sarebbe potuta
andare avanti…ma lei…lei era solo una troia come le altre, una troia e
basta…che si è fatta corrompere da mia padre.
Non
c’è bisogno che mi dicano nulla,
so già tutto.
Ma alla fine la dimostrazione delle mie teorie è questo. Io potrò
illudermi di essere come gli altri, di
poter essere amato, rispettato come un uomo ha bisogno, senza essere
discriminato, potrò illudermi di un sacco di cose…di poter un giorno possedere
quello che possiede Clark…ma non ci riuscirò mai, perché sono diverso…e in
fondo mi sta bene questa diversità, è sempre stato il mio punto di forza, no?
Rinchiuso.
Rinchiuso in una fottuta cella, una
camera di forza…per …per…i pazzi, no?
È questo che mi ha detto mio padre:
- Vaneggi-
l’ho aggredito, insultato, pestato,
accusato…e lui tutto quello che è stato capace di dire e fare è stato questo,
legarmi con la camicia di forza e rinchiudermi in una camera vuota, una cella
bianca e spoglia dove loro mi possono guardare ma io non posso guardare loro.
Lui risolve così i problemi.
Dandomi del pazzo e nascondendo le cose
per lui scomode…così lui sarebbe il sano fra noi due, eh? Lui…lui sarebbe
il…ahahahahahahahah…il sano!?
Ma chi può dire chi è sano e chi pazzo
in realtà?
Lo vedi?
Loro mi danno del pazzo e magari anche
ci credono solo perché l’ha detto mio padre…ed io do del pazzo a mio padre
credendomi sano…allora chi è pazzo e chi sano?
Gli uomini…gli stupidi uomini piccoli e
insignificanti…credono di avere sempre le risposte…sempre…ma non sono forse
cresciuto così anche io? Non sono forse cresciuto con queste convinzioni?
Ho sempre cercato verità….come se
importasse solo quello…volevo sapere tutto quello che la natura mi nascondeva.
Ce l’ho sempre fatta tranne che con tutto quello che circonda Clark…lui mi
nasconde una cosa grandissima…e io non sono mai riuscito a capirlo.
Alla fine io accuso gli altri delle cose
che faccio anche io.
Ma la pazzia…la pazzia dilaga nel mondo
incontrastata e alla fine tutto quello che sanno fare gli uomini è
lamentarsi…io sono marcio, io mi odio, io non sono degno di stare accanto ad
uno come Clark…io in questo momento non sono più un vincente ma un perdente…e
la cosa mi manda in bestia, certo.
Mi fa impazzire anche se in realtà non
mi ritengo tale.
Non mi libereranno finchè non mi
calmerò…finchè non dimostrerò di essere tornato in me.
Invece di rimanere rinchiuso in questo
istituto di merda devo uscire e far vedere chi è il pazzo…no, questa volta mio
padre non la può passare liscia.
Il fiatone…sono stanco…sono troppo stanco, chissà cosa mi hanno
iniettato in vena quei bastardi.
Tutte marionette senza cervello
manovrate da mio padre…ma aspetta che uno si tolga i fili per muoversi da solo
e contrastarlo e guarda come lo riduce…a un pazzo insulso rinchiuso in una
cella di forza per pazzi.
Mi accascio a terra in un angolo della
stanza bianca.
Sono solo come lo sono sempre stato.
Respiro a fatica e la vista mi si
appanna a tratti, il pavimento oscilla…mi sembra di essere in una barca dove il
mare è troppo agitato.
Mi abbraccio le ginocchia e mi
rannicchio più che posso, non voglio cadere, non voglio dormire, non voglio
perdermi…voglio rimanere in me…cosa mi rimane? Cosa posso fare? A cosa mi
aggrappo?
Sudo, sudo tanto e gli occhi mi
bruciano, devono essere rossissimi…ma non ho sonno e non voglio dormire.
Dondolo avanti e indietro senza accorgermene.
Non sono pazzo. Non mi sono inventato
nulla. Mio padre deve morire. Mio padre la deve pagare, perché non mi credono?
Merda. Non mi arrenderò.
A cosa mi aggrappo per superare questo
momento?
È così dura…ma nulla mi deve vincere,
nulla.
Un volto si sovrappone all’immagine di
questa stanza…un volto dall’espressione unica. Un sorriso radioso e familiare.
Avevo voglia di rivederlo. Avevo bisogno.
Un sorriso come il suo non l’ho mai
visto, contagioso, sincero, disarmante.
Poi quei suoi occhi così grandi e belli,
così speciali e chiari…che ti leggono ti comprendono e non ti giudicano.
I suoi lineamenti semplici ma delicati,
belli…si, è l’unica definizione per lui.
I capelli che spesso lascia spettinati
come capitano, neri e mossi…arrivano a coprirgli gli occhi ma risulta ugualmente
perfetto.
La sua pelle
chiara…morbida…liscia…vellutata…ho voglia di sentire il suo profumo…il
toccarla, di accarezzarla…come ho fatto più volte soli in camera…
Il suo corpo…il suo corpo notevole, dai
muscoli scolpiti, atletico…forte…troppo per un ragazzo del liceo. Ma così
affascinante…il ricordo di lui che mi abbracciava…le prime volte timido come il
suo essere, poi anche lui con crescente desiderio…lui nudo che si concedeva a
me.
Mi calma…mi rilassano incredibilmente
questi…ricordi…mi aggrappo ad essi…il sudore smette di scendere e gli occhi non
bruciano più, il cuore batte meno forte e riacquisto il controllo del mio
fisico, il sangue torna freddo in me…ma non voglio fermarli…non voglio smettere
con queste immagini di vita…gli unici ricordi felici e sereni, di piacere puro
e assoluto che ho sono proprio con lui, con Clark.
Appoggio il capo alle mie ginocchia e
continuo a sovrapporre a questo biancore fastidioso le mille volte in cui soli
in casa mia, dopo aver chiuso la porta a chiave, prendevamo a baciarci
inizialmente lenti per poi andare sempre più frenetici nel desiderio e passione
pura. È fuoco e non avrei mai pensato che lo fosse perché mi ha sempre fatto
pensare all’acqua e al vento…invece io credo di essere terra, ma lui è fuoco.
Come si accendeva ogni volta che lo sfioravo nei suoi punti d’erezione, come
rispondeva ai miei baci e alle mie provocazioni. Non mi ha mai fatto sentire
diverso perché mi ha fatto sentire amato.
Giocare con la lingua sul suo corpo, coi
suoi capezzoli…con ogni sua parte. Toccarlo e sentirlo bollente e spingerlo a
fare altrettanto…vedere i suoi occhi riempirsi di passione accecante, diventare
quasi rossi…un colore mai visto prima…sapere di essere io la causa di tutto e
continuare fino a che non avevamo più forza in corpo. E scivolare in lui con
naturalezza ma voglia, con dolcezza ma sicurezza, con ogni nostra particella
protesa a sentire l’altro e ogni momento di puro piacere che si materializzava
nell’espressione dell’altro e nella sua voce.
Era sempre così perfetto, magico,
sublime…gli unici momenti della mia vita dei quali sono contento veramente…solo
allora ringraziavo di essere vivo e di non essere morto quella volta…
Solo a lui ho detto veramente col cuore
in mano…un cuore che riscoprivo sotto spesse coltri di ghiaccio…solo a lui ho
detto veramente ‘ti amo’.
Ricordo la prima volta…quando ci siamo
messi insieme la prima volta…lui era diverso, lui non era più lui…ma era
immensamente a me gradita quella versione nuova di Clark…era tutto l’opposto di
come era sempre e dopo essermi capitato in casa vestito in quel modo con abiti
costosi, ricordo esattamente, si è tolto gli occhiali da sole e dopo aver
notato il suo abbigliamento in pelle che gli donava da Dio, dopo aver notato
i suoi capelli pettinati in quel modo
così…da modello…dopo aver notato la sua voce e tono diverso…ho notato i suoi
occhi…erano cambiati, l’espressione era…non so, da spaccone, da signore
dell’alta società, superba…di chi sa tutto sulle proprie potenzialità.
Non ho potuto evitare un ‘oh’ d’approvazione
misto a stupore…e non ho tradito incredulità. Ma credo sia stato lì che mi sono
reso conto di lui come ragazzo da avere…credo che lì mi si sia acceso
completamente la voglia di possederlo, l’attrazione fisica era al culmine.
L’ho ascoltato, era effettivamente
diverso, non mi sono mai spiegato quel comportamento, ho fatto finta di nulla e
l’ho assecondato, mi disse di aver litigato coi suoi e di volersene andare con
me a conquistare il mondo. Gli ho dato corda…eccome se gliene ho data. L’ho
tenuto con me…e tempo due giorni mi ha detto di…bè, la parola esatta è stata
questa, volermi. È entrato in camera mia e senza chiedermi altro, provocandomi,
avvicinandosi a me, toccandomi come non avrei mai pensato potesse fare, si è
spogliato lui e poi me. E distendendomi nel letto l’abbiamo fatto, e lui è
stato attivo…eccome!
Un'altra sera di quella settimana me lo
sono trovato nel mio bagno immerso nell’acqua e schiuma e malizioso, con un
espressione che avrei voluto fotografare e incorniciare perché non era da Clark
ma era bellissima, mi ha invitato ad entrare…così semplicemente si è alzato, mi
ha tolto i vestiti e mi ha fatto entrare poi si è seduto a cavalcioni su di me
e mi ha…bè…per l’ennesima volta l’abbiamo fatto.
Poi dopo una settimana circa così come è
venuto se ne è andato tornando il Clark di sempre, quello di cui lentamente mi
sono innamorato.
Lui non si ricordava nulla di quello che
aveva fatto…e suo padre poi mi ha
spiegato che non era in se e che era sotto l’effetto di una droga. Un po’ mi è
dispiaciuto ma nemmeno molto perché quella versione semplice di Clark è molto
interessante ed era un po’ come dover ricominciare daccapo.
Quando ci siamo messi insieme per lui
ufficialmente è stato per seduzione, mi ero stufato e allora ho provato così
lui ha ceduto e si, per la prima volta l’abbiamo fatto con lui cosciente e
consapevole, infatti era completamente diverso, timido all’inizio, poi sempre
con più passione e desiderio, si è sciolto e lasciato andare, non è mai più
stato la parte attiva fra i due ma era capace di infiammarsi. Raggiungevo vette
mai toccate e questo perché non facevamo sesso ma facevamo l’amore. Me l’ha
insegnato lui, me l’ha fatto scoprire lui.
Come penetravo, come mi univo a
lui…vedevo quello che vedeva lui, eravamo collegati.
Gli unici momenti felici della mia vita
sono stati i momenti passati con lui, le volte in cui eravamo così presi l’uno
dall’altro da non capire niente, le
volte in cui lo facevamo fino a sfiancarci, le volte in cui lui era triste
per qualche suo amico e veniva da me…come la prima volta che mi ha detto che mi
amava…pioveva e a lui era capitato qualcosa di strano…una delle sue brutte e
tristi esperienze, una perdita…non me ne ha parlato chiaramente ma mi è
capitato in casa di notte tutto zuppo e con un aria strana quasi non più in
se…lui tremava e si dava la colpa di qualcosa…si accusava, non so bene…io l’ho
abbracciato e l’ho fatto entrare, poi una volta asciutto seduti sul divano
della mia stanza davanti al fuoco acceso me l’ha detto, aveva la testa
appoggiata sulle mie ginocchia e con uno dei suoi ragionamenti strani mi disse
solo: ‘ ti amo’.
Io gli risposi che qualunque cosa gli
fosse successa io non volevo sapere ma che non doveva pensare di essere inutile
e pericoloso…lui era indispensabile per tutti e per me per primo…e gli dissi
che io non mi mettevo con persone perdenti, inutile e stupide…poi lo feci
ragionare come io riesco a fare, un po’ freddo un po’ dolce…con la mia voce
sfumata…lui era l’unico a riuscire a tirare fuori il mio lato protettivo.
Lui era l’unico a calmarmi le rare volte
in cui mi infuriavo, lui era l’unico a tirarmi fuori le parole ‘ti amo’, lui
era l’unico a mettere a tacere la mia curiosità, lui era l’unico a liquidarmi
coi suoi ‘non so’ anche se in realtà sapeva tutto, lui era l’unico che io abbia mai amato, lui per me era
essenziale e ora vorrei averlo qua con me…ma tutto quel che mi rimane sono solo
ricordi…ricordi di vita vissuta con lui, di amore fatto con lui, di sentimenti
scoperti e tirati fuori solo da lui…lui era l’unico a riuscire a fare molte
cose.
E tutto quel che rimane sono quei
ricordi.
I suoi ricordi.
Ad essi mi aggrapperò per uscire di qua,
devo tornare in me, autocontrollato, distaccato, freddo, razionale, logico,
furbo…uscirò di qua nel modo più naturale possibile e poi distruggerò
quell’uomo…per tornare da Clark.
Intanto quello che posso fare è cullarmi
nei suoi ricordi.
FINE