Fanfic su artisti musicali > Damien Rice
Ricorda la storia  |      
Autore: Astrasi    28/08/2013    2 recensioni
[Damien Rice]
"Nothing is taking me down..."
Ti resta solo il ricordo, e qualche canzone. Sai che per un po' non ce ne saranno più.
"...except you, my love".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I Remember

 
Mi minore, sol, do, re. Mi minore, sol, do, re.
La luce obliqua che entra dalle tende semichiuse scende a bagnarti come un riflettore la mano sinistra, l’unica cosa che si muove, in questa stanza.  Sei completamente solo, solo con la tua chitarra e i tuoi pensieri; non c’è nessun rumore, tranne quello del tuo respiro e della tua mano sinistra che preme, ritmicamente, le corde giuste sui tasti giusti: intima giaculatoria, come se stessi pregando un dio a cui ti sei sempre votato, ma che ora hai paura di perdere.
Mi minore, sol, do, re.
La mano destra rimane immobile, appoggiata sulla spalla ricoperta di nastro adesivo del tuo vecchio strumento. Suoni, canti, ma nessun suono esce dalla pancia della tua chitarra o dalla tua bocca socchiusa. Tu però senti. La senti.
 
 
“I remember it well, the first time that i saw your head round the door, ‘cause mine stopped working”
 
 
Non esci da giorni, non mangi un pasto vero da almeno una settimana. Conti le poche sigarette che ti rimangono e sai che non ti basteranno per più di due ore. La birra è finita, la tua barba comincia ad essere troppo lunga.
 
 
“I remember it well, there was wet in your hair, I was stood in stare, and time stopped moving”
 
 
Lei, lei ti avrebbe detto di tagliarla. Ti avrebbe anche detto di smettere di bere, se fosse stata qui. Avrebbe raccolto le bottiglie rotte da terra, avrebbe spalancato le tende pesanti che impediscono al sole di entrare e ti avrebbe spedito sotto la doccia. Faceva così, ogni volta.
 
 
“Want you here tonight, want you here, ‘cause I can’t believe what I found. Want you here tonight, want you here, and nothing is taking me down.”
 
 
Sai di essere completamente solo, ora, al buio dei tuoi rimorsi. Eppure la senti, la senti come se fosse qui, seduta accanto a te, con gli occhi chiusi e le gambe incrociate, la schiena magra appoggiata al calorifero e la testa che si muove impercettibilmente sul lungo collo bianco. Stai suonando per lei.
Mi minore, sol, do, re.
 
 
“I remember it well, taxied out of the storm to watch you perform, and my ships were sailing”
 
 
Non ricordi nemmeno quante sono le volte che hai avuto il cuore spezzato. “Lovin’ is fine if it’s not in your mind” hai scritto, una volta. Ti ricordi che lei aveva riso, allora.
Quante volte, poi, hai bevuto per dimenticare un nome, un viso, una chioma di capelli bagnata dalla pioggia oppure una mano, un corpo, una voce? Quante canzoni hai scritto, per non lasciare che la solitudine ti assalisse, per confinare i tuoi sentimenti in un giro di accordi e una serie di parole vomitate su un pezzo di carta, come se pensare non servisse più di tanto a chi scrive canzoni d’amore.  In ognuna di queste, poi, inserivi lei, che trasformava quello che dalla tua bocca usciva grezzo e sgraziato, ubriaco, in qualcosa di puro, dal momento che la sua voce sembrava sempre pulire quelle note dagli errori della tua vita.
C’era quella canzone, poi, che preferivi a tutte. Sembrava che fosse nata perché lei la cantasse e chissà, forse era proprio così.
Mi minore, sol, do, re.
 
 
“I remember it well, I was stood in your line, and your mouth, your mouth, your mind…”
 
 
Ancora nessun suono, la stanza resta vuota. 
Come se fosse sempre stata qui con te la senti cantare, e per nulla al mondo sovrapporresti la sua voce alla sua, perfetta, per nulla  al mondo vorresti che smettesse, per nulla al mondo riusciresti a lasciarla andare via.
Mi minore, sol, do, re. Mi minore.
La voce nella tua testa, come un soffio, sussurra l’ultima parola. Sai cosa viene dopo, ma non sei pronto. La mano che prima appoggiavi sulla chitarra, ora si muove repentina alla tua destra e afferra il vento. Per la prima volta ti rendi conto che è tutto ciò che ti rimane di lei.
 
 
“Want you here tonight, want you here, ‘cause I can’t believe what I found. Want you here tonight, want you here, and nothing is taking me down, down, down…”
 
 
Lei, che questa volta non arriverà a dirti di tagliare la barba, o a raccogliere le bottiglie di birra e ad aprirti le tende. Questa volta non ci sarà lei a rimettere insieme i pezzi di te che ora si confondono con i vetri rotti sul pavimento.
“Cazzo.” Rompi il silenzio. Questa volta è lei che ti ha spezzato in due.
E sai che non ci saranno canzoni, per riempire il suo spazio vuoto, non per lei, che è troppo bella per i tuoi versi ubriachi e i tuoi accordi arrabbiati. Non hai nemmeno parole, per lei, che è troppo pura, troppo onesta, per essere descritta, lo scalpello della tua voce ha la punta troppo grossa per rendere giustizia alla sua dolce figura.
E' andata via, hai lasciato scappare la parte più bella di te. Non ci si accorge mai delle persone che ci rendono migliori finché non ci lasciano da soli, a fare i conti con noi stessi e con i nostri errori.
Lei era stata il tuo successo più grande.  Perderla, il tuo più grande sbaglio.
Ti resta solo il ricordo, e qualche canzone. Sai che per un po’ non ce ne saranno di nuove.
 
 
“… except you, my love.”
 
 
 

Note: ho scritto questa storia su uno dei miei musicisti preferiti, e uno dei più intimi, profondi e potenti cantautori che io abbia mai sentito. Damien Rice ha pubblicato due album, due capolavori, collaborando con la sua corista, Lisa Hannigan. Ad un certo punto lei ha deciso di abbandonare la sua collaborazione con Damien e di cominciare una carriera da solista, che  le ha fatto ottenere un notevole successo. Dopo questa svolta nella sua carriera, abbiamo visto un Damien Rice invecchiato, con la barba e i capelli lunghi e incolti, cantare le canzoni che prima cantava con Lisa da solo.
In un intervista disse: You’d think that Rice must be spoiled for choice of momentous moments. But he doesn’t hesitate before answering: "meeting Lisa Hannigan". The lowest point? He smiles, wistfully: “Lisa Hannigan not wanting to talk to me anymore.” "I love her," he declares. "I love her so much. And I love her so much that I love that she hasn’t spoken to me - because even in that I have learned so much over the last two years. I have learned to appreciate the friends that I do have, and not to fuck up anymore." "I would give away all of the music success", he says, "all the songs, and the whole experience to still have Lisa in my life. Like that!", he tells me, snapping his fingers. "No question."
Mi piace pensare che la partenza di Lisa e il comportamento di Damien siano collegati, in qualche modo. La canzone è I Remember, e vi consiglio di ascoltarla.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Damien Rice / Vai alla pagina dell'autore: Astrasi